Skip to content
Cerca per:
ARCHIVIO
AUTORI
ABBONAMENTI
CHI SIAMO
CONTATTI
CODICE ETICO
Cerca:
Cerca
LOG IN
Facebook
Instagram
Cerca per:
LOG IN
✕
ARCHIVIO
AUTORI
ABBONAMENTI
CHI SIAMO
CONTATTI
CODICE ETICO
Sort by
Default Order
Sort by
Name
Sort by
Prezzo
Sort by
Date
Sort by
Popolarità
Sort by
Rating
Show
12 Products
Show
12 Products
Show
24 Products
Show
36 Products
I sindaci e l’«emergenza» immigrazione: dal mantra securitario al protagonismo politico
I decreti d’urgenza emanati dai governi nell’ultimo decennio hanno potenziato gli strumenti emergenziali che le amministrazioni locali possono impiegare per controllare i propri territori, incidendo anche su questioni legate all’immigrazione. La sicurezza urbana è la locuzione che va a giustificare, politicamente e giuridicamente, interventi restrittivi di diverse libertà personali. L’iscrizione anagrafica e gli strumenti volti a negare ad alcune categorie di individui l’accesso a determinate aree comunali sono due ambiti su cui le norme emanate negli ultimi anni hanno prodotto conseguenze evidenti. Anagrafe e controllo della mobilità infra-comunale costituiscono forme, diverse ma complementari, di costruzione di confini interni ai comuni, attorno alle quali si sta giocando una partita politica di fondamentale importanza. Il contributo qui proposto ha l’obiettivo di analizzarla, ricostruendo la storia dell’incremento dei poteri sindacali per poi focalizzarsi sulle ultime vicende: gli effetti del decreto Salvini sull’iscrizione anagrafica delle persone richiedenti asilo.
Details
«Vengono per delinquere»: logiche e cicli di criminalizzazione dell’immigrazione
L’articolo si propone di indagare la criminalizzazione dell’immigrazione in Italia e in particolare il «lavoro culturale» che naturalizza lo status di un gruppo come «criminale», esaminando il modo in cui le rappresentazioni influenzano le politiche e, viceversa, le politiche mettono in scena delle rappresentazioni. Ripercorrendo i momenti cardine che hanno portato nell’arena pubblica le varie «crisi dell’immigrazione», e basandosi su alcuni studi di caso, si ricostruisce la logica dei processi di criminalizzazione e la loro storia. Viene mostrato come il framework di Schengen, improntato alla sicurezza dei confini, sia alla radice della criminalizzazione del «clandestino». Il «paradigma della sicurezza» che ne deriva diventa così un principio di comprensione e intervento sulle dinamiche urbane che sfocia in cicli politici di «rivendicazione e criminalizzazione». A sua volta, il regime letale di controllo delle frontiere giustificato dalle «politiche dell’assedio» richiede una deresponsabilizzazione morale che si nutre della costruzione continua del pericolo portando a una ulteriore criminalizzazione dei migranti e dei loro «fiancheggiatori».
Details
«Prima agli italiani»: la spesa dei comuni per i servizi sociali
L’ambito territoriale proprio degli enti locali è la principale dimensione spaziale dei processi di integrazione degli immigrati e la spesa che i comuni sostengono per l’implementazione dei servizi sociali rappresenta lo strumento fondamentale per la loro attivazione e per il governo dei processi di inclusione degli immigrati. La retorica politica anti-immigrati denuncia l’esistenza di una presunta spesa sociale per la popolazione immigrata che drena risorse agli italiani. Ma la valutazione della spesa sociale indirizzata agli immigrati mostra tutt’altra realtà. Non esiste nessuna linea preferenziale e nemmeno un travaso di risorse dalla spesa sociale complessiva verso quella dedicata agli immigrati. Al contrario, è ancora ispirata da una gestione emergenziale dell’immigrazione, concentrata prevalentemente sulla spesa per le strutture di prima accoglienza. Insomma, la spesa sociale per l’immigrazione sembra essere ancora attardata rispetto ai cambiamenti della presenza immigrata e ai suoi nuovi bisogni.
