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Innovazione tecnologica, digitalizzazione e competitività del sistema produttivo nel Pnrr
Il contributo discute il modo in cui i temi dell’innovazione tecnologica, della digitalizzazione e, più in generale, del-la competitività e produttività del sistema produttivo sono affrontati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Vedremo come, nonostante la retorica dominante attorno al Piano sia quella della discontinuità, permangano nu-merose continuità con le modalità con cui questi temi sono stati trattati in passato e, di conseguenza, con i limiti mostrati da questi interventi.
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Il settore pubblico come volano per la ripresa: opportunità e rischi della riforma della pubblica amministrazione alla luce del Piano nazionale di ripresa e resilienza
Il contributo si interroga sulla parte del Pnrr legata al campo formativo (istruzione e ricerca). Di seguito si propor-ranno alcune riflessioni analizzando in particolare quale idea di policy educativa il testo veicola; come si coniugano frammentazione e tentativi di integrazione delle domande di policy dell’educazione; quali controversie si intravedono e quali visioni sono tra loro assemblate; come i tre mondi dell’educazione (scuola, università e ricerca) vengono trat-tati e accostati apparendo però ancora mondi tra loro poco interconnessi.
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Carenze e rimedi nella sanità
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Quasi un esperimento: pandemia e cambiamenti del lavoro
L’articolo presenta i risultati di un’indagine rivolta ad un campione di occupati svolta a conclusione della prima fa-se emergenziale della pandemia di Covid-19 (luglio 2020). L’Indagine è stata condotta su tutto il territorio nazio-nale, tramite questionario online, con un campione di 1546 questionari validi. L’analisi a pprofondisce gli effetti sulle condizioni di lavoro conseguenti all’adozione dei provvedimenti per il contra-sto della pandemia. I risultati mostrano una eterogeneità di condizioni con significative differenze tra gli occupati. L’indagine è stata promossa da Laboratorio Lo-Lavoro e organizzazioni del Dipartimento di Scienze sociali ed economiche dell’Università degli studi di Roma «La Sapienza» e supportata da Associazione Lavoro&Welfare, Assolavoro e Uil.
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Un tassello mancante o una nuova forma di puzzle?
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Tecnologie, organizzazione e lavoro: nuove evidenze empiriche sulla transizione digitale
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Un’utopia quotidiana
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Voci dal conflitto
13.00
€
La storia del conflitto Palestina-Israele, anche in questa ultima e più drammatica fase, ha reso palese l’inadeguatezza di qualunque strategia di pace che poggi su una riduzione arbitraria della sua complessità. Per questo le autrici e gli autori del libro – ebrei israeliani, palestinesi cittadini di Israele, palestinesi dei Territori Occupati, scienziate e scienziati, esponenti dei movimenti per la risoluzione non violenta del conflitto – ne offrono una rappresentazione non appiattita sugli schemi della belligeranza, recuperando la molteplicità delle tensioni che si sono venute creando tra le due parti, non solo sul piano degli interessi politici ed economici, ma anche su quello delle fratture sociali e culturali. Voci di israeliani, voci di palestinesi, voci contro la guerra. Voci di sorprendente attualità nel mettere a fuoco cause ed effetti del fallimento del progetto “due popoli due Stati”. Nel denunciare, da punti di vista differenti, l’ingiustizia dell’occupazione, la sottrazione di risorse vitali come l’acqua, la strategia di apartheid di cui i governi israeliani sono responsabili, l’insostenibilità degli interventi (e dei non interventi) del mondo occidentale. Tutto questo mentre si avverte, oggi più che mai, la necessità della mediazione internazionale, in cui l’Unione europea, per i suoi principi e per le sue leggi, superando l’impotenza attuale, può essere il soggetto
super partes
al quale pure guardano le autrici e gli autori del volume.
