• Uno straordinario gruppo di scrittori e scrittrici della nouvelle vague italiana indaga sul lavoro, la precarietà, la disoccupazione affidandosi alla scrittura e alla sua capacità di entrare là dove non riescono intellettuali e esperti all’apparenza più adeguati: e cioè politici, economisti, sociologi. Si tratta di perlustrazioni non tradizionali, di visioni inattese, di oroscopi, appunto, che manifestano tutta la potenza della loro carica conoscitiva a chi sappia penetrare i leggeri meccanismi del loro codice, riservato ma non segreto. Il lavoro non è un aspetto residuale della vita dei giovani. Le sue caratteristiche, quando c’è, la sua attesa, quando non c’è, condizionano le giornate, le paure e le gioie di una generazione che accorcia il tempo e restringe gli orizzonti per non cadere nel vuoto indecifrabile del futuro, mentre laboriosamente si mette a disposizione delmondo con rancore, con felicità, con rassegnazione. In questo presente, allora, fluido ma senza sviluppo, le risposte posono arrivare dalle figurazioni dei racconti: anche questi - qui illustrati con un tratto elegante e non comune - dove ciascuna delleesperienze narrate parla di uno ma suggerisce segni che valgono per tutti. Illustrazioni di Mario Ritarossi. Testi di: Andrea Bajani, Andrea Carraro, Silvia Colangeli, Mario Desiati, Francesco Dezio, Marco di Marco, Giulia Fazzi, Angelo Ferracuti, Elisabetta Liguori, Andrea Melone, Lorenzo Pavolini, Alessandro Piperno, Flavio Santi, Roberto Saviano, Carola Susani, Emanuele Trevi, Sara Ventroni, Massimiliano Zambetta.
  • Ettore Reina, orfano allevato ai Martinitt, fin da ragazzo poeta, drammaturgo, attore di teatro con una giovanissima Dina Galli, divenuto tipografo scopre il socialismo nella Milano di Turati; incarcerato nel 1898, elabora un orientamento, riformista e unitario, fondato sulla convinzione che la lotta per la dignità del lavoro e la libertà di pensiero siano i basilari, inscindibili ingredienti del socialismo. È a capo della Federazione di mestiere dei cappellai dal 1901 e di quella internazionale dal 1921 al 1927. Impegnato anche nel mutualismo, nella diffusione culturale, nella cooperazione, dirige con Rigola, D’Aragona, Buozzi, la Confederazione Generale del Lavoro, dalle origini nel 1906 allo scioglimento nel 1927. Rappresentante operaio dal 1903 al 1923 al Consiglio superiore del lavoro, elabora vari progetti di leggi sociali. Viene eletto deputato alla XXV legislatura e partecipa alla preparazione della legge sul controllo delle fabbriche. Sposato e padre di cinque figli, considera la famiglia che ha creato con la moglie Adele uno dei suoi successi. Ritiratosi negli anni del fascismo, è inviato in campo di prigionia nel 1940; il figlio Ennio combatte nella Resistenza in Val d’Ossola ed è ferito gravemente. Nel dopoguerra, quasi ottantenne, aderisce al nuovo Partito socialdemocratico e al Movimento federalista europeo.
  • La bocciatura del Trattato costituzionale europeo da parte della Francia e dell’Olanda sembra aver definitivamente frustrato il tentativo di dare all’Europa una struttura istituzionale e un sistema di valori socialmente orientati. Il «deficit democratico» che da sempre affligge l’azione delle istituzioni europee sembra quindi essersi materializzato nel rifiuto scaturito dalle consultazioni popolari, come conseguenza dell’idea che questo Trattato costituzionale sia stato il frutto di scelte imposte dall’alto. In tale contesto, le opinioni sul futuro «costituzionale» dell’Europa oscillano, da una parte, tra la volontà di conservare quanto di buono è emerso dal Trattato costituzionale, valorizzandone i contenuti sociali e, dall’altra, il rigetto in toto dei risultati del lavoro della Convenzione, con l’obiettivo di cogliere nel rifiuto francese e olandese l’occasione per rifondare l’attuale sistema comunitario imperniato sul primato del mercato. Il libro dà conto di un ampio spettro di opinioni emerse nella dottrina e nel dibattito politico, animati dalla volontà di consegnare all’Europa un sistema giuridico primario attento alla salvaguardia dei diritti sociali, in armonia con le istanze che caratterizzano la nostra stessa Costituzione.
