L’orario di lavoro è aspetto fondamentale del rapporto di lavoro, in quanto incide profondamente sulla vita dei lavoratori e sulla strutturazione della società stessa. Si offre qui una sintesi, basata sulla storiografia in tema, di come si sono strutturati nella storia orari, ritmi, organizzazione del lavoro, rivendicazioni, contrattazione, conflitti, tutele, occupazione, pluriattività, tempo libero strategie individuali e collettive. A partire dal dibattito intorno agli effetti della rivoluzione industriale sulle condizioni di lavoro e di vita degli operai, si ricostruiranno le conquiste successive analizzando i corsi e i ricorsi storici nelle le politiche messe in atto da istituzioni, organizzazioni sindacati e imprenditoriali, nonché i comportamenti sociali connessi all’uso del tempo.
ENGLISH - Working time is a fundamental aspect of the employment relationship, as it profoundly affects the lives of workers and the structuring of society itself. A synthesis is offered here, based on the historiography on the subject, of how working hours, rhythms, work organisation, claims, bargaining, conflicts, guarantees, employment, multi-activity, leisure time individual and collective strategies have been structured in history. Starting with the debate on the effects of the industrial revolution on the working and living conditions of workers, the subsequent achievements will be reconstructed by analysing the historical courses and recurrences in the policies implemented by institutions, trade union and entrepreneurial organisations, as well as the social behaviours related to the time use.
Il saggio esamina il contributo che la direttiva sull’orario di lavoro del 1993, pur elaborata secondo una filosofia regolativa favorevole alla flessibilità delle regole, ha offerto alla costruzione di un insieme di tutele e garanzie per i cittadini-lavoratori dell’Unione europea. Nel corso degli anni le sue prescrizioni, soprattutto dopo l’entrata in vigore della Carta di Nizza, sono state interpretate dalla Corte di Giustizia in modo più stringente e più estensivo atte-nuandone la derogabilità. La direttiva del 2019 sulla trasparenza nelle condizioni di lavoro e quella sul work on platform del 2024 hanno ulteriormente rafforzato l’impatto dei limiti d’orario, del diritto ai riposi ed alle ferie negli stati nazionali. Il saggio esamina infine la ripresa di un dibattito europeo – a fronte della transizione digitale e dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nei processi lavorativi – su come ripartire equamente gli effetti della rivoluzione tecnologica in atto, con una nuova discussione, ancora molto aperta, sulla riduzione ex lege dell’orario di lavoro e sulla tutela dei bisogni primari attraverso un reddito garantito come forma, anche indiretta di contrasto allo sfruttamento.
ENGLISH - This article explores the role of the Working Time Directive of 1993, which was developed with a regulatory philosophy that supports flexibility, in establishing a series of protections and guarantees for Eu citizen-workers. Over time, its guidelines, particularly after the adoption of the Nice Charter, have been interpreted by the Court of Justice in a more rigorous and comprehensive way, leading to a reduction in its derogation. Directive (Eu) 2019/1152 on transparent and predictable working conditions and Directive (Eu) 2024/2831 on improving working conditions in platform work have further strengthened the impact of working time limits, rest and annual leave entitlements in member states. Finally, the article examines the resurgence of a European debate – in the face of the digital transition and the intro-duction of artificial intelligence in work processes – on how to fairly share the effects of the ongoing technological revolu-tion, with a new discussion, still very much open, on the ex lege reduction of working time and the protection of basic needs through a guaranteed income as a form, even indirectly, of countering exploitation.
