• CM 5/6-2020

    1,200.00 

     

    Editoriale

    Aldo Tortorella, La fraternità universale e la legge di Caino  

     

    Osservatorio

    Massimo Cavallini, La sconfitta di Trump e le anomalie della democrazia americana Cesare Salvi, Crisi del governo rappresentativo e modelli alternativi Piero Di Siena, Emergenza per il paese e nuove ipotesi a sinistra Iacopo Scaramuzzi, Chiesa aperta in mare aperto. La strategia di Francesco Stefania Limiti, La Palestina nel buco nero degli “accordi di Abramo”  

     

    Laboratorio culturale

    Luciana Castellina, La compagna Rossana  Aldo Tortorella, La inquieta fedeltà a una idea Rossana Rossanda, Gli operai, le donne, i ritardi della sinistra. Tre scritti Antonio Di Meo, Giuseppe Prestipino, un ricordo Il Pci e le nuove generazioni. Una discussione del 1975 tra Pasolini, Luporini e Amos Cecchi Amos Cecchi, Discutendo con Pasolini. Ieri e oggi  Giuseppe Guida, Frammenti da un “paese rosso”  Giovambattista Vaccaro, Sartre, la morale, la sinistra Giulio Di Donato, Il concetto di philía in Aristotele e in Hegel  Antonio Coratti, Proprietà, Volontà generale e politica in Rousseau Mavì De Filippis, Metrica e biografia nella poesia di Franco Fortini      Schede critiche Pasquale Voza, Benedetto Croce “autonarratore” 
  • CM 1/2-2021

    12.00 
     

    Cento anni dopo

    Aldo Tortorella, Sui motivi di una metamorfosi

    Fondazione e rifondazioni

    • Guido Liguori, Da Bordiga a Gramsci
    • Claudio Natoli, Fascismo e antifascismo nella storia dei comunisti italiani tra le due guerre
    • Alexander Höbel, L’impronta di Togliatti
    • Aldo Agosti, Internazionalismo e “legame di ferro” nella cultura politica del Pci
    • Fiamma Lussana, La “via italiana” all’emancipazionismo

    Passato-presente

    • Francesco Barbagallo, La questione meridionale
    • Mario Sai, Il Pci e i lavoratori
    • Vincenzo Vita, La dialettica nel partito tra destra e sinistra
    • Piero Di Siena, Riflessioni sul rapporto con il ’68
    • Alberto Leiss, L’“intellettuale collettivo” tra avanguardie e masse
    • Chiara Valentini, L’ultimo Berlinguer
    • Maria Luisa Boccia, Femministe e comuniste
    • Fulvia Bandoli, Importanza e limiti dell’ambientalismo del Pci
    • Piero De Chiara, 1984: «Orwell sbagliava»

    Come eravamo

    • Anna Maria Carloni, Franca Chiaromonte, La nostra Fgci tra partito e nuovi movimenti
    • Rinalda Carati, Il partito-comunità come educazione sentimentale

    Letture

    • Antonio Di Meo, Una nuova edizione delle Lettere dal carcere di Gramsci
    • Oscar Greco, Fausto Gullo, dirigente comunista
  • CM 3-2021

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, La missione della scienza e quella della politica

    Osservatorio

    • Bernardino Fantini, Covid-19: la rivoluzione dei vaccini e il diritto globale alla salute
    • Piero Di Siena, Draghi: scelta per l’emergenza o svolta dirigista per il Paese?
    • Romeo Orlandi, Tra Cina e Stati Uniti negotiation forever
    • Luiz A. M. Macedo, Capitale senza freni: il Brasile dopo il golpe del 2015-2016
    • Francesca Re David, Fare sindacato quando la politica dimentica il lavoro
    • Francesco Garibaldo, I valori (antichi) di una sinistra moderna

    Un articolo sconosciuto di Gramsci sul fascismo del 1922

    • Guido Liguori, Natalia Terekhova, Gramsci, il Pcd’I e la “Marcia su Roma”. Su uno scritto sconosciuto del ’22
    • L’articolo di Gramsci sulla «Pravda» del 7 novembre 1922