  • Conoscere, partecipare, programmare e quindi decidere. Sono queste le quattro fasi irrinunciabili di una nuova politica economica regionale. Esiste un filo rosso che concatena in modo indissolubile le quattro fasi l’una all’altra. Questo primo Rapporto sull’economia del Lazio è la base di conoscenza su cui in sequenza si andranno ad innestare le successive fasi di partecipazione, programmazione e decisione politica. Il rapporto sull’economia vuole essere lo strumento a disposizione delle cittadine e dei cittadini della Regione Lazio, affinché possano avere un quadro articolato della condizione economica e sociale in cui vivono e in cui si innestano le successive decisioni politiche. Vuole anche essere una sorta di atlante ragionato di dati a disposizione degli enti locali ai fini della loro programmazione economica, nonché un documento ad uso delle forze sociali e imprenditoriali per orientare la loro azione sindacale o di mercato. Infine, intende essere il presupposto documentale della Regione Lazio, utile a varare il successivo documento di programmazione economica e finanziaria non a occhi chiusi o semi-bendati. La predisposizione del Rapporto è stata curata dall'Assessorato al Bilancio, Programmazione economica e Partecipazione della Regione Lazio.
  • Dal 1944 al 1962 la provincia di Ragusa vide il sorgere e poi il consolidarsi di una forte Cgil. Lo sviluppo delle campagne e delle industrie, il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati furono al centro delle lotte organizzate dai gruppi dirigenti provinciali e dalle Camere del lavoro dei dodici Comuni della provincia negli anni difficili e ricchi di passione dell’immediato dopoguerra e fino agli inizi del boom economico. Sulla base di materiali in grandissima parte inediti tratti dall’Archivio di Stato di Ragusa, l’autore ricostruisce quasi giorno per giorno gli eventi di un ventennio ricco di avanzate, di sviluppo, ma anche di errori e passi indietro, tracciando il quadro degli scioperi e delle manifestazioni che portarono la Cgil a diventare una grande realtà in tutto il territorio della provincia. Si salvano così dall’oblio non solo fatti che contribuirono al profondo cambiamento economico e sociale della realtà ragusana, ma anche i nomi di decine e decine di dirigenti e militanti che con passione e dedizione contribuirono alla costruzione del sindacato, subendone a volte le dure conseguenze negli anni.
  • A cento anni di distanza dalla fondazione della Cgil, il volume ci restituisce modi e forme della presenza delle donne nel sindacato. A partire dalle prime organizzazioni delle lavoratrici, attraverso gli anni del fascismo e del dopoguerra, fino all’autunno caldo e alla nascita di nuovi soggetti collettivi, le trecento fotografie e i saggi si affiancano in una trama narrativa che intreccia, come spesso accade nella storia delle donne, linguaggi e fonti diverse. Alle fotografie che ci restituiscono i volti di alcune tra le principali protagoniste di questo secolo di battaglie sindacali, si accompagna la ricostruzione di importanti momenti di vita collettiva: lotte e mobilitazioni che hanno visto impegnate categorie «storiche» come le mondine, le tabacchine e le tessili, ma anche soggetti che esprimono l’articolazione della rappresentanza sindacale, come le lavoratrici a domicilio e le pensionate. Quello che emerge non è solo un parziale, pur nella sua importanza, aspetto della storia della Cgil, ma un inusuale punto di vista che ci permette di leggere quanto e come sia cambiata in un secolo la società italiana, e come le donne, cambiando se stesse, abbiano significativamente inciso su quel cambiamento. Trecento foto per raccontare un secolo di storia e saggi di: Nadia Caiti, Barbara Imbergamo, Francesca Koch, Simona Lunadei, Lucia Motti, Maria Luisa Righi, Maria Grazia Ruggerini, Anna Scattigno.
  • Il libro racconta i due mesi che hanno cambiato la recente storia francese, grazie alla mobilitazione dei giovani contro il Cpe (contratto di primo impiego) proposto dal primo ministro Dominique De Villepin, considerato l’anticamera verso la precarietà a vita. Una rivolta che ha acceso i riflettori di tutta Europa sulla Francia e sugli studenti che hanno animato la lotta. La consapevolezza di quel rischio è infatti maturata soprattutto nelle università, tanto che l’evento simbolico della mobilitazione è stato individuato nell’occupazione e nel successivo sgombero della Sorbona. Si descrivono i fatti accaduti, a partire dalla «rivolta delle banlieues», immediatamente precedente, fino al ritiro del provvedimento da parte del governo. Attraverso storie e interviste, si interrogano gli studenti, i lavoratori precari e gli stagisti, nuova frontiera del precariato. Il libro è inoltre corredato da una serie di interviste ad alcuni intellettuali francesi (Dubet, Bensaid, Castel, Fitoussi) e da un raffronto tra il mercato del lavoro francese e quello italiano, a cura di Alessandro Genovesi del Dipartimento Politiche attive del lavoro della Cgil.