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19° RAPPORTO SUI DIRITTI GLOBALI • 2021
26.00
€
Il
Rapporto sui diritti globali
è una pubblicazione annuale sui processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali. Lo studio è realizzato dalla Associazione Società INformazione Onlus, con la partecipazione della Cgil nazionale e l’adesione delle maggiori associazioni, italiane e non solo, impegnate a vario titolo sui grandi temi trattati nel Rapporto. Dal 2020, viene pubblicato anche in lingua inglese e si focalizza sui diritti umani e sulla lotta contro l’impunità, a partire dalla collaborazione con Fight Impunity-Association Against Impunity and for Transitional Justice, che promuove il volume. Il Rapporto si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro e nella formazione, nelle professioni sociali, nelle associazioni e nel Terzo settore. Come si evidenzia in numerosi paesi e come il Rapporto documenta, anche nel 2021 la pandemia di Covid-19 si è accompagnata a un’accentuazione delle violazioni di diritti fondamentali. Con il pretesto delle misure sanitarie, si sono introdotte misure di eccezione, determinate riduzioni di libertà e peggioramenti nella condizione sociale ed economica di milioni di cittadini in molte parti del mondo, mentre è emersa con maggior evidenza la pericolosa vulnerabilità del sistema democratico e dello Stato di diritto. Il Rapporto, oltre alle violazioni dei diritti umani documentate con un Osservatorio sulle impunità, analizza e denuncia crimini che violano e compromettono altre sfere di diritti altrettanto fondamentali, che riguardano le comunità e non solo gli individui, come quelli ambientali, economici, sociali. Crimini di sistema, dei quali nessuno si sente responsabile, ma che sono invece prodotti da precise scelte politiche, economiche, di governo. Dallo studio dei dati e degli avvenimenti recenti emerge la necessità di cambiamenti radicali e di urgenti inversioni di rotta.
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Archivi dell’acqua salata
10.00
€
Una narrazione storico-culturale che ripercorre i maggiori naufragi di migranti avvenuti dal 1990 al 2020 attraverso le tracce lasciate nelle culture pubbliche. Di fronte a un potere politico neoliberista che tende a governare il fenomeno migratorio espellendo e respingendo, emergono le storie di chi nel mare si perde, di chi al viaggio sopravvive, di chi nelle terre lambite da quel mare vive. Quale archivio abbiamo per i nostri sentimenti verso tali eventi? Attraverso testimonianze, film, romanzi, rappresentazioni teatrali, reportage, documentari, saggi storici e sociologici, l’autrice ricostruisce il contesto contemporaneo, interrogandosi su come le stragi di migranti entrano a far parte dello spazio pubblico, in che modo gli affetti legati a queste tragedie segnano l’immaginario e il contesto politico, nel quale troppo spesso le risposte governative rivelano, dietro un esibito cordoglio, un prevalente approccio securitario e razzismo istituzionale. Gli archivi dell’acqua salata si configurano come un archivio non convenzionale, corporeo, emozionale, politico, un archivio in divenire, interdisciplinare, incompleto. I frammenti che lo compongono permettono di evocare racconti personali, storie di vita che rimangono al di fuori della Storia, brandelli che compongono una memoria performante e inclusiva delle soggettività e dei loro sentimenti. Una narrazione di storia del presente che riguarda tutte e tutti.
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Risorse alla ricerca di una politica. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo educativo
Il contributo si interroga sulla parte del Pnrr legata al campo formativo (istruzione e ricerca). Di seguito si propor-ranno alcune riflessioni analizzando in particolare quale idea di policy educativa il testo veicola; come si coniugano frammentazione e tentativi di integrazione delle domande di policy dell’educazione; quali controversie si intravedono e quali visioni sono tra loro assemblate; come i tre mondi dell’educazione (scuola, università e ricerca) vengono trat-tati e accostati apparendo però ancora mondi tra loro poco interconnessi.
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RPS N. 2/2021
22.00
€
L’emergenza Covid-19 come stress test per la sanità italiana
L’impatto della pandemia sul Ssn: nuovi rischi e nuovi bisogni
La contrattazione sociale territoriale nella crisi sanitaria
La parità di genere nel Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano
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La pandemia da Covid-19 come nuovo rischio socio-sanitario e come stress test per la sanità italiana. Nota introduttiva
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Affrontando la bufera: continuerà a volare il calabrone?
Per comprendere e interpretare i problemi posti dalla combinazione della Grande recessione e della Grande pandemia, è necessario esaminare la storia politica e sociale della istituzione e dello sviluppo del Servizio sanitario nazionale. La riorganizzazione dei servizi di prevenzione e di assistenza territoriale deve necessariamente accompagnarsi allo sviluppo di nuove competenze sovranazionali per la sorveglianza della diffusione e soprattutto per la prevenzione profonda (deep prevention) delle nuove pandemie.
