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Incontrare oggi Bruno Trentin. Riflessioni sui Diari 1988-1994
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Per chi emigra la parola ha una importanza decisiva e dop pia. La parola ha il compito di tenere vivo il ricordo, da una parte, e, dall’altra, di farsi spazio in un mondo nuovo. Chi emigra è così preso tra due «parole» e due lingue, una da ricordare, l’altra da imparare. Negli ultimi anni alcune donne, provenienti da paesi diversi e fra loro lontani, hanno compiuto una scelta coraggiosa: quella di utilizzare la lingua nuova, cioè la lingua straniera e «matrigna», non più soltanto in modo funzionale, per fruire al meglio delle opportunità offerte dalla società di accoglienza, ma per raccontare. Per queste migranti la scrittura, il racconto, la narrazione nella nuova lingua sono fondamentali strumenti di autorappresentazione e di «rappresentazione» dei mutamenti che intervengono in un contesto particolare come quello dell’emigrazione. Per chi ha alle spalle una famiglia di origine straniera, ma è da tempo cittadina del nostro paese, anche al di là del riconoscimento giuridico, scrivere è comunque anche un rapportarsi con una cultura e una terra più o meno lontane, con la propria identità mobile e ricca di esperienze. Anche le «native», sempre più spesso presenti e attive in associazioni interculturali, amano raccontare l’impatto che l’incontro con «l’altra» ha sulle loro vite. Questi racconti sono senz’altro una impareggiabile occasione di confronto e un momento di scambio reale e profondo attraverso la comparazione dei vari «punti di vista» e dei modi di narrare il nostro mondo comune. Per questo il «Caffè letterario» della Casa internazionale delle donne, con il sostegno e il patrocinio della Provincia di Roma, si è proposto di incoraggiare la «narrazione incrociata» tra migranti e native, residenti a Roma e provincia, tramite un apposito concorso letterario, rivolto alle donne, che avrà ricorrenza annuale. L’antologia è il primo risultato di questo lavoro. Con una prefazione di Cecilia D’Elia, assessore alla Cultura della Provincia di Roma, e l’introduzione delle componenti della giuria, contiene i dieci racconti delle vincitrici; la giuria ha comunque deciso di pubblicare tutti i 34 testi pervenuti, per il loro valore intrinseco. Sono infatti una preziosa testimonianza di quanto può essere lungo il cammino che ci porta alla reciproca conoscenza. E di quanto può essere ricco.
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Indagini sulla competenza professionale
Il sapere professionale è il risultato di un processo all’interno del quale la persona costruisce e ridefinisce il proprio rapporto con la realtà, accettando o rifiutando valori, modi di essere, di pensare, di agire. Gli autori ricostruiscono i fondamenti concettuali e i riscontri empirici di questa problematica.
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Indebitamento, patrimonio e scelte finanziarie delle famiglie italiane
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Indicatori di benessere e politiche pubbliche: quattro proposte
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Indicatori oggettivi e soggettivi di coesione sociale. Italia e Germania nello scenario europeo
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Indicizzazioni delle pensioni e tenore di vita degli anziani
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Individuazione. Donne e diritti riproduttivi
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Industria 4.0: innovazione digitale e organizzazione del lavoro
Il profondo processo di innovazione digitale ha di nuovo messo al centro la manifattura, ma non può essere definito come la «quarta rivoluzione industriale». Infatti il salto tecnologico nell’utilizzo dell’informatica e dell’automazione avviene dentro sistemi produttivi storicamente consolidati, che derivano dal Toyota production system come sono la lean production e il World class manufacturing. È il limite del Piano nazionale Industria 4.0, che offre consistenti incentivi dentro modeste innovazioni organizzative. Se si vuole avere una rivoluzione industriale, servono cambiamenti culturali e sociali, a cominciare da una innovazione organizzativa che dia nuovi esiti e nuova potenza all’innovazione digitale. Questo processo di cambiamento ha bisogno del contributo dei lavoratori e dei sindacati, attraverso la conoscenza diffusa dei processi innovativi, la formazione continua, lo sviluppo di una organizzazione del lavoro che permetta autoregolazione e autonomia, la contrattazione d’anticipo che tenga il passo con le procedure digitali di anticipazione non solo rivolte allo sviluppo e alla ingegnerizzazione dei prodotti, ma anche alla definizione delle procedure di lavoro.
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Industry 4.0 e la regolazione del lavoro
Le principali tecnologie di Industria 4.0, strettamente intrecciate con i modelli organizzativi della lean production, determinano conseguenze significative sul lavoro in termini di esternalizzazioni, produttività, tempi e saturazioni, controlli sulle prestazioni lavorative, rapporto uomo-macchina. Il carattere non neutrale della tecnologia comporta l’esigenza di un’analisi critica del suo utilizzo, anche per consentire ai lavoratori di partecipare alla progettazione dei sistemi organizzativi e tecnologici.
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Infanzie e bambini – Generazioni tra cura e autonomia
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Infiniti amori
16.00
€
Quanti sono gli amori possibili? Tendenzialmente infiniti, come le soggettività. Le culture e i vissuti individuali sono molto diversi per gli amori tra donne e uomini, per donne che amano donne, per uomini che amano uomini, per le esperienze transessuali. E che dire dell’amore nei contesti spesso tragici delle migrazioni? Per le donne l’amore è stato – è ancora? – il centro della vita, il grande sogno imposto, la ricerca di senso nella cura dovuta all’uomo che avrebbe sancito il dominio maschile. Il femminismo ha svelato l’inganno, il recinto che l’amore ha significato per le donne, ritenendo che la libertà sessuale fosse garanzia di salvezza, ma ha trascurato la straordinaria ambivalenza che appartiene alla narrazione femminile dell’amore. D’altra parte il discorso amoroso maschile è stato rivoluzionato dal movimento delle donne, accanto a quello antiautoritario e al movimento lgbt. Nel cambiamento dei desideri, dell’immaginario sessuale e dei sentimenti che costruiscono l’amore, gli uomini possono vivere nuove relazioni al di fuori di quel copione che sta franando, che prevedeva l’uomo come unico soggetto desiderante (peraltro di un desiderio prescritto) e la donna come oggetto di quel desiderio. Ci sembra quindi necessaria e possibile l’invenzione di un nuovo discorso d’amore. Ne scrivono, oltre a Barbara Mapelli e Alessio Miceli, Lea Melandri, Maria Grazia Manfredonia, Laura Menin, Andrea Pini, Isabella Peretti, Porpora Marcasciano; e ce lo raccontano le 10 storie di donne e le 10 storie di uomini, contenute in questo volume.
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