• La sofferenza di tanta parte della popolazione italiana è un fatto. Il declino è solo un’interpretazione. Non tanto pessimistica, quanto sbagliata. Un’interpretazione secondo la quale per un lungo periodo non c’è da aspettarsi un progresso, ma un peggioramento delle condizioni di vita e delle possibilità di sviluppo umano, civile ed economico per la popolazione italiana. L’interpretazione è sbagliata perché tiene conto troppo di quello che si sta perdendo e per niente di quello che si sta, forse troppo faticosamente, costruendo. ...
  • La trasformazione dei flussi informativi sta cambiando profondamente il ruolo del giornalismo nell’industria dell’informazione. Le persone in tutte le parti del mondo ricevono l’informazione primaria da diverse fonti – radio, televisione, free press, internet, satelliti, telefonini, podcast – e ciò porta con sé un cambiamento di ruolo della stampa stampata. Fino a qualche anno fa, si riteneva che la crisi potesse essere affrontata con un aggiustamento della tipologia informativa. La stampa quotidiana si spostava verso la spettacolarizzazione, quindi risolveva il problema riprendendo...
  • Il mondo della rete (quello dei cittadini che frequentano e utilizzano il web anche per esprimere il proprio diritto di cittadinanza) e il sindacato appaiono realtà fra loro molto distanti. Fino a oggi è mancato un vero dialogo e anche quando vi sono state occasioni d’incontro raramente si è riusciti a fare emergere una sintonia di vedute. Così, ad esempio, è opinione diffusa tra i blogger italiani che si occupano di attualità e di politica che il sindacato nel nostro paese svolga un ruolo essenzialmente di conservazione dello status quo...
  • Una riflessione sul lavoro nel mondo della comunicazione si scontra con un primo problema: cosa è giusto comprendere in questa classificazione e cosa escludere? I numeri, di conseguenza i fattori più qualitativi, cambiano se consideriamo solo chi contribuisce direttamente a produrre apparati e servizi o se, come fanno alcune ricerche, includiamo anche chi utilizza saltuariamente o continuativamente le tecnologie della comunicazione. In un caso parliamo di qualche centinaia di migliaia di addetti, nell’altro ci avviciniamo al milione di unità, nell’accezione più larga arriviamo ad alcuni...
  • L’evoluzione della disciplina del settore radiotelevisivo segue, in Europa, tre fasi distinte. La prima, quella del regime monopolistico, caratterizza la disciplina del sistema radiofonico a cavallo tra le due guerre ed è dettata anche da elementi di natura tecnica, dalla necessità di evitare che, tra gli impianti di trasmissione, si possano creare interferenze. Il modello monopolistico di gestione delle radiodiffusioni segue strade diverse: in Inghilterra e in Italia (rispettivamente nel 1926 e nel 1927) si formano società a prevalente capitale pubblico, mentre in Danimarca e in Belgio...
  • In Francia due emittenti distinte gestiscono rispettivamente il servizio pubblico radiofonico e televisivo. I canali radiofonici pubblici sono trasmessi dall’emittente RadioFrance. I tre canali televisivi pubblici (France2, France3, France5), invece, sono gestiti dalla compagnia France Télévision controllata a sua volta dal Conseil Supérieur de l’Audiovisuel (Csa), Autorità di garanzia istituita nel 1989. Le radiotelevisioni pubbliche sono regolate attraverso dei Cahier des missions et de charges, leggi predisposte dal governo, che ne definiscono la missione e i doveri. ...
  • Il 6 agosto 1990 il Parlamento italiano approva la prima «legge di sistema» relativa alla disciplina del settore radiotelevisivo. La legge n. 223/90 («legge Mammì», dal nome del suo firmatario) nasce dalla necessità di definire un quadro organico di riferimento per un settore caratterizzato da una forte frammentarietà normativa e avrebbe dovuto avere come «doveri principali» quelli di «dettare norme antitrust atte a risolvere la situazione di duopolio» Rai-Fininvest, sanzionare i soggetti che si fossero trovati in condizione di «posizione dominante»,...
  • La principale novità del disegno di legge Gentiloni, approvato dal Consiglio dei ministri il 17 maggio 2007, riguarda la creazione di una Fondazione Rai, da costituirsi entro 45 giorni dalla data di entrata in vigore della legge (art. 2.1), cui il ministero dell’Economia dovrà trasferire le azioni della società Rai radiotelevisione italiana spa, e dovrà affidare (per un periodo di dodici anni) il compito di svolgere, secondo i criteri stabiliti da un’apposita Carta dei servizi (che dura sei anni e che stabilisce, ai sensi dell’articolo 8, «le linee generali di svolgimento del servizio...
  • «La maggior causa della forte domanda di lavoro flessibile da parte delle imprese è la riorganizzazione globale del processo produttivo, attuata allo scopo di ridurre il costo del lavoro e insieme di poter disporre della quantità di forza lavoro di momento in momento necessaria, conforme al criterio del “giusto in tempo”, dovendo soddisfare vincoli formali minimi. Poiché il sistema dei diritti dei lavoratori affermatosi nei paesi sviluppati rappresenta a tale doppio scopo un serio ostacolo, la riorganizzazione si è concretata anzitutto nella formazione di “catene di creazione del valore”...
  • Il lavoro è un’area di consenso e di relazioni culturalmente strutturate, frutto dell’impatto esercitato dalle rappresentazioni e dai significati del lavoro; quando questi mutano, portano con sé lo stravolgimento dell’identità di chi deve inevitabilmente rapportarsi a esso. I mutamenti in atto negli ultimi anni hanno riportato il tema del lavoro al centro del dibattito scientifico e politico che, pur cambiando forma, rimane un elemento primario nella definizione della struttura sociale (Dore, 2005). ...
  • Nell’autunno del 2007 un’importante ondata di scioperi ha interessato in Francia il trasporto pubblico e alcune importanti utilities, come le imprese del gas e dell’elettricità. La causa scatenante è stata la decisione del governo di innalzare il numero di anni necessari per poter accedere pienamente alla pensione: da 37,5 a 40. L’ondata di scioperi, nei comparti e nelle aziende citate, è stata molto forte. Ciò è in parte dipeso da una certa consapevolezza del rischio cui venivano esposti alcuni tradizionali benefici previdenziali, in parte per il ricordo della vittoria riportata,...
  • 1. Fra i cambiamenti sotterranei che questa lunga crisi italiana ha determinato – come peculiarità nazionale di una più ampia crisi capitalistica che anche altrove sta apportando trasformazioni profonde – vi sono quelli che ci sono apparsi dapprima sotto le sembianze del mercato del lavoro, e che vanno letti ormai nell’ottica della composizione di classe. Parlo dei cambiamenti intervenuti nella struttura del proletariato per effetto degli andamenti dell’occupazione, a loro volta provocati dalle ristruttarazioni nell’apparato produttivo. ...