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Gli accordi separati: un vulnus letale per le relazioni industriali
Dieci anni di accordi separati: dal Patto di Milano al CCNL dei meccanici, passando per gli strappi del Patto per l'Italia o della riforma del sistema contrattuale. Fino a Pomigliano. I limiti di un modello di autonomia collettiva privo di regole legali democratiche ed esigibili. Il venir meno dei presupposti politici di un rapporto leale fra le oo.ss. I rischi giuridico-sindacali del nuovo modello contrattuale. I raffronti incongrui con altre esperienze europee. Globalizzazione e gli scenari inquietanti di un sindacato con le spalle al muro sotto il ricatto del prendere o lasciare.
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Gli accordi transnazionali di gruppo
12.00
€
Gli accordi transnazionali di gruppo (TCA nell’acronimo inglese) sono oggi considerati come una delle forme più interessanti e promettenti di quel difficile, e per alcuni aspetti controverso, processo che va sotto il nome di
internazionalizzazione
o europeizzazione delle relazioni industriali. Una nuova prassi sociale, in grado di istituire inediti spazi negoziali a livello sovranazionale, dinanzi al clamoroso gap di governance che oggi si apre fra il carattere sempre più globale e svincolato dell’economia e la natura sostanzialmente territorializzata dell’azione sindacale. Di questi testi se ne contano oggi 225, per un totale di 150 imprese e un numero complessivo di addetti interessati stimato in oltre 10 milioni. Il loro ambito applicativo varia tra scala internazionale ed europea; il loro contenuto spazia fra l’affermazione del valore e del rispetto di alcuni principi e diritti fondamentali, fino all’assunzione di impegni più circostanziati e vincolanti, come in alcuni accordi – più comuni del settore auto – che trattano di ristrutturazioni. In assenza di norme internazionali specifiche a cui richiamarsi, i TCA rappresentano una sottospecie di quegli accordi “liberi” o autonomi previsti dal diritto europeo, la cui implementazione rinvia “alle procedure e alle prassi specifiche degli stati membri”. Una forma di
soft law
che, se da un lato ha consentito il superamento dell’ostilità del mondo datoriale (ma anche di una parte del sindacalismo europeo) verso accordi collettivi sovranazionali più formalizzati, dall’altro rivela i limiti in cui un tale “volontarismo” inevitabilmente incorre in termini di effettività e uniformità in fase di trasposizione, oltre che di esigibilità e trasparenza, del processo negoziale. Questo volume, che scaturisce da un progetto europeo di ricerca (EUROACTA) promosso e coordinato dall’IRES- Cgil in partenariato con istituti accademici e sindacali di 7 diversi paesi, raccoglie i contributi di alcuni fra i maggiori esperti di questa materia. Grazie ad essi si va da una concettualizzazione socio-giuridica di questi accordi, a una loro mappatura tipologica; li si legge in rapporto al diritto sociale europeo e a quello delle relazioni industriali nazionali; se ne confrontano i contenuti e, in un paio di casi (Volkswagen e ArcelorMittal), se ne indaga l’effettiva implementazione, vagliandone empiricamente la tenuta in una fase di crisi acuta come l’attuale. Ci si interroga soprattutto su quali possano essere i modi per favorire una maggiore estensione ed effettività dei TCA, secondo le fonti e la strumentazione regolativa offerte dal diritto dell’Unione. Un contributo particolarmente utile per quanti, mossi da interessi di studio e/o dall’impegno diretto nella pratica del confronto negoziale, fanno oggi i conti con la globalizzazione e coi suoi insidiosi riflessi sul terreno dei diritti sociali e delle pratiche collettive.
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Gli accordi transnazionali d’impresa sulle ristrutturazioni a livello di Unione Europea
Quello delle ristrutturazioni rappresenta il soggetto principale degli accordi transnazionali di gruppo di livello europeo. A partire dal 2000, le federazioni europee di categoria e altre organizzazioni sindacali hanno negoziato e siglato un crescente numero di accordi di questo tipo. Quest’articolo presenta una panoramica di questi accordi, concentrandosi su quelli che consideriamo «sostantivi». Essi prevedono garanzie a fronte dell’eventuale chiusura di stabilimenti, a protezione dell’occupazione e per i lavoratori trasferiti dentro o fuori dall’azienda. Alcuni prevedono regole procedurali in materia di consultazione delle rappresentanze dei lavoratori nonché il monitoraggio sull’implementazione degli accordi. Questi richiedono alla delegazione capacità di negoziare fra livello nazionale ed europeo, con riguardo ad almeno tre generi di coordinamento: fra sindacati nazionali ed europei; fra sindacati nazionali e Cae; fra Cae e una o più federazioni europee di categoria. Questa capacità di coordinamento è evoluta nel corso del tempo. Con un crescente impegno delle federazioni europee di categoria, che hanno adottato regole interne di negoziazione, oggi riconosciute da un numero crescente sia di aziende sia di parti firmatarie di Tca.
