• Se non ci fossero state le donne, in questa nostra Repubblica, se non ci fossero state le loro tenaci battaglie di emancipazione e liberazione – condotte attraverso un intreccio fecondo di iniziative delle associazioni, dei movimenti, dei partiti, delle istituzioni –, l’Italia sarebbe oggi un Paese molto più arretrato e molti articoli della Costituzione non sarebbero stati applicati. Questo debito che l’Italia ha nei confronti delle donne lo racconta in modo inedito questo libro scritto e curato dalle volontarie della Fondazione Nilde Iotti. Lo fa illustrando in modo rigoroso e semplice le tappe ed i contenuti delle conquiste legislative dall’inizio della Repubblica alla conclusione dell’ultima legislatura, che hanno cambiato la vita delle donne e l’assetto economico, sociale e culturale del nostro Paese. Il libro rammenta la battaglia per il diritto di voto e le «madri della nostra Repubblica», le donne elette nell’Assemblea Costituente, che diedero un contributo rilevante alla stesura della Costituzione. Sono citati gli articoli che più hanno favorito il cambiamento nella vita delle donne. Segue poi il racconto delle leggi con uno schema che ne indica la scansione in ordine cronologico dal 1950 al 2012, a cui si connettono le schede che ne illustrano i contenuti. Lo sguardo della battaglia delle donne è oggi e sempre più sarà quello europeo. Per questo il libro si conclude con una rassegna delle tappe e dei provvedimenti più significativi adottati dall’Unione Europea. Le autrici Daniela Carlà, Tiziana Casareggio, Eleonora Cicconi, Marina Costa, Silvia Costa, Paola Gaiotti De Biase, Vanda Giuliano, Donata Gottardi, Rosa Jervolino Russo, Grazia Labate, Marisa Malagoli Togliatti, Claudia Mancina, Francesca Marinaro, Elena Marinucci, Vaifra Palanca, Rita Palanza, Daniela Piccione, Francesca Russo, Alessandra Tazza, Livia Turco.
  • Se non ci fossero state le donne, in questa nostra Repubblica, se non ci fossero state le loro tenaci battaglie di emancipazione e liberazione – condotte attraverso un intreccio fecondo di iniziative delle associazioni, dei movimenti, dei partiti, delle istituzioni – l’Italia sarebbe oggi un Paese molto più arretrato e molti articoli della Costituzione non sarebbero stati applicati. Il debito che l’Italia ha nei confronti delle donne lo racconta in modo inedito questo libro scritto e curato dalle volontarie della Fondazione Nilde Iotti. Lo fa illustrando in modo rigoroso e semplice le tappe e i contenuti delle conquiste legislative dall’inizio della Repubblica alla conclusione dell’ultima legislatura, che hanno cambiato la vita delle donne e l’assetto economico, sociale e culturale del nostro Paese. Il libro rammenta la battaglia per il diritto di voto e le «madri della nostra Repubblica», le donne elette nell’Assemblea Costituente, che diedero un contributo rilevante alla stesura della Costituzione. Sono citati gli articoli che più hanno favorito il cambiamento nella vita delle donne. Segue poi il racconto delle leggi con uno schema che ne indica la scansione in ordine cronologico dal 1950 al 2022, a cui si connettono le schede che ne illustrano i contenuti. Lo sguardo della battaglia delle donne è oggi e sempre più sarà quello europeo. Per questo il libro include una rassegna delle tappe e dei provvedimenti più significativi adottati dall’Unione Europea.
