• Coronadelirius

    13.00 
    La pandemia raccontata dalla matita di Vauro. I lunghi mesi vissuti sotto l’incubo del virus ripercorsi in una serie di vignette che ricostruiscono l’impatto del Covid-19 in Italia: dai lockdown ai vaccini, dalla zona rossa a quella bianca, dalla vita quotidiana alla politica. Le paure, i dubbi, le speranze di un Paese narrato con lo strumento della satira, con il sorriso – a volte amaro – che aiuta a difenderci dalle nostre angosce. I protagonisti e le loro scelte: dal governo alla società
  • CM 4-2021

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, Chi ha perso e chi ha vinto in Afghanistan

    Osservatorio

    • Vincenzo Vita, E le stelle non stanno a guardare
    • Pierre Dardot, La Convenzione rifonda il Cile
    • Massimo Cavallini, Il “patto col diavolo” di Haiti

    Laboratorio culturale

    • Marcos Del Roio, L’arresto di Gramsci: le questioni ancora aperte
    • Francesco Aqueci, Colletti, il marxismo e Hegel 
    • Giovambattista Vaccaro, Alle origini del dibattito sull’automazione: Friedrich Pollock 
    • Andrea Fedeli, Sindacato e partecipazione: le lotte operaie del 1968-1969 come paradigma della democrazia 
    • Igor Piotto, L’«immaginazione realistica». Uno studio sul metodo di Lenin 

    Schede critiche

    • Maurizio Auriemma, La Costituzione come progetto di cambiamento 
    • Pasquale Voza, Nella «società di mercato» 
    • Fabio Vander, Populismo e crisi della politica 
    • Antonino Infranca, Marxismo e comunismo in Tosel 
    • Giuseppe Cospito, Marx nel XXI secolo 
  • Nei primi mesi del 1988 viene demolita a Pesaro una storica fonderia, già legata al gruppo Montecatini e successivamente parte integrante della Montedison. Si appresta a lasciare il posto al primo centro commerciale della città, il Miralfiore. Il passaggio è il simbolo di una cesura tra due epoche: finisce infatti la vicenda di una delle poche fabbriche pesaresi di dimensioni relativamente grandi, che per oltre un secolo ha segnato profondamente la morfologia, l’economia e il tessuto sociale provinciale. Il volume ne ripercorre la storia, a partire dalla fondazione dell’antica fonderia avvenuta nell’Ottocento, analizzandone, in rapporto al contesto socio-economico e politico territoriale, l’evoluzione, i momenti di crisi e infine la chiusura e lo smantellamento. I principali snodi temporali vanno di pari passo con il mutare della denominazione dello stabilimento – Albani, Trezza-Albani, Montecatini, Montedison, Costruzioni Meccaniche Pesaro – e si intrecciano alle complesse storie delle maestranze che in quel microcosmo lavorano, socializzano, si organizzano e agiscono sia sindacalmente che politicamente. La ricostruzione storica si è basata su una pluralità di fonti (documentarie, iconografiche, orali) che, per quanto non esaustive, hanno acceso una prima luce su un importante capitolo di storia locale altrimenti dimenticato.
  • Nel Centenario della nascita del PCI, l’autore – per quattro legislature deputato e stretto collaboratore di Enrico Berlinguer – ci regala, sotto forma di memoriale, la ricostruzione dettagliata della sua esperienza maturata quando giovanissimo, non ancora inquadrato in ruoli di funzionariato politico, viene chiamato dal partito a trasferirsi a Mosca – dove rimane dall’aprile 1958 alla fine del 1964 – per frequentare dei corsi di formazione (alla Scuola superiore di partito e poi all’Accademia di scienze sociali).  Un’esperienza intensa, fatta di luci e di ombre e, sul piano politico, di conferme e di frustrazioni, che Rubbi condivide con una delegazione di giovani militanti italiani (tra cui un simpatico «spilungone milanese», un poco più che ventenne Antonio Pizzinato, destinato a diventare quasi trent’anni più tardi segretario generale della CGIL) e che sarà in quegli anni vissuta, altrettanto intensamente, da diverse migliaia di ragazzi provenienti da tutto il mondo – in particolare dai tanti paesi del pianeta dove erano in corso guerre d’indipendenza anti-coloniali – tutti o quasi accomunati da esistenze segnate da ristrettezze e povertà e dall’impossibilità, da parte delle famiglie di provenienza, di provvedere ai loro studi universitari. Un’esperienza certo non agevole – studi così severi ad una certa età, scrive Rubbi, «quando ormai più che allo studio ci si insegna a come costruirsi una vita» – e che, dopo alterni episodi (a cominciare dal matrimonio contratto nel 1963 con una ragazza moscovita), volgerà al termine, affrettando il rientro in Italia, a seguito di un avvenimento di politica interna sovietica giunto «inatteso e scioccante» a metà ottobre ’64: la brusca liquidazione dai vertici del Cremlino di Nikita Chruščëv. I miei anni a Mosca è indirizzato da Antonio Rubbi ai suoi nipoti americani Giacomo e Giulia, da cui, malgrado l’enorme affetto, si sente doppiamente separato: dal l’immenso Oceano Atlantico e dalla lingua; ma a trarne beneficio siamo anche noi lettori, affascinati dal racconto di dense vicende personali, capaci nello stesso tempo di assumere un valore storico e politico generale.