    Laboratorio culturale

    • Aldo Garzia, Che Guevara, discussione e ricerca da riaprire
    • Mattia Gambilonghi, Contraddizioni del capitalismo maturo e ingovernabilità in Claus Offe

    Mezzo secolo con «il manifesto»

    • Alberto Olivetti, Il tempo dei rabdomanti
    • Vincenzo Vita, Quando il comunismo non è un’opinione

    Schede critiche

    • Massimiliano Biscuso, Gramsci, un autore da «decifrare»
  • Nel Centenario della nascita del PCI, l’autore – per quattro legislature deputato e stretto collaboratore di Enrico Berlinguer – ci regala, sotto forma di memoriale, la ricostruzione dettagliata della sua esperienza maturata quando giovanissimo, non ancora inquadrato in ruoli di funzionariato politico, viene chiamato dal partito a trasferirsi a Mosca – dove rimane dall’aprile 1958 alla fine del 1964 – per frequentare dei corsi di formazione (alla Scuola superiore di partito e poi all’Accademia di scienze sociali).  Un’esperienza intensa, fatta di luci e di ombre e, sul piano politico, di conferme e di frustrazioni, che Rubbi condivide con una delegazione di giovani militanti italiani (tra cui un simpatico «spilungone milanese», un poco più che ventenne Antonio Pizzinato, destinato a diventare quasi trent’anni più tardi segretario generale della CGIL) e che sarà in quegli anni vissuta, altrettanto intensamente, da diverse migliaia di ragazzi provenienti da tutto il mondo – in particolare dai tanti paesi del pianeta dove erano in corso guerre d’indipendenza anti-coloniali – tutti o quasi accomunati da esistenze segnate da ristrettezze e povertà e dall’impossibilità, da parte delle famiglie di provenienza, di provvedere ai loro studi universitari. Un’esperienza certo non agevole – studi così severi ad una certa età, scrive Rubbi, «quando ormai più che allo studio ci si insegna a come costruirsi una vita» – e che, dopo alterni episodi (a cominciare dal matrimonio contratto nel 1963 con una ragazza moscovita), volgerà al termine, affrettando il rientro in Italia, a seguito di un avvenimento di politica interna sovietica giunto «inatteso e scioccante» a metà ottobre ’64: la brusca liquidazione dai vertici del Cremlino di Nikita Chruščëv. I miei anni a Mosca è indirizzato da Antonio Rubbi ai suoi nipoti americani Giacomo e Giulia, da cui, malgrado l’enorme affetto, si sente doppiamente separato: dal l’immenso Oceano Atlantico e dalla lingua; ma a trarne beneficio siamo anche noi lettori, affascinati dal racconto di dense vicende personali, capaci nello stesso tempo di assumere un valore storico e politico generale.

    Ora, miei cari Giacomo e Giulia, vorrei che mi accompagnaste nel viaggio a Mosca dove, impegnato negli studi, trascorrerò poco meno di sette anni […] io allora ero partito per un viaggio del quale neanche conoscevo l’itinerario e con… mezzo passaporto! […]  Per noi che eravamo destinati alla Scuola superiore di partito (VPŠ) il riserbo era una condizione imposta e voluta sin dall’inizio per non offrire ai nostri avversari politici ulteriori pretesti per alimentare la campagna propagandistica, già senza questo assai nutrita, sulla nostra presunta sudditanza ideologica al comunismo di marca sovietica.

