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Una storia vera, come tante che in quegli anni vissero numerose famiglie italiane, raccontata in prima persona con lo stile di un romanzo e capace di coinvolgere e trasmettere emozioni personali e familiari, vissute dall’autore ma che testimoniano le tragiche condizioni di un’epoca nera che ha segnato indelebilmente la storia d’Italia. Scritto durante gli anni di internamento, insieme ad altri italiani, in un campo britannico, il libro fu pubblicato dapprima in lingua inglese, nel 1940, e solo alla fine della guerra nella sua versione originale in italiano. Questo volume ripropone l’edizione del 1996, promossa all’epoca dalla Fondazione di studi storici «Filippo Turati» e pubblicata da Piero Lacaita Editore, e si arricchisce della presentazione del figlio Claudio e di una nuova prefazione di Andrea Ricciardi, oltre a quella di Bruno Trentin che corredava il volume precedente.
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Quanto è presente il fenomeno mafioso in Lombardia? Qual è, più specificamente, il livello di infiltrazione della ’ndrangheta nella regione più popolosa, ricca e progredita d’Italia? Quale il suo grado di insediamento o – ancor più – di radicamento? Le parole non vengono mai a caso. E oggi più che mai dobbiamo usarle con scrupolo scientifico e responsabilità intellettuale, di fronte ai fatti, alle relazioni sociali, alle mentalità pubbliche e private messe a nudo dalla ricerca. Mafia ed economia. Il rischio criminale in Lombardia è un libro che non rimuove e non ambisce a stupire. Ma che responsabilmente sistematizza gli scomodi risultati di una recente, ampia ricerca su «Mafia ed economia in Lombardia» svolta dal centro Cross dell’Università degli Studi di Milano in partnership con Cgil Lombardia. Emerge l’ascesa degli interessi e delle logiche di mafia in un’area che un tempo ne era quasi immune. Si delinea la sagoma di un capitalismo pericolosamente ibrido. La cui realizzazione, come spiegano gli autori, va e può essere ancora contrastata.