• L’articolo analizza l’insicurezza delle carriere lavorative, coniugando il dato alla qualità del lavoro dei lavoratori temporanei, in termini di mansioni, competenze e possibilità di incidere sulle decisioni che riguardano l’organizzazione. È stata effettuata una ricerca comparativa, mettendo in evidenza le differenze tra modelli di capitalismo. Le analisi sono state condotte elaborando i dati presenti nelle cinque indagini della European Working Conditions Survey.
  • L’articolo sostiene che per comprendere la precarietà del lavoro occorre contestualizzare i cambiamenti strutturali nelle condizioni soggettive e, viceversa, situare la dimensione soggettiva nelle trasformazioni strutturali del lavoro. Al centro dell’analisi è il lavoro autonomo individuale, un caso interessante per indagare come la precarietà sia socialmente costruita, dal momento che sfida la dicotomia che contrappone, da un punto di vista contrattuale, il lavoro autonomo e il lavoro dipendente. L’obiettivo principale è comprendere in qual modo i lavoratori autonomi individuali esperiscano la precarietà «nel lavoro» e come questa si articoli all’interno dei processi di precarizzazione e auto-imprenditorialità.
  • L’articolo presenta i principali risultati raccolti dalla ricerca Vita da professionisti, dedicata ai bisogni e alle aspettative dei professionisti non dipendenti, di qualsiasi settore, che operano con qualsiasi forma contrattuale, principalmente lavoratori autonomi con partita Iva. Sono qui presentati i principali aspetti che caratterizzano il lavoro dei professionisti: le condizioni di lavoro, gli aspetti economici e retributivi, gli obiettivi di cambiamento e di miglioramento che i lavoratori chiedono al sindacato.
  • La complessità che emerge nell’esplorazione delle figure professionali e delle situazioni di precariato che connotano il settore artistico e dello spettacolo musicale è la chiave di lettura per comprendere gli ambiti entro cui si muovono i musicisti, fluttuanti tra la libertà creativa – condizione essenziale per l’artista – e la difficoltà lavorativa che spesso la limita. L’instabilità occupazionale, conseguenza di politiche culturali non sintonizzate e dell’assenza di percorsi di formazione specifica, viene sentita dagli artisti intervistati in modi diversi, al confine tra opportunità e limite.
  • L’articolo analizza le dinamiche della precarietà del lavoro in un settore – come quello dei servizi di pulizia – cresciuto con l’outsourcing di attività da parte di imprese e pubbliche amministrazioni. Si tratta inoltre di un settore labour intensive, in cui prevalgono le occupazioni low skill. Basandosi sui risultati di uno studio di caso, l’analisi si sofferma soprattutto sui meccanismi che producono precarietà del lavoro. Emerge il ruolo sempre più rilevante delle «terze parti», dei clienti/committenti privati e, ancor di più, pubblici.
  • Lo scopo di questo contributo è quello di definire il sistema dei voucher quale elemento del più ampio processo di gratuitizzazione del lavoro. Per farlo, nella prima parte mi concentro sulle coordinate soggettive e oggettive del processo di gratuitizzazione del lavoro e di desalarizzazione. Nella seconda, invece, entrerò nel vivo della questione voucher concentrandomi su quelle stesse coordinate, così come emerse dal terreno in occasione di una ricerca sul lavoro accessorio nel bolognese.
  • Il testo cerca di fornire dapprima un quadro delle tendenze di sviluppo geografico e settoriale del fenomeno della sharing economy e delle sue prospettive. La sua crescita viene poi inquadrata nell’ambito di alcune più generali tendenze, in gran parte negative, in atto nel mondo del lavoro e, più in generale, nel capitalismo contemporaneo. L’ultima parte prova, infine, a delineare alcune proposte di intervento per regolare un fenomeno che minaccia altrimenti di rivelarsi come potenzialmente devastante su molti fronti, da quello della protezione dei lavoratori e dei consumatori, a quello del livello delle entrate fiscali degli Stati, al grado di concorrenza rilevabile nei vari settori.
  • Il saggio esamina il nuovo volto dei Servizi per l’impiego italiani a seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. n. 150/2015, di attuazione del cd. Jobs Act. Le linee portanti della riforma italiana sono confrontate con i tratti salienti delle esperienze europee e internazionali di maggior successo nella gestione del mercato del lavoro. Il lavoro si conclude rilevando che il quadro normativo nazionale è ormai in linea con le buone prassi emergenti dal contesto comparato, ma molto resta ancora da fare sul piano operativo.
  • Il mutualismo sta ritornando di moda. Le difficoltà emerse nel settore sanitario hanno pro- gressivamente portato alla convinzione di dar vita a fondi integrativi che, sviluppati dap- prima a livello di azienda (welfare aziendale), stanno ormai affermandosi a livello di con- tratti nazionali. Questi fondi sono stati istituiti modificando la legge sulle Società (operaie) di mutuo soccorso del 1886. Invece di limitarsi a rivendicare non sarebbe ora di rilanciare una pratica mutualistica, come solidarietà tra lavoratori? E in questi tempi di scarsa cresci- ta, accanto alla rivendicazione non è bene sviluppare anche la prospettiva mutualistica?
  • Nell’articolo – frutto di un intervento in un corso di formazione – l’Autore pone al centro della propria riflessione il passaggio cruciale che affronta oggi il sindacato, laddove per la pri- ma volta nella sua storia centenaria ne vengono poste in discussione il ruolo e la struttura. Funzionale a questa analisi è la ricostruzione delle tappe principali della storia del sindaca- lismo confederale dalle origini, passando per l’età liberale fino alla prima guerra mondiale e soffermandosi in particolare sul complesso rapporto sindacato-istituzioni e sindacato-partito.