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Il volume si basa sui risultati della ricerca internazionale Decoba condotta in cinque paesi europei: Italia, Spagna, Francia, Germania e Belgio. A partire dalla ricerca Decoba, l’opera approfondisce il caso italiano esaminando i rapidi e crescenti cambiamenti che nel corso dell’ultimo decennio hanno in te ressato il commercio. Lo studio ricostruisce le sfide affrontate in Italia negli ultimi dieci anni dalle organizzazioni di rappresentanza sindacale e datoriale nel settore del commercio met tendone in evidenza processi decisiona li, azioni collettive intraprese ed esiti ottenuti. Emerge un quadro nel quale, se da una parte il commercio conferma le proprie specificità settoriali, dall’altra si presenta come un settore in cui le trasformazioni in atto, anche per effetto di dinamiche sovranazionali, pongono agli attori collettivi (inclusi i governi) ulteriori sfide, più dif ficilmente gestibili a livello nazionale.
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Il rapporto tra la nazione italiana e la sua difficile collocazione europea rappresenta uno dei nodi più difficili e sottovalutati della nostra storia repubblicana. Il complesso passaggio politico attuale proprio sul versante del rapporto con l’Italia e l’Europa sembra confermare l’esistenza di una aporia strutturale tra lo Stato nazionale italiano, l’Unione europea e il sistema degli altri Stati europei.
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EditorialeAldo Tortorella, Crimine capitaleOsservatorioMichele Prospero, L’alleanza del denaro e della paura che minaccia la democrazia italianaClaudio Treves, Il sindacato confederale, il governo gialloverde e l’EuropaFrancesco Forgione, Un modello economico-criminale di successo nel neocapitalismo italianoStefano Salmi, Portogallo: così governa una sinistra riformistaRaffaele K. Salinari, Le origini del radicalismo islamico contemporaneo: il caso dell’AlgeriaLaboratorio culturaleGiovambattista Vaccaro, Cosa resta di Marx. Note sul marxismo francese contemporaneoMarcello Montanari, La filosofia di MarxLuca Basile, Note su Croce fra Kant ed HegelFrancesco de Filippis, Il fenomeno carismatico in Gramsci e MichelsSimone Coletto, Sapere è politica, politica è sapere. Il problema della storia in GramsciFulvio Lorefice, Walzer e la «buona politica estera» della sinistra liberaleSchede criticheGuido Liguori, L’ultimo Lukács e la lotta per un nuovo socialismo
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• Legittimità costituzionale dell’accertamento dei contributi previdenziali in agricoltura • Lo sciopero annullato non costituisce ragione valida di rifiuto della prestazione • La Cassazione sulla facoltà del lavoratore di fruire delle ferie per evitare il superamento del periodo di comporto • Il Tribunale di Vibo Valentia dubita della costituzionalità di norma che prevede sanzione espulsiva automatica per dipendente pubblico • Nuovi «arresti» della Corte di Giustizia sulla discriminazione basata sull’età • La Commissione di garanzia sanziona la mancata partecipazione dell’azienda al tentativo di conciliazione
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Se non ci fossero state le donne, in questa nostra Repubblica, se non ci fossero state le loro tenaci battaglie di emancipazione e liberazione – condotte attraverso un intreccio fecondo di iniziative delle associazioni, dei movimenti, dei partiti, delle istituzioni –, l’Italia sarebbe oggi un Paese molto più arretrato e molti articoli della Costituzione non sarebbero stati applicati. Questo debito che l’Italia ha nei confronti delle donne lo racconta in modo inedito questo libro scritto e curato dalle volontarie della Fondazione Nilde Iotti. Lo fa illustrando in modo rigoroso e semplice le tappe e i contenuti delle conquiste legislative dall’inizio della Repubblica alla conclusione dell’ultima legislatura, che hanno cambiato la vita delle donne e l’assetto economico, sociale e culturale del nostro Paese. Il libro rammenta la battaglia per il diritto di voto e le «madri della nostra Repubblica», le donne elette nell’Assemblea Costituente, che diedero un contributo rilevante alla stesura della Costituzione. Sono citati gli articoli che più hanno favorito il cambiamento nella vita delle donne. Segue poi il racconto delle leggi con uno schema che ne indica la scansione in ordine cronologico dal 1950 al 2018, a cui si connettono le schede che ne illustrano i contenuti. Lo sguardo della battaglia delle donne è oggi e sempre più sarà quello europeo. Per questo il libro LE