    Ora, miei cari Giacomo e Giulia, vorrei che mi accompagnaste nel viaggio a Mosca dove, impegnato negli studi, trascorrerò poco meno di sette anni […] io allora ero partito per un viaggio del quale neanche conoscevo l’itinerario e con… mezzo passaporto! […]  Per noi che eravamo destinati alla Scuola superiore di partito (VPŠ) il riserbo era una condizione imposta e voluta sin dall’inizio per non offrire ai nostri avversari politici ulteriori pretesti per alimentare la campagna propagandistica, già senza questo assai nutrita, sulla nostra presunta sudditanza ideologica al comunismo di marca sovietica.

  • L’agendina CGIL 2022 vuole confermarsi come agile strumento da mettere a disposizione degli iscritti alla Confederazione, realizzando un modello unitario e ufficiale dell’agendina CGIL valido per tutte le strutture della Confederazione, personalizzabile con metodo già sperimentato. A tal fine il modello di agendina che vi proponiamo viene arricchito da un inserto a colori di quattro pagine dedicato ad una delle campagne di maggior rilievo che la CGIL si propone di lanciare per il prossimo anno. La copertina dell’agendina sarà fotografica e rappresenterà anche il logo della vostra struttura. Le caratteristiche tecniche dell’agendina sono le seguenti: - blocco fisso e taglio bianco con una settimana su due pagine - formato interno finito: cm. 8x14; - interno composto da 128 pagine di notiziario, diario e rubrica in carta uso mano bianca da gr. 60/mq stampate a    due colori in 7 lingue; - risguardi neutri, dicitura in copertina del millesimo e del logo, allestimento fresato; - stampa e inserimento avanti testo di 1/16 - 1/24 – 1/32  di personalizzazione a uno o quattro colori (file fornito dalle strutture); - copertina fotografica, quadranti rigidi, angoli tondi con stampa del frontespizio a 1 colore.
    L’agendina CGIL si completa con la possibile personalizzazione delle strutture e con la possibilità di realizzarla anche a colori, infine si caratterizza per un rapporto qualità prezzo che non ha riscontri sul mercato, infatti i costi già fortemente contenuti anche quest’anno non subiranno aumenti secondo la scaletta seguente:
    Agendine con personalizzazione (ordinativi non inferiori a 500 copie) - solo il logo della struttura e il millesimo stampati in copertina e frontespizio € 0,77 la copia- - personalizzazione di 16 pagine + inserto a colori                   € 0,79 la copia; - personalizzazione di 24 pagine + inserto a colori                   € 0,82 la copia; - personalizzazione di 32 pagine + inserto a colori                   € 0,85 la copia. 

    Per gli ordini contattare  Futura s.r.l.

    g.maggioli@futura.cgil.it 0644870325 - 3382697090

     
  • L’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha investito l’Italia continua a rappresentare una fase di forte turbolenza, specialmente per il mondo del lavoro. Negli ultimi mesi il decisore pubblico ha dovuto rispondere prontamente a questioni di salute pubblica, economia, lavoro e coesione sociale. Il momento di estrema difficoltà ha favorito un più ampio coinvolgimento degli attori sociali nella gestione dell’emergenza, tanto che si è iniziato a parlare di una ripresa delle pratiche concertative tra governo e parti sociali. L’obiettivo principale del contributo qui presentato è quello di ricostruire ed interpreta-re le attività e le strategie sindacali nella ripresa delle pratiche concertative, cercando di mettere in luce i fattori che hanno favorito e sfavorito il dialogo sociale dal punto di vi-sta delle organizzazioni sindacali. In conclusione, alcune riflessioni sul possibile futuro delle relazioni industriali nello scenario post-pandemico.