QRS N. 2/2019
Aprile-Giugno 2019
ISBN: 978-88-230-22522
Descrizione
  • Come votano gli iscritti ai sindacati
  • Il ruolo dell'indebitamento familiare
  • Il lavoro autonomo in chiave territoriale
DIBATTITO SU SINDACATO E SINISTRA
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Il voto «diviso» degli iscritti ai sindacati alle elezioni politiche del marzo 2018
The union members «divided» vote in march 2018 general elections
Liborio Mattina

In questo contributo esaminiamo i fattori generali e specifici che, in occasione delle elezioni politiche del 2018, hanno aumentato la crisi di fiducia degli iscritti ai sindacati verso i partiti di sinistra. In particolare, individueremo quali settori, tra i lavoratori associati, hanno privato del loro voto i partiti di sinistra. Concluderemo evidenziando la difficoltà che oggi incontrano i sindacati ad elaborare una rappresentanza unitaria dei differenti bisogni che vivono gli iscritti. Bisogni e ansie che li hanno indotti a esprimere un voto «diviso» in occasione dell’ultimo appuntamento elettorale.

ENGLISH - This paper examines the general and specific factors that, on the occasion of the 2018 political elections, worsened the crisis of confidence among trade union members towards the Italian left-wing parties. In particular, among the associated workers, will be identified those groups which denied the left parties of their vote. In the final section the paper will highlight the difficulties that today the unions encounter in developing a unitary representation of the different needs that the members live with. Needs and anxieties that led them to express a «divided» vote on the occasion of the last electoral appointment.

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La lotta del movimento del lavoro per la trasformazione della società
The struggle of the Labor movement to change society
Sandro Antoniazzi

La scomparsa dei partiti «operai» ha privato una moltitudine di militanti di un orizzonte politico che costituiva nel contempo la motivazione all’impegno e il criterio di interpretazione della realtà. Il movimento del lavoro, che oggi con la globalizzazione ha di fronte compiti sempre più ampi e complessi, non può rinunciare ad avere una prospettiva politica. Una piattaforma epocale per un salto di qualità della democrazia e del lavoro potrebbe costituire l’obiettivo concreto da proporre, per riaprire un ruolo «politico» del movimento.

ENGLISH - The demise of «workers’ parties» has deprived many activists of a political horizon, which both inspired their commitment and acted as the basis to interpret reality. The labor movement, which is currently being confronted with increasingly complex challenges due to globalization, cannot forego a political perspective. An epochal platform for a qualitative leap in democracy and labor could represent the concrete objective to put forward with a view to revitalizing a «political» role for the labor movement.

TEMA - NUOVI LAVORI PER UNA RAPPRESENTANZA PIU' LARGA: I LAVORATORI CREATIVI IN ITALIA ED IN EUROPA
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Nuovi lavori, nuova regolazione. La segmentazione del mercato del lavoro creativo e le sfide della rappresentanza
New jobs, new regulations. The segmentation of the creative labour market and the challenges for the representation system
Luisa De Vita, Silvia Lucciarini

In questo contributo introduttivo si ricostruiscono le trasformazioni di lungo periodo del lavoro creativo nel dibattitto socio-economico. Vengono individuati gli attuali processi di segmentazione all’interno di tale mercato, guardando alle dinamiche dal lato della domanda e dell’offerta. La parcellizzazione del mercato del lavoro creativo inibisce la domanda di rappresentanza da parte dei lavoratori e impone agli attori collettivi di ripensare a logiche, strategie e alleanze. Seppur in un quadro caratterizzato da grande eterogeneità, si individuano esperienze di collaborazione tra lavoratori e di complementarità tra attori della rappresentanza.

ENGLISH - This introduction reconstructs the long-term transformations of creative work in the socio- economic debate. We identified the current processes of segmentation within this market, looking at the dynamics on the demand and supply side. The fragmentation of the creative labor market inhibits the demand for representation from the workers’ side and requires collective actors to rethink logics, strategies and alliances. Although within a fragmented context, we can identify experiences of collaboration between workers and complementarity betweenactors of representation.