L’intensificazione del lavoro è ormai ben documentata dalle scienze umane e sociali: nelle sue forme su diverse scale temporali – dall’immediato al percorso di carriera – e nelle sue conseguenze sulla salute – dai disturbi minori alle malattie professionali. Tuttavia, comprendere per agire richiede una lettura attenta di questa progressione, il più possibile vicina alle situazioni lavorative, con l’obiettivo di evitare una lettura binaria – avere tempo o non avere tempo – che può portare molti lavoratori a sentirsi impotenti di fronte a un modello dominante di fretta presentato come inesorabile. In quest’ottica, l’articolo propone un approccio qualitativo al tempo, esaminando il tempo trascorso al lavoro che costituisce l’orario di lavoro. Questo approccio rivela due meccanismi che strutturano l’azione. Per prima cosa, nonostante i forti vincoli temporali, ognuno di noi cerca di mettere in atto un «tempo che conta», un tempo che trasmette valori positivi per la salute: tempo per trasmettere informazioni, per costruire collettivamente, per essere creativi, ecc. Secondariamente, questa ingegnerizzazione del tempo è ciò che potenzialmente dà alle persone il potere di agire sul loro lavoro. Questa attività, spesso clandestina, anche se non ignora i problemi di prestazione e di salute, è la base su cui si possono strutturare le azioni trasformative.
ENGLISH - Work intensification is a well-documented phenomenon in the human and social sciences. It manifests across various time scales, from the immediate to the career path, and has significant consequences for health, ranging from minor ailments to occupational diseases. But understanding to act requires a close reading of this progression, as close as possible to work situations. This is to avoid a binary reading – to have time or not to have time – which can lead many workers to feel powerless in the face of a dominant model of haste presented as inexorable. The article proposes a qualitative approach to time, examining the time spent at work that constitutes working time. This approach reveals two mechanisms that structure action. Firstly, despite strong time constraints, each of us tries to put in place «time that counts». This is time that conveys positive health values: time to transmit information, to build collectively, to be creative, etc. Secondly, this engineering of time is what potentially gives people the power to act on their work. This clandestine activity is the basis on which transformative actions can be structured.
L’articolo pone in luce i dilemmi del bilanciamento vita-lavoro e le sfide poste alla contrattazione. Dapprima, si presenta una riflessione sul significato socialmente attribuito al lavoro e la necessità di decostruire gli stereotipi di genere ad esso associati. Questa prima riflessione è funzionale a ragionare sul rapporto tra lavoro retribuito, svolto principalmente fuori casa, e il lavoro non retribuito, domestico e di cura. È infatti questo rapporto – e l’asimmetria (e la diseguaglianza) di genere che lo connota – a definire le modalità della partecipazione di donne e uomini al lavoro retribuito. Senza questa necessaria decostruzione degli stereotipi associati al lavoro e della divisione di genere che ne deriva, l’attività di contrattazione non può che riprodurre le presenti diseguaglianze. Viene poi esaminato l’uso del rapporto a tempo parziale, le distorsioni presenti con particolare riferimento al caso italiano, e le problema-tiche che esso pone al bilanciamento vita-lavoro e alla contrattazione.
ENGLISH - The article highlights the prevailing dilemmas of work-life balance and the challenges of negotiating it. In the first instance, it calls for a reflection on the socially ascribed meaning of work and the need to deconstruct the gender stereotypes associated with it. This initial reflection is intended to address the relationship between paid work, mainly outside the home, and unpaid domestic and care work. The subsequent discussion delves into the gender disparities that characterise paid employment, highlighting the need for a critical examination of prevailing stereotypes and their role in shaping the participation of women and men in paid work. The analysis then moves on the utilisation of part-time employment, addressing its associated distortions and focusing particularly on the Italian context. The discussion culminates in an examination of the challenges posed by part-time work to achieving a work-life balance and the efficacy of collective bargaining in addressing these issues.
Occupazione e condizioni di lavoro sono caratterizzate da due aspetti strutturali. Il primo è connesso con l’uso delle nuove tecnologie e dei nuovi sistemi di organizzazione del lavoro allo scopo di risparmiare lavoro per unità di prodotto. Il secondo aspetto riguarda le condizioni di incertezza e di precarietà per una fetta consistente degli occupati e degli occupabili. Il saggio discute le condizioni socioeconomiche alle quali una riduzione dell’orario di lavoro può migliorare le condizioni nelle quali versa il lavoro in Italia e aumentarne gli spazi di libertà.