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La sanità italiana di fronte al Covid-19: l’impatto, nuovi bisogni e compiti
La nuova malattia da Coronavirus 2019 (Covid-19) rappresenta una sfida globale senza precedenti dal dopoguerra, causando rilevanti perdite di vite umane e determinando trasformazioni di grande impatto su economia e società. I sistemi sanitari hanno dovuto affrontare una duplice sfida, ovvero da una parte fare fronte ad una crescente domanda di cure per i pazienti affetti da Covid-19 e dall’altra mantenere la continuità delle cure per i pazienti con patologie croniche o condizioni acute gravi e sostenere la tradizionale emergenza sanitaria. La pandemia ha colpito l’organizzazione dei servizi sanitari, le prestazioni di prevenzione secondaria come i programmi di screening e l’assistenza per i pazienti affetti da malattie croniche bisognosi di controlli periodici ed eventuali cure tempestive. L’Italia è stato il primo paese occidentale a sperimentare l’emergenza Covid-19 e uno di quelli con una più alta numerosità di casi e di decessi. L’articolo presenta dati preliminari disponibili sull’impatto diretto dell’epidemia di Covid-19 e quello indiretto sull’accesso alle terapie farmacologiche, al pronto soccorso e ai ricoveri ospedalieri. Ai dati si accompagnano riflessioni e considerazioni sulla necessità di rafforzare l’intervento pubblico nella sanità.
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Una pandemia disuguale (ma non troppo): perché e cosa si può fare
In Italia, durante la prima ondata epidemica, tra le persone che già prima dell’arrivo del virus erano in condizioni di svantaggio socioeconomico è stato riscontrato un maggior rischio di infezione, di ricovero in terapia intensiva e di decesso, a causa di una maggior prevalenza di malattie croniche, ma anche di altri meccanismi associati all’impatto delle disuguaglianze sociali sulla salute. Per di più, le conseguenze delle misure intraprese per frenare il contagio, e quindi la riallocazione delle risorse sanitarie (con la relativa interruzione di percorsi terapeutici), il distanziamento sociale (e lo stress generato dall’isolamento domiciliare), nonché le forti ricadute su economia, occupazione e reddito, hanno colpito in misura più intensa nuovamente le persone meno avvantaggiate. Al fine di non allargare ulteriormente le disuguaglianze, è necessario implementare politiche di mitigazione e di redistribuzione dei determinanti sociali della salute, attraverso azioni che richiamano l’intervento di molteplici settori, secondo l’approccio Salute in tutte le politiche e che traggano beneficio delle ingenti risorse economiche stanziate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
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Il Servizio sanitario nazionale alla prova della pandemia. Cosa abbiamo appreso?
La pandemia Covid-19 ha rappresentato un formidabile stress test per il nostro Servizio sanitario nazionale (Snn), mettendone in risalto luci e ombre. Molti degli elementi di forza e di debolezza del Snn erano noti già prima della pandemia: quest’ultima ha finito per confermare quanto in larga misura si sapeva. Eppure, nell’eccezionalità rappresentata dalla gestione pandemica, qualcosa di inaspettato è emerso: qualche tratto che solitamente, in «tempi di pace», rimane latente e che la pandemia ha invece finito per portare in superficie. Il contributo indaga cosa la pandemia Covid-19 abbia confermato e cosa abbia fatto emergere di nuovo, tra le caratteristiche principali del sistema sanitario. Ci si concentra su due dimensioni che sono state particolarmente evidenziate nell’ultimo anno e mezzo: il rapporto Stato-Regioni e la relazione tra cure ospedaliere e territoriali. Chiudono l’articolo alcune riflessioni sulle più generali modalità di coordinamento del sistema, tipiche dei sistemi a «legame debole».
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Stato e Regioni: le performance dei Sistemi sanitari regionali
Nel corso degli ultimi cinquanta anni, i Sistemi di valutazione delle performance – in ambito pubblico e in ambito privato – hanno attraversato un processo di evoluzione incrementale, che ha ampliato il perimetro di analisi da un fuoco principalmente economico-finanziario a una valutazione multidimensionale, a una visione inter-organizzativa. Valutare la risposta dei Sistemi sanitari di fronte alla pandemia Covid-19 ha richiesto un marcato ridisegno dei Sistemi di valutazione esistenti. Il presente contributo illustra l’esperienza del Sistema di valutazione del Network delle Regioni e riporta i risultati 2020. Emerge come i Sistemi sanitari regionali italiani abbiano reagito in modo eterogeneo alla sfida pandemica, in modo non direttamente collegato alla diversa incidenza del virus, e come i livelli di qualità riferiti alle prestazioni non direttamente associate alla presa in carico dei casi Covid-19 tendenzialmente non si discostino da quelli registrati nel 2019.