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Tribù autonome e co-working
Autonomous tribes and coworking spaces
Felipe Goycoolea, Silvia Dori

I coworking comunitari sono veri open-source territoriali e zone ristoro abitate da freelance, nomad workers, start up, imprese e lavoratori a distanza. Ma come comunicano questi lavoratori? Come «fanno società»? «Fare rete» è l’obiettivo principale in tali luoghi e praticare il valore della condivisione, per queste comunità meta-professionali, è prioritario. Evitanti ed evitate dai sindacati tradizionali, che le hanno spesso trascurate e ignorate, aderiscono a nuove forme di rappresentanza e solidarietà di tipo cooperativo, ma 2.0, delle «umbrella company» che riuniscono «dipendenti imprenditori», dal consulente al corriere in bicicletta, i quali in cambio ne ricevono busta paga e protezione sociale. La società cooperativa mutualistica Smart è una di esse e valori simili sono impliciti nell’enorme sperimentazione in corso, condotta con la partecipazione di Bernard Stiegler, filosofo e fondatore di Ars Industrialis, nelle banlieue denominate «Plaine Commune», che si pone come obiettivo di riconvertire quei territori (a rischio) all’economia contributiva, passando per la collaborativa. Anche il progetto Millepiani è volto a sviluppare un prototipo nell’ambito delle politiche del lavoro, proponendo la riattivazione di spazi pubblici dismessi, come beni comuni da restituire al territorio in forma articolata e mirata alla sostenibilità.

ENGLISH - Community coworking spaces are true open-source territories and break areas inhabited by freelancers, nomad workers, start-ups and remote workers. How do these workers communicate? How do they create a community? Networking is the primary goal in the coworking spaces and implementing the value of sharing is fundamental for meta-professional communities. After being too often disregarded, neglected and ignored by traditional trade unions, they take part in new models of cooperative representation and solidarity: the 2.0 umbrella organizations, bringing together the «employedentrepreneurs», ranging from consultants to riders, in exchange for a pay cheque and social protection. Smart is a mutualist cooperative and is part of this reality. Similar values are implicit in the huge experiment underway in the banlieues – called Plaine Commune – and conducted with the participation of Bernard Stiegler, philosopher and founder of Ars Industrialis. The goal is to convert those areas (at risk) into contributive economies, through the sharing economy. The project Millepiani aims at developing a prototype in the field of labour policies by promoting the reactivation of disused public spaces, such as common goods, to be returned to the territory in a structured and sustainable way.

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All you need is… place : gli spazi di collaborazione come risorsa gestionale e di comunità professionale nelle industrie creative
All you need is… place: collaborative spaces as a resource of work management and professional community in the creative industries
Damiano Razzoli, Elio Montanari, Matteo Rinaldini

Nel corso degli ultimi decenni, con la crescita dell’economia della conoscenza e della creatività, gli spazi di collaborazione sono aumentati in modo esponenziale come risposta alle molteplici esigenze dettate dai recenti cambiamenti nel contenuto e nelle forme di lavoro, dalla forte spinta alla creatività a diversi livelli e dai sempre più frequenti e necessari processi di rigenerazione urbana e sociale. Gli spazi di collaborazione sono luoghi dove attori provenienti da diversi contesti e con differenti background svolgono la loro attività lavorativa e professionale uno accanto all’altro. Pur non lavorando per la stessa azienda o sullo stesso progetto lavorativo (o addirittura nello stesso settore), essi condividono lo stesso ambiente di lavoro e i relativi servizi e risorse materiali. Il presente studio analizza i fattori organizzativi e, in particolare, le dinamiche relazionali che, all’interno di spazi di collaborazione orientati ai lavoratori delle industrie creative, incidono sulla creatività delle persone che li frequentano.

ENGLISH - Over the last decades, the growth of the knowledge and creativity economy has been paralleled by a proliferation of the so-called collaborative spaces, which have been depicted as a response to recent changes in the labor market and frequent processes of urban and social regeneration. Collaborative spaces are hybrid forms of organizing that include a wide array of work settings such as co-workings, innovation hubs, fab-labs or incubators. Collaborative spaces usually gather actors from different contexts and with different backgrounds, who carry out their professional activities alongside each other. While not necessarily working for the same company or on the same project (or even in the same sector), they share work space and resources. The present essay analyses the organizational factors and the relational dynamics characterizing collaborative spaces hosting creative workers, and which eventually affect the generation of creative outcomes.

