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Il comandante Bulow
14.00
€
Il libro di Edmondo Montali, con prefazione del presidente dell’ANPI Carlo Smuraglia e introduzione del professor Adolfo Pepe, ricostruisce la vicenda resistenziale, politica e parlamentare di Arrigo Boldrini, il comandante Bulow. Boldrini è stato un grande comandante partigiano alla guida della 28a Brigata Mario Gordini che operò nella provincia di Ravenna e poi in Veneto durante la guerra di Liberazione. Il suo nome rimase per sempre legato alla pianurizzazione della Resistenza con la quale il ravennate Bulow spostò la guerra partigiana dal suo terreno naturale, la montagna, alle campagne della Bassa, inventando un tipo di guerra partigiana che non si riteneva possibile. Ma Boldrini, medaglia d’oro al valore militare, non è stato solo un comandante partigiano. Membro della Consulta e della Costituente, è stato un parlamentare di lungo corso, vicepresidente della Camera dal 1968 al 1976, poi senatore della Repubblica fino al 1994, dirigente di primo piano del Partito comunista italiano e presidente dell’ANPI, l’Associazione nazionale partigiani, fino al XIV Congresso del 2006, due anni prima della sua morte. Il libro cerca di restituire la ricchezza del suo poliedrico contributo alla storia, per molti versi difficile e complessa, della Repubblica italiana di cui fu, a pieno titolo, un padre fondatore.
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Riforma del capitalismo e democrazia economica
30.00
€
Dopo sette anni dall’esplosione della crisi, le cause che l’hanno originata non sono state ancora risolte e, per molti versi, neanche affrontate. Non si intravede alcun cambiamento nel modello di sviluppo nel breve periodo, benché nel dibattito accademico e istituzionale si affaccino nuove tesi e suggestioni, come il rischio di una «crisi infinita» o la previsione di una «stagnazione secolare». L’epicentro della crisi si è spostato in Europa e le ondate recessive e deflative si sono moltiplicate proprio a causa dell’euroausterità, come ha mostrato drammaticamente la vicenda greca. Il nostro paese ha registrato la maggiore intensità depressiva tra tutte le economie industrializzate, anche per effetto delle debolezze strutturali che già ne avevano caratterizzato il declino e che vanno affrontate dal lato della domanda come dal lato dell’offerta, nel breve come nel lungo periodo, per il lavoro e i salari, gli investimenti e l’innovazione, il welfare e i beni comuni, il benessere e la sostenibilità, la democrazia e il futuro. Per questo, in continuum con il Libro bianco per il Piano del Lavoro 2013 (Tra crisi e «grande trasformazione»), è necessario approfondire l’analisi e l’elaborazione con l’intento di riabilitare la parola «riformismo», il cui oggetto originario è sempre stato il cambiamento del capitalismo. In questo libro rosso si intraprende specificamente la via di una possibile riforma del capitalismo, anche finanziario, la cui anima è contesa nella strong battle fra pubblico e privato; ma si ragiona anche di questioni più propriamente ascrivibili alla democrazia economica e alla democrazia industriale, alle relazioni sociali e alle relazioni industriali, finanche alla governance e alla gestione delle imprese, nella ricerca di un nuovo modello di sviluppo.