  • CM 4-2021

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, Chi ha perso e chi ha vinto in Afghanistan

    Osservatorio

    • Vincenzo Vita, E le stelle non stanno a guardare
    • Pierre Dardot, La Convenzione rifonda il Cile
    • Massimo Cavallini, Il “patto col diavolo” di Haiti

    Laboratorio culturale

    • Marcos Del Roio, L’arresto di Gramsci: le questioni ancora aperte
    • Francesco Aqueci, Colletti, il marxismo e Hegel 
    • Giovambattista Vaccaro, Alle origini del dibattito sull’automazione: Friedrich Pollock 
    • Andrea Fedeli, Sindacato e partecipazione: le lotte operaie del 1968-1969 come paradigma della democrazia 
    • Igor Piotto, L’«immaginazione realistica». Uno studio sul metodo di Lenin 

    Schede critiche

    • Maurizio Auriemma, La Costituzione come progetto di cambiamento 
    • Pasquale Voza, Nella «società di mercato» 
    • Fabio Vander, Populismo e crisi della politica 
    • Antonino Infranca, Marxismo e comunismo in Tosel 
    • Giuseppe Cospito, Marx nel XXI secolo 
  • Fin dalla sua nascita, il sindacato ha avuto tra i propri obiettivi il controllo degli orari di lavoro per migliorare le condizioni di lavoratrici e lavoratori. Dalla seconda metà dell’Ottocento in poi nel mondo industrializzato e sviluppato la spinta alla riduzione dell’orario di lavoro è stata elemento permanente nelle strategie sindacali. Se nel XIX secolo erano normali orari di lavoro anche di 12 ore giornaliere, con l’avvento della meccanizzazione è iniziato un graduale ma costante processo di riduzione dell’orario, che nel secolo successivo ha portato – per via contrattuale o legislativa – alle 8 ore giornaliere e alle 40 ore settimanali come orario di riferimento generale. Dall’inizio degli anni '80, ossia da quando il pensiero neoliberista orienta le politiche economiche a livello globale, la tendenza a ridurre l’orario di lavoro si è bloccata, come pure la spinta dei governi a tenere la piena occupazione al centro dei propri obiettivi. Il libro di Fausto Durante mette in relazione il tema dell’orario di lavoro con la crisi provocata dal Covid-19, le sfide poste dal cambiamento climatico e da digitalizzazione e nuove tecnologie industriali, la necessità di costruire una società e un’economia diverse dal passato. L’insieme di questi elementi spinge in direzione di un nuovo impegno per la riduzione dell'orario di lavoro, con vantaggi per la produttività, l'economia, l'equilibrio tra vita e lavoro. Lo dimostrano le tante esperienze che nel mondo si stanno realizzando su spinta di governi e sindacati, così come gli accordi in tante imprese, di cui questo testo dà conto. La domanda a cui rispondere oggi è: può essere il XXI secolo il tempo dei quattro giorni e delle trentadue ore di lavoro a settimana?
  • CM 5/6-2021

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, A proposito di libertà

    Osservatorio

    • Massimo Cavallini, Il “tanfo” che soffoca la democrazia americana
    • Romeo Orlandi, Pechino, vedi alla voce “partito comunista”  
    • Franco Aqueci, I talebani e la teocrazia del mondo avvenire 
    • Giorgio Mele, Pandemie e svolte storiche. La “spagnola” alla vigilia del fascismo
    • Arianna Tassinari, Demetrio Panarello, Giorgio Tassinari, Ignazio Drudi, Fabrizio Alboni, Francesco Bignardi, Il peso del potere economico nelle scelte sulla pandemia 

    Capitalismo e crisi ambientale

    • Ugo Mazza, Crisi climatica e sociale, transizione capitalistica: spunti per una riflessione
    • Paolo Cacciari, L’imbroglio del capitalismo green
    • Norbert Lantschner, Lo scenario energetico futuro. Geopolitica e materie prime
    • Gianni Silvestrini, Obiettivi climatici più ambiziosi e trasformazione ecologica dell’economia
    • Laura Cima, L’ecofemminismo, rivoluzione necessaria e non violenta
    • Mario Agostinelli, Laudato Si’: conversione ecologica e sociale, partecipazione e rappresentanza
    • Piero Bevilacqua, Una rivoluzione passiva votata al fallimento
    • Daniela Padoan, Per una alleanza tra umanità e vivente. Il concetto di limite secondo Francesco
    • Sergio Fedele, Fermare la crisi climatica dal basso: la proposta del “reddito ambientale”  