  • Gli autori ripercorrono il lungo e intenso percorso di analisi ed elaborazione che la Cgil e la nuova Federazione dei lavoratori della conoscenza (Flc) hanno realizzato nel corso negli ultimi due anni e che ha dato luogo alle proposte contenute nel Programma per la Conoscenza. Il testo descrive con chiarezza e ricchezza di dati il quadro della situazione relativa alle politiche della formazione e della ricerca, spiega e ricostruisce le argomentazioni sottese alle scelte ritenute necessarie per sviluppare nel nostro paese la società della conoscenza. Gli otto capitoli del libro tracciano un quadro preciso del deficit formativo all’origine delle tendenze al declino del nostro paese, individuano e descrivono i motori del cambiamento necessario (sviluppo dell’autonomia, innalzamento dell’obbligo di istruzione, politiche per il diritto allo studio, valorizzazione dei lavoratori della conoscenza). Sono poi analizzate le politiche proposte per i singoli settori: scuola, università, ricerca, educazione degli adulti. Ad ogni tematica affrontata è allegata una ricca documentazione (dati, tabelle, schede, documenti politici). Uno strumento utile per comprendere le proposte della Cgil e per partecipare attivamente alla nuova fase delle politiche formative e della ricerca.
  • Questa antologia attinge al ricchissimo patrimonio della poesia italiana degli ultimi cento anni al tempo stesso con grande amore e grande libertà. Poeti «impegnati» e poeti «puri»; giganti solitari e poeti «di scuola»; poeti celebrati e poeti dimenticati; poeti «reazionari» e poeti «rivoluzionari» (ammesso e non concesso che simili definizioni abbiano un senso in ambito artistico): ci sono tutti, a comporre la foto di gruppo di una società letteraria multiforme e vivacissima. Ma la raccolta ha un’ambizione più grande: quella di impiegare la lingua della poesia per parlare della storia italiana del secolo appena trascorso, in modo insolito, spesso inedito, a volte addirittura ironico e divertente. Scorrono nelle pagine, quasi fossero i fotogrammi di un vecchio cinegiornale o di un vecchio film in bianco e nero, luoghi, oggetti, eventi, tic e «caratteri» di quell’avventura complessa, spesso tragica, a volte anche grottesca, che chiamiamo Modernità, Progresso, eccetera. Nel quadro accennato particolare rilievo è stato dato alle vicende del mondo del lavoro: dai primi scioperi alle repressioni padronali e poliziesche, alle grandi conquiste degli anni sessanta e settanta, fino ai giorni d’oggi in cui si presentano nuove sfide: immigrazione, precarietà, marginalizzazione sociale e culturale.
  • L'esperienza della lotta partigiana e delle altre forme di resistenza civile o non armata ha segnato in profondità la provincia di Modena. Si è trattato, infatti, di una guerra di liberazione dall'occupazione tedesca e dalla presenza fascista che ha posto le basi per affermare nuovi diritti di cittadinanza civile e sociale, e che ha saputo coinvolgere e raccogliere il consenso di larga parte della popolazione. -Dal dopoguerra fino ai giorni nostri la memoria della Resistenza non è stata solo paradigma di riconoscimento dell'identità provinciale e regionale; essa è diventata pratica e progetto da spendere nel presente, secondo un percorso mai rettilineo o scontato, rappresentando uno degli elementi di fora della grande trasformazione economica e sociale della realtà locale. -Questo libro vuole offrire un racconto sintetico ma documentato sia sulla storia della Resistenza durante la seconda guerra mondiale, sia sulla costruzione della sua memoria fino alla fine del secolo scorso, cercando così di mettere a disposizione un quadro complessivo e innovativo di questa importante vicenda storica.
