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L’articolo prende in esame le conseguenze della precarietà lavorativa sulle vite dei giovani in Italia, focalizzando l’attenzione sulle loro condizioni economiche e forme di inclusione sociale. In particolare, è la dimensione economica dell’autonomia a risultare rilevante e ad essere esplorata nei suoi risvolti soggettivi. Dalle interviste discorsive realizzate nelle città di Torino e Catania emergono profili differenti di giovani in relazione ai vissuti della precarietà del lavoro, rispetto ai quali giocano in modi diversi vincoli e risorse legati ai titoli di studio, ai contesti territoriali, soprattutto alle origini sociali. Tuttavia, è diffusa nel campione una concezione di autonomia economica «al ribasso», espressa come possibilità di copertura delle proprie spese quotidiane, in una prospettiva di breve periodo, spesso in assenza di autonomia abitativa e in un contesto di generalizzato ricorso al sostegno dei genitori. A tale concezione è riconducibile anche la percezione di sé da parte degli intervistati come individui inclusi socialmente, per quanto la loro inclusione si riveli piuttosto debole. Gli elementi emersi portano a riflettere sulla ridefinizione in corso del concetto stesso di cittadinanza.
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Negli ultimi decenni nella società sono avvenuti intensi cambiamenti. Il mondo del lavoro si è fortemente trasformato e l’accesso a esso si rivela sempre più problematico. Anche il modo di produrre ha subito cambiamenti straordinari, con l’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il lavoro stabile con contratti a tempo indeterminato viene sempre più sostituito da occupazione a tempo determinato, part-time, con contratti di collaborazione o a progetto o con altre forme. ...
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Giovanna, diretto nel 1955 da Gillo Pontecorvo e sceneggiato da uno dei più importanti sceneggiatori italiani, Franco Solinas, racconta la lotta determinata e coraggiosa di un gruppo di operaie tessili contro la decisione dell’azienda di licenziare alcune di loro: esse occupano la fabbrica, iniziando un’esperienza nuova in cui il conflitto con il proprietario si mescola con i problemi che nascono con le loro famiglie e i loro figli; infatti accanto alla solidarietà della città emergono anche insofferenze patriarcali e maschiliste per questa inedita iniziativa di donne. Il mediometraggio fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1956, dove questa prima esperienza narrativa di film a soggetto del giovane regista fu molto apprezzato dalla critica, che parlò di «purissimo film neorealista». Nel volume, curato da Antonio Medici, il film è analizzato da un saggio introduttivo di Lietta Tornabuoni; ne viene pubblicata la sceneggiatura desunta, con un corredo fotografico; sono presentati documenti come il visto di censura e la descrizione del brano che fu censurato. Il racconto della sua storia produttiva è affidato alle testimonianze del regista, Gillo Pontecorvo, di due dei suoi principali collaboratori, Giuliano Montaldo e Franco Giraldi, del direttore della fotografia, Enrico Menczer, della protagonista, Armida Gianazzi, e ad una documentazione relativa al film internazionale collettivo sulle donne La Rosa dei Venti, di cui Giovanna era l’episodio italiano. Paola Scarnati e Mario Musumeci raccontano la storia del restauro del film, salvato e conservato dall’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico. Il volume è a cura di Antonio Medici.
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"Giovanna", diretto nel 1955 da Gillo Pontecorvo e sceneggiato da uno dei più importanti sceneggiatori italiani, Franco Solinas, racconta la lotta determinata e coraggiosa di un gruppo di operaie tessili contro la decisione dell’azienda di licenziare alcune di loro: esse occupano la fabbrica, iniziando un’esperienza nuova in cui il conflitto con il proprietario si mescola con i problemi che nascono con le loro famiglie e i loro figli; infatti accanto alla solidarietà della città emergono anche insofferenze patriarcali e maschiliste per questa inedita iniziativa di donne. Il mediometraggio fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1956, dove questa prima esperienza narrativa di film a soggetto del giovane regista fu molto apprezzata dalla critica, che parlò di "purissimo film neorealista". Nel volume, curato da Antonio Medici, il film è analizzato da un saggio introduttivo di Lietta Tornabuoni; ne viene pubblicata la sceneggiatura desunta, con un corredo fotografico; sono presentati documenti come il visto di censura e la descrizione del brano che fu censurato. Il racconto della sua storia produttiva è affidato alle testimonianze del regista, Gillo Pontecorvo, di due dei suoi principali collaboratori, Giuliano Montaldo e Franco Giraldi, del direttore della fotografia, Enrico Menczer, della protagonista, Armida Gianazzi, e a una documentazione relativa al film internazionale collettivo sulle donne La Rosa dei Venti, di cui Giovanna era l’episodio italiano. Paola Scarnati e Mario Musumeci raccontano la storia del restauro del film, salvato e conservato dall’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico.
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L’opera di Giugni in un’articolata disamina delle influenze che il grande studioso, scomparso di recente, seppe recepire e originalmente declinare nel contesto giuridico e accademico italiano, contribuendo a forgiare – insieme ai fondamenti culturali delle nostre relazioni industriali – il quadro normativo nel quale esse hanno concretamente preso forma.
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