Saggi, tra gli altri, di:
Silvano Andriani, Cristiano Antonelli, Danilo Barbi, Franco Bassanini, Riccardo Bellofiore, Mimmo Carrieri, Paolo De Ioanna, Maurizio Franzini, Francesco Garibaldo, Paolo Leon, Mariana Mazzuccato, Giacinto Militello, Marcello Minenna, Stefano Petrucciani, Michele Raitano, Edoardo Reviglio, Lorenzo Sacconi, Vincenzo Visco
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Il protagonismo delle donne in terra d’islam
16.00
€
Un eccentrico «testo di storia», che parte dalla centralità della realtà delle donne nel mondo musulmano. Mondo musulmano che non è certo un tutto unitario. Il movimento emancipatorio delle donne per i diritti nell’ambito famigliare e sociale, il «femminismo di Stato», il «femminismo islamico», sono fenomeni trasversali a questo mondo vastissimo, ma vanno collocati in contesti storici e geografici molto diversi tra loro. Le storie dei singoli paesi – i cui confini sono sempre mutati, dalla stagione degli Imperi al periodo coloniale e post coloniale – si assomigliano e si diversificano, dall’Egitto alla Siria, al Maghreb; altri sono casi a sé, come, per diverse ragioni, la Palestina, la Turchia, l’Iran; altri ancora vivono drammi senza fine, come l’Iraq, l’Afghanistan, la Somalia, e sono attraversati da contraddizioni profonde, come il Pakistan e la Penisola araba, fino a casi ancora poco conosciuti come l’Indonesia. Queste diverse storie vengono ricostruite intrecciandole con le condizioni di vita e il protagonismo delle donne, ma non senza aver prima illustrato l’islam, i suoi testi, la sua storia, le divisioni religiose. Oggi la situazione è drammatica, ma, secondo le autrici, sarebbe sviante credere che ciò non renda ancor più combattivo e propositivo il protagonismo delle donne musulmane che questo libro vuole illustrare; un libro basato su un ascolto diretto della voce delle donne del mondo musulmano, perché «la voce dell’altra va presa sul serio, quale premessa alla richiesta che la propria voce venga ascoltata».
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Riconversione: un’utopia concreta
13.00
€
Imprese che falliscono, distretti industriali che chiudono, emergenze ambientali e sanitarie diffuse su tutto il territorio nazionale e centinaia di migliaia di posti di lavoro persi o a rischio. È possibile uscirne e come? È possibile, necessario e urgente attraverso processi di conversione ecologica che tengano assieme dimensione ambientale e aspetto sociale delle produzioni. Dalla ristrutturazione delle linee produttive al tipo di prodotti, dagli acquisti verdi agli appalti, dalla transizione energetica alla ricostruzione di filiere locali, dal chilometro zero al consumo condiviso, dalla formazione permanente dei lavoratori alla rigenerazione di spazi in degrado: un’antologia di riflessioni teoriche, strumenti concreti ed esperienze in marcia per riconvertire il modello economico rendendolo sostenibile, giusto e redistributivo.
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Il diritto alla campagna
14.00
€
Negli anni Ottanta il ritorno alla terra è esercitato come diritto di cittadinanza. Nuovi stili di vita, frugali, vernacolari, nonviolenti, oppongono resistenza al modello industriale e alla mercificazione dei valori d’uso. La critica alla produzione senza limiti e al lavoro-merce conduce a forme autogestite di agricoltura e artigianato ad alta manualità: economie di sussistenza nelle quali traspare la lezione di Ivan Illich, Gandhi, Lanza del Vasto, William Morris, Lewis Mumford. È la fase eroica del biologico. Attraverso l’agricoltura “contadina” passa la costruzione di un rinnovato dialogo città-campagna che si materializza nel «paesaggio commestibile». In esso, la rinascita della campagna comporta la rifondazione urbana, e viceversa. La città riscopre il rapporto agroalimentare con il territorio e si reimmette nei cicli naturali; in bioregioni «ecocentriche», poderi e comunità di villaggio attivano virtù verdi per la loro conversione in senso ambientale. L’auspicata «ruralizzazione ecologica» stringe d’assedio le città, preservando il territorio dallo spreco di suolo fertile. Il diritto alla campagna, all’accesso alla terra, alla vita contadina si anima nelle esperienze rurali microterritoriali e nella coalizione dei neorurali con i cittadini. Il racconto di un’alleanza di matrice ecologista è l’occasione per approfondire temi fondanti della pianificazione e del progetto socio-territoriale: la “Fierucola del pane”, primo mercato biologico in Italia, rappresenta dal 1984 un fervido ambiente culturale e un esempio di utopia concreta.
