
Introduzione
Ugo Ascoli, Giovanna Vicarelli
I Medici di medicina generale: crisi o rinnovamento?
General practitioners: crisis or renewal?
Giovanna Vicarelli
Il 4 aprile 2024 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato l’Accordo collettivo nazionale (Acn) per la medicina generale, relativo agli anni 2019-2021. Si tratta del quattordicesimo accordo dalla creazione della figura del Medico di medicina generale (Mmg) avvenuta con la legge n. 833/78 istitutiva del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Il nuovo accordo tende a sottolineare l’innovazione nel profilo di tale professionista, sia in ambito organizzativo, sia nei rapporti con le nuove strutture territoriali (Case della comunità). In realtà, fin dalla sua prima istituzionalizzazione, la complessità del profilo giuridico ed economico dei Mmg ne costituisce un tratto distintivo e problematico. Il nodo, infatti, della regolazione di una professione «libero professionale convenzionata» è restato a lungo irrisolto ed oggi reso ancor più evidente dalla pandemia da Sars-Cov-2 e dalla emanazione del decreto ministeriale n. 77/22 che stabilisce i nuovi modelli e standard della territorialità. Nell’articolazione del presente contributo, dopo un paragrafo in cui verranno esplicitate le ipotesi e il metodo della ricerca, si analizzerà la configurazione lavorativa dei Mmg precedente e seguente la pandemia, attraverso un’ottica processuale che guarda ai nodi di una professione che potrebbe entrare oggi in una fase di ulteriore declino o, forse, di trasformazione innovativa.
ENGLISH - On April 4, 2024, the State-Regions Conference approved the National collective agreement (Accordo collettivo nazionale, Acn) for general medicine, covering the years 2019-2021. This marks the fourteenth agreement since the creation of the General practitioner (Gp) role under law n. 833/78, which established the National health service (Servizio sanitario nazionale, Ssn). The new agreement emphasizes the innovation in the profile of this professional, both in terms of organization and in their interactions with new territorial structures (Community health centers). The complexity of the legal and economic profile of Gps has been a defining and problematic feature from its initial institutionalization. The issue of regulating a «conventional self-employed profession» remained unresolved for a long time, and it has become even more evident with the Sars-CoV-2 pandemic and the issuance of Ministerial decree (Md) n. 77/22, which sets new models and standards for territorial healthcare. This paper is structured as follows: after a section outlining the research hypotheses and methodology, the working conditions of Gps before and after the pandemic will be analyzed. The analysis will take a process-oriented approach, looking at the challenges of a profession that may be entering a phase of further decline or, perhaps, innovative transformation.
Gli infermieri di famiglia e di comunità in Italia tra ambiguità e opportunità di sviluppo
Family and community nurses in Italy between ambiguity and development opportunities
Stefano Neri
L’articolo ricostruisce il processo di creazione dell’Infermiere di famiglia e di comunità (Ifec) in Italia, adottando un approccio storico e di sociologia delle professioni, a partire dalla definizione Oms del 1998-2000, per giungere, attraverso le esperienze regionali, al d.m. n. 77/2022. L’analisi del ruolo degli attori, condotto mediante analisi documentaria e interviste semi-strutturate, ha evidenziato che esistono opportunità di sviluppo dell’Ifec, ma anche ambiguità relative alla loro giurisdizione professionale rispetto a infermieri territoriali e Adi, da un lato, medici di medicina generale e alcune figure tecniche, dall’altro. Se è vero che l’Ifec si configura come un’opportunità di rafforzamento della professione infermieristica, è altrettanto vero che i potenziali conflitti inter e intra professionali, sommati alle condizioni del mercato del lavoro, possono rallentare la sua affermazione.