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Dentro e oltre l’azione collettiva. Il lavoro creativo tra individualismo e comunitarismo
Within and beyond collective action. Creative labour between individualism and communitarianism
Andrea Bellini, Lisa Dorigatti

L’articolo propone un’analisi delle forme e strategie organizzative e delle logiche e modalità di azione degli attori della rappresentanza degli interessi nell’ambito delle industrie creative. A tal fine, presenta i risultati di un progetto di ricerca con specifico riferimento al caso italiano, mettendo a confronto due settori di attività tra loro diversi per età, struttura, forme di impresa e caratteristiche del lavoro, oltre che per tradizione associativa: il graphic design e lo sviluppo di videogiochi. Esso mostra come gli attori tradizionali giochino un ruolo limitato, seppure non irrilevante, e condividano lo spazio della rappresentanza con altri tipi di attori e forme aggregative spontanee. Fa quindi emergere una soggiacente tensione tra individualismo e comunitarismo e tra logica del mercato e logica della comunità.

ENGLISH - The article offers an analysis of the organisational forms and strategies and the logics and modes of action of the actors of interest representation within the creative industries. For this purpose, it presents the results of a research project with specific reference to the Italian case, comparing two economic sectors, which are different from each other by age, structure, business models, employment forms, and associative traditions: graphic design and video game development. The article shows that traditional actors play a limited, although not irrelevant, role, and share the arena of representation with other types of actors and spontaneous aggregative forms. It thus reveals an underlying tension between individualism and communitarianism, and between market and community logics.

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Doc Servizi e la sua rete: un esempio di alleanza tra cooperazione e sindacati nel mondo dello spettacolo, della creatività e della cultura
Doc servizi and its network: an example of an alliance between cooperation and trade unions in the world of entertainment, creativity and culture
Chiara Chiappa, Francesca Martinelli

Nel 1990 alcuni professionisti nel settore della musica e teatro si riuniscono nella cooperativa Doc Servizi: in qualità di soci lavoratori trovano riconoscimento professionale e tutele sociali, negoziando migliori condizioni di lavoro, di sicurezza e di mercato in stretta sinergia con le organizzazioni sindacali. La loro esperienza oggi viene mutuata alle nuove attività dell’innovazione e creatività, nella gig economy, oltre al settore dello spettacolo.

ENGLISH - In 1990 some professionals of the music and theater field reunite themselves in the Doc Servizi cooperative: as working members, they found professional recognition and social protection, and negotiate better working, safety and market conditions in close synergy with trade unions. Their experience today is borrowed from new in innovative and creative activities, in the gig economy, beyond the entertainment sector.

TENDENZE
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L’indebitamento familiare come fattore di equilibrio del welfare finanziario neoliberale
Household debt as a factor of equilibrium of the neo-liberal financial capitalistic welfare
Francesca Bergamante, Massimo De Minicis

Dalla seconda metà del 1990 i paesi europei hanno attuato politiche volte ad aumentare il concetto di flessicurezza ridefinendo principi cardine dello stato sociale. Negli stessi anni, un altro fenomeno è apparso con estremo vigore il costante e forte aumento del debito privato familiare. Alcuni studi hanno evidenziato una relazione tra questi due fenomeni, individuando, nell’indebitamento familiare, un fattore stabilizzante di un più ampio processo di ridefinizione del welfare a seguito dei processi di finanziarizzazione dell’economia. L’articolo analizza, così, la funzione dell’indebitamento familiare e le sue implicazioni macroeconomiche per l’affermazione e stabilizzazione di un nuovo modello di welfare (capitalistico/finanziario) prodotto da una comune traiettoria neoliberale che ha attraversato l’Europa negli ultimi decenni.

ENGLISH - Since the second half of 1990 European countries have carried out policies to increase the concept of flexicurity by redefining the welfare state. In the same years, another phenomenon appeared a strong increase of the household debt. Many scholars have highlighted a relationship between these two phenomena. Hence, this article analyzes the growth of household indebtedness and its long-term macroeconomic implications. The article will look into the growth of an economic system based on financial capitalism and at the impact of this economic system through the redefinition process of welfare state and labor market.