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Sanità e lavoro: il personale sanitario
La sanità pubblica è stata pesantemente colpita da anni di piani di rientro e contenimento della spesa per il personale, producendo tra l’altro un aumento del precariato e dell’offerta di servizi gestita da soggetti privati. Questi risultati, consolidati ben prima della pandemia, hanno inciso sulla gestione dell’emergenza e determinato forti sperequazioni territoriali, mettendo altresì in luce quali siano gli assi prioritari d’intervento per invertire la tendenza. In risposta a tale situazione problematica, la Funzione pubblica Cgil ha lanciato una proposta articolata in quattro punti e centrata principalmente sulla ricostruzione e valorizzazione della filiera lavorativa del diritto alla salute. L’articolo mette in rilievo anche uno dei temi centrali per la prossima stagione contrattuale del settore, quello relativo alla necessità di rivedere le regole che normano il sistema di riconoscimento della crescita professionale, vale a dire la riscrittura del sistema di classificazione, e si sofferma sulla necessità di lavorare su un sistema di competenze di base, avanzate, trasversali, che siano adeguate, dinamiche e in aggiornamento continuo.
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Focus I – La sanità nel Pnrr: opportunità e rischi
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Focus II – Il Libro Azzurro: la proposta della campagna «Primary Health Care Now or Never» per la riforma delle cure primarie in Italia
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La contrattazione sociale al tempo della pandemia
La contrattazione sociale e territoriale ha sofferto, al pari di ogni altra attività, delle restrizioni imposte dal Covid-19, ma ha anche acquisito elementi di qualificazione e di efficacia, sia nei contenuti che nei processi negoziali. Il primo dato relativo all’azione contrattuale che emerge dall’Osservatorio nazionale sulla contrattazione sociale territoriale di Cgil, Spi e Fondazione Di Vittorio riguarda, causa il lockdown, il distanziamento, la sospensione degli eventi, l’incremento di interlocuzioni tra sindacato confederale e istituzioni locali, anche come quantità di incontri da remoto e di iniziative informali. Invariato l’orientamento rispetto ai principali soggetti destinatari delle misure, i più fragili rispetto alla dimensione sociale e sanitaria della crisi: dai poveri agli anziani, ai non autosufficienti, ai disabili. Ma la pandemia non ha riportato l’attenzione solo sul valore della cura. La retorica dell’uomo solo, autonomo, individualista ha mostrato tutti i suoi limiti, mentre di contro il nostro essere definiti dall’interdipendenza, l’importanza di sentirsi parte di una comunità è emersa in tutta la sua rilevanza e in molte situazioni ha fatto la differenza.
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La contrattazione sociale territoriale per la non-autosufficienza tra path dependency ed emergenza sanitaria: due esperienze regionali a confronto
Attraverso la contrattazione sociale territoriale, i sindacati contribuiscono all’elaborazione della politica sociale a livello locale. L’obiettivo di questo articolo è indagare come questa forma di azione negoziale si sviluppi nel campo specifico della long-term-care (Ltc) e in che misura i suoi risultati contribuiscono a ricalibrare, espandere o preservare il sistema socio-sanitario regionale. A tal fine, discutendo i risultati di una ricerca realizzata con metodi di indagine quali-quantitativi, l’articolo esamina contenuti, logiche e processi della contrattazione sociale territoriale nell’ambito della Ltc in due regioni, la Lombardia e l’Emilia-Romagna. Particolare attenzione è riservata a investigare l’influenza che la crisi del Covid-19 ha avuto nel plasmare il dialogo sociale in questo campo specifico di policy.
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Piano nazionale di ripresa e resilienza e trasversalità di genere
La pandemia ha esasperato l’ancora notevole livello di diseguaglianze di genere e di segregazione nel mondo del lavoro. La scelta del piano Next generation Eu è stata una importante rottura con il modello di austerity precedente ma l’enfasi su digitale e green non sarebbe sufficiente a contrastare le diseguaglianze, ancor meno quella di genere data la segregazione dei settori interessati. La trasversalità e le condizionalità ex ante rappresentano un notevole passo avanti, ottenuto grazie ad una significativa mobilitazione delle donne in Italia e in Europa, ma sono necessari non solo lo stanziamento di risorse sul singolo piano ma anche riforme abilitanti che portino ad un vero cambio di paradigma.