ENGLISH - Employment and working conditions are characterised by two structural aspects. The first pertains to the use of new technologies and new systems of work organisation with the aim of saving labour per unit of output. The second aspect relates to the conditions of uncertainty and precariousness for a sizeable proportion of employed and employable persons. The article examines the socio-economic framework that would enable a reduction in working hours to improve the conditions in which work is performed in Italy and increase the space for freedom.
Il contributo esamina la questione della riduzione dell’orario di lavoro nel settore metalmeccanico, con l’obiettivo di incrementare l’occupazione e migliorare le condizioni lavorative. Per ragioni di spazio, non verrà trattato il tema della distribuzione del reddito, sebbene esso sia connesso alla regolazione dell’orario di lavoro. Si sottolinea l’impor-tanza per le organizzazioni dei lavoratori di sostenere una riduzione dell’orario di lavoro non solo a parità di salario, ma anche di produttività. Qualora, infatti, la riduzione dell’orario fosse subordinata a un aumento della produtti-vità, il duplice obiettivo di creare occupazione e migliorare le condizioni lavorative rischierebbe di non essere raggiunto.
ENGLISH - This contribution examines the issue of working time reduction in the metalworking sector, with the aim of employ-ment growth and improving working conditions. Due to space constraints, the topic of income distribution, despite being linked to working time regulation, will not be addressed. The article highlights importance for workers’ organ-izations to advocate for a reduction in working hours not only while maintaining wage levels but also ensuring productivity remains unchanged. Indeed, if working time reduction were made conditional on productivity increases, the dual objective of job creation and the enhancement of working conditions would risk not being achieved.
L’articolo analizza le condizioni lavorative, caratterizzate da un’elevata richiesta fisica, pressione psicologica, retri-buzioni modeste ed elevata precarietà, presenti nel settore della grande distribuzione organizzata (Gdo). L’analisi si concentra sul rapporto tra condizioni lavorative gravose e tipologie di contratti di lavoro, spesso imposte dall’im-prenditore, come il part-time, che di fatto accrescono lo stress lavorativo e determinano l’aumento di molteplici pato-logie tra gli occupati. In risposta al progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro, sono esaminate alcune strategie sindacali finalizzate a contrastare la dinamica in atto.
ENGLISH - The article conducts an analysis of the working conditions that are currently prevalent in the large-scale retail sector (Gdo), conditions that are characterised by elevated physical demands, considerable psychological pressure, low wages and high job insecurity. The analysis focuses on the relationship between these challenging working conditions and the various types of work contracts that are often imposed by the entrepreneur, such as part-time work. It is argued that these contracts serve to increase work stress and lead to an increase in multiple diseases among employees. In light of the exacerbating challenges posed by these conditions, the study delves into the strategic responses employed by trade unions to mitigate these adverse events.
Il presente lavoro dopo una analisi in chiave quantitativa dell’orario di lavoro in agricoltura in Italia basata su alcune informazioni statistiche fornite da Eurostat ricorda le peculiarità biologiche che riguardano i processi produt-tivi agricoli descrivendo come queste specificità condizionano i modelli di organizzazione del lavoro. Su questa base dopo una descrizione del precipuo ruolo e della funzione che l’attuale modello contrattuale assegna al Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) e ai Contratti provinciali di lavoro (Cpl) in materia di organizzazione del lavoro vengono presentati alcuni casi studio che analizzano gli orientamenti in materia di orario di lavoro nella contrattazione territoriale di alcune province italiane. Il lavoro si chiude proponendo una riflessione che vuole provare a delineare alcune linee prioritarie di lavoro sindacale in materia di orario di lavoro.
