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Archivi dell’acqua salata [EBOOK]
14.99
€
Una narrazione storico-culturale che ripercorre i maggiori naufragi di migranti avvenuti dal 1990 al 2020 attraverso le tracce lasciate nelle culture pubbliche. Di fronte a un potere politico neoliberista che tende a governare il fenomeno migratorio espellendo e respingendo, emergono le storie di chi nel mare si perde, di chi al viaggio sopravvive, di chi nelle terre lambite da quel mare vive. Quale archivio abbiamo per i nostri sentimenti verso tali eventi? Attraverso testimonianze, film, romanzi, rappresentazioni teatrali, reportage, documentari, saggi storici e sociologici, l’autrice ricostruisce il contesto contemporaneo, interrogandosi su come le stragi di migranti entrano a far parte dello spazio pubblico, in che modo gli affetti legati a queste tragedie segnano l’immaginario e il contesto politico, nel quale troppo spesso le risposte governative rivelano, dietro un esibito cordoglio, un prevalente approccio securitario e razzismo istituzionale. Gli archivi dell’acqua salata si configurano come un archivio non convenzionale, corporeo, emozionale, politico, un archivio in divenire, interdisciplinare, incompleto. I frammenti che lo compongono permettono di evocare racconti personali, storie di vita che rimangono al di fuori della Storia, brandelli che compongono una memoria performante e inclusiva delle soggettività e dei loro sentimenti. Una narrazione di storia del presente che riguarda tutte e tutti.
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Archivio dei bambini perduti: genealogia, migrazione e servizi per la tutela del minore
L’analisi dei legami familiari nella migrazione rivela che cosa stia diventando oggi la genitorialità in Europa. L’intrusione dello sguardo burocratico e assistenziale in questi legami familiari mostra la sua magia socio-politica (l’espressione è di Abdelmalek Sayad): una magia mediata il più delle volte dall’uso di un lessico medicalizzante e patologizzante, attraverso cui si «disfano» dei rapporti per «farne» altri inediti. L’adozione è per i bambini figli di immigrati uno strumento giuridico di rapido accesso alla cittadinanza italiana e rischia di diventare (o di essere già) un inquietante dispositivo di rimozione sociale rispetto alle genealogie della genitorialità immigrata, in una perturbante continuità con quanto già accaduto nelle colonie e, ancor prima, durante la nascita stessa degli Stati moderni e nel corso del loro consolidamento. A partire da queste premesse, il lavoro diventa anche un’opportunità per tornare a riflettere sulle politiche dell’infanzia e su come la «questione culturale» venga oggi posta in quei servizi sociosanitari preposti alla tutela e al sostegno di nuclei familiari immigrati in difficoltà.
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Arci una nuova frontiera
25.00
€
Società di mutuo soccorso, Case del popolo, circoli cooperativi o aziendali: il mondo dell’associazionismo di base risorge libero nell’Italia del 1945, rivendicando il diritto di esercitare le sue funzioni senza impedimenti e senza subire vessazioni. Questa richiesta di democrazia, tuttavia, è destinata a fare presto i conti con un sistematico e stringente controllo degli apparati burocratici e di governo, e con pesanti logiche clericali le cui pratiche censorie condizionano pesantemente e limitano l’aperto dispiegarsi delle idee. Gli anni che seguiranno saranno costellati di tentativi di intimidazione, sfratti, soprusi, violenze, eppure ciò non impedirà a questo movimento di crescere e svilupparsi in un nuovo soggetto che sarà protagonista e costruttore di una nuova cultura nazionale: l’Associazione ricreativa culturale italiana (Arci), ultima delle organizzazioni nate nel solco delle culture ideologiche dell’Otto-Novecento, che reca nel suo DNA le ragioni della modernità contemporanea. Una ricostruzione minuziosa e accurata effettuata da un punto di vista inusuale, per comprendere il periodo della nostra storia nazionale che portò l’Italia fino al boom economico e alla soglie della società dei consumi, ma che fu anche teatro di forti contrapposizioni e tragici episodi di repressione e ingiustizia.