Details
L’attività degli operatori sociali tra aiuto e controllo nel nuovo sistema di accoglienza
Come si coniugano gli interventi professionali volti al benessere delle persone in stato di necessità con le funzioni di controllo ed espulsione contenute nel «Decreto sicurezza»? Quali i rischi di pratiche discriminatorie nell’intervento sociale all’interno dei centri di accoglienza? Questi alcuni dilemmi che si trovano ad affrontare gli operatori delle strutture di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati e in particolare gli assistenti sociali, come professionisti dell’aiuto, espressione della solidarietà della società. Per comprendere quali effetti sta portando la nuova normativa e come affrontare la complessità dell’aiuto in presenza del decreto all’interno della professione vengono riprese nell’articolo sia le analisi delle recenti modificazioni normative nel sistema di accoglienza, sia le riflessioni su quanto le stesse normative incidano sul rapporto tra «aiuto» e «controllo» e sulla capacità di voice degli operatori sociali.
Details
L’associazionismo migrante a Napoli e la cooperazione allo sviluppo
Seguendo il recente percorso di evoluzione dell’associazionismo migrante a Napoli, questa analisi riporta due casi studio che descrivono un viaggio di ritorno compiuto dai leader senegalesi di due associazioni miste verso il loro paese di origine, attraverso la cooperazione allo sviluppo. Da un punto di vista metodologico, la ricerca si avvale degli strumenti propri delle scienze sociali, con riferimento all’indagine qualitativa, facendo uso di osservazione diretta e interviste approfondite condotte alle associazioni di immigrati a Napoli, con un’attenzione particolare a quelle di recente costituzione.
Details
La riarticolazione securitaria del management migratorio: il contrasto dell’immigrazione e la vicenda Riace
Il saggio tematizza la configurazione dei confini e dei processi di confinamento e segregazione nel vigente regime migratorio, nella connessione tra politiche di regolazione dell’accesso e dell’insediamento nello spazio nazionale. Nel mutato scenario migratorio, nell’evoluzione del discorso pubblico e delle retoriche sulle migrazioni l’Europa protegge i propri confini. Le misure adottate in materia di migrazioni dal governo Lega5Stelle mostrano, pur nella coniugazione particolarmente autoritaria e razzista, la continuità con il management della mobilità umana, sia europeo sia nazionale (precedente ministro Minniti). La ricostruzione di due vicende paradigmatiche (Diciotti e Riace) consente l’individuazione dei processi di securizzazione delle frontiere e dei territori come dimensioni centrali delle strategie adottate nella costruzione del regime interpretativo sui fenomeni migratori e sul loro governo. La criminalizzazione e la smobilitazione del sistema di seconda accoglienza, l’inasprimento del controllo selettivo e l’esternalizzazione delle frontiere, la marginalizzazione e la criminalizzazione dell’intervento delle Ong, la «chiusura dei porti» e l’affidamento degli interventi di soccorso e salvataggio a paesi «amici» mostrano l’inclinazione autoritaria e razzista che, ponendosi «oltre» la sfera giuridica e costituzionale, disvela la deriva antiumanitaria delle politiche del ministro Salvini.
Details
Regionalismo differenziato: una scorciatoia a favore di pochi
Il percorso con cui si sta cercando di dare attuazione al regionalismo differenziato, per Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, è un percorso in grado di modificare significativamente l’assetto istituzionale del nostro paese, totalmente privo di trasparenza, che espropria il Parlamento dalle sue prerogative, e che è in larga parte irreversibile. La domanda di un regionalismo differenziato appare motivata soprattutto dalla volontà di alcune regioni del Nord di potere gestire una quota crescente del gettito dei tributi erariali maturato sul proprio territorio. Attraverso questo processo si affrontano problemi reali, che riguardano tutte le regioni (certezza delle risorse, possibilità di programmare, maggiori e meglio definiti spazi di autonomia), proponendo però la scorciatoia di più risorse e più autonomia solo per alcune di esse. Si ricorre all’articolo 116 comma terzo della Costituzione, che riguarda il trasferimento di competenze legislative, per poter ottenere spazi maggiori di autonomia amministrativa, che potrebbero essere invece riconosciuti con strumenti più appropriati e flessibili, quali il decentramento amministrativo delle funzioni, secondo il criterio di differenziazione, previsto dall’articolo 118 comma primo. Nel complesso, questo regionalismo differenziato, se realizzato, aggraverà, e non solo finanziariamente, la situazione di tutte le altre regioni a statuto ordinario e del paese nel suo complesso.