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Genere, traversalità e intersezionalità: la proposta (mancata) del Pnrr
In risposta alla crisi pandemica che, a partire dai primi mesi del 2020, ha investito il mondo intero, l’Unione europea ha lanciato il programma Next Generation Europe (Ngeu), caratterizzato da un sistema di investimenti e riforme strategiche senza precedenti, volto a sostenere i paesi membri nel fronteggiamento e nel superamento delle conseguenze economiche e sociali della Covid-19. Fulcro del programma, il Dispositivo per la ripresa e resilienza (Recovery and Resilience Facility - Rrf). Per accedere ai fondi Rrf tutti gli Stati membri interessati sono stati invitati a redigere un Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Questo articolo discute criticamente il modo in cui il Piano nazionale italiano di ripresa e resilienza affronta il tema della parità di genere, mettendo in luce alcune criticità che emergono dall’impianto stesso del documento e dall’approccio adottato per l’inserimento di tale priorità in un’azione di più ampio respiro. La parità di genere, considerata trasversale a tutte le sei missioni del Pnrr, a parere di chi scrive, appare perdere concretezza e incisività nelle maglie del vasto programma di lavoro, perdendo di vista di fatto un’altra importante sfida: quella della intersezionalità, indicata esplicitamene dalla Strategia europea per la parità di genere 2020-2025 (Ue, 2020b), nella quale l’approccio è chiaramente duplice e fondato proprio sul principio trasversale dell’intersezionalità.
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19° RAPPORTO SUI DIRITTI GLOBALI • 2021 [EBOOK]
19.99
€
Il
Rapporto sui diritti globali
è una pubblicazione annuale sui processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali. Lo studio è realizzato dalla Associazione Società INformazione Onlus, con la partecipazione della Cgil nazionale e l’adesione delle maggiori associazioni, italiane e non solo, impegnate a vario titolo sui grandi temi trattati nel Rapporto. Dal 2020, viene pubblicato anche in lingua inglese e si focalizza sui diritti umani e sulla lotta contro l’impunità, a partire dalla collaborazione con Fight Impunity-Association Against Impunity and for Transitional Justice, che promuove il volume. Il Rapporto si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro e nella formazione, nelle professioni sociali, nelle associazioni e nel Terzo settore. Come si evidenzia in numerosi paesi e come il Rapporto documenta, anche nel 2021 la pandemia di Covid-19 si è accompagnata a un’accentuazione delle violazioni di diritti fondamentali. Con il pretesto delle misure sanitarie, si sono introdotte misure di eccezione, determinate riduzioni di libertà e peggioramenti nella condizione sociale ed economica di milioni di cittadini in molte parti del mondo, mentre è emersa con maggior evidenza la pericolosa vulnerabilità del sistema democratico e dello Stato di diritto. Il Rapporto, oltre alle violazioni dei diritti umani documentate con un Osservatorio sulle impunità, analizza e denuncia crimini che violano e compromettono altre sfere di diritti altrettanto fondamentali, che riguardano le comunità e non solo gli individui, come quelli ambientali, economici, sociali. Crimini di sistema, dei quali nessuno si sente responsabile, ma che sono invece prodotti da precise scelte politiche, economiche, di governo. Dallo studio dei dati e degli avvenimenti recenti emerge la necessità di cambiamenti radicali e di urgenti inversioni di rotta.
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Voci dal conflitto [EBOOK]
9.99
€
La storia del conflitto Palestina-Israele, anche in questa ultima e più drammatica fase, ha reso palese l’inadeguatezza di qualunque strategia di pace che poggi su una riduzione arbitraria della sua complessità. Per questo le autrici e gli autori del libro – ebrei israeliani, palestinesi cittadini di Israele, palestinesi dei Territori Occupati, scienziate e scienziati, esponenti dei movimenti per la risoluzione non violenta del conflitto – ne offrono una rappresentazione non appiattita sugli schemi della belligeranza, recuperando la molteplicità delle tensioni che si sono venute creando tra le due parti, non solo sul piano degli interessi politici ed economici, ma anche su quello delle fratture sociali e culturali. Voci di israeliani, voci di palestinesi, voci contro la guerra. Voci di sorprendente attualità nel mettere a fuoco cause ed effetti del fallimento del progetto “due popoli due Stati”. Nel denunciare, da punti di vista differenti, l’ingiustizia dell’occupazione, la sottrazione di risorse vitali come l’acqua, la strategia di apartheid di cui i governi israeliani sono responsabili, l’insostenibilità degli interventi (e dei non interventi) del mondo occidentale. Tutto questo mentre si avverte, oggi più che mai, la necessità della mediazione internazionale, in cui l’Unione europea, per i suoi principi e per le sue leggi, superando l’impotenza attuale, può essere il soggetto
super partes
al quale pure guardano le autrici e gli autori del volume.