ENGLISH - This paper presents a quantitative analysis of working time in agriculture in Italy, drawing on statistical data from Eurostat. It explores the biological peculiarities affecting agricultural production processes and their impact on work organisation models. The paper then goes on to describe the main role and function that the current contractual model assigns to the National Collective Labour Agreement (Ccnl) and to the Provincial Labour Agreements (Cpl) in the matter of work organisation. After this description, some case studies are presented that highlight the working time orientations in territorial bargaining in some Italian provinces. Finally, the paper concludes with a reflection aimed at outlining some priority lines of trade union on working time.
Il fenomeno delle dimissioni volontarie, esploso in Italia e negli Stati Uniti, in particolar modo durante la pandemia, è stato interpretato maggiormente dalla letteratura e reportistica ufficiale come fuga dal lavoro o come effetto di un’aumen-tata mobilità del mercato del lavoro, avvenuta subito dopo il primo lockdown. In questo contributo si proverà ad analizzarlo come manifestazione di un profondo processo di risignificazione del lavoro, seppur non strutturato. In questo ambizioso compito si farà ricorso alle categorie classiche di Karl Polanyi, che già nella prima metà del Novecento ha riflettuto su quanto l’azione sociale sia mossa non soltanto dall’astratto calcolo costi-benefici, ma anche da credenze, valori e significati sociali, a partire dalle quali l’interesse prende forma. A partire da questa importante lezione si proverà a ritematizzare il ruolo del lavoro come strumento privilegiato di promozione dell’interesse collettivo.
ENGLISH - Great (or voluntary) resignations phenomenon, which exploded in Italy and the United States, especially during the pandemic period, has been interpreted in particular by official literature and reporting as an escape from work or as an effect of increased mobility in the labor market, which occurred immediately after the first lockdown. In this contribution it trying to analyze it as the effect of a profound process of resignification of work, although unstructured. In this ambitious task it will resort to the classic categories of Karl Polanyi, who already in the first half of the twentieth century reflected on how social action is moved not only by abstract cost-benefit calculations, but also by beliefs, values, and social meanings, from which interest takes shape. Starting from this important lesson the author will try to re-thematize the role of work as a privileged tool for promoting collective interest.
L’evoluzione recente dell’economia delle piattaforme ha generato un’attenzione crescente nei confronti del contenzioso strategico e del suo potenziale contributo alla tutela dei diritti dei lavoratori. Tradizionalmente, l’azione in giudizio è percepita come in tensione con le modalità e gli obiettivi della contrattazione collettiva: tende a generare un clima di contrapposizione e sottrae la risoluzione del conflitto alle parti. Tuttavia, il contenzioso sui diritti dei rider mostra una relazione più sfumata, in cui la via giudiziale risulta complementare alla contrattazione collettiva, sostenendone e rafforzandone gli obiettivi. Per esplorare questa dinamica, l’articolo si avvale di un’analisi qualitativa che intende identificare e classificare i vari modi in cui azione in giudizio e contrattazione collettiva interagiscono nel caso in esame. Lo scopo è di offrire una nuova prospettiva sul ruolo della strategic litigation nell’ambito delle relazioni sindacali e sul suo potenziale come strumento per rispondere alle sfide poste dalle transizioni in corso.
ENGLISH - The recent evolution of the platform economy has generated growing interest in strategic litigation and its relevance for the protection of workers’ rights. Traditionally, legal action is seen as being in tension with the methods and goals of collective bargaining: it tends to create an adversarial climate and removes conflict resolution from the hands of the parties involved. However, litigation concerning the rights of riders reveals a more nuanced relationship, in which legal action proves to be complementary to collective bargaining, supporting and strengthening its objectives. To explore this dynamic, the article adopts a qualitative approach aimed at identifying and classifying the various ways in which litigation and collective bar-gaining interact in the case under analysis. The aim is to offer a new perspective on the role of strategic litigation within industrial relations, and on its potential as a tool to address the challenges posed by ongoing transformations.