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Una lettura del lavoro autonomo in chiave territoriale
A focus on self-employment in a territorial key
Alessia Sabbatini, Francesca Della Ratta-Rinaldi

L’alta incidenza del lavoro indipendente in Italia rispetto agli altri paesi dell’Ue deriva soprattutto dal peso della componente senza dipendenti, un aggregato statistico poco omogeneo. Tra questi lavoratori ve ne sono alcuni che sperimentano una limitata autonomia organizzativa, con livelli di subordinazione prossimi a quelli dei lavoratori dipendenti: difatti il confine tra dipendenza e autonomia è tutt’altro che netto, tanto che nel corso della 20th International Conference of Labour Statisticians dell’ottobre 2018 è stata approvata una nuova classificazione dello status nell’occupazione, che ha individuato la nuova figura del dependent contractor, a cavallo tra autonomia e subordinazione. Allo stesso tempo, nel 2017, il modulo ad hoc della Rilevazione sulle forze di lavoro europea è stato dedicato proprio al lavoro autonomo, con l’obiettivo di descrivere le principali caratteristiche del lavoro indipendente e nel tentativo di definire le figure ibride. In questo studio i lavoratori indipendenti sono distinti in tre aggregati più omogenei e coerenti al loro interno, la cui lettura su base geografica fornisce ulteriori elementi di riflessione sulle differenze nei diversi mercati del lavoro ponendo alcuni interrogativi sulle componenti più fragili del lavoro indipendente.

ENGLISH - The high incidence of independent work in Italy, compared to other Eu countries, results mainly from the weight of the component «without employees», a non-homogeneous statistical aggregate. Among those workers there is a group that experiences a low organizational autonomy and subordination relationships close to those of employees, because of the boundary between dependence and autonomy is not clearly defined; so, during the 20th International Conference of Labor Statisticians of October 2018 a new classification of status in employment was approved, identifying the new figure of the dependent contractor, straddling autonomy and subordination. Furthermore, in 2017, the ad hoc module of the European Labor Force Survey was dedicated to self-employment, with the aim of describing the main characteristics of independent work and in an attempt to define hybrid figures. In this work, self-employed workers are divided into three more homogeneous and coherent aggregates, whose geographically based reading provides additional elements for reflection on differences in labor markets, raising questions about the most fragile part of independent work.

FONDAZIONE GIUSEPPE DI VITTORIO
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Un confronto retributivo fra l’Italia e le maggiori economie dell’Eurozona
The remunerative comparison between Italy and the main Eurozone economies
Fulvio Fammoni

In Italia, le retribuzioni sono basse, più basse dei principali paesi europei a noi paragonabili, ad eccezione della sola Spagna. È quanto emerge da un report della Fondazione Giuseppe Di Vittorio che mette a confronto le retribuzioni del lavoro dipendente in Italia con quelle delle altre 5 maggiori economie dell’Eurozona, utilizzando dati elaborati dall’Ocse. Nel 2017 le retribuzioni medie italiane nella statistica dell’Ocse sono pari a 29.214 euro lordi annui, in lievissima crescita rispetto al 2001, in diminuzione rispetto al 2010 e rispetto al biennio 2015-2016. Il divario nei livelli retributivi rispetto alle altre economie, dunque non solo è ampio ma si è andato allargando dal 2010 in poi. Le retribuzioni annue tedesche, invece, sono cresciute in modo consistente negli anni più recenti; in Francia, e in misura più contenuta, anche in Olanda e Belgio, sono calate nel 2017 rispetto al 2015, ma registrano comunque una crescita rispetto al 2008. Come si può notare, prendendo a riferimento il periodo della crisi 2008/2015 e i due anni di cosiddetta «ripresina» 2016/2017, tutti gli altri paesi hanno nel 2017 registrato un incremento delle retribuzioni lorde annue rispetto al 2008. In Italia, invece, si registra un calo; si conferma così, anche sul versante retribuzioni, il dato generale relativo all’economia che vede l’Italia calare più degli altri paesi quando l’economia è in crisi e non recuperare adeguatamente neanche dopo le fasi di sviluppo. La scarsa crescita delle retribuzioni è uno degli effetti, ma è anche causa, dello scarso sviluppo del paese; provoca gravi disagi alla condizione delle persone, fa lievitare il lavoro povero e rappresenta una delle cause della permanente situazione emergenziale dei conti pubblici italiani.