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Aree interne e servizi pubblici: domanda e offerta politica nel Sistema sanitario marchigiano
Lo spopolamento delle aree interne del nostro paese è una questione sempre più al centro dell’attenzione delle politiche pubbliche, sia sul piano dell’analisi che su quello degli stru-menti di contrasto. Interroga sia la dimensione della gestione dei servizi pubblici locali che quella delle tendenze di welfare di lungo periodo. Un caso di particolare interesse è quello della sanità. Negli ultimi decenni la politica sanitaria ha determinato un accentramento dell’offerta sanitaria per acuti in presìdi di dimensioni medio-grandi, solitamente collocati nei maggiori poli urbani. Al contempo, la lentezza della transizione verso il potenziamento della me-dicina territoriale ha determinato un depauperamento di servizi sanitari nelle aree interne del paese. Quali sono i meccanismi che si generano tra domanda e offerta sanitaria in queste zone? Il presente lavoro tenta di rispondere a tale domanda, mostrando dapprima l’evoluzione normativa riguardante la medicina territoriale nel nostro paese e fornendo una panoramica sulla Strategia nazionale delle aree interne. Successivamente verrà illustrato il caso della regione Marche per un’analisi del rapporto tra domanda e offerta sanitaria nelle aree più periferiche della regione.
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Aris Accornero e gli anni Cinquanta in fabbrica
Il saggio ripercorre gli studi di Aris Accornero sui rapporti di lavoro negli anni Cinquanta alla Fiat, sia gli scritti coevi stesi nel caldo delle polemiche politiche, sia le successive opere mature con le quali, a più riprese, è tornato su quel periodo, riproponendo la riflessione su materiali di ricerca allora prodotti, a dimostrazione di un interesse mai venuto meno. Al centro delle sue analisi sono le motivazioni degli attivisti, i limiti della loro azione, le caratteristiche della classe operaia, le cause della sconfitta subita dall’organizzazione dei lavoratori in quegli anni, in un approccio di critica militante alla ricerca dei limiti e delle potenzialità dell’azione sindacale.
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Ars precariandi. Percorsi artistici in tempi precari
Cambia il lavoro, cambiano le persone, cambia lo stile di vita. Le «voci di dentro» della precarietà mescolano i tasselli di esistenze sospese e frammentate, narrano il corto-circuito crescente tra presente e futuro, sondano quell’ombra di inquietudine che ha modificato, insieme al mercato del lavoro, l’antropologia delle nuove generazioni. ...
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Arte e potere
13.00
€
L’idea guida di questo saggio è che l’arte, dall’inizio della storia, sin da quando cioè si afferma la divisione del lavoro e nascono le classi sociali, ha sempre avuto a che fare con il potere. Nel corso dei secoli le dinamiche di questa relazione hanno sicuramente influenzato l’arte, senza riuscire a modificarne l’intima essenza. Negli ultimi decenni, tuttavia, il potere tende a centralizzarsi a livello sovranazionale, assumendo una fisionomia che riflette, da un lato, l’affermazione e la naturalizzazione del capitalismo finanziario globalizzato e, dall’altro, il binomio tecnocrazia-ipercomunicazione. Questo nuovo tirannico dispositivo mette a rischio l’arte per come l’abbiamo conosciuta nel corso dei secoli, riportando all’ordine del giorno la questione della sua morte, ben oltre le previsioni di Hegel. Con lucidità e passione, l’autore indaga dapprima i rapporti fra l’origine dell’arte, la sua natura intima e il potere. Successivamente analizza le trasformazioni che questi rapporti hanno subito nel corso dei secoli, e l’attuale dominio dell’ultracapitalismo finanziario globalizzato, trionfante e insieme portatore di una drammatica crisi epocale. Ciò che questo dominio ha prodotto ha finito per trasformare l’arte in una sottomerce, mettendo a rischio la sua sopravvivenza nella plurimillenaria lotta per la difesa della propria libertà e autonomia. Non può sfuggire il valore metaforico e predittivo di questa sconfitta: se l’arte muore, tutto muore. Tutto ciò che conta per chi ha a cuore i destini di una umanità che rischia di essere messa definitivamente in ginocchio. In questa denuncia è riposto il senso profondo di questo libro.
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Arte, cultura e lingua italiana nel mondo
Il saggio è incentrato sul «Manifesto per la promozione sociale e la diffusione dell’apprendimento della lingua e della cultura italiana nel mondo», promosso dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, in concorso con la Cgil, la Flc Cgil, l’Inca Cgil, lo Spi Cgil e l’Associazione Proteo-Fare-Sapere. L’iniziativa si pone l’obiettivo di dare corpo a un progetto politico per il futuro della lingua italiana nel mondo, rinnovandone anche le fonti normative e legislative, e dunque promuovere una svolta profonda nella politica culturale del paese per la promozione e la diffusione della lingua, dell’arte e della cultura italiana all’estero. La proposta, infatti, si inserisce all’interno di una cornice più ampia, che presuppone la riconquista da parte della politica di una sua autonomia, anche culturale, nella prefigurazione del futuro dell’Italia e dell’Europa.
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Articolo 1 (ita)
Articolo 1 (descrizione ITA)
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