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Rete nera
16.00
€
Se parliamo degli attentati del Bataclan, di Nizza, Bruxelles e Manchester, in Occidente tutti hanno immediata memoria del terrorismo islamico. La musica cambia se parliamo del terrorismo suprematista e xenofobo: Oklahoma City, Utøya, Christchurch, El Paso. I ricordi si fanno più confusi, in alcuni casi fuorvianti. Eppure sono attentati che hanno causato centinaia e centinaia di morti. Il libro
Rete nera
analizza le azioni, il pensiero dei killer suprematisti, i loro manifesti politici, che condividono sul web e non solo, i punti di contatto tra nazionalismo e xenofobia. Lo stragista di Utøya elencò già nel 2011 i partiti che avrebbero potuto dare una mano per prendere il potere: Russia Unita di Putin, il Front National di Le Pen, la Lega, Forza Nuova, Fpö, Pvv, Vlaams Belang. Una parte di queste forze avrebbe poi formato nel 2015 un gruppo unico all’Europarlamento e sarebbe anche andata al governo in alcuni Paesi, tra cui l’Italia. E che dire del killer di Christchurch, australiano, che si radicalizza in Europa e fa donazioni ai movimenti identitari di Francia e Austria? Il suo manifesto politico si intitola “La Grande Sostituzione”, come il saggio del francese Renaud Camus. La teoria di base è semplice: gli occidentali bianchi devono ricominciare a fare più figli e gli immigrati devono tornare a casa loro. Per svegliare le coscienze e respingere gli “invasori” ogni mezzo è lecito, stragi di innocenti comprese. Fino a qualche anno fa chi avrebbe potuto immaginare l’assalto al Congresso Usa? Gli Stati Uniti di Trump e la Russia di Putin soffiano sul fuoco del nazionalismo allo scopo di indebolire l’Unione europea? Terrorismo islamico e terrorismo suprematista alimentano allo stesso modo lo “scontro di civiltà” teorizzato da Samuel P. Huntington. Perché i media e l’opinione pubblica danno un peso diverso alle due facce della stessa medaglia? Il libro accende un riflettore su questi temi, finora trascurati e sottostimati.
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Archivi dell’acqua salata [EBOOK]
14.99
€
Una narrazione storico-culturale che ripercorre i maggiori naufragi di migranti avvenuti dal 1990 al 2020 attraverso le tracce lasciate nelle culture pubbliche. Di fronte a un potere politico neoliberista che tende a governare il fenomeno migratorio espellendo e respingendo, emergono le storie di chi nel mare si perde, di chi al viaggio sopravvive, di chi nelle terre lambite da quel mare vive. Quale archivio abbiamo per i nostri sentimenti verso tali eventi? Attraverso testimonianze, film, romanzi, rappresentazioni teatrali, reportage, documentari, saggi storici e sociologici, l’autrice ricostruisce il contesto contemporaneo, interrogandosi su come le stragi di migranti entrano a far parte dello spazio pubblico, in che modo gli affetti legati a queste tragedie segnano l’immaginario e il contesto politico, nel quale troppo spesso le risposte governative rivelano, dietro un esibito cordoglio, un prevalente approccio securitario e razzismo istituzionale. Gli archivi dell’acqua salata si configurano come un archivio non convenzionale, corporeo, emozionale, politico, un archivio in divenire, interdisciplinare, incompleto. I frammenti che lo compongono permettono di evocare racconti personali, storie di vita che rimangono al di fuori della Storia, brandelli che compongono una memoria performante e inclusiva delle soggettività e dei loro sentimenti. Una narrazione di storia del presente che riguarda tutte e tutti.
