• Le elezioni primarie come strumento in grado di aumentare l’interesse e la partecipazione politica dei cittadini nelle odierne democrazie. Cosa sono e a che cosa servono. La differenza tra primarie vere e proprie, utilizzate per selezionare i candidati per una carica elettiva e quelle che primarie non sono, cioè le votazioni con le quali il PD elegge i propri segretari (sia a livello nazionale che regionale). Il quadro tratteggiato permette di mettere in luce punti di forza e debolezza di tali strumenti di partecipazione.
  • Aris Accornero ricostruisce un’aspra vertenza sindacale degli anni ’60 al cotonificio Valle Susa, che allora rappresentava un gruppo di 11 stabilimenti e 9.000 operaie distribuiti in Piemonte fra pianura e valli montane. Si è avvalso di un archivio personale di documentazione cartacea e di 89 interviste a lavoratrici e lavoratori del CVS, raccolte allorché lui giornalista redigeva la pagina sindacale dell’edizione torinese de “L’Unità”. Tale vertenza rappresenta una svolta inaspettata nel clima di rapporti con l’imprenditoria, ma anche nei rapporti intersindacali.
  • Una introdiuzione ai contributi che su questo numero della rivista animano la sezione "Tema", dedicata ai problemi della rappresentanza e della rappresentatività sindacale. Sullo sfondo delle vicende che - in una accelerazione impetuosa e altalenante - investono l'intero sistema nazionale delle relazioni industriali, l'A. anticipa e presenta le analisi e le tesi avanzate dagli autorevoli studiosi negli articoli che pubblichiamo.
  • Gli autori analizzano i dati che mostrano la crisi di rappresentanza dei sindacati europei. Ritengono che questa sia una buona ragione perche i sindacati aumentino l'attenzione a meccanismi di coinvolgimento democratico dei lavoratori, dal momento che gli associati sono molto spesso, come nella realtà italiana, una minoranza. Nel caso italiano gli autori ritengono maturo il passaggio a regole generali per la misurazione della rappresentatività. Ritengono anche utile la introduzione, dosata e selettiva, di meccanismi di più estesa partecipazione democratica.
  • E‘ opinione diffusa che esista una correlazione fra lo stato dei rapporti sindacali e la difficile situazione che attraversa il paese. L'A. suggerisce un discussione senza pregiudiziali che permetta di riconsiderare in maniera approfondita e critica le radici stesse delle culture sindacali cosiddette modernizzatrici, quale la CISL. La sfida dei valori e delle culture sindacali. Il confronto con il modello europeo e quello americano.
  • L’unità sindacale è parte della complessità dei rapporti intersindacali e, perciò stesso, problema che condiziona l’equilibrio e l’efficienza del sistema di relazioni industriali. L’esperienza storica sembra indicare che l’unità di azione è possibile nel sostegno di necessarie condizioni. Non così l’unità organica che è invece possibile nei Paesi ove prevalgono, in un buono equilibrio pluralismo e pragmatismo.
  • Cosa è andato storto? Qual'è stata la causa della peggiore crisi finanziaria dopo la Grande Depressione degli anni trenta? Contrariamente alle diagnosi convenzionali, incentrate sulla crisi dei mutui 'subprime' o della mancanza di regole adeguate per il sistema bancario, l'A. propone un'analisi che pone al centro il tema della diseguaglianza sociale come origine dell'attuale dissesto.
  • Dalla crisi del 2008, scoppiata nel cuore di famose istituzioni finanziarie, le élite economiche sono riemerse ancora più potenti. Ma proprio la crisi ha mostrato i limiti dell’egemonia giacchè il comando comporta responsabilità di governo. Ed è in un siffatto compito che le élite economiche si sono mostrate per quello che sono: uomini del business. Durante la crisi essi hanno mostrato un tale disinteresse per lo stato della società e le difficoltà della politica che mette in discussione la convenienza della loro egemonia.
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