• E‘ opinione diffusa che esista una correlazione fra lo stato dei rapporti sindacali e la difficile situazione che attraversa il paese. L'A. suggerisce un discussione senza pregiudiziali che permetta di riconsiderare in maniera approfondita e critica le radici stesse delle culture sindacali cosiddette modernizzatrici, quale la CISL. La sfida dei valori e delle culture sindacali. Il confronto con il modello europeo e quello americano.
  • L’unità sindacale è parte della complessità dei rapporti intersindacali e, perciò stesso, problema che condiziona l’equilibrio e l’efficienza del sistema di relazioni industriali. L’esperienza storica sembra indicare che l’unità di azione è possibile nel sostegno di necessarie condizioni. Non così l’unità organica che è invece possibile nei Paesi ove prevalgono, in un buono equilibrio pluralismo e pragmatismo.
  • Cosa è andato storto? Qual'è stata la causa della peggiore crisi finanziaria dopo la Grande Depressione degli anni trenta? Contrariamente alle diagnosi convenzionali, incentrate sulla crisi dei mutui 'subprime' o della mancanza di regole adeguate per il sistema bancario, l'A. propone un'analisi che pone al centro il tema della diseguaglianza sociale come origine dell'attuale dissesto.
  • Dalla crisi del 2008, scoppiata nel cuore di famose istituzioni finanziarie, le élite economiche sono riemerse ancora più potenti. Ma proprio la crisi ha mostrato i limiti dell’egemonia giacchè il comando comporta responsabilità di governo. Ed è in un siffatto compito che le élite economiche si sono mostrate per quello che sono: uomini del business. Durante la crisi essi hanno mostrato un tale disinteresse per lo stato della società e le difficoltà della politica che mette in discussione la convenienza della loro egemonia.
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  • Il saggio analizza il sistema politico italiano ponendo al centro della ricostruzione il rapporto tra partiti e democrazia. Attraverso un lungo excursus viene analizzato il lento e difficile processo di formazione dei partiti politici di massa e della loro affermazione a partire dall’unità d’Italia, seguendone alcuni passaggi chiave: la svolta liberale di Giolitti dell’inizio del Novecento e il confronto con l’ineludibile nodo della questione sociale; l’inedito fenomeno della nazionalizzazione coatta delle masse attuata dal partito politico fascista e da Mussolini a partire dagli anni venti; la nascita dei partiti politici di massa in Italia alla fine della seconda guerra mondiale parallelamente alla formazione della Repubblica democratica parlamentare antifascista. L’autore, a partire da un’analisi delle caratteristiche dei diversi modelli partitici, ne ricostruisce il ruolo svolto nelle diverse stagioni della democrazia repubblicana italiana sino a giungere all’oggi, passando attraverso la crisi degli anni settanta e la successiva crisi della rappresentanza politica negli anni novanta del Novecento in cui si è assistito all’implosione del sistema dei partiti di massa.
  • CM 2/3-2020

    12.00 
    Editoriale
    Aldo Tortorella, Il mestiere del virus e quello degli umani
     
    Osservatorio
    Pietro Greco, Cronaca di una epidemia annunciata
    Clara Frontali, Uomini e virus
    Francesco Memo, Covid-19. È il razzismo che ci ha resi ciechi
    Vincenzo Vita, L’insostenibile leggerezza del capitalismo
    Michele Mezza, Calcolanti e calcolati nel conflitto terapeutico
    Alfonso Gianni, La nuova grande recessione 
    Emilio Carnevali, Da Disraeli a Johnson: le origini profonde del consenso conservatore 
     
    Immigrazione in prospettiva
    Alberto Leiss, La memoria come pratica di cura e di conflitto 
    Paola Pierantoni, Forza e fragilità delle reti: un percorso tra metà anni ottanta e il G8 del 2001 
    Eleana Marullo, La dimensione storica dell’immigrazione. Il caso di Genova 
    Andrea Tomaso Torre, A trent’anni dalla legge Martelli 
    Filippo Miraglia, Un modello da cambiare: oltre l’emergenza più diritti agli stranieri   
     