AUTRICI Roberta Agostini | Sesa Amici | Rosy Bindi | Paola Binetti | Paola Boldrini | Maria Elena Boschi | Chiara Braga | Daniela Carlà | Andrea Catizone | Susanna Cenni | Monica Cirinnà | Marina Costa | Emilia De Biasi | Titti Di Salvo | Marilena Fabbri | Graziella Falconi | Emma Fattorini | Valeria Fedeli | Donatella Ferranti | Elena Ferrara | Anna Finocchiaro | Maria Chiara Gadda | Paola Gaiotti De Biase | Maria Pia Garavaglia | Maria Grazia Gatti | Anna Giacobbe | Irene Giacobbe | Fabrizia Giuliani | Vanda Giuliano | Maria Luisa Gnecchi | Donata Gottardi | Chiara Gribaudo | Grazia Labate | Donata Lenzi | Doris Lo Moro | Marianna Madia | Marisa Malagoli Togliatti | Raffaella Mariani | Elena Marinucci | Alessandra Moretti | Delia Murer | Vaifra Palanca | Rita Palanza | Anna Maria Parente | Francesca Puglisi | Lia Quartapelle | Francesca Russo | Rosa Russo Jervolino | Marina Sereni | Fulvia Signani | Alessandra Tazza | Livia Turco | Esmeralda Tyli | Sandra Zampa
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La vicenda di Francesco e Peppino Capobianco – padre e figlio, l’ufficiale e il comunista – è emblematica di quel conflitto generazionale che segnò il complesso passaggio dal fascismo alla Repubblica, per divenire poi uno dei tratti peculiari e costanti di gran parte della seconda metà del secolo scorso. Gaeta, splendida città della riviera di Ulisse, appena assegnata per diretto volere del duce Benito Mussolini alla provincia di Roma dopo la soppressione di Terra di Lavoro nel 1927, ne è la principale cornice. La città, dopo aver perduto il ruolo di fortezza del Regno meridionale, attraverso trasformazioni urbanistiche, l’insediamento di una grande vetreria, il rilancio delle attività portuali e la costruzione della città giardino di Serapo, tenta in quegli anni la strada di un nuovo sviluppo fondato sulle risorse del territorio. Ma lungo il faticoso percorso incontra la guerra e la spietata occupazione tedesca che si scatena contro i militari italiani e la popolazione civile in un punto strategico della linea Gustav dopo l’8 settembre 1943. Qui Francesco Capobianco – un ufficiale del Regio esercito, pluridecorato della Grande Guerra, che sceglie a rischio della vita di rimanere fedele al Re – e il figlio Peppino – studente eccellente dall’animo generoso e sensibile – vivono il calvario patito dalla popolazione di Gaeta dopo l’Armistizio; i due riescono a salvarsi con una fortunosa fuga via mare il 17 marzo del 1944, dopo mesi trascorsi sulle montagne tra rifugi di fortuna e inaudite sofferenze. Un’esperienza dura e traumatica che accrescerà la stima reciproca tra padre e figlio ma, al tempo stesso, creerà le premesse di un lungo e doloroso conflitto familiare. Entrambi, infatti, vivranno con estremo rigore, coerenza e determinazione le opposte scelte di vita e i diversi modi di concepire la società nell’Italia liberata.
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Il nesso tra istruzione e cittadinanza evidenzia come la crisi dell’istruzione sia strettamente connessa con la crisi della rappresentanza e la presa del populismo, vecchio e nuovo, sulle istituzioni politiche. Tramite una lettura critica dell’evoluzione della disciplina del sistema dell’istruzione in Italia attraverso varie riforme, fino alla legge sulla «Buona scuola» e alle iniziative che propongono la regionalizzazione dell’istruzione, l’autrice riflette sulle torsioni subite dalla scuola e dal concetto stesso di istruzione. Il tentativo di trasformare la scuola in impresa e di applicarle criteri mercatistici sembra aver prodotto criticità e disservizi, con l’accentuarsi delle diseguaglianze tra diversi ambiti sociali e territoriali. Un tassello centrale di questa vicenda è rappresentato dalla condizione dei docenti, soggetti ad una modificazione dello status giuridico che ne ha compresso i diritti, nonché all’abuso dei contratti a tempo determinato, che è stato alla base di un ampio contenzioso europeo ed interno. Nel lavoro, che prende avvio dalla riflessione sul disegno costituzionale del diritto all’istruzione, questo classico diritto sociale assume una coloritura più ricca valorizzando al suo interno contenuti di libertà, che ne sottolineano il legame con lo sviluppo della persona e la creazione di una cittadinanza consapevole. L’esame di dispositivi introdotti nella recente legislazione, come test INVALSI, alternanza scuola lavoro, obblighi vaccinali, è poi l’occasione per una riflessione sul significato odierno del diritto-dovere all’istruzione nel contesto della riflessione sui doveri costituzionali.
