• Il volume, introdotto da Claudio De Fiores, raccoglie i più significativi interventi sulla Costituzione di Pietro Ingrao tra il 1979 e il 2002. Sono gli anni della restaurazione capitalistica, dell’offensiva neoconservatrice contro la Costituzione, del revisionismo regressivo, della svolta maggioritaria, dell’irruzione dei primi governi tecnocratici nella storia repubblicana. Ma anche gli anni nei quali la parola guerra torna ad essere impiegata nel lessico della politica e del diritto. Chiude il volume un intervento inedito di Pietro Ingrao sui tentativi di rimozione del principio costituzionale pacifista.
  • L’industria della difesa europea ai tempi della guerra

    Fascia di prezzo: da 16.99 € a 22.00 €
    Lo scoppio della guerra in Ucraina e l’aumento dei conflitti internazionali hanno trasformato in profondità l’industria europea della difesa, avviando una riorganizzazione produttiva, segnata da contraddizioni e nuove traiettorie. Questo volume analizza l’evoluzione del complesso militare-industriale europeo e i suoi intrecci con la politica, l’economia e la finanza. Si tratta di un settore atipico, dominato da una struttura di tipo monopsonico: un unico acquirente – di norma lo Stato – concentra quasi tutta la domanda di beni e servizi militari. Questa peculiarità gli consente di incidere profondamente sulle scelte di sicurezza, sulle politiche industriali e sulle relazioni internazionali. Le dinamiche dell’industria militare europea si collegano così alle tensioni geopolitiche, alla fragilità di una politica estera e di difesa comune e alle trasformazioni economiche più ampie: dal rapporto tra profitti e salari, alla concentrazione del capitale e della finanza, fino al rallentamento della globalizzazione e alla crisi della democrazia. Il volume offre dati, analisi e solide chiavi interpretative da prospettive disciplinari e punti di vista diversi, con l’obiettivo condiviso di promuove re una consapevolezza critica, che ispiri politiche industriali ed estere davvero democratiche e orientate al bene comune. Curato da Chiara Bonaiuti, Achille Lodovisi e Roberto Antonio Romano, il testo raccoglie contributi di autrici e autori provenienti dal mondo accademico e della ricerca, sindacale, militare e aziendale, uniti da competenza consolidata e onestà intellettuale: Riccardo Alcaro, Gianni Alioti, Pol Bargués, Giorgio Beretta, Franco Bortolotti, Maurizio Brotini, Paolo Cecchi, Vincenzo Comito, Pasquale Cuomo, Rossana de Simone, Gianandrea Gaiani, Barbara Gallo, Achille Lodovisi, Francesco Lombardi, Mauro Lombardi, Stefano Lucarelli, Nicholas Marsh, Jocelyn Mawdsley, Fabio Mini, Bruno Oliveira Martins, Annamaria Romano, Simone Siliani, Maurizio Simoncelli, Francesco Sinopoli, Wolfgang Streeck e Alessandro Volpi.
  • Il contributo propone un commento critico al libro di Anna Foa, Il suicidio di Israele (2024), di cui si valorizzano il coraggio civile e la profondità dell’analisi storica. Lontano da un approccio ideologico, il saggio della Foa è interpretato come una riflessione lucida sulle derive politiche e morali dello Stato israeliano. Particolarmente condivisa è l’impostazione che restituisce la complessità del sionismo nelle sue diverse declinazioni, mettendo in luce le fratture originarie all’interno del progetto nazionale israeliano. La scelta del titolo viene letta come un gesto consapevole di allarme e responsabilità, in un contesto segnato dalla crescente radicalizzazione del governo israeliano. Il commento si conclude con un appello implicito alla responsabilità collettiva: fermare tale deriva non è solo un’urgenza per Israele, ma una questione cruciale per l’intero Occidente.
  • A partire da Il suicidio di Israele di Anna Foa (2024), il contributo riflette sulla profonda crisi dello Stato israeliano dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, inserendo la tragedia in un più ampio contesto di guerra, repressione interna e derive autoritarie. Ad essere denunciato è il massacro dei civili a Gaza, la repressione del dissenso, l’indebolimento della democrazia israeliana e il crescente isolamento internazionale. Il 7 ottobre ha segnato un punto di svolta: la possibilità di una soluzione a due Stati si allontana sempre più, lasciando spazio a una guerra permanente che colpisce soprattutto i più vulnerabili. Continuare su questa strada significa condannare i palestinesi a una sofferenza senza fine e Israele a una pericolosa insicurezza destinata a durare nel tempo.