Premessa di Vandana Shiva
scienziata indiana e attivista politica, ecologista e scrittrice, da decenni si batte per la salvaguardia della vita indigena contadina, per la protezione della biodiversità e l’integrità dei beni comuni. Nel 1993 le è stato attribuito il Right Livelihood Award, considerato il Nobel alternativo per la Pace. Ha fonda-to l’International Forum on Globalization (1982) e, nel 1984, il movimento Navdanya (“I nove semi”).
In appendice Voci della Fierucola di Laura Montanari
giornalista, lavora a “la Repubblica”. Ha scritto per il teatro: Muro (2013) con Francesco Niccolini e Fabio Galati; Siete stati lì (2015), monologhi su storie di attualità, con Fabio Galati.
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Bruno de Finetti
18.00
€
Il volume è dedicato al grande matematico italiano Bruno de Finetti nel trentennale della scomparsa, commemorato di recente dall’Accademia nazionale dei Lincei di cui fu socio autorevole. Bruno de Finetti, di elevato prestigio internazionale, è soprattutto noto per essere tra i fondatori della concezione soggettivistica della probabilità, che con i suoi teoremi assunse definitiva sistemazione scientifica. Ma ha dato significativi contributi anche alla disciplina economica e alla riflessione riformatrice per un mondo «accettabile» sul piano individuale e della collettività; in ricercata coerenza con la sua concezione probabilistica che è stata pertinentemente considerata la «logica dell’incerto». Contro ogni determinismo e intolleranza intellettuale, particolare attenzione dedicò anche alla didattica che rifiutasse ogni forma di indottrinamento passivo, ma che suscitasse le autonome capacità logico-intuitive dei discenti. Il volume, nel pubblicare alcuni suoi scritti significativi, mette in evidenza la sua statura di economista, di riformatore sociale e di persona impegnata nella difesa dei diritti civili, per la quale rischiò anche l’arresto. In particolare viene ricordata un’esperienza unica nel panorama intellettuale ed economico in Italia: quella dei corsi CIME (Centro Internazionale Matematico Estivo) diretti dal Nostro, da metà anni sessanta a metà anni settanta. Corsi che videro la presenza di alcuni tra i massimi economisti internazionali e a cui parteciparono molti giovani economisti italiani, oggi accademici.
Bruno de Finetti
(Innsbuck, 13 giugno 1906 - Roma, 20 luglio 1985). Laureato in matematica nel 1927, è subito assunto all’ISTAT dove lavora sino al 1931, per passare poi alle Assicurazioni Generali di Trieste che lascia nel 1946 per dedicarsi all’insegnamento. Libero docente già dal 1930, insegna prima all’Università di Trieste dal ’47 al ’54 e poi a Roma. Presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma insegna matematica generale e finanziaria sino al 1961. Si trasferisce poi alla Facoltà di Scienze come titolare della cattedra di calcolo delle probabilità, che tiene sino al 1976. È autore di oltre 300 lavori scientifici, che spaziano dal calcolo delle probabilità alla matematica attuariale, dall’economia alla teoria delle decisioni, dalla filosofia della probabilità alla didattica della matematica. La sua opera più importante, tradotta in molte lingue, è Teoria delle probabilità (Einaudi, 1970; Giuffrè, 2005). Ha lavorato anche nel campo dell’automazione, della ricerca operativa, dell’organizzazione aziendale e dell’Amministrazione statale. Ha dedicato il suo impegno anche ai diritti civili e a un riformismo sociale a vantaggio degli individui e della collettività. Numerosi i riconoscimenti nazionali ed internazionali compreso quello di socio nazionale dell’Accademia dei Lincei.
