• CM 3/2025

    15.00 
    La lezione di Aldo Tortorella
    • Giovanni Princigalli, Nella Resistenza. Intervista ad Aldo Tortorella
    • Aldo Tortorella, Storia di un comunista italiano 
    Osservatorio
    Territorio e ambiente: il caso Emilia Romagna
    • Sergio Caserta, Il caso Emilia Romagna: riflessione a cinque voci su clima, ambiente e uso del territorio 
    • Ugo Mazza, Eventi climatici drammatici: un’occasione per cambiare
    • Vinicio Ruggeri, Una analisi storica critica delle leggi sulla difesa del suolo
    • Rudi Fallaci, Il consumo di suolo in Emilia Romagna e la nuova legge urbanistica
    • Piero Cavalcoli, Urbanistica: tre paradossi e una pericolosa analogia
    • Pietro Maria Alemagna, Territorio e partecipazione: serve una nuova cultura per la politica e l’amministrazione
    • Davide Bubbico, Angelo Moro, L’automotive italiano tra quadro europeo e mobilitazioni sindacali 
    Laboratorio culturale
    • Fabrizio Denunzio, Come il giornalismo si fa ricerca empirica. Il questionario di Marx per un’inchiesta operaia 
    • Luciano Beolchi, La variante Bucharin 
    • Antonino Infranca, Il carteggio Coutinho-Lukács con le lettere tra i due filosofi
    • Giulio Di Donato, Derivazione e autonomia relativa dello Stato 
    Schede critiche
    • Guido Liguori, Gramsci, Togliatti e il comunismo italiano 
    • Antonio Viteritti, Il pensiero gramsciano di Coutinho
    • Lelio La Porta, Il marxismo di Mario Rossi
    • Claudio Natoli, In lotta contro il fascismo
    • Fabio Vander, Una contro-storia della Repubblica
         
  • In fondo proponiamo delle storie. Storie di fabbriche e di tribunali, di piccoli o grandi soprusi, inserite nel contesto storico e politico degli anni in cui si sono verificate, raccontate nel loro sorgere e svilupparsi, sino a un epilogo finale in tempi incredibilmente brevi, grazie a quella norma straordinaria che è l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.
  • Nella visione di Bruno Trentin, l’azione sindacale deve puntare innanzitutto all’affermazione della persona e della sua libertà dentro al processo lavorativo, contro tutte le eteronomie alienanti e spersonalizzanti. Muovendo da questo presupposto, l’ultima fase della sua vita lo ha visto interrogare quelle correnti eretiche del socialismo che, carsicamente, hanno attraversato l’intera vicenda del movimento operaio. È solo a partire dal confronto con questo caleidoscopio politico-culturale che si può spiegare il carattere originale, eterodosso e sincretistico della sua elaborazione più matura, irrequieta e insoddisfatta verso le tradizioni maggioritarie della sinistra. Nel quadro di una vera e propria genealogia teorica e intellettuale, questo numero degli Annali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio si propone di toccare e approfondire alcune delle principali fonti di ispirazione del bagaglio culturale trentiniano.
  • I cambiamenti oggi in atto provocati dalle tecnologie digitali e dai mutamenti dell’organizzazione del lavoro mostrano la centralità della persona-lavoratore e configurano la prestazione lavorativa come opera e attività. Le mani del lavoratore sono il punto di riferimento per osservare i cambiamenti tecnologici e organizzativi del lavoro. L’indagine assume come concetto esplicativo l’alienazione di Karl Marx e impiega alcuni significati comparativi come il corpo che lavora, il lavoro concreto e il lavoro astratto. Lo sguardo elaborativo volge poi alle vicende della Cgil, in particolare alla svolta del ’55 di Giuseppe Di Vittorio che oltre a rappresentare un paradigma segna il principio della centralità della prestazione come forma e radicamento prioritario dell’azione sindacale. Il volume si presenta come un’analisi inedita e foriera dell’interpretazione del cambiamento della prestazione lavorativa, arricchendo la centralità del lavoro nella sua simbologia e nei suoi significati, per nutrire e generalizzare la stessa rappresentatività sindacale.
  • Il fenomeno delle dimissioni volontarie, esploso in Italia e negli Stati Uniti, in particolar modo durante la pandemia, è stato interpretato maggiormente dalla letteratura e reportistica ufficiale come fuga dal lavoro o come effetto di un’aumen-tata mobilità del mercato del lavoro, avvenuta subito dopo il primo lockdown. In questo contributo si proverà ad analizzarlo come manifestazione di un profondo processo di risignificazione del lavoro, seppur non strutturato. In questo ambizioso compito si farà ricorso alle categorie classiche di Karl Polanyi, che già nella prima metà del Novecento ha riflettuto su quanto l’azione sociale sia mossa non soltanto dall’astratto calcolo costi-benefici, ma anche da credenze, valori e significati sociali, a partire dalle quali l’interesse prende forma. A partire da questa importante lezione si proverà a ritematizzare il ruolo del lavoro come strumento privilegiato di promozione dell’interesse collettivo.
  • L’evoluzione recente dell’economia delle piattaforme ha generato un’attenzione crescente nei confronti del contenzioso strategico e del suo potenziale contributo alla tutela dei diritti dei lavoratori. Tradizionalmente, l’azione in giudizio è percepita come in tensione con le modalità e gli obiettivi della contrattazione collettiva: tende a generare un clima di contrapposizione e sottrae la risoluzione del conflitto alle parti. Tuttavia, il contenzioso sui diritti dei rider mostra una relazione più sfumata, in cui la via giudiziale risulta complementare alla contrattazione collettiva, sostenendone e rafforzandone gli obiettivi. Per esplorare questa dinamica, l’articolo si avvale di un’analisi qualitativa che intende identificare e classificare i vari modi in cui azione in giudizio e contrattazione collettiva interagiscono nel caso in esame. Lo scopo è di offrire una nuova prospettiva sul ruolo della strategic litigation nell’ambito delle relazioni sindacali e sul suo potenziale come strumento per rispondere alle sfide poste dalle transizioni in corso.
  • Il presente lavoro dopo una analisi in chiave quantitativa dell’orario di lavoro in agricoltura in Italia basata su alcune informazioni statistiche fornite da Eurostat ricorda le peculiarità biologiche che riguardano i processi produt-tivi agricoli descrivendo come queste specificità condizionano i modelli di organizzazione del lavoro. Su questa base dopo una descrizione del precipuo ruolo e della funzione che l’attuale modello contrattuale assegna al Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) e ai Contratti provinciali di lavoro (Cpl) in materia di organizzazione del lavoro vengono presentati alcuni casi studio che analizzano gli orientamenti in materia di orario di lavoro nella contrattazione territoriale di alcune province italiane. Il lavoro si chiude proponendo una riflessione che vuole provare a delineare alcune linee prioritarie di lavoro sindacale in materia di orario di lavoro.