• Una lettura critica della tesi di Baccaro e Howell sulla “convergenza neoliberale” nelle relazioni industriali europee. Il problema teorico del rapporto fra varietà dei capitalismi e tendenze funzionali alla convergenza: punti di forza e di debolezza in ciascuno di questi approcci. Una contestazione della lettura troppo unilateralmente critica dei mutamenti in atto, non sempre leggibili in chiave di mero adattamento ai diktat neoliberali. Ad esempio nei casi nordici, ma anche in quello francese e tedesco. La logica dell’adattamento al mercato, conclude l’A., ha sempre connotato i sistemi di r.
  • Uguaglianza di opportunità e contrasto alla povertà sono, in questi ultimi decenni, diventati i due valori più invocati nella discussione pubblica sulla giustizia distributiva. Il contrasto alle disuguaglianze di reddito occupa, invece, un ruolo marginale, quando non è addirittura bollato come mera espressione d’invidia o come porta d’ingresso a un inevitabile livellamento delle condizioni individuali, nella violazione dei meriti e delle libertà. Obiettivo dell’articolo è mettere in discussione tali posizioni, riportando in primo piano l’urgenza, sotto il profilo della giustizia distributiva, di occuparsi delle disuguaglianze di reddito. Da un lato, le disuguaglianze di reddito potrebbero mettere a repentaglio la realizzazione stessa dell’uguaglianza di opportunità e il contrasto alla povertà. Da un altro lato, le disuguaglianze di reddito potrebbero compromettere sia la soddisfazione di bisogni fondamentali, anche per chi non è povero, sia la condivisione di una comune uguaglianza morale fondamentale. Da ultimo, non occuparsi di disuguaglianze di reddito rischia di comportare la legittimazione d’ingiustizie nei processi stessi di formazione del reddito.
  • La singolare vicenda umana, sindacale e politica di Giuseppe Di Vittorio (Cerignola, 1892 - Lecco, 1957) si muove intera nella rivendicazione del diritto al lavoro e sul lavoro. La prematura morte del padre che lo fa bracciante per necessità a sette anni e lo costringe a lasciare la scuola gli mostra il massacrante lavoro dei braccianti, sotto il sole dall’alba al tramonto, senza diritti e maltrattati; servi, più che lavoratori. E comprende che il riscatto dei contadini (più avanti di tutti i lavoratori) attraversa eccome il sentiero della rivendicazione ma meglio percorre la via, più nascosta, della consapevolezza. Il testo teatrale qui pubblicato è azione scenico musicale in un atto tutta incentrata sulla necessità di tale consapevolezza. Tre i livelli di drammatizzazione: la recitazione in prosa, l’inchiesta giornalistica e le canzoni. Essi si intersecano senza apparentemente toccarsi, intrecciati su diverso spazio temporale. Il primo è affidato al racconto popolare e popolano della lotta bracciantile; il secondo all’illustrazione giornalistica del-l’azione sindacale; infine le canzoni, in chiave autobiografica, non vissute nel ricordo poetico ma nel pre-sente degli anni raccontati. Dieci i brani che raccoglie il CD musicale alloggiato in terza di copertina; appositamente composti per l’incastonatura nella rappresentazione teatrale, si plasmano - in vernacolo e in lingua - in matrici melodiche della tradizione popolare del Sud Italia, riavvolte in più moderne sonorità con raffinatezza dagli Jurnatér, compagine folk di stanza a Milano ma per buona parte d’italico meridione.
  • Trieste, marzo 1989. Due giovani universitari si incontrano durante l’occupazione della facoltà. Si innamorano, si fidanzano, si sposano… ma lui si rivela autoritario, instabile e dedito alla droga. Un rapporto progressivamente sempre più difficile e claustrofobico, stretto fra l’ostinata convinzione di poter cambiare il destino ed un crescendo di menzogne, minacce e violenza, fino al tragico epilogo. Tratto dalla vicenda autobiografica di uno degli autori, il libro si presenta come una testimonianza «autentica» del distorsivo rapporto uomo/donna che, con agghiacciante frequenza ai giorni nostri, trova sbocco nel dramma del «femminicidio».