  • Se non ci fossero state le donne, in questa nostra Repubblica, se non ci fossero state le loro tenaci battaglie di emancipazione e liberazione – condotte attraverso un intreccio fecondo di iniziative delle associazioni, dei movimenti, dei partiti, delle istituzioni –, l’Italia sarebbe oggi un Paese molto più arretrato e molti articoli della Costituzione non sarebbero stati applicati. Questo debito che l’Italia ha nei confronti delle donne lo racconta in modo inedito questo libro scritto e curato dalle volontarie della Fondazione Nilde Iotti. Lo fa illustrando in modo rigoroso e semplice le tappe e i contenuti delle conquiste legislative dall’inizio della Repubblica alla conclusione dell’ultima legislatura, che hanno cambiato la vita delle donne e l’assetto economico, sociale e culturale del nostro Paese. Il libro rammenta la battaglia per il diritto di voto e le «madri della nostra Repubblica», le donne elette nell’Assemblea Costituente, che diedero un contributo rilevante alla stesura della Costituzione. Sono citati gli articoli che più hanno favorito il cambiamento nella vita delle donne. Segue poi il racconto delle leggi con uno schema che ne indica la scansione in ordine cronologico dal 1950 al 2018, a cui si connettono le schede che ne illustrano i contenuti. Lo sguardo della battaglia delle donne è oggi e sempre più sarà quello europeo. Per questo il libro LE AUTRICI Roberta Agostini | Sesa Amici | Rosy Bindi | Paola Binetti | Paola Boldrini | Maria Elena Boschi | Chiara Braga | Daniela Carlà | Andrea Catizone | Susanna Cenni | Monica Cirinnà | Marina Costa | Emilia De Biasi | Titti Di Salvo | Marilena Fabbri | Graziella Falconi | Emma Fattorini | Valeria Fedeli | Donatella Ferranti | Elena Ferrara | Anna Finocchiaro | Maria Chiara Gadda | Paola Gaiotti De Biase | Maria Pia Garavaglia | Maria Grazia Gatti | Anna Giacobbe | Irene Giacobbe | Fabrizia Giuliani | Vanda Giuliano | Maria Luisa Gnecchi | Donata Gottardi | Chiara Gribaudo | Grazia Labate | Donata Lenzi | Doris Lo Moro | Marianna Madia | Marisa Malagoli Togliatti | Raffaella Mariani | Elena Marinucci | Alessandra Moretti | Delia Murer | Vaifra Palanca | Rita Palanza | Anna Maria Parente | Francesca Puglisi | Lia Quartapelle | Francesca Russo | Rosa Russo Jervolino | Marina Sereni | Fulvia Signani | Alessandra Tazza | Livia Turco | Esmeralda Tyli | Sandra Zampa
  • L’attenzione politica verso i sistemi elettorali è giustificata dall’ipotesi discutibile che esercitino un’influenza decisiva sul grado di frammentazione del sistema partitico e quindi sulla durata dei governi. Di fatto, secondo questo argomento, il grado di frammentazione di un sistema partitico sarebbe determinato dal sistema elettorale, e questo ultimo dunque sarebbe Le leggi elettorali e il falso mito deQlla loro influenza sulla «governabilità» 225 la causa principale della presenza dei partiti anti-sistema, dell’instabilità del governo e della coesione variabile della maggioranza che lo sostiene nell’arena parlamentare. Dopo aver discusso e criticato questa ipotesi generale, questo articolo presenta un quadro comparativo di dati sulla durata dei governi nelle democrazie europee, suggerendo delle spiegazioni alternative. In effetti, lo status dei governi nelle democrazie europee varia a seconda del loro grado di integrazione nell’arena parlamentare. Viene formulata una nuova ipotesi generale, in base alla quale quanto più un governo è integrato nell’arena parlamentare, tanto più estesa risulta la sua durata in carica. I dati comparativi supportano quest’ipotesi e gettano nuova luce sul legame tra governo e processo democratico.
  • Marida Cevoli recensisce il libro di Ida Regalia "Quale rappresentanza. Dinamiche e prospettive del sindacato in Italia". In una prospettiva di sociologia dell'organizzazione, la studiosa - d'accordo in ciò con la Regalia - valorizza le strategie e le capacità adattive del sindacato davanti alle sfide dei mutamenti del lavoro.
  • L’articolo si concentra sulle logiche sistemiche del capitalismo contemporaneo messe in luce da Saskia Sassen nel suo ultimo libro Expulsions: Brutality and Complexity in the Global Economy (2014; trad. it. 2015), sottolineando il doppio contributo, metodologico e di contenuto, offerto dall’autrice. La tesi è che le logiche sistemiche debbano tornare al cuore dell’attenzione politica. Il riconoscimento del loro ruolo non deve, tuttavia, andare a discapito di quello dell’agency, della possibilità del cambiamento.