ENGLISH - The article reconstructs the process of establishing the Family and community nurse (Fcn) in Italy, adopting a historical and sociology of professions approach. Starting from the Who definition of 1998-2000, it traces the development through regional experiences up to Ministerial decree n. 77/2022. The analysis of the role of various actors, conducted through documentary analysis and semi-structured interviews, revealed that there are opportunities for the development of the Fcn, but also ambiguities concerning its professional jurisdiction, on one side, in relation to territorial and home care nurses, and on the other, to Gps and some health technical roles. While it is true that the Fcn represents an opportunity to strengthen the nursing profession, it is equally true that potential inter- and intra-professional conflicts, combined with labour market conditions, may hinder its success.
Le organizzazioni temporanee nelle emergenze sanitarie. Il caso delle Usca
Temporary organisations in health emergencies. The case of the special continuity of care units
Micol Bronzini, Roberto Lusardi
Durante le prime e più aggressive ondate della pandemia di Covid-19, il governo italiano istituisce le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), unità mobili di personale sanitario con il compito di curare e assistere i malati di Covid-19 a domicilio, in coordinamento con i medici di medicina generale. L’articolo analizza le Usca come caso emblematico di organizzazione temporanea «effimera», evidenziandone le condizioni di efficacia ma anche le significative criticità e soffermandosi sull’eredità organizzativa di questa esperienza come modello di continuità assistenziale.
ENGLISH - During the first and most aggressive waves of the Covid-19 pandemic, the italian government set up the Special continuity of care units (Usca), mobile units of healthcare personnel with the task of treating and assisting Covid-19 patients at home, in coordination with general practitioners. The article analyses the Usca as an emblematic case of a temporary «ephemeral» organisation, highlighting its conditions of effectiveness but also the main critical issues, and focusing on the organisational legacy of this experience as a model of continuity of care.
Le condizioni di lavoro nel dibattito pubblico sui servizi di salute mentale
Working conditions in the public debate on mental health services
Luca Negrogno
L’articolo affronta le sfide dello stress lavoro-correlato nel settore della salute mentale, sottolineando la necessità di una descrizione più approfondita delle prassi e delle culture organizzative dei servizi. In occasione del centenario di Franco Basaglia il dibattito ha rivelato un divario tra i princìpi della riforma del 1978 e le attuali esigenze della popolazione. Oltre alla carenza di risorse, risultano molto frammentarie le descrizioni delle prassi e delle organizzazioni dei servizi: nonostante la diffusione del modello biopsicosociale della recovery, la definizione delle pratiche e dei princìpi ad esso connessi rimane vaga, complicando la comprensione delle condizioni lavorative. L’analisi, basata sulla sociologia pubblica e dell’organizzazione, esplora come le culture e l’operatività sono rappresentate nel discorso pubblico sui servizi di salute mentale, con attenzione alle condizioni di lavoro del personale.
ENGLISH - The article addresses the challenges of work-related stress in the mental health sector underlining the need for a more in-depth description of the practices and organizational cultures of services. On the occasion of Franco Basaglia’s centenary, the debate revealed a gap between the principles of the 1978 reform and the current needs of the population. In addition to the lack of resources, the descriptions of the practices and organizations of the services are very uncertain: despite the diffusion of the biopsychosocial model of recovery, the definition of the practices and principles connected to it remains vague, complicating the understanding of working conditions. The analysis, based on public and organizational sociology, explores how cultures and operations are represented in the public discourse on mental health services, with attention to the working conditions of staff.
Curare la cronicità. Esperienze di Family learning sociosanitario
Taking care of chronicity. Experiences of Family learning in social and health care
Maria Teresa Medi
I mutamenti dello scenario epidemiologico, demografico e sociale, in particolare la diffusione delle malattie croniche e l’allungamento della vita, richiedono una ridefinizione dei contesti di cura, specialmente nell’approccio alle malattie inguaribili. Il ricorso al domicilio, come luogo di cura nella cronicità, comporta l’implicazione dei pazienti e dei familiari nei percorsi di assistenza, il che rende necessario ricomporre il rapporto fra i saperi scientifici e i saperi esperienziali, fra le cure formali e le cure informali. Il lavoro di cura nella cronicità ha bisogno di una presa in carico forte che tenga conto della dimensione biopsicosociale della malattia, mentre i modelli organizzativi in sanità rimangono ancora fortemente ancorati a modelli d’intervento ospedalocentrici a discapito delle cure primarie. Questo disallineamento fra bisogni e cure offerte mette in sofferenza anche i professionisti dei servizi sanitari. Nel presente contributo viene riportata la storia di un modello innovativo di educazione terapeutica, mirato a cogliere le nuove esigenze di presa in carico dei pazienti più fragili denominato Family learning sociosanitario, ideato e sperimentato nella realtà marchigiana.