  • La legge sull’autonomia differenziata 186/2024 che prevedeva la devoluzione delle norme generali dell’istruzione è stata pesantemente ridimensionata dalla Corte costituzionale. Abbiamo sempre sostenuto che le norme generali dell’istruzione, inquadrate nella complessità dei diritti e delle libertà declinate con chiarezza nella nostra Costituzione, non potevano essere regionalizzate, pena la rottura della coesione sociale, della universalità e unitarietà del fondamentale diritto all’istruzione, la messa in discussione di diritti e tutele omogenee per il personale scolastico. Siamo anche consapevoli che il fiume carsico della secessione e della devoluzione tornerà ancora come accaduto negli ultimi trent’anni e che la Flc Cgil sarà pronta ad affrontarlo con grande determinazione.
  • In un contesto globale segnato da guerre, tensioni geopolitiche, disuguaglianze crescenti e crisi climatica, il modello neoliberista continua a dominare grazie alla capacità di adattarsi, sfruttando le innovazioni tecnologiche e i cambiamenti globali. L’Europa d’altro canto attraversa una fase di crisi profonda: divisa politicamente, in difficoltà economicamente, incapace di affrontare le sfide globali. La Cgil reagisce proponendo una nuova centralità del lavoro e anche attraverso i referendum ha rilanciato il valore del lavoro dignitoso come fondamento democratico e sociale, sollecitando una nuova stagione di investimenti sostenibili, inclusivi e innovativi. Contrastare la precarietà, ridare senso e dignità al lavoro, affermare il diritto alla cittadinanza rappresentano elementi costitutivi dell’iniziativa e della battaglia del sindacato. Il referendum va considerato dentro questo percorso. Non si è raggiunto il quorum per abrogare leggi sbagliate approvate nel corso degli anni da governi di diverso segno politico. Ma il solco aperto dall’iniziativa referendaria non può essere né sottovalutato né rappresentare una spiacevole parentesi. Tutt’altro: rappresenta un patrimonio importante su cui investire per il futuro della Cgil.
  • Il contributo si propone di analizzare i concetti di lavoro di cura e intersezionalità. In Latino America e nei Caraibi, il tema della cura è divenuto oggetto di elaborazione teorica e di una specifica attenzione accademica nel corso degli ultimi vent’anni. L’intersezionalità viene qui assunta come categoria teorico-metodologica, che, in questo articolo, sarà analizzata adottando la prospettiva di Mara Viveros Vigoya, al fine di interrogare le pratiche di cura svolte dalle lavoratrici domestiche, intese come espressione di un intreccio di relazioni di dominio storicamente costruite.
  • Le attività di assistenza alle persone anziane e non autosufficienti in generale rappresentano ormai uno degli ambiti di maggiore domanda di lavoro ma anche quello in cui continuano a perdurare critiche condizioni di lavoro. Questa attività di lavoro viene interpretata dalle famiglie non come tale. A tale criticità si aggiunge quella specifica dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro e della difficile applicazione delle norme contrattuali. Il caso dello sportello badanti dell’Unione dei Comuni del Chianti costituisce a questo riguardo un interessante caso di riflessione sulla portata di tali criticità e del loro tentativo di superamento.
  • La legge 53/2000 ha introdotto strumenti innovativi per conciliare vita e lavoro, promuovendo pari opportunità e congedi parentali condivisi. Tuttavia, in un contesto segnato da precarietà, tagli al welfare e diseguaglianze persistenti, la sua applicazione è rimasta par ziale. Le donne italiane continuano a essere penalizzate da occupazioni precarie, carichi di cura non condivisi e servizi pubblici insufficienti. Misure concrete di conciliazione vitalavoro sono promosse dalla contrattazione di secondo livello: flessibilità oraria, smart working, congedi parentali integrati, permessi aggiuntivi, bonus economici. Sebbene le soluzioni siano spesso pensate per le madri, cresce l’attenzione verso la genitorialità condivisa. Ad essere sottolineata è la necessità di una cultura contrattuale sensibile al genere, che affronti anche gap salariali, riconoscimento professionale e salute delle donne.
  • Attraverso una ricerca empirica, un’analisi computazionale e un approccio intersezionale, l’articolo prende in esame la figura lavorativa delle donne migranti che prestano attività di cura e di assistenza familiare a persone non autosufficienti. Nel farlo, sommano in sé diversi profili di subordinazione, in quanto donne, in quanto straniere, in quanto bisognose di un salario, in quanto impegnate in un lavoro dequalificato (eppure così importante). Se a ciò aggiungiamo eventuali difficoltà linguistiche, un credo religioso non cristiano, una pelle non bianca e la probabile assenza di capitale relazionale, ne viene fuori un quadro di criticità che contrasta con la funzione sociale svolta da queste lavoratrici: porre rimedio all’assenza italiana di politiche di Long-term care, fornendo un servizio che sia contemporaneamente professionale e familiare.