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Rete nera [EBOOK]
11.99
€
Se parliamo degli attentati del Bataclan, di Nizza, Bruxelles e Manchester, in Occidente tutti hanno immediata memoria del terrorismo islamico. La musica cambia se parliamo del terrorismo suprematista e xenofobo: Oklahoma City, Utøya, Christchurch, El Paso. I ricordi si fanno più confusi, in alcuni casi fuorvianti. Eppure sono attentati che hanno causato centinaia e centinaia di morti. Il libro
Rete nera
analizza le azioni, il pensiero dei killer suprematisti, i loro manifesti politici, che condividono sul web e non solo, i punti di contatto tra nazionalismo e xenofobia. Lo stragista di Utøya elencò già nel 2011 i partiti che avrebbero potuto dare una mano per prendere il potere: Russia Unita di Putin, il Front National di Le Pen, la Lega, Forza Nuova, Fpö, Pvv, Vlaams Belang. Una parte di queste forze avrebbe poi formato nel 2015 un gruppo unico all’Europarlamento e sarebbe anche andata al governo in alcuni Paesi, tra cui l’Italia. E che dire del killer di Christchurch, australiano, che si radicalizza in Europa e fa donazioni ai movimenti identitari di Francia e Austria? Il suo manifesto politico si intitola “La Grande Sostituzione”, come il saggio del francese Renaud Camus. La teoria di base è semplice: gli occidentali bianchi devono ricominciare a fare più figli e gli immigrati devono tornare a casa loro. Per svegliare le coscienze e respingere gli “invasori” ogni mezzo è lecito, stragi di innocenti comprese. Fino a qualche anno fa chi avrebbe potuto immaginare l’assalto al Congresso Usa? Gli Stati Uniti di Trump e la Russia di Putin soffiano sul fuoco del nazionalismo allo scopo di indebolire l’Unione europea? Terrorismo islamico e terrorismo suprematista alimentano allo stesso modo lo “scontro di civiltà” teorizzato da Samuel P. Huntington. Perché i media e l’opinione pubblica danno un peso diverso alle due facce della stessa medaglia? Il libro accende un riflettore su questi temi, finora trascurati e sottostimati.
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Osservatorio sulla legalità nel terziario [EBOOK]
9.90
€
La legalità è da sempre una priorità per la Filcams-Cgil, che svolge la propria attività in contesti nei quali il rispetto delle regole e delle normative non è affatto un dato di partenza scontato, ma piuttosto un obiettivo. L’illegalità per lavoratrici e lavoratori si traduce nella mancanza di contratti scritti, nel mancato riconoscimento della retribuzione e della contribuzione, nel lavoro nero e grigio, nei sotto-inquadramenti e negli straordinari non pagati, nell’assenza di tutele per la sicurezza e nella messa a rischio della salute, e ancora nell’applicazione di contratti pirata e nell’abuso di contratti atipici. I contributi di questo Primo Rapporto dell’Osservatorio sulla legalità nel terziario affrontano la natura pervasiva e differenziata dell’illegalità nei settori del commercio e servizi, evidenziando la rilevanza di analisi multidisciplinari e multi-settoriali per comprendere questi fenomeni, insieme a interventi multi-livello per fronteggiarli. I saggi descrivono le molteplici forme con cui l’illegalità può manifestarsi, dalla presenza della mafia fino alle irregolarità delle imprese e allo sfruttamento del lavoro individuale, con un danno per i sistemi socio-economici a livello locale, nazionale e globale.
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RGL N. 4/2021
38.00
€
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Dottrina
Details
Giurisprudenza
Details
RGL N. 4/2021 – Osservatori
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Ripartire dalle città
15.00
€
Le risorse ingenti messe a disposizione dall’Unione europea per la ripresa economica, la transizione ecologica e l’inclusione sociale devono essere impiegate nella direzione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Nella famosa «Agenda Onu 2030», c’è un ampio capitolo dedicato alle città e alle comunità urbane, viste come luoghi in cui si diffondono nuovi bisogni e in cui sarebbe necessario applicare le politiche di sostenibilità. Questo libro vuole illustrare in dettaglio, con particolare riferimento all’Italia, gli obiettivi dell’Agenda Onu per un rilancio sostenibile delle città e una maggiore coesione delle comunità (secondo l’obiettivo di sviluppo sostenibile 11) e proporre alcuni per corsi di «concertazione e contrattazione territoriale» attraverso i quali le presenze sociali organizzate da un lato, le amministrazioni di governo locale dall’altro, possano avviare concretamente gli obiettivi di sostenibilità.
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