Details
La soluzione non è questa autonomia
L’articolo descrive l’iter di attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, per richiedere ulteriori forme di autonomia regionale, a partire dalle procedure intraprese dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ripercorrendo le tappe del processo avviato nel 2017 e sottolineandone le implicazioni istituzionali e politiche. Si evidenziano le criticità e le valutazioni espresse dalla Cgil, con particolare riferimento al pericolo che tale procedura possa provocare la definitiva rottura del pieno e uniforme riconoscimento dei diritti civili e sociali fondamentali, aumentando le disuguaglianze già oggi esistenti.
Details
Sperando contro ogni speranza: il difficile lavoro della trasformazione sociale
Nel suo ultimo libro Laura Pennacchi tira le fila del suo impegno intellettuale e politico di una vita. L’autrice insiste nella sua critica di lunga lena all’ideologia dell’homo oeconomicus e della razionalità strumentale: l’uno e l’altro precludono una discussione sui fini e sui valori. L’approccio di Pennacchi favorisce un umanesimo rinnovato e un’etica trascendentale, entrambi messi in relazione con un femminismo che si prende cura del mondo e con un marxismo dell’alienazione. Ci pare di dover sollevare delle obiezioni a questa visione, e però al tempo stesso non possiamo non rinvenire un filo alternativo di discorso nel volume, nascosto nel rimando ad Adorno e al Marcuse dell’Uomo a una dimensione, come anche al femminismo di Joan Tronto e alla psicoanalisi. Questa seconda è una prospettiva dove però la critica al capitalismo non può fare a meno del Marx di Das Kapital, delle contraddizioni immanenti, e di una definizione non «umanista» degli esseri umani come individui-in-relazione, qui e ora, lontano da ogni trascendenza. Questa prospettiva consente di porre in termini nuovi la questione di come e perché rompere con la logica del capitale.
Details
Quattro ragioni per discutere su mercato e valori
Partendo dal peana avvincente e accalorato alla necessità di riportare i valori e la discussione pubblica su di essi al centro della vita umana sviluppato da Pennacchi, il contributo porta l’attenzione sulla sottovalutazione dei valori insita nella visione del mercato quale luogo naturale di libertà. La tesi presentata è che, contro tale visione, il mercato sostiene solo un sotto-insieme di libertà e le libertà di mercato contengono una dimensione inevitabile di potere. Riconoscere questa realtà è fondamentale per contrastare la riduzione delle libertà alle libertà di mercato e la legittimazione di diritti di proprietà iniqui. In ogni caso, qualsiasi riflessione seria su mercato e valori deve abbandonare la metafora astratta e atemporale del mercato per tenere conto della realtà del capitalismo finanziario odierno.
Details
Discutere sui valori è necessario
Scopo dell’articolo è quello di proporre alcune riflessioni attorno al volume di Laura Pennacchi, De valoribus disputandum est. Secondo Pennacchi la prospettiva della giustizia sociale deve essere integrata con una riflessione sulla questione della «vita buona», che può essere sviluppata partendo dalla tradizione della teoria critica, da Marcuse a Honneth e Jaeggi. Prendendo le mosse da questo orizzonte teorico, l’obiettivo è quello di proporre un nuovo modello «umanistico» di società.
Details
Per quale Terzo settore è pensata la riforma? Nodi, rischi e sfide applicative
La recente riforma del Terzo settore (L. n. 106 del 6 giugno 2016) costituisce un punto di arrivo di un mutamento del mondo associativo avvenuto negli ultimi decenni ma anche il punto di partenza di un processo attuativo che si produrrà nel corso dei prossimi anni. Il presente articolo presenta le caratteristiche salienti della riforma, ne indica alcune delle principali sfide aperte e opportunità e ne mette in luce alcuni possibili rischi, in particolare riguardo al rapporto con il welfare pubblico, al centralismo della governance del nuovo sistema e delle forme di rappresentanza. L’esito di questa sfida dipenderà da quanto gli attori istituzionali chiamati ad attuarla, in particolare governo centrale ed enti locali e quelli dello stesso Terzo settore, sapranno bilanciare il processo di ibridazione col mercato con il mantenimento del radicamento territoriale e culturale del Terzo settore.