ENGLISH - The transformations of the epidemiologic, demographic, and social scenarios, in particular the diffusion of chronic illnesses and the extension of life expectancy, require a redefinition of the care contexts, especially when approaching incurable diseases. The recourse to home care, as a caretaking place of chronic diseases, implies the involvement of patients and their relatives in assistance paths thus making it necessary to reconstruct the relationship between scientific knowledge and experience, between formal and informal treatments. The caretaking work in chronic disease needs a strong taking charge that must consider the biological/psychological/social dimension of the disease, while the organization models in the health care system stay strongly attached to models of intervention centered on the hospital, to the detriment of primary cares. This misalignment between needs and cares creates suffering also to healthcare system professionals. In the present paper is reported the story of an innovative model in therapeutical education aimed at gathering the new needs of taking charge of the frailest patients. Its denomination is Family learning in social and health care, devised and experimented in the reality of the Marche region.
I medici del futuro
The medical practitioners of the future
Dora Gambardella, Noemi Crescentini
La professione medica in Italia attraversa una fase di intensa ridefinizione, sospesa tra pressioni manageriali, riduzione di autonomia e spinte vocazionali ancora vive. Attraverso una survey rivolta agli studenti di Medicina dell’Università di Napoli Federico II, il presente contributo mira ad evidenziare sia la persistenza di ideali di «servizio», sia il disallineamento crescente verso aree specialistiche critiche come l’emergenza-urgenza. Tali dinamiche sottolineano la necessità di politiche formative integrate, in grado di orientare aspirazioni individuali e fabbisogni reali del Servizio sanitario nazionale. Da una prospettiva sociologica, ciò implica un ripensamento dell’orientamento professionale e del sostegno istituzionale lungo l’intero percorso formativo. L’insieme di questi fattori ridefinisce tanto l’identità quanto la funzione sociale del «medico del futuro», sollecitando un dibattito sul rapporto tra vocazione, sicurezza economica e responsabilità collettiva.
ENGLISH - The medical profession in Italy is currently experiencing a period of significant transformation, characterised by a tension between managerial pressures, reduced autonomy, and the ongoing relevance of vocational aspirations. This contribution aims to underscore the persistence of ideals of «service» and the growing misalignment towards critical specialist areas, such as emergency care, through a survey aimed at medical students at the University of Naples «Federico II». These dynamics highlight the necessity for integrated training policies that can orient individual aspirations and address the actual requirements of the National health service. From a sociological perspective, this suggests a necessity for a rethink of professional orientation and institutional support throughout the entire training process. All these factors, when considered collectively, serve to redefine both the identity and the social function of the «doctor of the future». This, in turn, gives rise to a debate on the relationship between vocation, economic security and collective responsibility.