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Gli amortali
12.00
€
Sindrome dell’immortalità, mito dell’eterna giovinezza. In questo e in altri modi è stato definito il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione legato all’aumento delle aspettative di vita, un fenomeno su scala mondiale che è destinato a cambiare la geografia politica e sociale del pianeta. Il libro affronta il tema da diversi punti di vista: demografico, economico, sociale, medico e genetico, senza trascurare gli aspetti legati all’etica, al costume e alla vita quotidiana. Il tutto è trattato in modo divulgativo, corredando le informazioni sul fenomeno nel mondo, in Europa e in Italia con una serie di dati aggiornati. Completano il volume tre appendici. La prima è dedicata alla Germania, uno dei paesi più interessati dal fenomeno dell’invecchiamento. La seconda affronta in particolare le questioni legate alla medicina per gli anziani e agli interrogativi etici connessi. La terza è dedicata a una delle malattie tipiche della vecchiaia, l’Alzheimer, che colpisce fasce crescenti della popolazione in tutto il mondo.
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Gli anni Sessanta
15.00
€
Il volume propone gran parte dei documenti esposti nella mostra storico-documentale Gli anni Sessanta, la CGIL, la costruzione della democrazia – a cura di Archivio storico CGIL nazionale, Archivio storico FLAI ‘Donatella Turtura’, Archivio storico SPI CGIL – svoltasi a Roma, presso la sede della Confederazione generale italiana del lavoro, dal 29 settembre al 5 ottobre 2015. Attraverso fotografie e riproduzioni di documenti, molti dei quali inediti, illustra l’impegno, spontaneo e organizzato, che singole persone, movimenti e associazioni hanno profuso negli anni Sessanta per la costruzione della democrazia con iniziative e mobilitazioni, elaborazioni e pensiero, successi e sconfitte, idee e proposte. Gli anni Sessanta hanno segnato il momento decisivo della formazione politica di un’intera generazione: sono anni complessi, a partire dalla notevole quantità e densità di avvenimenti che si sono verificati a livello nazionale, all’interno di uno scenario globale in cui il processo di decolonizzazione contribuisce ad allentare le tensioni politiche e militari in Europa favorendo indirettamente anche il processo d’integrazione economica. Anni importanti che ci consegnano la lezione di un movimento sindacale sempre più unito nelle sue diverse organizzazioni, più autonomo dalle controparti, più democratico nel rapporto con lavoratrici e lavoratori, più impegnato in campo politico, divenuto ormai un interlocutore autorevole per le classi dirigenti e per le istituzioni dello Stato italiano. Il volume vuole offrire al lettore l’esperienza di un viaggio attraverso lo spazio e il tempo in un percorso che partendo dalla Genova del 30 giugno 1960 arrivi, passando dalla Milano di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, all’approvazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori del 1970, attraverso quattro temi sviluppati e declinati nelle loro diverse sfaccettature: i fatti del luglio 1960 a Genova, Licata, Roma, Reggio Emilia, Palermo e Catania; la riforma del sistema pensionistico; il ruolo e le conquiste delle donne; la crisi e la rinascita di fine decennio.