    Laboratorio culturale
    Pietro Ingrao, Cesare Luporini, Due lettere del 1991 
    Sergio Filippo Magni, Luporini e Ingrao. Le lettere del disaccordo
    Giorgio Mele, Luporini e la fine del Pci 
    Giovambattista Vaccaro, Morale e società in Cesare Luporini
    Michele Prospero, Il diritto e i bisogni
    Francesco Garibaldo, Marx, il capitalismo e i compiti politici del presente
    Paolo Desogus, Critica della cultura e processi materiali 
     
    Ripensando il passato
    Giuseppe Greco, Rodari, Gramsci e la lotta per un nuovo senso comune
    Gianni Rodari, L’uomo nella realtà
     
    Schede critiche
    Lelio La Porta, Gramsci e la favola
  • Sebbene le tendenze più recenti evidenzino in Italia il pieno recupero dei livelli occupazionali del 2008, persistenti sono alcuni aspetti di strutturale debolezza della domanda di lavoro, persino rafforzatisi nella ripresa. La capacità di creare occupazione rimane limitata rispetto agli altri paesi europei per la debolezza del comparto dei servizi sociali e la scarsa capacità innovativa del sistema produttivo. A ciò si è aggiunta la riduzione dell’intensità lavorativa che, con l’esplosione del part time involontario, ha ampliato un’area occupazionale fragile dal punto di vista sia della qualificazione sia delle condizioni di lavoro. Inoltre, la recente crescita di occasioni di lavoro qualificato non scalfisce il forte orientamento della domanda di lavoro verso le occupazioni meno qualificate, rafforzando la segmentazione generazionale del mercato del lavoro, in un quadro di accentuazione delle già enormi differenze territoriali. Infine, va considerata l’emergenza Covid-19, che avrà pesanti ripercussioni sulle dinamiche occupazionali.
  • Il contributo riflette sul rapporto tra emergenza sanitaria legata al diffondersi del Covid-19 e lavoro povero nei settori del turismo e dei servizi, dove a marcare la maggiore fragilità dei lavoratori nel mercato del lavoro concorre anche un sistema di ammortizzatori sociali disuguale, che non protegge allo stesso modo in caso di crisi, trasformazione, riorganizzazione delle imprese, interruzione del rapporto di lavoro. In un contesto già segnato da crescita economica debole, crescita della povertà relativa e assoluta, disuguaglianze nella distribuzione delle ricchezze, evasione, forme di illegalità diffusa, il precipitare nell’emergenza sanitaria ha messo a nudo le difficoltà del sistema e riconsegnato un indice di priorità per il modello sociale del nostro paese. Ora si tratta di comprendere se ci si muoverà con coerenza per ridisegnare una prospettiva diversa o ci sarà una pericolosa operazione di rimozione.
  • Le mappe della disuguaglianza (Lelo e al., 2019) offre un notevole contributo al dibattito che si è sviluppato negli ultimi anni sulle città e le disuguaglianze che le attraversano. Obiettivo dell’articolo è, in primo luogo, analizzare le caratteristiche che questa assume nel territorio milanese. In particolare, dopo aver offerto una panoramica generale sulla «Milano che corre a due velocità», si prenderanno in considerazione alcuni temi chiave per la lettura della disuguaglianza: la scuola, il lavoro, la casa. Verrà inoltre dedicato uno spazio alla polarizzazione territoriale del voto dei milanesi nelle ultime elezioni. Non ci si potrà sottrarre dall’affrontare questi temi anche alla luce della drammatica crisi sanitaria che stiamo attraversando e delle profonde conseguenze che questa determinerà dal punto di vista economico e sociale. In secondo luogo, si parlerà di sindacato, mettendo in evidenza alcune iniziative che questo ha assunto nella città per agire a favore dei soggetti più vulnerabili. Da ultimo, si faranno alcune considerazioni finali, sottolineando l’importanza di un agire che investa sulle infrastrutture sociali, ridia centralità alla politica, favorisca la partecipazione e diffonda «un’ideologia della solidarietà».