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Le città sono ecosistemi in cui l’uomo interagisce con numerose altre specie preesistenti allo sviluppo urbano o che hanno colonizzato il nuovo ambiente proprio grazie alle opportunità da esso offerte. Nelle città si trovano così a convivere, insieme agli umani, rare specie di piante e insetti confinate in minuscoli frammenti di habitat seminaturali e specie opportuniste o invasive, quali piccioni, ratti o scarafaggi. Tra inquilini vecchi (come gli alberi secolari) e nuovi (come la zanzara tigre), le città si presentano come ecosistemi mutevoli e complessi, il cui studio ha portato alla nascita della cosiddetta «ecologia urbana». Sviluppatasi negli Stati Uniti soprattutto come analisi dei flussi di energia e materia, e in Europa maggiormente sotto il profilo dello studio della diversità biologica, l’ecologia urbana è ancora poco coltivata nel nostro Paese. Questo libro, il primo in Italia ad affrontare in modo ampio e organico questi argomenti, è indirizzato non solo a chi si trova a «lavorare» con l’ecosistema urbano (come urbanisti e amministratori pubblici), ma anche a tutti coloro che vogliono vedere con occhi diversi la città in cui vivono.
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Editoriale Aldo Tortorella, Il pericolo di oggi e il suo nome Osservatorio Filippo Miraglia, Immigrazione: le verità rimosse e la via d’uscita dal razzismo Jean-Claude Paye, Gilets jaunes: popolo o proletariato? Francesco Consiglio, La presidenza Trump e il movimento pacifista statunitense Luca Romaniello, La carta della Cgil: una nuova stagione per i diritti del lavoro Laboratorio culturale Denis Melnik, Le narrazioni come forza materiale: la parabola della Nep e la caduta del sistema sovietico Alberto Diaspro, Il pane e le rose per umani e umanoidi nel tempo delle nanotecnologie Massimo Modonesi, Considerazioni sul concetto gramsciano di “classi subalterne” Chiara Meta, Formazione dell’uomo e personalità in Antonio Gramsci. Un confronto con il pragmatismo Giovambattista Vaccaro, André Gorz ieri e oggi Schede critiche Giacomo Gambaro, La nuova coscienza femminile del mondo Fabio Vander, Populismo e comunismo italiano Pasquale Voza, Capitale umano e ideologia del merito
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Editoriale Aldo Tortorella, Un mondo in bilico Osservatorio Piero Di Siena, L’Europa nella crisi del capitalismo globale Ignazio Drudi, Gabriele Pasin, Giorgio Tassinari, La disuguaglianza economica uccide la democrazia Vincenzo Comito, Pubblico e privato in economia: la debolezza cronica dello Stato Giovanni Semeraro, La restaurazione in Brasile: un fascismo neoliberista Laboratorio culturale Antonio Di Meo, Storia attiva e storia passiva. Antonio Labriola, la nazione e il nazionalismo Nerio Naldi, Le lettere di Gramsci che Sraffa non consegnò al Partito comunista Emiliano Alessandroni, Antonio Gramsci e il leninismo come dialettica Antonio Catalfamo, Emilio Lussu, politico originale e scrittore dimenticato Schede critiche Guido Liguori, Per chi suona il populismo Mihaela Ciobanu, I neopopulismi e il destino del partito politico Fabio Vander, Egemonia e rivoluzione in Occidente Lelio La Porta, Il bene, il male e la prassi della filosofia Velio Abati, I poeti del Novecento di Fortini Alberto Leiss, Declinazioni della violenza tra Roma e Phnom Penh
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Brancaccio, Cavallaro In ricordo di Giorgio LunghiniDuecento anni dopoTortorella La rivincita di Marx su detrattori e immemoriOsservatorioVita Movimenti della post-politicaGrandi E adesso, povera sinistra?Moltedo L’occasione dei democratici UsaDiscussioniCigarini La battaglia della narrazioneLaboratorio culturaleCacciatore, Gatto, La Porta, Liguori Letture di MarxBarbagallo L’evoluzione del capitalismo nelle analisi di MarxBarile Realismo ed etica in LeninAqueci Il valore economico e la questione meridionale in alcune note manoscritte di Piero SraffaPiotto Gramsci, Bourdieu: i subalterni e la critica dell’ideologia neoliberistaVoza L’era del realismo capitalista
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La prima parte dell’articolo riassume e analizza le evidenze che emergono dal rapporto Oxfam 2018 – Ricompensare il lavoro, non la ricchezza – e dal suo inserto «Disuguitalia» con riferimento allo scenario globale e, in particolar modo, all’Italia. Il rapporto pone l’accento su una crescita incontrollata della disuguaglianza economica dovuta principalmente all’aumento dei super ricchi e dei loro patrimoni, spesso ottenuti attraverso canali non concorrenziali. Nella seconda parte dell’articolo, invece, con l’ausilio del World Inequality Database, vengono fornite alcune ulteriori evidenze sulle recenti dinamiche in Italia della disuguaglianza nei livelli di reddito individuale lordo. Nella parte finale si esplicita una breve riflessione sulle raccomandazioni proposte nel rapporto, nonché sull’effetto potenziale sulla disuguaglianza economica delle principali politiche sociali e fiscali di prossima attuazione nel nostro paese.