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Gli appalti pubblici di servizi
14.00
€
I frequenti episodi di cronaca hanno reso immediata, nell’opinione pubblica, l’associazione tra appalti pubblici e corruzione, infiltrazioni criminali, scarsa efficienza e proliferazione del lavoro nero, quest’ultimo in particolare nei servizi. Per una corretta interpretazione del fenomeno, per una valutazione dei costi e rischi economici e sociali connessi, per un’individuazione efficace degli interventi da attuare in risposta, sembra necessario conoscere l’articolata disciplina che regolamenta gli acquisti pubblici. Il presente volume vuole fornire al lettore uno strumento con cui districarsi all’interno del labirinto normativo e un quadro sintetico della materia. Una nuova direttiva europea è ora in corso di recepimento. Contestualmente, a livello nazionale, si è pensato di cogliere tale occasione per imprimere una svolta decisiva al modo in cui gli amministratori pubblici effettuano i loro acquisti. Si è dato, dunque, avvio a un processo di radicale riorganizzazione con l’introduzione di misure in tema di vigilanza e governance, e alla riscrittura del Codice degli Appalti Pubblici, mostratosi evidentemente inadeguato e insufficiente nella lotta contro la corruzione, nel garantire i principi di efficacia e di trasparenza del sistema e di tutela dell’occupazione. Il volume illustra la complessa normativa esistente e le novità introdotte e in corso di introduzione, ponendo in rilievo le ripercussioni in materia di lavoro, le incoerenze esistenti tra norme interne e comunitarie e i numerosi punti deboli che hanno determinato il malfunzionamento del sistema.
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Gli assegni familiari in Italia: effetti redistributivi
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Gli assistenti sociali di fronte alle trasformazioni delle politiche sociali: un confronto internazionale
Il trasformarsi delle politiche sociali suscita reazioni e prese di posizione anche da parte degli assistenti sociali in quanto questi conducono quotidianamente la propria pratica professionale nella cornice offerta da tali politiche, cogliendone in tal modo limiti e potenzialità. Il contributo presenta alcuni degli esiti più rilevanti di una ricerca internazionale Irses Marie Curie (2013-2016) diretta a rispondere al quesito «che cosa dicono gli assistenti sociali delle politiche sociali e delle relative riforme?». Lo sguardo è rivolto ad alcuni paesi europei (Italia, Portogallo, Regno Unito, Spagna), alla Turchia e ai cosiddetti cinque «Brics» (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Si tratta, complessivamente, di dieci nazioni dove il servizio sociale opera secondo prassi, valori e principi condivisi pur nell’ambito di specificità locali.
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Gli effetti dell’allargamento a Est sull’immigrazione e sul mercato del lavoro
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Gli effetti della contrattazione decentrata su salari e produttività del lavoro
Questo contributo intende offrire una ricostruzione critica del dibattito relativo agli effetti della contrattazione decentrata sull’occupazione e la crescita economica. La visione dominante fa propria la convinzione secondo la quale lo spostamento della negoziazione al livello di impresa e territoriale genera crescita dei salari e della produttività del lavoro. Verrà mostrato come questa impostazione risente di forti criticità sul piano teorico, messe in evidenza da molti economisti post-keynesiani. In una prospettiva teorica post-keynesiana la contrattazione decentrata tende a generare moderazione salariale, declino della produttività del lavoro e del tasso di crescita.
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Gli effetti distributivi dell’aumento dei prezzi dei beni energetici in Italia
La guerra in Ucraina ha esacerbato le tensioni inflazionistiche che erano iniziate in seguito alla pandemia, comportando un aumento vertiginoso dei prezzi dei beni e servizi energetici. Le caratteristiche dell’ondata inflazionistica possono però avere effetti distributivi rilevanti, dato che l’aumento dei prezzi energetici impatta diversamente su famiglie con diverso tenore d’acquisto. Facendo uso di un database che registra redditi e consumi delle famiglie ita-liane, in questo contributo si stima l’impatto della crescita dei prezzi energetici su disuguaglianza e povertà in Italia, tenendo anche conto delle misure di contrasto ai rincari introdotte dal governo nel corso del 2022.
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Gli enti bilaterali in chiaro
Fino a qualche tempo fa gli enti bilaterali erano un istituto pressoché sconosciuto, anzi «negletto», di cui «i pochi che sanno non parlano né sembrano interessati a sentir parlare da estranei: prediligono la discrezione, il silenzio – meglio ancora l’oblio – incuranti di destare in questa maniera il sospetto di occultare chissà quali compromissioni» (Romagnoli, 2003). Monografie e saggi in argomento si contavano sulla punta delle dita (Bellardi, 1989; Perulli, Sabel, 1997). Poi sono arrivati la legge 30 e il d.lgs. 276 del 2003, in cui all’art. 2, lettera h, gli enti bilaterali,...
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