• La crisi economica cominciata nel 2008, inizialmente caratterizzata per i suoi aspetti finanziari, ha avuto notevoli ripercussioni in materia di occupazione, inducendo gli Stati all’adozione di misure volte a far fronte ad un evento prevalentemente descritto come temporaneo e che, invece, ha assunto un carattere sempre più strutturale. Una ricerca sui provvedimenti legislativi adottati in Francia, Spagna ed Italia per far fronte agli effetti della crisi ha condotto a risultati del tutto differenti dall’ipotesi iniziale. A fronte di misure di carattere assistenziale e dichiaratamente transitorie, si è rilevato come assai più importanti siano state le riforme di carattere strutturale ispirate al modello della flessicurezza, ormai dominante nell’ambito dell’Unione Europea. Anche il sistema della contrattazione collettiva, sia per effetto delle riforme legislative adottate in Francia e Spagna, sia per l’aspro conflitto apertosi in Italia, si ispira alla linea di tendenza ideologicamente riconducibile al medesimo modello. La ricerca, realizzata con l’apporto di qualificati giuslavoristi dei tre paesi, a partire da una riflessione sul ruolo delle istituzioni dell’Unione Europea, offre un interessante quadro di sintesi e significativi dettagli sulle più recenti tendenze del Diritto del lavoro nei paesi dell’Europa mediterranea.
  • Il processo di ampliamento dell’Unione Europea, che prosegue nel 2007 con l’ingresso della Romania e della Bulgaria, induce a riflettere sulla capacità delle istituzioni comunitarie e nazionali di gestire la complessità di tale sfida e in particolare sulla «tenuta» dei sistemi di rappresentanza e tutela collettiva, nonché del modello sociale europeo nel suo complesso. Sono pertanto utili in questa fase contributi, come quello offerto da Casale nel presente volume, che ricostruiscono le discipline nazionali del diritto del lavoro e sindacale vigenti nei dodici Stati membri entrati a far parte della UE tra il 2004 e il 2007.
  • Il volume si propone, pur nella sua parziale ed essenziale analisi della letteratura sul tema delle differenze di genere, come uno strumento di lavoro per quanti intendono far crescere l’ottica del mainstreaming nelle organizzazioni sindacali e sociali e più nello specifico nel sistema della formazione. L’obiettivo è contribuire alla creazione di una rete concreta, flessibile, operativa, che produca confronto, rapporti, proposte specifiche su iniziative da realizzare da parte di tutti coloro che vorranno leggerne il significato attraverso un approccio culturale diverso, alla luce della propria esperienza. Due i temi approfonditi in particolare: il Fondo sociale europeo 2007-2013 con riguardo alla dimensione di genere e alla partecipazione femminile ai percorsi formativi; la contrattazione di secondo livello e le politiche formative nella prospettiva di genere, di cui si analizzano prassi e approcci organizzativi. Sono proposti, inoltre, argomenti quali gli indirizzi operativi e politici per il periodo 2010-2013, gli effetti e le possibili misure di contrasto alla crisi, il contributo della contrattazione alla partecipazione femminile ai percorsi formativi, le criticità e i risultati.
  • Dirsi lesbica

    15.00 
    Un libro innovativo, che mette al centro i percorsi individuali e relazionali che portano alla costruzione di sé come lesbica. Dirsi lesbica, nominarsi come tale, è un atto politico. La ricerca di Natacha Chetcuti si concentra sulle rappresentazioni e sulle pratiche esistenziali e politiche lesbiche. L’autrice ci porta dentro e attraverso il mondo delle coppie lesbiche; la cosa più significativa che ne viene fuori è la simmetria che caratterizza il rapporto, il desiderio e il piacere, rendendo le donne che si amano ambedue soggetto. Le lesbiche si sottraggono a una condizione di oggetto, spiazzando e denaturalizzando la costruzione binaria dei generi e dunque l’eterosessualità obbligatoria come fondativa del-l’identità. Producendo elementi nuovi che allargano l’orizzonte di una sociologia della sessualità, il libro rende manifesta la polisemia che gli atti, le pratiche, le rappresentazioni sessuali ricoprono nell’esperienza delle lesbiche intervistate. Il volume contiene un utile glossario di terminologia lesbica.