Residenze sanitarie assistite: contesto generale, prospettive e dati statistici
Work in assisted health care residences: general context, outlook, and statistical data
Elena de Pasquale, Stefano Sabato, Michele Vannini
Dietro l’acronimo Rsa, Residenze sanitarie assistite, si cela un mondo fatto di bisogni e professionalità che merita di essere correttamente inquadrato, sia sotto il profilo dell’utenza che sotto il profilo del lavoro. Sono state raccolte numerose testimonianze di chi opera all’interno delle Rsa, ma più in generale nell’ambito del settore socio-sanitario, in centri di riabilitazione o di chi è impegnato in attività socio-sanitario assistenziale educativo di tipo domiciliare, da cui emergono spaccati di realtà e vita quotidiana che fanno ben comprendere come a fronte di blocchi nei rinnovi contrattuali, diritti normativi non riconosciuti, i lavoratori continuino a portare avanti la loro «missione» con grande spirito di sacrificio. Come Funzione pubblica Cgil abbiamo rilevato la necessità di avviare una riflessione seria e strutturata che porti ad un cambiamento dell’attuale sistema di gestione delle Residenze sanitarie assistite e, conseguentemente, dell’organizzazione del lavoro. A stesso lavoro, pubblico o privato che sia, devono corrispondere lo stesso salario e gli stessi diritti.
ENGLISH - Behind the acronym Rsa, Residenze sanitarie assistite, lies a world made up of needs and professionalism that deserves to be properly framed, both from the point of view of users and from the point of view of workers. The essay has collected numerous testimonies from those who work within the Rsas, but more generally within the socio-health sector, in rehabilitation centers or those engaged in socio-health care educational activities of the home type. What does emerge is a glimpse of reality and daily life that makes it very clear how workers continue to carry out their «mission» with a great spirit of sacrifice, in spite of blockages in contractual renewal and unrecognized normative rights. As Funzione pubblica Cgil, we have noted the need to initiate a serious and structured reflection leading to a change in the current system of management of Assisted living residences and, consequently, in the organization of work. The same work, whether public or private, must be matched by the same wages and the same rights.
Rafforzamento dei servizi sociali territoriali e attuazione del federalismo. Il caso degli assistenti sociali
Strengthening territorial social services and implementation of federalism. The case of social workers
Angelo Marano
La legge di bilancio 2021 ha individuato un livello essenziale delle prestazioni di un assistente sociale ogni 5.000 abitanti ed ha previsto un contributo di 40mila euro annui per ogni assistente sociale assunto a tempo indeterminato dagli enti locali oltre il rapporto di 1:6500, fino al rapporto di 1:5000. La misura rafforza i servizi sociali territoriali, ma la previsione della soglia minima di 1:6500 potrebbe penalizzare le aree più arretrate. Tuttavia, le risorse disponibili sono sufficienti per finanziare tutti i territori ed i Comuni possono reclutare assistenti sociali in deroga ai correnti vincoli assunzionali ed utilizzare il Fondo di solidarietà comunale per raggiungere la soglia. I dati mostrano una crescente reattività all’incentivo anche da parte dei territori più arretrati. Aumentano le risorse attribuite, i concorsi banditi e gli assistenti sociali assunti, mentre si riduce il divario fra le Regioni del Nord e quelle del Centro e del Mezzogiorno.
ENGLISH - The italian 2021 budget law identified an essential service level of one social worker for every 5,000 residents, granting funding of 40 thousand euros per year for each assistant hired on a permanent basis by Municipalities over the ratio of 1:6,500, up to 1:5,000. The measure strengthens social services, but the provision of the minimum threshold of 1:6,500 could penalize the weakest territories. However, resources are available to finance all territories, while Municipalities are allowed to recruit social workers in derogation of current restrictions and may use the special «Municipal solidarity fund» in order to reach the threshold. The evidence shows a growing responsiveness to the incentive even by the most backward territories. The resources allocated are increasing, as are the numbers of recruitment procedures activated and of social workers hired, while the gap between the northern and the central and southern Regions is falling.
Povertà lavorativa e politiche occupazionali di contrasto in Italia. A che punto siamo?
In-work poverty and counteracting employment policies in Italy. Where do we stand?