  • L'ingresso di dieci nuovi Stati nell'Unione europea e la prossima adesione di altri paesi dell'Europa centro - orientale sollecitano riflessioni sulla "tenuta" del modello sociale europeo. A tal fine sono utili analisi e comparazioni degli ordinamenti giuslavoristici e dei sistemi di relazioni industriali sia dei paesi di più antica tradizione comunitaria che di quelli di più recente e di prossima adesione all'UE. -Nel volume vengono analizzati e tra loro comparati gli aspetti più importanti dei sistemi di relazioni industriali dei quindici Stati già membri dell'Unione Europea e dei dieci che da poco vi hanno fatto il loro ingresso. -Nella prima parte si approfondiscono in particolare le differenti modalità di organizzazione delle parti sociali, la contrattazione collettiva e le forme di partecipazione dei lavoratori. Nella seconda parte vengono esaminati i cambiamenti intervenuti negli ordinamenti nazionali del lavoro nei diversi paesi, con particolare attenzione ai profili collettivi del rapporto di lavoro e alla disciplina del mercato del lavoro. -Insieme a quella che si manifesta tra i quindici Stati precedenti e i dieci recenti membri dell'Unione Europea, un'ulteriore distinzione appare in questo secondo gruppo fra i paesi dell'Europa centrale già a governo comunista e la diversa situazione di Cipro, Malta e Turchia, della quale ultima anche vengono esaminate le normative insieme a quelle degli altri paesi di prossima adesione.
  • Un'istituzione che raccolga e conservi documenti multimediali relativi al lavoro umano; che utilizzi le moderne tecnologie digitali e la rete telematica come strumenti centrali della sua attività; che renda viva e presente la memoria del lavoro attraverso iniziative permanenti, il riuso dei materiali, nuove documentazioni: questo, in sintesi, il progetto di un MUSEO MULTIMEDIALE DEL LAVORO messo a punto dalla Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, che renderebbe disponibile per la costituzione della nuova struttura il proprio ricchissimo patrimonio di documentazione audiovisiva, fotografica, di ricerca scientifica e culturale sul mondo del lavoro. -Il progetto è stato presentato e discusso a Roma il 5 febbraio 2004 presso il Cnel, in un Forum a cui hanno partecipato esponenti delle istituzioni, del mondo sindacale e politico, delle fondazioni e degli istituti culturali interessati al tema del lavoro e dell'industria, docenti universitari, studiosi, filmmaker, giornalisti e i cui atti sono raccolti in questo volume.
  • Agli inizi degli anni ottanta si sono sviluppati per iniziativa delle organizzazioni sindacali, ma anche delle associazioni di volontariato e degli enti di formazione, i Centri di informazione e di orientamento al lavoro, che, in collaborazione con gli Informagiovani (centri promossi dagli Enti locali, soprattutto nel Centro Nord), forniscono informazioni ai giovani in cerca di lavoro. I Centri hanno avuto una larghissima diffusione perché offrono servizi, come l’orientamento, che l’Ufficio di collocamento non era in grado di fornire. Grazie al corso per orientatori organizzato nell’ambito del progetto Spes Nova è stato possibile riportare a modello l’esperienza in materia realizzata dalla Cgil. -Il volume si rivolge in primo luogo a coloro che, all’interno della Cgil, si occupano di politiche attive del lavoro e devono rendere operativi i deliberati della Conferenza di Fiuggi sui servizi per il lavoro. Ma anche per tutte le persone che all’interno dei servizi per l’impiego o nelle strutture si occupano di orientamento i materiali prodotti nel volume possono costituire un contributo per l’integrazione tra il momento puramente informativo e quello più significativamente orientativo.
  • L’ECAP in Svizzera: 30 anni di impegno per la formazione e l’integrazione delle persone. Una presenza importante che è stata adeguatamente celebrata con una festa a Zurigo, con incontri nelle varie sedi e un convegno a Basilea. Tante le partecipazioni autorevoli e tantis-simi i messaggi di saluto ricevuti, a conferma del prestigio della Fondazione. -Il Convegno che aveva come tema «Mediazione culturale e processi di integrazione» è stato introdotto da Ilario Rossi, antropologo, Losanna; Carlos Giménez, antropologo, Madrid; Rebekka Ehret, etnologa, Basilea. Sono seguiti gruppi di lavoro sui temi: «Mediazio-ne/integrazione e pari opportunità», «Mediazione della scuola», «La mediazione nell’accesso al lavoro», «Integrazione e paesi d’origine». Ha concluso una Tavola rotonda con Rosemarie Simmen, allora presidente della CFS, Berna; Ettore Gelpi, pedagogista, Parigi; Sandro Cattacin, direttore del FSM, Neuchâtel. -Il libro documenta tutto questo. Uno strumento per riflettere e per fare. Un contributo al dibattito sulla «Mediazione culturale» affinchè divenga pratica e conoscenza diffusa.