Details
Per quale Terzo settore è pensata la riforma? Nodi, rischi e sfide applicative
La recente riforma del Terzo settore (L. n. 106 del 6 giugno 2016) costituisce un punto di arrivo di un mutamento del mondo associativo avvenuto negli ultimi decenni ma anche il punto di partenza di un processo attuativo che si produrrà nel corso dei prossimi anni. Il presente articolo presenta le caratteristiche salienti della riforma, ne indica alcune delle principali sfide aperte e opportunità e ne mette in luce alcuni possibili rischi, in particolare riguardo al rapporto con il welfare pubblico, al centralismo della governance del nuovo sistema e delle forme di rappresentanza. L’esito di questa sfida dipenderà da quanto gli attori istituzionali chiamati ad attuarla, in particolare governo centrale ed enti locali e quelli dello stesso Terzo settore, sapranno bilanciare il processo di ibridazione col mercato con il mantenimento del radicamento territoriale e culturale del Terzo settore.
Details
QRS N. 2/2019
22.00
€
Come votano gli iscritti ai sindacati
Il ruolo dell'indebitamento familiare
Il lavoro autonomo in chiave territoriale
Aggiungi al carrello
Details
Il voto «diviso» degli iscritti ai sindacati alle elezioni politiche del marzo 2018
In questo contributo esaminiamo i fattori generali e specifici che, in occasione delle elezioni politiche del 2018, hanno aumentato la crisi di fiducia degli iscritti ai sindacati verso i partiti di sinistra. In particolare, individueremo quali settori, tra i lavoratori associati, hanno privato del loro voto i partiti di sinistra. Concluderemo evidenziando la difficoltà che oggi incontrano i sindacati ad elaborare una rappresentanza unitaria dei differenti bisogni che vivono gli iscritti. Bisogni e ansie che li hanno indotti a esprimere un voto «diviso» in occasione dell’ultimo appuntamento elettorale.
Details
RGLNEWS 4/2019
• Legittimità costituzionale dei sistemi diversificati di liquidazione del trattamento di fine servizio • Il regime delle spese nel processo del lavoro di nuovo al vaglio della Corte costituzionale • La Cassazione conferma la irripetibilità delle retribuzioni percepite in caso di illegittima cessione ramo aziendale • Il Tribunale di Bari sulla «consumazione» del potere disciplinare e sui suoi effetti in caso di recesso del datore di lavoro • Rilevanti decisioni della Corte di giustizia sui trasferimenti di impresa e sulle modifiche al rapporto • Parere positivo dell’Autorità garante della privacy sul trattamento dei dati del reddito di cittadinanza
Details
La lotta del movimento del lavoro per la trasformazione della società
La scomparsa dei partiti «operai» ha privato una moltitudine di militanti di un orizzonte politico che costituiva nel contempo la motivazione all’impegno e il criterio di interpretazione della realtà. Il movimento del lavoro, che oggi con la globalizzazione ha di fronte compiti sempre più ampi e complessi, non può rinunciare ad avere una prospettiva politica. Una piattaforma epocale per un salto di qualità della democrazia e del lavoro potrebbe costituire l’obiettivo concreto da proporre, per riaprire un ruolo «politico» del movimento.
Details
Nuovi lavori, nuova regolazione. La segmentazione del mercato del lavoro creativo e le sfide della rappresentanza
In questo contributo introduttivo si ricostruiscono le trasformazioni di lungo periodo del lavoro creativo nel dibattitto socio-economico. Vengono individuati gli attuali processi di segmentazione all’interno di tale mercato, guardando alle dinamiche dal lato della domanda e dell’offerta. La parcellizzazione del mercato del lavoro creativo inibisce la domanda di rappresentanza da parte dei lavoratori e impone agli attori collettivi di ripensare a logiche, strategie e alleanze. Seppur in un quadro caratterizzato da grande eterogeneità, si individuano esperienze di collaborazione tra lavoratori e di complementarità tra attori della rappresentanza.