  • L’incontro che ha dato vita ai contributi raccolti in questo volume è nato dalla constatazione che il fenomeno delle malattie da lavoro (intendendo per tali sia quelle «tabellate» che quelle correlate al lavoro, ma per le quali è necessaria la prova del nesso di causalità) è certamente sottovalutato e sottostimato. Si parla molto (finalmente!) degli infortuni sul lavoro, ma assai meno delle malattie da lavoro, che pure costituiscono un problema non meno grave ed allarmante sia qualitativamente che quantitativamente. Problematica, peraltro, destinata ad aggravarsi, sia perché per alcune malattie di lunga latenza il picco più consistente pare destinato a realizzarsi solo tra il 2015 e il 2020, sia perché le più recenti acquisizioni dimostrano che le cosiddette «costrittività» nei luoghi di lavoro (persecuzioni, violenze morali, mobbing, molestie sessuali, ecc.) sono suscettibili di determinare non solo disturbi psicologici ma anche vere e proprie patologie, sia, infine, perché l’esposizione alle nanoparticelle ed alle particelle ultrafini determinata dalla crescita delle nanotecnologie è, con ogni probabilità, fattore di rischio anche di grave entità. Da qui nasce la necessità di approfondire il tema, sotto il profilo della tutela e della prevenzione, sul piano civilistico e su quello penalistico, oltre che su quello della medicina del lavoro. La raccolta di saggi è completata da un’ampia ricerca sull’intera materia nonché dalla pubblicazione della parte generale del recentissimo Testo Unico della sicurezza sul lavoro (d.lgs. 9 aprile 2008 n. 81).
  • I cambiamenti oggi in atto provocati dalle tecnologie digitali e dai mutamenti dell’organizzazione del lavoro mostrano la centralità della persona-lavoratore e configurano la prestazione lavorativa come opera e attività. Le mani del lavoratore sono il punto di riferimento per osservare i cambiamenti tecnologici e organizzativi del lavoro. L’indagine assume come concetto esplicativo l’alienazione di Karl Marx e impiega alcuni significati comparativi come il corpo che lavora, il lavoro concreto e il lavoro astratto. Lo sguardo elaborativo volge poi alle vicende della Cgil, in particolare alla svolta del ’55 di Giuseppe Di Vittorio che oltre a rappresentare un paradigma segna il principio della centralità della prestazione come forma e radicamento prioritario dell’azione sindacale. Il volume si presenta come un’analisi inedita e foriera dell’interpretazione del cambiamento della prestazione lavorativa, arricchendo la centralità del lavoro nella sua simbologia e nei suoi significati, per nutrire e generalizzare la stessa rappresentatività sindacale.
  • Questo libro è un giro in nove tappe intorno al mondo immobiliare. Un mondo tondo, com’è tonda la bolla che ha gonfiato i prezzi delle case e ha svuotato i portafogli di chi ci abita. A cominciare dai grandi esclusi dal gioco della proprietà: gli inquilini, tartassati da un mercato inabitabile e dimenticati dalle politiche per la casa. Ma non è andata meglio ai forzati del mutuo, prima allettati dai tassi bassi e poi strangolati dai tassi alti: i proprietari poveri, nuova realtà del piccolo mondo immobiliare. È andata benissimo invece ai grandi mercanti, agli speculatori, detti immobiliaristi. Ogni tappa del libro è una storia, ogni storia è un abitante. Paolo, Franco, Andrea, Galina, Roberta, Bruno, Valeria, Giuliana, Pat. Sono loro i protagonisti, è loro la voce che introduce dati e fatti dell’inchiesta scritta da Roberta Carlini: l’affitto senza rete, i mutui a rischio, le rate fisse dei giovani flessibili, il mercato degli stranieri, il business delle agenzie, il grande scandalo delle vendite delle case pubbliche. Perché sulla questione delle case i più competenti sono quelli che ci vivono dentro. Come Pat Carra, fumettista. Che qui racconta la sua storia e la sua lotta di abitante, facendo «politica di pianerottolo» a colpi di vignette e strisce. Bollicine di buonumore sono sparse nel libro e si moltiplicano, effervescenti e satiriche, fino alle ultime pagine.
  • Questo articolo discute lo sviluppo delle esperienze di organizzazione collettiva dei fattorini delle piattaforme digitali di consegna in Italia a partire dal 2016 fino alla primavera del 2018. Le mobilitazioni dei riders, che hanno interessato finora diverse aziende del settore nelle città di Torino, Milano e Bologna, si sono sviluppate intorno a rivendicazioni simili a quelle del resto d'Europa. Le esperienze italiane si distinguono però per la predominanza di forme di organizzazione collettiva dei lavoratori che rimangono a tutt'oggi totalmente autonome da sigle sindacali preesistenti. L'articolo esplora le peculiarità delle forme di rappresentanza e di organizzazione collettiva dei lavoratori emerse finora nella gig economy italiana, identificando alcune cause delle complesse e talvolta problematiche relazioni emerse tra riders e sigle sindacali.