Mirco Di Sandro, Rachele Gnucci, Denise Padula
A più di un anno dall’entrata in vigore delle nuove misure di contrasto alla povertà questo saggio si propone di «fare il punto» sul fenomeno della povertà lavorativa in Italia e sullo stato delle politiche di contrasto. Ricostruendo il tortuoso iter delle riforme, l’articolo individua elementi di continuità e discontinuità tra le misure che si sono susseguite nei recenti cambi di governo. Dopo aver discusso limiti e benefici del Reddito di cittadinanza, prende in esame le nuove misure introdotte con la riforma del governo Meloni – l’Assegno di inclusione (Adi) e il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), focalizzando l’attenzione sul fenomeno della in-work poverty in Italia in prospettiva comparata. Nella parte conclusiva, l’analisi empirica viene problematizzata alla luce delle tendenze correnti nelle politiche sociali e del lavoro e di possibili alternative che iniziano a essere testate nel dibattito internazionale.
ENGLISH - More than a year after the entry into force of the new measures to combat poverty, this essay sets out to «take stock» of the phenomenon of in-work poverty in Italy and the state of counteracting policies. By the reconstructing of the tortuous course of the reforms, the article identifies elements of continuity and discontinuity among the measures that have followed in the recent changes of government. After discussing the limits and benefits of the «Reddito di cittadinanza» (Citizenship income), the article examines the new measures introduced with the Meloni government’s reform – the «Assegno di inclusione» (Adi) and the «Supporto per la formazione e il lavoro» (Sfl) – focusing on the phenomenon of in-work poverty in Italy, by a comparative perspective. In the concluding section, the empirical analysis is problematised in the light of current trends in labour and social policies and possible alternatives that are beginning to be tested in the international debate.
Qualità dell’occupazione e povertà lavorativa
Employment quality and in-work poverty
Nicola Marongiu
Il contributo evidenzia la necessità di approfondire e rendere evidente la relazione tra povertà lavorativa e bassa qualità dell’occupazione in Italia, focalizzandosi su salari e tipologie contrattuali di lavoro. Negli ultimi decenni, l’Italia ha visto un calo dei salari reali rispetto a Germania e Francia. Nonostante si lavori più ore, la quota del Pil destinata ai salari è tra le più basse d’Europa. La qualità occupazionale, per intensità e durata dei rapporti di lavoro, influenza fortemente i salari: chi lavora con contratti a termine, a part-time e in modo discontinuo ha una retribuzione in media di meno di 10.000 euro l’anno, mentre i lavoratori con contratti a tempo indeterminato, a tempo pieno e con continuità hanno una retribuzione di oltre 37.000 euro, ma riguarda solo il 38,7% degli occupati del settore privato. Inoltre, il 58% di chi lavora part-time lo fa «involontariamente». L’incidenza del rischio di bassi salari e della povertà lavorativa è più alta per le donne e per i giovani, in ragione del maggiore ricorso di contratti discontinui e a tempo parziale. La povertà lavorativa è aumentata dal 9,5% nel 2010 all’11,5% nel 2022. Per contrastarla, occorre agire su più ambiti d’inter vento: specializzazione dei settori produttivi, sostegno alla contrattazione collettiva, regolazione del mercato del lavoro e rafforzamento delle competenze, puntando su politiche che riducano la precarietà e favoriscano l’occupazione stabile e qualificata.
ENGLISH - The essay highlights the need to investigate and stress the relationship between in-work poverty and low quality employment in Italy, focusing on wages and measures of employment contracts. In recent decades, Italy has seen a decline in real wages compared to Germany and France. Despite working longer hours, the share of Gdp allocated to wages is among the lowest in Europe. The quality of employment, in terms of intensity and duration of employment relationships, strongly influences wages: those working on fixed-term, part-time and discontinuous contracts have wages averaging less than €10,000 per year, while workers with permanent, full-time and continuous contracts have wages of more than €37,000, but this concerns only 38.7% on the employed in the private sector. Moreover, 58% of those working part-time do so «involuntarily». The incidence of the risk of low wages and in-work poverty is higher for women and young people, due to the greater use of discontinuous and part-time contracts. In-work poverty increased from 9.5 per cent in 2010 to 11.5 per cent in 2022. To combat it, action is needed on several fronts: specialisation of production sectors, support for collective bargaining regulation of the labour market and strengthening of skills, focusing on policies that reduce precariousness and promote stable and skilled employment.