Details
Tribù autonome e co-working
I coworking comunitari sono veri open-source territoriali e zone ristoro abitate da freelance, nomad workers, start up, imprese e lavoratori a distanza. Ma come comunicano questi lavoratori? Come «fanno società»? «Fare rete» è l’obiettivo principale in tali luoghi e praticare il valore della condivisione, per queste comunità meta-professionali, è prioritario. Evitanti ed evitate dai sindacati tradizionali, che le hanno spesso trascurate e ignorate, aderiscono a nuove forme di rappresentanza e solidarietà di tipo cooperativo, ma 2.0, delle «umbrella company» che riuniscono «dipendenti imprenditori», dal consulente al corriere in bicicletta, i quali in cambio ne ricevono busta paga e protezione sociale. La società cooperativa mutualistica Smart è una di esse e valori simili sono impliciti nell’enorme sperimentazione in corso, condotta con la partecipazione di Bernard Stiegler, filosofo e fondatore di Ars Industrialis, nelle banlieue denominate «Plaine Commune», che si pone come obiettivo di riconvertire quei territori (a rischio) all’economia contributiva, passando per la collaborativa. Anche il progetto Millepiani è volto a sviluppare un prototipo nell’ambito delle politiche del lavoro, proponendo la riattivazione di spazi pubblici dismessi, come beni comuni da restituire al territorio in forma articolata e mirata alla sostenibilità.
Details
Giurisprudenza
Details
CM 4/5-2019
12.00
€
Editoriale
Aldo Tortorella
, La costruzione del popolo
Osservatorio
Romeo Orlandi
, Lanterne rosse in Africa
Anna Maria Merlo
, Macron, un liberal troppo a destra
Iacopo Scaramuzzi
, La chiesa di Francesco, “poliedrica” e terremotata
“Alternative in rete”
Vincenzo Vita
, La dittatura delle tecniche, l’alternativa necessaria
Michele Mezza
, Il dominio del calcolo: un conflitto a casa nostra
Piero De Chiara
, Per una intelligenza europea (non solo artificiale)
Giulio De Petra
, Rivoluzione digitale, una critica da sinistra
Stefano Bocconetti
, Sui social ascoltiamo le parole degli anonimi
Discussioni
Denis Melnik
, Sul Putin-pensiero: il liberalismo è morto, viva il neoliberismo
Francesco Aqueci
, Antonino Laganà, Oltre la frontiera. Analisi e prospettive di un nuovo inizio
Laboratorio culturale
Aldo Tortorella
, Etica e politica in Antonio Banfi
Giuseppe Cacciatore
, Il marxismo di Antonio Banfi
Paolo Ercolani
, Marx, Lenin e la centralità della questione femminile
Sevgi Doğan
, Rosa Luxemburg e la questione femminile
Antonio Di Meo
, Primo Levi. Un centenario
Paolo Desogus
, La «filosofia della praxis» da Labriola a Gramsci
Stefania Pietroforte
, Usi di Leopardi
Schede critiche
Paolo Ciofi
, Rendita e sovranismo nelle città globali
Alberto Leiss
, La politica nell’era digitale
Fabio Vander
, L’egemonia e la sinistra nel XXI secolo
Pasquale Voza
, La (ancora) nuova ragione del mondo
Aggiungi al carrello
Details
Prova dottrina
Details
Prova giurisprudenza
Details
Ricordo di Giacinto Militello
Details
È possibile ampliare i confini dell’azione sindacale verso la società e la politica? Presentazione
Details
Oltre i confini della contrattazione collettiva? Su mercato, gerarchia e subordinazione nella gig economy
I lavoratori della gig economy, in quanto formalmente «autonomi», fanno parte di una «distributed workforce» esterna al perimetro della contrattazione collettiva. La possibilità di ricondurli entro i suoi confini dipende in larga misura dal riconoscimento della loro subordinazione di fatto, a prescindere dal loro contratto formale con le imprese-piattaforme. Sullo sfondo del dibattito giuslavorista in merito, l’articolo si concentra sull’argomentazione a sostegno della presunta autonomia dei gig workers, basata sulla teoria dei costi di transazione, che riduce le piattaforme a semplici «mercati». Un uso analitico e non soltanto persua- Oltre i confini della Qcontrattazione collettiva? 31 sivo della stessa teoria conduce a ben altre conclusioni: le piattaforme sono «mercati gerarchizzati » creati, governati e controllati da un’impresa, dove la «gerarchia» opera attraverso la completa etero-determinazione algoritmica della prestazione lavorativa. E dove c’è gerarchia c’è subordinazione.
