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Paolo Nencini
Storia culturale degli stupefacenti
Quando si parla dell’espandersi dell’uso non terapeutico delle sostanze stupefacenti, ci si riferisce sempre all’oggettività degli eventi descritti dagli storici. Ma che ne è stato dei protagonisti di tali eventi, i tossicodipendenti? Partendo dall’esame della letteratura, che rappresenta una peculiare forma di storiografia, il libro si è posto l’obiettivo di ricostruire un punto di vista soggettivo da giustapporre alla neutralità degli avvenimenti narrati.
Prefazione di:
Grazia Zuffa
Febbraio 2022
400 pag
ISBN:
978-88-230-2342-0
Collana:
Saggi
Cartaceo 24.00 €
Descrizione
Gli storici hanno ricostruito con cura l’espandersi dell’uso non terapeutico degli stupefacenti a partire dall’inizio dell’Ottocento e gli interventi atti al suo controllo ad opera dei
makers of history
. Ma dove sono i soggetti di questi avvenimenti, i tossicodipendenti e quelli che, in base alle legislazioni restrittive, sono divenuti spacciatori? Che ne è stato di loro? Secondo il filosofo tedesco Hans Magnus Enzensberger, la risposta a questo genere di domande è da cercarsi nella letteratura, che è infatti una forma di storiografia, in quanto fornisce il punto di vista soggettivo da giustapporre all’oggettività degli avvenimenti narrati dagli storici. Questo libro si è posto l’obiettivo di ricostruire una storia soggettiva della tossicodipendenza, a partire dall’esame del la letteratura. Da De Quincey e Gautier, suscitatori di nuove curiosità, a Daudet e Rohmer, difensori di civiltà e imperi contro la minaccia stupefacente, la letteratura è stata puntuale ed efficace nel testimoniarci del mutare dello spirito del tempo. Caduta l’illusione di uno sradicamento definitivo del consumo di stupefacenti, sono stati poi numerosi gli autori che nel progredire del XX secolo hanno raccontato del persistere di tale consumo all’interno di vere e proprie controculture, mentre altri hanno saputo farsi anche anticipatori distopici di nuove possibili droghe, dal davamesk di Witkiewicz al dylar di De Lillo; fino ai testimoni dell’uso degli allucinogeni come strumenti di introspezione alla ricerca dei limiti della conoscenza umana.
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