    Discussione

    • Roberto Finelli, Qualche nota su pandemia e fine della modernità

    Laboratorio culturale

    • Massimo Baldacci, Egemonia e pedagogia nei «Quaderni del carcere»
    • Antonio Di Meo, Note sulla «rivoluzione passiva». Paine, Cuoco, Croce, Gramsci (e molti altri)
    • Lelio La Porta, L’opera letteraria di Marx
    • Aldo Garzia, Lucio Magri, il comunismo come orizzonte e la sinistra del futuro

    Schede critiche

    • Giorgio Mele, La crisi e il “che fare?” della sinistra
    • Manfredi Alberti, Critica del liberismo in Italia
    • Matteo Gargani, Scritti di Lukács sulla dialettica e l’irrazionalismo
    • Pietro Garofalo, Capitalismo e democrazia
  • CM 1-2022

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, L’origine della guerra e la lezione di Berlinguer

    Osservatorio

    • Paolo Soldini, Il conflitto in Ucraina e il patto non scritto tra Gorbaciov e Baker
    • Piero Di Siena, Il bis di Mattarella nella dirompente crisi organica italiana
    • Claudio Treves, Un primato italiano: bassi salari e bassa produttività
    • Davide Bubbico, Stellantis Italia: i rischi di residualità industriale e occupazionale

    Laboratorio culturale

    • Attilio Trezzini, L’archivio Garegnani: le tracce di un grande intellettuale
    • Alessandro Barile, Rossanda e la politica culturale del Pci negli anni Sessanta
    • Fabrizio Marino, Democrazia diretta e rappresentanza
    • Giorgio Pagano, Gramsci oltre Gramsci: il dibattito della sinistra nella seconda metà del Novecento
    • Maurizio Auriemma, Marx e la teoria politica

    Schede critiche

    • Fabio Vander, Il nome della sinistra
    • Francesco Marola, Letteratura e democrazia in Lukács
    • Vincenzo Galatioto, Per leggere Il capitale
  • CM 2/3-2022

    12.00 

    I cento anni di Berlinguer

    • Aldo Tortorella, Idee per il mondo nuovo
    • Francesco Barbagallo, Democrazia socialista e sviluppo equilibrato
    • Gianni Cuperlo, Segretario del partito, non partito del segretario
    • Marco Fumagalli, Un politico amato dai giovani e che cercò di comprenderli
    • Sergio Gentili, La difficile conquista di una coscienza ambientalista
    • Gianfranco Nappi, Un nuovo scenario per un mondo pacifico e giusto
    • Lalla Trupia, Dalla “questione” alla “rivoluzione” femminile
    • Livia Turco, Lo scambio con Bettazzi e la questione cattolica
    • Vincenzo Vita, 1984: George Orwell e l’anno orribile
    • Chiara Valentini, Klaus Pumberger, La vita di Berlinguer tradotta in tedesco

    Osservatorio - La guerra e la pace

    • Alberto Negri, La deriva continentale aperta dalla guerra
    • Pasqualina Napoletano, Stati Uniti d’Europa: il momento è adesso
    • Michele Mezza, Le tecnologie in battaglia possono cambiare la politica?
    • Elisa Marincola, L’informazione embedded
    • Alberto Leiss, «Le guerre giuste non esistono». La nonviolenza di Francesco

    Laboratorio culturale

    • Massimo Pivetti, Sulla teoria moderna del sovrappiù come economia politica neomarxiana
    • Marco Gatto, Lukács e Gramsci: un confronto sui temi letterari ed estetici
    • Lelio La Porta, Gramsci, Lukács e la critica a Bucharin

    Ripensando il passato

    • Corrado Morgia, «Ho fatto quello che si doveva fare». Intervista a Marisa Cinciari Rodano
  • CM 4-2022

    12.00 

    Giuseppe Chiarante, dieci anni dopo

    • Aldo Tortorella, La lezione delle battaglie perdute
    • Adriano La Regina, Beni culturali: l’occasione mancata di una legge all’avanguardia
    • Giorgio Macciotta, La scuola e la cultura come leve essenziali del rinnovamento italiano