Details
Per un’innovazione tecnologica sostenibile
La rivoluzione tecnologica digitale è un processo in corso. Esso sta trasformando l’economia, il lavoro, i consumi e le abitudini di vita delle persone. Gli esiti quantitativi e qualitativi sull’occupazione e sulle condizioni di vita non sono scontati: dipendono dalle politiche che gli Stati fanno (o non fanno) per indirizzare l’innovazione e dalla tutela che il sindacato può fare (o non fare) con la contrattazione territoriale e sul lavoro. Senza questi interventi l’innovazione tecnologica allargherà le diseguaglianze sociali ed economiche. L’innovazione è un veicolo per realizzare gli obiettivi di una crescita sostenibile (economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibile).
Details
Contrattare l’algoritmo: otto casi aziendali
L’articolo riporta i primi e parziali risultati di una case study research su esperienze di contrattazione della digitalizzazione in alcune aziende afferenti a diversi settori e analizzate con una ricerca di tipo qualitativo. L’articolo è focalizzato sulle dimensioni che sono emerse come le più sensibili nei casi indagati: la trasformazione del lavoro «concreto» (Trentin) con la digitalizzazione, che investe le dimensioni del rapporto con la macchina, dell’autonomia, della collaborazione, dei nuovi tipi di alienazione, e il tema del controllo della produzione e del lavoratore. In generale si riscontra che gli effetti dell’introduzione delle tecnologie cd. 4.0 sul lavoro variano molto a seconda dei contesti, che questi cambiamenti sono affrontati anche con istituti contrattuali tradizionali ma declinati in maniera innovativa e che si sono seguiti diversi approcci alle relazioni industriali per governare questi fenomeni.
Details
Prova
Details
Prova giurisprudenza
Details
Rispondere a innovazioni radicali
Details
CdLMM – Osservatorio Innovazione digitale. Organizzazione del lavoro e digitalizzazione tra rischi ed opportunità
Details
I sindacati come agenti di socializzazione politica? Orientamenti ideologici e comportamenti di voto dei lavoratori sindacalizzati in Italia
I sindacati possono contribuire alla formazione degli orientamenti ideologici e delle preferenze politiche dei loro associati? Questo tema non è mai stato esaminato nel nostro paese con l’utilizzo di dati di sondaggio concernenti l’intero universo dei cittadini elettori. Il presente articolo è un piccolo contributo mirante a colmare la carenza di studi sull’argomento. La rilevazione empirica è stata effettuata con l’esame degli orientamenti politici e dei comportamenti di voto degli iscritti ai sindacati italiani utilizzando i dati ricavati da tre round delle survey biennali promosse dal consorzio inter-universitario European Social Survey (Ess), con riferimento agli anni 2001, 2006 e 2013, gli unici finora disponibili relativamente al caso italiano. In particolare sono stati esaminati gli orientamenti della membership sindacale nei confronti della democrazia e delle istituzioni democratiche. È stato, poi, controllato il grado di fiducia che gli iscritti ai sindacati ripongono nei confronti del ceto politico e dei partiti italiani; e quanto interesse mostrano nei confronti della politica. Abbiamo, inoltre, interrogato i sindacalizzati sul tema sensibile della immigrazione. In ultimo, abbiamo affrontato l’esame della autocollocazione politica e dei comportamenti di voto dei lavoratori sindacalizzati. In una sezione conclusiva sono state tirate le somme sui risultati emersi dall’analisi.