  • Il volume rappresenta una iniziativa editoriale originale e unica che raccoglie la disciplina di tutela della persona disabile come prevista in tutte le fasi della vicenda lavorativa, dall’accesso al lavoro alla conclusione del rapporto. L’informazione e l’approfondimento sulla normativa vigente di tutela dei disabili nel rapporto di lavoro non prendono in considerazione solo l’ordinamento italiano, ma estendono l’esame anche agli ordinamenti dei paesi stranieri, con particolare riguardo ai paesi europei e alla normativa internazionale e comunitaria. La riflessione, svolta nei saggi di autorevoli studiosi italiani e stranieri, si diffonde nella ricerca di principi e valori comuni a tutti gli ordinamenti ponendo in rilievo le misure più adeguate a valorizzare la persona, i suoi diritti e l’effettivo esercizio degli stessi. Correda il volume una accurata appendice commentata della legislazione europea, italiana e regionale e della prassi amministrativa, nonché degli orientamenti giurisprudenziali più significativi.
  • Le politiche abitative in Italia hanno subìto negli ultimi venti anni importanti cambiamenti nei modi di intervento e nei destinatari. Il contributo intende esplorare i discorsi che danno forma alle nuove politiche abitative e riflettere sui loro presupposti e implicazioni sia dal punto di vista delle aspettative dei beneficiari sia da quello delle rappresentazioni che le politiche danno del loro operare e dei risultati ottenuti. Con riferimento alla connessione/tensione esistente tra i molti obiettivi (sperimentazione, innovazione e investimento sociale) dichiarati da parte delle nuove politiche abitative, si ipotizza che tali politiche riescano a essere abbastanza convincenti anche in ragione della capacità di rappresentare le proprie azioni come processi complessi, variamente dislocati nel tempo e nello spazio, e la cui responsabilità va suddivisa tra i diversi attori coinvolti.
  • Scopo dell’articolo è quello di proporre alcune riflessioni attorno al volume di Laura Pennacchi, De valoribus disputandum est. Secondo Pennacchi la prospettiva della giustizia sociale deve essere integrata con una riflessione sulla questione della «vita buona», che può essere sviluppata partendo dalla tradizione della teoria critica, da Marcuse a Honneth e Jaeggi. Prendendo le mosse da questo orizzonte teorico, l’obiettivo è quello di proporre un nuovo modello «umanistico» di società.
  • Una riflessione sulle forme e le pratiche di democrazia e di partecipazione all’interno di un’organizzazione di massa quale è il sindacato. Il tema è affrontato a partire dal dibattito teorico che, nel corso degli ultimi anni, si è sviluppato sulla democrazia e le sue trasformazioni e a partire, in particolare, dal contributo che a questo dibattito proviene da uno dei più promettenti filoni del pensiero democratico contemporaneo: quello della Democrazia Deliberativa. Le implicazioni nella vita e nell’azione del movimento sindacale.
  • Una riflessione sulle forme e le pratiche di democrazia e di partecipazione all’interno di un’organizzazione di massa quale è il sindacato. Il tema è affrontato a partire dal dibattito teorico che, nel corso degli ultimi anni, si è sviluppato sulla democrazia e le sue trasformazioni e a partire, in particolare, dal contributo che a questo dibattito proviene da uno dei più promettenti filoni del pensiero democratico contemporaneo: quello della Democrazia Deliberativa. Le implicazioni nella vita e nell’azione del movimento sindacale.
  • Nel contributo si analizzano le gravi tendenze al declino dell’università italiana negli ultimi anni. Per effetto del forte disinvestimento delle politiche pubbliche nell’alta formazione – in termini di minori finanziamenti, riduzione dei docenti e del personale tecnico, dei corsi di laurea e degli immatricolati – oggi l’università italiana, per la prima volta nella sua storia, è significativamente più piccola e di minore qualità rispetto al passato e agli altri paesi sviluppati. Inoltre, per effetto delle recenti e perverse regole di governo, si stanno accentuando i divari tra università, in particolare tra alcuni atenei «forti» del Nord, strutturalmente più dotati e insediati in contesti territoriali sviluppati, e gli atenei più «deboli» del Centro-Sud, sottodotati in termini finanziari, di docenti e di strutture e localizzati in aree socio-economiche gracili. Nonostante le conseguenze rilevanti sull’economia e sulla società nazionale del declino universitario, il confronto pubblico è modesto e dominato da pregiudizi negativi spesso poco fondati; di contro le decisioni sono concentrate in pochi gruppi di potere che operano all’interno di agenzie pubbliche o di ministeri. Gli autori auspicano una discussione ampia e informata sulle condizioni del sistema universitario, in primo luogo nella sede più propria, ossia nel Parlamento.