    Osservatorio

    • Piero Di Siena, La fine del governo Draghi: si aggrava ulteriormente il disordine della crisi italiana
    • Paolo Soldini, Le conseguenze economiche della guerra: per ora ci rimette l’Europa

    Laboratorio culturale

    • Guido Liguori, La teoria gramsciana dei Consigli di fabbrica (1919-1920)
    • Livio Boni, Gramsci e Freud tra i Quaderni e le Lettere: i due versanti di una ricezione indiretta
    • Giulio Di Donato, La crisi dei corpi intermedi nell’epoca della tecnopolitica
    • Andrea Fedeli, Il Piano del lavoro della Cgil del 1949 e la costruzione della democrazia italiana

    Schede critiche

    • Manfredi Alberti, Storia globale del capitalismo dal 1860 al 1914
    • Giuseppe Cotturri, La proprietà come invenzione
    • Claudio De Fiores, Oltre gli Stati, per una Costituzione della Terra
    • Alberto Leiss, Quanto è vicina la Cina?
    • Mihaela Ciobanu, La guerra tra filosofia e politica
    • Giuseppe Quattromini, Rivoluzione passiva e «crisi organica globale»
    • Lelio La Porta, Gramsci cronista musicale
    • Alberto Simonetti, Dante presenza critica tra filosofia, politica e letteratura
    • Lelio La Porta, Gli intellettuali e la politica
  • CM 5-2022

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, Ridare senso alle parole tradite

    Osservatorio

    • Piero Di Siena, Partiti in cerca d’identità, elettori in fuga
    • Franco Astengo, Un voto volatile e differenziato tra Nord e Sud
    • Alberto Leiss, La politica del desiderio che i maschi non sanno vedere
    • Leopoldo Nascia, Le vie del gas sono (in)finite
    • Sauro Mezzetti, India: dalla terza via al protagonismo nel mondo multipolare

    Discussione

    • Demetrio Panarello e Giorgio Tassinari, «A Stairway to Heaven». L’Anvur e i Dipartimenti di eccellenza

    Laboratorio culturale

    • Stefano Gensini, Linguaggio e democrazia in Tullio De Mauro
    • Giovambattista Vaccaro, Morale e storia in André Gorz
    • Mihaela Ciobanu, Joseph A. Buttigieg traduttore e interprete di Gramsci
    • Guglielmo Forges Davanzati, Paul Sweezy, studioso di Marx e del capitalismo contemporaneo

    Schede critiche

    • Guido Liguori, Althusser contro Gramsci
    • Anxo Garrido Fernández, La questione meridionale: un convegno a Siviglia
    • Gioia De Laurenziis, Gramsci e la cultura europea
    • Gianni Fresu, Letture di Marx
  • CM 6-2022

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, Restaurazione dall’alto

    Osservatorio

    • Pasqualina Napoletano, Alla ricerca dell’Europa perduta
    • Vincenzo Vita, La guerra è stupida ma l’intelligenza è artificiale
    • Alberto Leiss, Malinconia sociale e impotenza politica

    Laboratorio culturale

    Gramsci, il fascismo, la «rivoluzione passiva»

    • Premessa a due scritti del 1972 su Gramsci e il fascismo
    • Valentino Gerratana, Il popolo delle scimmie tra reazione e rivoluzione passiva
    • Franco De Felice, Una chiave di lettura in «Americanismo e fordismo»
    • Guido Liguori, La tardiva fortuna del concetto di «rivoluzione passiva» (1972-1980)
    • Giulio Di Donato, Pier Paolo Pasolini e il Pci tra contraddizione e identificazione
    • Andrea Fedeli, Le rappresentanze sindacali: il soggetto nella dialettica oggettiva fra capitale e lavoro salariato

    Schede critiche

    • Fiammetta Balestracci, Un convegno sulle donne comuniste
    • Mihaela Ciobanu, Leonetti tra Gramsci e la dissidenza comunista
    • Guido Liguori, Mussolini e la costruzione dello Stato nuovo
    • Sabato Danzilli, Lukács e Mészáros maestri di pensiero critico