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L’agendina CGIL 2022 vuole confermarsi come agile strumento da mettere a disposizione degli iscritti alla Confederazione, realizzando un modello unitario e ufficiale dell’agendina CGIL valido per tutte le strutture della Confederazione, personalizzabile con metodo già sperimentato. A tal fine il modello di agendina che vi proponiamo viene arricchito da un inserto a colori di quattro pagine dedicato ad una delle campagne di maggior rilievo che la CGIL si propone di lanciare per il prossimo anno. La copertina dell’agendina sarà fotografica e rappresenterà anche il logo della vostra struttura. Le caratteristiche tecniche dell’agendina sono le seguenti: - blocco fisso e taglio bianco con una settimana su due pagine - formato interno finito: cm. 8x14; - interno composto da 128 pagine di notiziario, diario e rubrica in carta uso mano bianca da gr. 60/mq stampate a due colori in 7 lingue; - risguardi neutri, dicitura in copertina del millesimo e del logo, allestimento fresato; - stampa e inserimento avanti testo di 1/16 - 1/24 – 1/32 di personalizzazione a uno o quattro colori (file fornito dalle strutture); - copertina fotografica, quadranti rigidi, angoli tondi con stampa del frontespizio a 1 colore.
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L’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha investito l’Italia continua a rappresentare una fase di forte turbolenza, specialmente per il mondo del lavoro. Negli ultimi mesi il decisore pubblico ha dovuto rispondere prontamente a questioni di salute pubblica, economia, lavoro e coesione sociale. Il momento di estrema difficoltà ha favorito un più ampio coinvolgimento degli attori sociali nella gestione dell’emergenza, tanto che si è iniziato a parlare di una ripresa delle pratiche concertative tra governo e parti sociali. L’obiettivo principale del contributo qui presentato è quello di ricostruire ed interpreta-re le attività e le strategie sindacali nella ripresa delle pratiche concertative, cercando di mettere in luce i fattori che hanno favorito e sfavorito il dialogo sociale dal punto di vi-sta delle organizzazioni sindacali. In conclusione, alcune riflessioni sul possibile futuro delle relazioni industriali nello scenario post-pandemico.
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Gli autori sostengono che almeno nel caso italiano, dopo un periodo nel quale aveva prevalso la disintermediazione, le grandi organizzazioni di rappresentanza stanno recuperando un maggiore protagonismo. Questo fenomeno è legato al fatto che esse di-spongono di una forza sociale e organizzativa che ha mostrato un alto grado di resilienza. Inoltre la pandemia da Covid ha favorito una opportunità che ha spinto tali organizzazioni a rafforzare il collegamento materiale con tutti rivoli delle domande e degli interessi colpiti. In questo modo ne è uscito confermato il loro importante e non facilmente sostituibile ruolo di collante sociale.
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La normativa emergenziale emanata per far fronte all’epidemia da Covid-19 ha introdotto una serie di disposizioni volte a precludere l’avvio e la prosecuzione delle procedure di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo e collettivo. Il “blocco dei licenziamenti”, come viene comunemente definito, costituisce uno degli interventi più incisivi dell’intero panorama delle norme eccezionali adottate dal Governo per arginare le conseguenze socio-economiche della pandemia. L’interrogativo che ci si pone nel presente contributo, che parte dai precedenti storici del blocco dei licenziamenti, è relativo al ruolo che saprà svolgere il sindacato per fronteggiare ed arginare la “valanga” che potrebbe abbattersi sui lavoratori dipendenti il cui rapporto è stato “fittiziamente” mantenuto in vita attraverso gli ammortizzatori sociali Covid-19.
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L’articolo mira ad analizzare gli impatti della pandemia sul composito universo del lavoro autonomo. Attraverso una analisi per gruppi tipologici legati allo status dei lavoratori autonomi (ordinistici; non ordinistici e altri autonomi es. coadiuvanti, commerciati e artigiani) la ricerca consente da un lato di ragionare sulle trasformazioni del lavoro e l’impatto in termini di condizioni, qualità del lavoro, tutele e sistemi di rappresentanza. Dall’altra l’obiettivo è quello di confrontare le percezioni dei tre gruppi su comuni atteggiamenti, opinioni e prospettive. Inoltre, la possibilità di approfondire le percezioni soggettive e gli elementi di maggiore criticità percepiti consente anche di individuare le aspettative, i bisogni e le richieste da intercettare a livello di policy e di rappresentanza.
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L’articolo presenta i risultati di un’indagine rivolta ai docenti delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria, in merito alla didattica a distanza attuata durante la fase emergenziale della pandemia di Covid-19 (aprile-maggio 2020). L’Indagine è stata condotta su tutto il territorio nazionale, tramite questionario online, con un campione di 1197 questionari validi. L’analisi approfondisce le condizioni di lavoro dei docenti considerando, in particolare, le competenze e le esperienze pregresse, la formazione, i carichi di lavoro e le difficoltà di conciliazione tra lavoro e vita privata. I risultati mostrano le numerose difficoltà incontrate dai docenti in un contesto emergenziale caratterizzato da forte unilateralità nell’introduzione della didattica a distanza, scarsi strumenti e scarsa programmazione. L’indagine è stata promossa dalla Flc-Cgil (Federazione Lavoratori della Conoscenza) e condotta in collaborazione con Fondazione Giuseppe Di Vittorio, Università di Teramo e Laboratorio LO-Lavoro e organizzazioni del Dipartimento di Scienze sociali ed economiche della Sapienza Università di Roma.