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Sindacalismi, sindacalismo
Il libro analizza i caratteri e le peculiarità del sindacalismo italiano nei primi anni del Novecento, con particolare riguardo al pluralismo culturale e all’articolazione organizzativa delle diverse esperienze. Fu durante l’epoca giolittiana, infatti, che il movimento sindacale divenne una presenza influente nel quadro politico ed economico nazionale, sia come interlocutore autorevole (nelle sue componenti più moderate), sia come avversario indomito (nelle sue componenti più radicali) delle classi dirigenti. I diversi sindacalismi (riformista, rivoluzionario, anarchico, repubblicano e cristiano) composero uno scenario complesso, arricchito da ulteriori divisioni all’interno di ciascuna organizzazione e da interessanti contaminazioni tra le numerose correnti. Le soluzioni organizzative adottate e le scelte rivendicative avanzate furono molteplici, spesso radicalmente alternative, soprattutto quando entravano in relazione con il mondo della politica e delle istituzioni. Nello stesso tempo, il sindacalismo dell’epoca mostrò anche alcune significative tendenze comuni, nel rapporto con i lavoratori e con le imprese, con le associazioni e con i partiti. Inoltre, per la prima volta a livello nazionale, si manifestò in modo evidente e trasversale la natura duplice e ambivalente del sindacato, insieme soggetto di contestazione del sistema economico e politico, ma anche agente d’integrazione delle masse popolari nello Stato liberale e democratico.
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Il fine vita
12.00
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Fra i finalisti al Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2016
Casi giurisprudenziali come quelli di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro hanno portato al centro del dibattito politico e giuridico le questioni concernenti l’autodeterminazione, il rispetto dell’identità personale, il dilemma di come garantire i diritti fondamentali agli incapaci di intendere e di volere, la non sempre pacifica relazione di cura tra paziente, famiglia e personale sanitario. Chi decide, dunque, sul fine vita? Quali certezze il diritto può dare ai malati, la cui dignità dev’essere garantita sino all’ultimo istante di vita, e ai curanti, su cui incombe l’ombra dell’eutanasia? Le risposte che si è soliti dare a tali quesiti possono essere sintetizzate partendo dalla creazione di alcune dicotomie: sacralità/qualità della vita, indisponibilità/disponibilità della vita, eteronomia/autonomia. Da qui derivano differenti paradigmi di regolamentazione giuridica: l’uno più rigido e meno rispettoso della libertà personale (emblematico il d.d.l. cosiddetto Calabrò), l’altro maggiormente attento alla persona umana, alla sua autodeterminazione e alla sua dignità.
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Il diritto di migrare
10.00
€
Basato su una vasta documentazione sulla portata e le caratteristiche delle attuali migrazioni internazionali, il libro affronta in maniera originale una tematica spinosa: il diritto di migrare. Cioè non solo il diritto di uscire dal proprio paese ma anche il diritto di avere un rifugio o semplicemente di cercarsi una collocazione (un lavoro, una nuova vita) in un paese diverso. Da tempo ormai nelle moderne democrazie il diritto di emigrare è in generale riconosciuto. E di questo diritto i paesi del Nord del mondo si fanno anche paladini, denunciandone l’assenza nei regimi autoritari e totalitari. Ma i governi di questi paesi sono ben lungi dal riconoscere effettive possibilità di ingresso nel loro territorio per chi proviene invece dai paesi poveri, da quelli a elevata pressione migratoria. Questa contraddizione e le possibili vie di uscita sono oggetto dell’analisi della de Wenden.
