Avevo costruito un sogno
Storie e fatiche di un postino artista
Un libro bizzarro, una biografia narrativa che ricostruisce un eccentrico personaggio dell'Ottocento.
A cura di:
Gennaio 2015
192 pag
ISBN: 978-88-230-1892-1
Collana: Carta bianca
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Descrizione
Fare il postino nelle campagne del Sud-Est della Francia di fine Ottocento, a Hauterives, nella Drôme, non era una passeggiata. O meglio, era una passeggiata che poteva allungarsi per decine di chilometri, da un paesino all’altro, con il sole o con la pioggia, portando a spalla un borsone pieno di lettere. Ma Ferdinand Cheval trovò il modo di sfuggire all’ossessione dei giorni sempre uguali e di passare alla storia. Nel 1879 iniziò la sua opera e in trent’anni, con 930.000 ore di lavoro, 1.000 metri cubi di mattoni e 3.500 sacchi di calce, innalzò il suo Palazzo Ideale, una costruzione astrusa, tutta grotte e gallerie, scalette, pinnacoli e terrazze; un palazzo assolutamente impossibile da abitare ma di una bellezza ingenua da lasciare senza fiato. Questo libro bizzarro, inconsueto e raro, quasi una biografia narrativa, ricostruisce con abilità le storie e le fatiche del nostro eccentrico personaggio attraverso registri diversi – narrazione tout court, memorialistica, diario di viaggio, persino invenzione romanzesca – che ne moltiplicano identità e immaginario. Alessandro Trasciatti rende così giustizia al portalettere artista, esempio di ostinata forza di volontà, amato da Breton – che gli dedicò una poesia e un fotomontaggio –, Max Ernst e altri surrealisti; citato da Claude Levi-Strauss in La pensée sauvage; caro persino a Pablo Picasso che realizzò un album con disegni a matita dove il messaggero Cheval, nella metamorfosi creativa, è ritratto metà cavallo e metà colomba che porta nel becco una lettera.
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