La questione della natura. Un percorso a partire da alcuni libri recenti
The question of nature. A pathway from some recent books
Riccardo Bellofiore, Francesco Garibaldo, Giovanna Vertova
In quel che segue procederemo ad una rassegna ragionata delle argomentazioni svolte in tre libri, che in qualche misura si integrano e i cui meriti e limiti si bilanciano, sui temi della crisi ambientale: di Ardeni e Gallegati (La trappola dell’efficienza), di Saitō Kōhei (Il capitale nell’Antropocene) e di Carl Cassegård (Toward a Critical Theory of Nature: Capital, Ecology, and Dialectics). Il nostro scopo non è tanto una mera critica quanto aprire un dialogo. E questo proprio quando l’impellenza di un intervento che prenda di petto quella che Claudio Napoleoni, più che crisi ambientale, preferiva chiamare «la questione della natura» – una natura intesa come alterità essenziale che si riconosce e rispetta, senza con ciò rinunciare romanticamente alla sua trasformazione – e che si fa ogni giorno più drammatica. Da questi testi c’è senz’altro molto da imparare. C’è però anche molto da interrogare.
ENGLISH - In what follows, we will proceed to a survey of the arguments made in three books, which to some extent complement each other, and whose merits and limitations balance each other, on the themes of the environmental crisis: by Ardeni and Gallegati (La trappola dell’efficienza), by Saitō Kōhei (Il Capitale nell’Antropocene) and Carl Cassegård (Toward a Critical Theory of Nature: Capital, Ecology, and Dialectics). Our aim is not so much a critique but rather opening a dialogue. And this at a time when the urgency for an intervention that tackles what Claudio Napoleoni, rather than the «environmental crisis», preferred to call «the question of nature» – nature as an essential «other» that is recognised and respected without romantically renouncing its transformation – is becoming more dramatic by the day. There is certainly much to learn from these texts. However, there is also much to put in question.
Invecchiamento attivo: un contributo critico al dibattito
Active aging: A critical contribution to the debate
Giustina Orientale Caputo, Adriana Cerasuolo
Il contributo propone una rilettura critica del paradigma dell’invecchiamento attivo, esplorandone le genealogie teoriche, le modalità di implementazione e le implicazioni sociali. Attraverso una narrative literature review, il lavoro muove da una critica all’approccio prescrittivo che tende a normare l’invecchiamento attraverso metriche rigide e obiettivi uniformi, per chiedersi se – e in quali contesti – il paradigma dell’Active aging possa invece sostenere percorsi differenziati di autonomia e autodeterminazione nella tarda età. Il lavoro mette in discussione l’idea di attivazione come fine e propone, al contrario, di considerare l’autonomia come prerequisito per un invecchiamento attivo autentico. Adottando la prospettiva del life course approach, si sottolinea l’importanza di affrontare le disuguaglianze accumulate lungo l’intero arco della vita. Particolare attenzione è dedicata al livello meso, come spazio privilegiato per tradurre il paradigma in pratiche coerenti con le soggettività anziane.
ENGLISH - This contribution offers a critical reinterpretation of the Active aging paradigm by exploring its theoretical genealogies, modes of implementation, and social implications. Through a narrative literature review, the paper begins with a critique of the prescriptive approach that tends to regulate ageing through rigid metrics and uniform objectives. Then, it questions whether –and in which contexts – the Active aging paradigm can instead support diverse paths of autonomy and self-determination in later life. The work challenges the notion of activation as an end in itself and proposes, conversely, to consider autonomy as a prerequisite for genuine Active aging. Adopting the life course approach, it highlights the importance of addressing inequalities accumulated over the life span. Special attention is given to the meso level as a privileged arena for translating the paradigm into practices aligned with older adults’ subjectivities.