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La valorizzazione delle risorse umane nel Sistema sanitario nazionale: un principio disatteso
Nel 2008, il Ministero della Salute pubblica un «Libro bianco» sui principi del Servizio sanitario nazionale individuando nella «Valorizzazione delle risorse umane e professionali degli operatori» uno degli orientamenti fondanti delle politiche legislative e gestionali del comparto sanitario. A distanza di un decennio dalla pubblicazione del Libro bianco, ci si può chiedere se tale principio sia stato parzialmente disatteso e quali conseguenze ne siano derivate in occasione della pandemia da Sars-Cov2. Per rispondere a tale interrogativo, nelle prime due parti del contributo ci si concentra sul tema del ridimensionamento del personale del comparto sanitario dal 2009 al 2019, ricercandone le principali cause. Nella terza parte si considerano le misure adottate in merito al personale sanitario a seguito della infezione da Covid-19.
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Lavoro di cura. Una nuova frontiera della diseguaglianza sociale
L’obiettivo dell’articolo è quello di indagare, con un focus specifico sul caso italiano, le condizioni di lavoro nel settore della cura con riferimento ai servizi pre-scolari rivolti alla prima infanzia e a quelli per il supporto alla popolazione anziana fragile e non autosufficiente. L’analisi intende rispondere alle seguenti domande di ricerca: quali sono le condizioni del lavoro di cura in questi due settori? Si riscontrano elementi di similarità o differenza tra di essi? In che modo si discostano o meno da ciò che si registra in altri settori del welfare? I risultati della ricerca mettono in evidenza l’esistenza di condizioni problematiche nel lavoro di cura, trasversali ai due settori analizzati, che si legano al grado di istituzionalizzazione e regolazione dell’offerta dei servizi così come – in parte anche conseguentemente – al livello di incidenza del mercato privato (formale e informale).
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Chi fa il welfare? Gli occupati nei settori dell’istruzione, della sanità e dei servizi sociali
La pandemia provocata dal Covid-19 ha messo in chiara evidenza l’importanza dei lavoratori della sanità, della scuola e dei servizi sociali, portando l’attenzione anche sulle problematiche esistenti nel mercato del lavoro di questi settori. Scopo di questo articolo è descrivere consistenza, composizione e caratteristiche di questi comparti occupazionali in alcuni paesi europei e come si sono evoluti nell’ultimo decennio. L’analisi condotta sui dati della European Labor Force Survey mostra il sottodimensionamento di questi settori in Italia rispetto ai principali paesi europei occidentali, con conseguenze sul basso tasso di occupazione totale e, in particolare, su quello femminile. Dal confronto internazionale emerge anche che il caso italiano si colloca spesso in posizione estrema per le caratteristiche socio-demografiche e le condizioni occupazionali della forza lavoro impiegata nei settori del welfare. Le evidenze presentate invitano ad attenta riflessione sul disegno delle future politiche di reclutamento nei settori considerati.
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Il welfare come mercato del lavoro: un’agenda di ricerca
Nel corso dell’ultimo quarto di secolo si è aperta nei paesi occidentali un’ampia discussione su quali siano gli scenari e le traiettorie di trasformazione del mercato del lavoro in un contesto sempre più post-industriale. In queste analisi spesso si trascura un’importante parte del settore terziario: i servizi sociali, sanitari e l’istruzione. Tale scarsa attenzione sia negli studi sul welfare che in quelli del mercato del lavoro, dello sviluppo e delle relazioni industriali rappresenta, però, un importante limite. Il presente saggio intende offrire un quadro e un’agenda di ricerca tramite cui connettere maggiormente l’area degli studi sul welfare con quella delle analisi sul mercato del lavoro e sullo sviluppo economico.
