• Fino a qualche tempo fa gli enti bilaterali erano un istituto pressoché sconosciuto, anzi «negletto», di cui «i pochi che sanno non parlano né sembrano interessati a sentir parlare da estranei: prediligono la discrezione, il silenzio – meglio ancora l’oblio – incuranti di destare in questa maniera il sospetto di occultare chissà quali compromissioni» (Romagnoli, 2003). Monografie e saggi in argomento si contavano sulla punta delle dita (Bellardi, 1989; Perulli, Sabel, 1997). Poi sono arrivati la legge 30 e il d.lgs. 276 del 2003, in cui all’art. 2, lettera h, gli enti bilaterali,...
  • Una introduzione alla regolamentazione dei contratti secondo la legislazione spagnola. Il nuovo contratto per la promozione dell'assunzione a tempo indeterminato. Una lezione per l'Italia?
  • Il fenomeno degli Indipendenti di sinistra, una vicenda finora mai studiata, ma che si intreccia con gli avvenimenti più importanti della storia dell’Italia repubblicana, ha una sua assoluta originalità in Europa e forse nel mondo: non ci sono altri esempi, infatti, di un partito politico, nella fattispecie il Pci, che abbia messo a disposizione tra il 10 e il 15 per cento dei propri seggi per l’elezione di candidati indipendenti, permettendo la costituzione di un gruppo autonomo, scisso da vincoli di appartenenza ideologica e con pieno diritto di dissenso. Dal Sessantotto a Tangentopoli la Sinistra indipendente rappresenta una pluralità di matrici culturali – socialista (come Lelio Basso, Stefano Rodotà, Gianfranco Pasquino), cattolica (come Mario Gozzini, Adriano Ossicini, Claudio Napoleoni), azionista (come Ferruccio Parri, Carlo Levi, Franco Antonicelli, Altiero Spinelli) – tentando di sintetizzarle in una terza forza alternativa, una sorta di riformismo «militante», che, da sinistra, rivendicava come valori irrinunciabili la libertà, la democrazia, il pluralismo, la laicità, rifiutando sia l’ideologismo e il centralismo democratico del movimento operaio, sia la stretta dipendenza dalla gerarchia ecclesiastica e l’interclassismo democristiano. La storia della Sinistra indipendente funziona bene da cartina di tornasole della società e della politica italiana degli anni Settanta e Ottanta, ed è stata ricostruita utilizzando i documenti reperiti in importanti archivi storici italiani, le testimonianze scritte dei suoi protagonisti e i racconti di quelli ancora in vita.
  • L’articolo ricostruisce il processo di creazione dell’Infermiere di famiglia e di comunità (Ifec) in Italia, adottando un approccio storico e di sociologia delle professioni, a partire dalla definizione Oms del 1998-2000, per giungere, attraverso le esperienze regionali, al d.m. n. 77/2022. L’analisi del ruolo degli attori, condotto mediante analisi documentaria e interviste semi-strutturate, ha evidenziato che esistono opportunità di sviluppo dell’Ifec, ma anche ambiguità relative alla loro giurisdizione professionale rispetto a infermieri territoriali e Adi, da un lato, medici di medicina generale e alcune figure tecniche, dall’altro. Se è vero che l’Ifec si configura come un’opportunità di rafforzamento della professione infermieristica, è altrettanto vero che i potenziali conflitti inter e intra professionali, sommati alle condizioni del mercato del lavoro, possono rallentare la sua affermazione.
  • L'organizzazione sindacale appare oggi, diversamente che in passato, meno attenta alla necessità di stabilire un rapporto non episodico con la ricerca sociale. Essa non sembra disporre di strumenti propri per produrre una forma di pensiero originale, investita dalla pluralità di stimoli raccolti dall'enorme mole di altre fonti disponibili. Una diagnosi e qualche proposta sul difficile rapporto fra il sindacato e la ricerca sociale.
  • Biorcio, fra i più assidui studiosi del fenomeno leghista in Italia, ripercorre le tappe ideologiche ed elettorali che hanno suggellato l’insediamento della Lega fra i ceti operai del nord industrializzato. Una “mobilitazione dei penultimi contro gli ultimi” (gli immigrati) su istanze securitarie e culturalmente regressive, fortemente territorializzate e sapientemente alimentate dall’imprenditoria politica della nuova destra populista.
  • Il fenomeno delle grandi dimissioni (great resignation), espressione che descrive la tendenza all’uscita volontaria di massa dei dipendenti dai loro obblighi lavorativi, ha preso avvio negli Stati Uniti a seguito della pandemia da Covid-19 e si è velocemente esteso al di fuori dei confini americani diffondendosi in molti settori economici. In ambito sanitario questa fuga sta determinando conseguenze non trascurabili. In Italia, essa sembra tuttavia solo parzialmente riconducibile alle condizioni di lavoro determinatesi con la pandemia. Quest’ultima, infatti, avrebbe in realtà soltanto esasperato una tendenza alla svalorizzazione del personale che avrebbe preso avvio dal 2008 a seguito delle politiche dei tagli. Demotivati e stanchi, gli operatori del Ssn stanno continuando ad abbandonare il loro lavoro in cerca di condizioni più dignitose che trovano nel settore privato o all’estero. In particolare, sarebbero le donne e i più giovani ad andarsene, privando il Ssn di forze sempre più indispensabili vista l’aumentata domanda di cure. Per fronteggiare i problemi di recruitment e di retention, e dunque per implementare l’appeal del Ssn, è necessario comprendere le motivazioni più profonde che spingono i diversi operatori ad andarsene al fine di proporre soluzioni adeguate anche in relazione alle diverse culture professionali espresse dalle generazioni attualmente presenti nel mercato del lavoro.