ENGLISH - In Italy, wages are low, lower than in the main European countries comparable to us, with the exception of Spain alone. This is what emerges from a report by the Di Vittorio Foundation which compares the salaries of employees in Italy with those of the other 5 major economies of the Eurozone, using data developed by the Ocse. In 2017 the average Italian earnings in Ocse statistics are equal to 29,214 euro gross per year, a slight increase compared to 2001, down compared to 2010 and compared to 2015-2016. The pay gap with other economies is therefore not only wide but has widened since 2010. Annual German wages, on the other hand, have increased substantially in recent years; in France, and to a lesser extent, also in the Netherlands and Belgium, they fell in 2017 compared to 2015, but still grow compared to 2008. As can be seen, taking as a reference the crisis period 2008/2015 and the two years of so-called «recreate» 2016/2017, all other countries recorded in 2017 an increase in annual gross wages compared to 2008. In Italy, on the other hand, there has been a decline, confirming, also in terms of wages, the general data about the economy that sees Italy decline more than the other countries when the economy is in crisis and does not recover adequately even after the development phases. Poor wage growth is one of the effects, but also causes, of the country’s poor development; it causes severe hardship to peoplès condition, makes poor work rise and is one of the causes of the permanent emergency situation of the Italian public accounts.

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Per la critica del capitalismo globale. Il discorso sull’umanesimo del giovane Marx
For a criticism of the global capitalism. The young Marx’s humanism speech
Laura Pennacchi.

Il saggio è frutto della relazione presentata al Convegno internazionale 200 Marx. Il futuro di Karl. Convegno Internazionale (Roma, 13-16 dicembre 2018) nell’ambito della Sessione Per la critica del capitalismo globale. A partire dall’analisi del rapporto tra globalizzazione odierna e populismi contemporanei, con connessi sovranismi, l’A. si domanda se un ricorso a quella singolare attenzione alla spiritualità presente nel giovane Marx non possa aiutare nell’interpretazione anche dell’oggi.

ENGLISH - The essay is the outcome of the contribution presented at the session «For the criticism of the global capitalism» of the international conference «200 Marx. Il futuro di Karl» («200 Marx. Karl’s future» Rome, 13-16 december 2018). Starting from the analysis of the connection between the contemporary globalization and the current populisms and souverainisms, the author evokes Mark’s attention to spirituality as a method to interpret nowadays situation.

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Alcune riflessioni su Marx
Some considerations about Marx
Adolfo Pepe

Il mondo del lavoro, il sindacato e la Cgil in particolare hanno ritenuto di dover dare ampio rilievo con un ciclo di iniziative, insieme ad altre prestigiose Fondazioni, a una riflessione su Marx, non semplicemente per un obbligo di onomastico e di ricorrenze, ma per una ragione «banale» e al tempo stesso intrinseca: Karl Marx «non esiste» fuori dal lavoro. Credo che non ci sia la possibilità di espungerlo, nonostante tutti i tentativi di alleggerirne la complessità e le finalità del suo pensiero e delle sue riflessioni, dalle vicende del mondo del lavoro. È infatti il mondo del lavoro a rimanere, nonostante tutte le illusorie analisi volte a stabilire la fine del lavoro stesso, sostanzialmente il baricentro, il perno della società e della storia contemporanea. È evidente, dunque, che per il mondo sindacale in particolare la figura di Marx e il suo pensiero rimangono un costante punto di riferimento analitico e, insieme, valoriale.

ENGLISH - The world of work, the trade union and the Cgil in particular felt they had to give wide prominence with a series of initiatives, together with other prestigious Foundations, to a reflection on Marx, not simply because of a name-day or a recurrence obligation, but for a simple reason and at the same time intrinsic: Karl Marx «does not exist» outside work. I believe that there is no possibility of expressing it – despite all attempts to alleviate its complexity and the aims of its thinking and reflections, from the events of the world of work. It is in fact the world of work that remains, despite all the illusory analyses aimed at establishing the end of the work itself, essentially the centre of gravity, the pivot of society and contemporary history. It is clear, therefore, that for the trade union world in particular the figure of Marx and his thought remain a constant point of reference analytic and, at the same time, valiant.

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