Details
Promuovere la solidarietà di classe in tempi difficili: il ruolo dei sindacati nel contesto dell’avanzata dei partiti della destra radicale populista
La ricerca elettorale indica che i partiti della destra radicale sono riusciti a ottenere un consenso significativo fra i lavoratori. Si tratta di un segnale allarmante per il movimento sindacale, perché la destra radicale è stata il suo nemico peggiore nella storia e la sua agenda politica è ancora diametralmente opposta a quella del movimento sindacale. In questo articolo si sostiene che i sindacati svolgano un ruolo importante nel controbilanciare l’influenza dei partiti della destra radicale tra i lavoratori. Nel promuovere un messaggio di solidarietà di classe tra i lavoratori, i sindacati rappresentano la forza più importante che possa allontanare lavoratrici e lavoratori dal messaggio dei partiti della destra radicale populista. Analizzando i risultati elettorali dal 2009 al 2015 in undici paesi dell’Europa occidentale, l’articolo dimostra come le probabilità che gli iscritti ai sindacati divengano sostenitori della destra radicale siano significativamente inferiori rispetto a quelle di un campione comparabile di persone non iscritte ai sindacati.
Details
Strategia di partito e voto di classe: lo strano caso del Pd del 2018 «partito delle élite»
L’articolo presenta una riflessione teorica e un’analisi empirica (sulle elezioni politiche del 2018) sul rapporto tra classe sociale e voto, con particolare riferimento al Pd. Il declino del voto di classe in Europa occidentale negli ultimi decenni è stato spiegato da un lato in termini di cambiamenti sociali, dall’altro in termini di cambiamento delle strategie di partito. L’articolo si concentra su questo secondo aspetto. A una riflessione generale sul rapporto tra strategia di partito e classiche fratture sociali (e su come il contesto delle trasformazioni della nostra epoca ha limitato le possibilità strategiche dei partiti mainstream, con un dilemma chiave tra responsiveness e responsibility) ne segue una più specifica sulle scelte strategiche del Pd verso le elezioni del 2018, che conduce all’ipotesi che il profilo del voto di classe per il Pd si sia modificato tra 2013 e 2018. Il quesito viene testato empiricamente stimando modelli di regressione Ols e logistica di intenzioni di voto e preferenze partitiche in base a autopercezione di classe, livelli di istruzione e autopercezione degli standard di vita, sui dati di una survey Cawi condotta dal Cise nel febbraio 2018. I risultati della analisi confermano l’ipotesi, e mostrano come il voto al Pd nel 2018 si sia confinato – con effetti statisticamente significativi – alle classi che si autopercepiscono come più alte, e non in termini di istruzione, ma in termini di standard di vita.
Details
La frattura economica e la frattura territoriale nelle elezioni del 2018
Le elezioni politiche 2018 in Italia hanno confermato la radicalizzazione delle motivazioni economiche del voto che già si poteva osservare nelle ultime tre elezioni nazionali. Inoltre, si è verificata una divaricazione delle preferenze politiche a base territoriale (Nord, Sud): anche in questo caso non si tratta di una novità assoluta nella geografia elettorale italiana, tuttavia la divisione bipolare Nord/Sud non si era mai tanto acuita come nelle ultime tornate elettorali, sovrapponendosi alla ragioni economiche del voto nel ridisegnare una inedita frattura economico-territoriale del paese. L’articolo esplora le determinanti di questa doppia spaccatura, a partire dalla ri-mobilitazione del voto meridionale e dalle variabili socio-economiche che più influiscono nella concentrazione territoriale del voto. Infine, l’attenzione viene portata su di alcuni aspetti caratteristici del rapporto partiti-elettori nel Meridione, per suggerire come la saldatura inedita della frattura economica con quella territoriale trovi una sua possibile spiegazione in una delle conseguenze della crisi del debito pubblico, ovvero nello spiazzamento dei ceti medi meridionali specializzati nella intermediazione dal centro in periferia dei flussi finanziari e dei consensi politici.
Details
Previous
1
2
3
…
89
90
91
92
93
94
95
…
115
116
117
Next
RICERCA AVANZATA
CERCA IN:
Tutti
Libri
RPS
RGL
QRS
CM
Autore
Collane
Collane
Rivista
Rivista
Titolo
Titolo
Anno
Anno
ESCI
RESET
CERCA