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Manuale per il corretto uso degli elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa
L’utilità di questo manuale sta nell’aver predisposto una raccolta ragionata degli elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa per cui vige l’obbligo della segnalazione. Uno strumento prezioso che vuole rendere più facile il compito dei delegati sindacali e degli operatori del patronato, nell’individuazione delle patologie di probabile origine lavorativa che potrebbero essere riconosciute. Gli elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa sono tre e con decreto del ministero del Lavoro del 10 giugno 2014 sono stati aggiornati: – lista 1 - malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità; – lista 2 - malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità; – lista 3 - malattie la cui origine lavorativa è possibile. Considerato che le malattie contenute negli elenchi sono centinaia, nel manuale le tre liste, mantenendo sempre la distinzione tra di loro attraverso tre diverse colorazioni, sono state però unificate in un’unica lista in cui tutte le malattie sono riportate in ordine alfabetico, segnalando per ognuna gli agenti e il codice identificativo. Ogni patologia può quindi essere immediatamente identificata e ricondotta alla lista di appartenenza e il manuale, così organizzato, si presenta come strumento di utile e facile consultazione per chiunque anche non esperto della materia.
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1944. L’anno della svolta
12.00
€
Il 1944 è stato un anno di svolta nella storia non solo del nostro paese: per tutti è l’anno che decide definitivamente la seconda guerra mondiale. Da noi si consuma il fallimento della Repubblica sociale di Salò, travolta certamente dalle vicende militari ma costretta in primo luogo a confrontarsi con la finzione della sua esistenza priva di prospettive politiche, ancoraggi sociali, indipendenza sostanziale. Il mondo del lavoro segna fortemente i caratteri della Resistenza. I grandi scioperi delle città del Nord Italia si riallacciano agli scioperi del 1943 e prefigurano le insurrezioni dell’anno successivo. I partiti e i sindacati si avviano alla propria ricostituzione e, sebbene ancora in nuce, prefigurano il loro posizionamento nella nascente democrazia. Per il sindacato, il 1944 significa la nascita della CGIL unitaria, prima e unica esperienza della nostra storia di una Confederazione sindacale nella quale convivono le anime della cultura comunista, socialista e cattolica come in una trasmissione a livello sindacale dell’anima del Comitato di Liberazione Nazionale. È anche l’anno delle stragi tedesche più violente e che lasciano le ferite più profonde. Questo libro prova a leggere il 1944 da tre avvenimenti: gli scioperi operai con epicentro Milano, la deportazione operaia con epicentro Genova e la ricostruzione della CGIL unitaria con il Patto di Roma.
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Prima di tutto il lavoro
20.00
€
Il libro propone una rilettura degli atti dell’Assemblea Costituente relativi alle norme lavoristiche della Costituzione, tentando di capire perché si arrivò proprio a quel testo, le alternative che furono proposte, le parti politiche e le ideologie che scesero in campo e, infine, gli scenari che si sarebbero potuti aprire se la norma “vera” fosse stata un’altra. I contributi, di taglio ricostruttivo, ridanno così voce ai costituenti, riscoprendo idee, obiettivi, passioni, aspettative. Dal 2013 nessuno di essi è più in vita. Questo libro è anche un tributo alla loro attività, portato con il dovuto rispetto ma con altrettanto dovuta attenzione scientifica. Facendoli tornare a parlare, dai più illustri “padri della Patria” ai tanti giovani che poi sarebbero diventati famosi, fino ai tantissimi sconosciuti che ora hanno al più una strada intitolata al loro paese, emerge un diritto del lavoro come non lo abbiamo mai visto, fatto di incertezze ma anche di speranze, di conflitti ideologici e politici ma anche di spinte al “compromesso” per un Paese da costruire, che si voleva consegnare solido alle generazioni future, scrivendo una Carta fondamentale in grado di resistere alle insidie del tempo. Gli autori, tutti legati – nel passato o nel presente – alle cattedre di Diritto del lavoro dell’Università di Siena, sono: F. Borgogelli, G. Calvellini, N. Castelli, S. Chellini, A. Ebreo, C. Faleri, B. Fiorai, L. Gaeta, A. Giovannelli, F.Z. Khouribech, L. Lazzeroni, A. Loffredo, M. Lombardi, S. Naimoli, G. Orlandini, P. Passaniti, L. Pelliccia, M.D. Santos Fernández, F. Siotto, A. Tandoi, M. Tufo.
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