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Introduzione: il welfare come mercato del lavoro
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RPS N. 3/2020
22.00
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RGL N. 3/2020 – Osservatori
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Dottrina
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Giurisprudenza
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La salute è un diritto
15.00
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Il 1978 è stato un anno cruciale nella storia dell’Italia repubblicana. Il 16 mar zo le Brigate rosse rapiscono Aldo Moro. La violenza terroristica raggiunge il punto più alto della sua parabola con l’assassinio di Moro il 9 maggio. Pur di fronte a questo atto teso a minare le fondamenta dello Stato democratico, il Parlamento approva quasi contemporaneamente e a larga maggioranza tre leggi che hanno cambiato la società italiana e hanno posto il nostro paese all’avanguardia nel campo dell’assistenza socio-sanitaria: la creazione del Servizio sanitario nazionale, la riforma delle regole sulla psichiatria e le norme che consentono l’aborto. Giovanni Berlinguer, come studioso e parlamentare, è stato uno degli artefici di questo vasto disegno di riforme che ha consentito di attuare l’articolo 32 della Costituzione che definisce la salute un diritto fondamentale di ogni essere umano. Fabrizio Rufo, docente di Bioetica presso Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Biologia ambientale, per molti anni è stato collaboratore di Giovanni Berlinguer. Nel 2017 è stato co-curatore della mostra Dna - Il grande libro della vita da Mendel alla genomica, record di visite al Palazzo delle esposizioni di Roma. Tra le sue ultime pubblicazioni: Etica in laboratorio (Donzelli, 2017); Il codice della vita. Una storia della genetica tra scienza e bioetica (Donzelli, 2017), insieme a Bernardi no Fantini; Scienziati, Politici, Cittadini (Ediesse, 2014); ha inoltre curato il volume Il valore democratico della conoscenza (Ediesse, 2019)
CONTRIBUTI DI
Giorgio Caredda | Mattia Della Rocca | Bernardino Fantini | Maria Grazia Giannichedda | Chiara Giorgi |
Alessandra Gissi | Luciano Governali | Carmela Morabito | Ilaria Pavan | Fabrizio Rufo | Paola Stelliferi | Ketty Vaccaro.
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18° RAPPORTO SUI DIRITTI GLOBALI • 2020
26.00
€
Dopo 17 anni di pubblicazione, il Rapporto sui diritti globali cresce ed evolve, con l’edizione principale che diventa internazionale, viene pubblicata anche in lingua inglese e si focalizza sui diritti umani e sulla lotta contro l’impunità, a partire dalla collaborazione con l’Association Against Impunity and for Transitional Justice (AITJ), che lo promuove.
Quella dei diritti umani e dell’impunità è questione oggi resa più centrale dalla crisi del multilateralismo e dal dilagare aggressivo di nazionalismi e populismi, che stanno implicando un progressivo svuotamento della democrazia e dei suoi istituti, un indebolimento del diritto internazionale e dei suoi strumenti, pericolosi disequilibri a livello globale. Ne è derivato, e lo vediamo tragicamente tutti i giorni, un dilagare di crimini di guerra, di aggressioni territoriali, di violazioni sistematiche dei diritti fondamentali della persona, di repressioni sempre più generalizzate e ingiustificate nei confronti di cittadini e di interi popoli, spesso nell’impotenza di istituzioni sovranazionali. Assieme, vediamo approfonditi altri crimini che violano e compromettono diverse sfere di diritti altrettanto fondamentali, che riguardano le comunità e non solo gli individui, come quelli ambientali, economici, sociali. Crimini di sistema, dei quali nessuno si sente responsabile, ma che sono invece prodotti da precise scelte politiche, economiche, di governo.
Il 2020, con la pandemia di Covid-19, ha portato e sta residuando un drastico peggioramento nei diritti e nelle libertà, così come nella condizione sociale ed economica di milioni di cittadini in molte parti del mondo e ha mostrato con maggior evidenza la pericolosa vulnerabilità del sistema democratico e dello Stato di diritto. La necessità di profondi cambiamenti e di radicali inversioni di rotta è ora più urgente e deve riuscire a imporsi, costruendo maggiore consapevolezza sociale e responsabilità pubblica. Il Rapporto sullo Stato dell’impunità nel mondo è un contributo in questa direzione vitale per le persone e per l’intero Pianeta, per realizzare giustizia e costruire diritti globali.
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RGL N. 3/2020
38.00
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