  • Il libro si propone di presentare l’esperienza formativa della Fillea Cgil, con particolare riferimento al Master - un corso lungo e articolato per giovani quadri sindacali - che costituisce un interessante esempio di apprendimento organizzativo. Esso è stato infatti caratterizzato non dall’accumularsi di nozioni o informazioni individuali, che pure sono state trasmesse, ma come un insieme di pratiche di studio, approfondimento, esame di situazioni e problematiche concrete. Da ciò, un processo attraverso il quale i partecipanti sono stati invitati, tra l’altro, a discutere, con vari dirigenti dell’organizzazione, dei modi consolidati di fare, vedere le cose e sentire nella categoria. -Il testo anticipa, in parte, i risultati di una riflessione più ampia, in corso nell’ambito dell’Istituto Superiore per la Formazione, a partire da tutte le esperienze, realizzate, d’intesa con la Cgil nazionale, con il progetto complessivo denominato Master (i percorsi connessi sono stati attuati, in ordine temporale, con la Cgil Veneto, il Slc, la Cgil Emilia Romagna, la Fillea, la Cgil Campania e NIdiL). Riprende concretamente alcune delle elaborazioni svolte dall’équipe - composta da A. Braga, M. Cevoli, S. Meghnagi (direttore del progetto Master) - che ha guidato le varie azioni e ha cercato di verificare sul campo sia la validità teorica sia l’efficacia concreta di un approccio utile ai fini della crescita culturale di coloro che operano nelle associazioni di rappresentanza.
  • Lo sblocco del Tfr verso la previdenza integrativa comporterà un flusso potenzialmente enorme di denaro verso i mercati con conseguenze sia per lavoratori e pensionati sia per la già pericolosa deriva finanziaria dell’economia italiana. L’intento del legislatore è quello di aumentare sostanzialmente le potenzialità di un mercato borsistico ad oggi decisamente sottodimensionato rispetto a quelli limitrofi. -Sullo scenario di un sistema previdenziale pubblico già ampiamente modificato dalle due precedenti riforme, si affacciano quindi le istanze solidali di un pensiero economico alternativo non più relegabile alla nicchia del non profit. Quali rischi corrono le lavoratrici e i lavoratori che affidano i propri soldi alle borse? È davvero inevitabile una previdenza affidata principalmente a un complesso sistema di risparmio finanziario individuale? Esiste la reale possibilità di contaminare con esigenze solidaristiche l’operato dei gestori dei fondi previdenziali? Nel mondo delle imprese bancarie i fondi pensione sono storicamente consolidati e davvero complementari. -Partendo dall’esperienza di una diffusa presenza di rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori come amministratori dei fondi, questo volume offre un’analisi critica dell’ideologia che sta alla base della «privatizzazione» delle pensioni, un panorama delle differenti visioni di welfare che assicurino a tutti uguali possibilità di partenza e uguali limiti, le chiavi di lettura per una possibile etica solidale di investimenti da parte dei fondi pensione non alternativa alla necessaria remunerazione nel lungo o medio/lungo periodo.
  • Il manuale esamina il fenomeno del "mobbing" e del "bossing", strategia, quest’ultima, solitamente adottata dalle direzioni aziendali per provocare le dimissioni della vittima, stremata dalle mortificazioni. È un fenomeno di vecchia data e conoscenza, già presentatosi sotto gli aspetti della dequalificazione, dell’inattività forzata, dell’accantonamento, del trasferimento ingiustificato, dell’isolamento, dell’estraniazione dagli avanzamenti di carriera per privilegiare soggetti disponibili, di buon comando o omertosi. Dopo aver illustrato la normativa vigente a tutela della professionalità, vengono esaminati i diversi possibili comportamenti illegittimi dei responsabili aziendali o degli stessi colleghi di lavoro, e si dà conto dell’orientamento giurisprudenziale, oramai impostosi, in ordine alla non necessità di provare da parte del lavoratore il danno alla professionalità. Viene quindi approfondito il danno biologico, il danno psichico, il danno morale, e illustrata la nuova categoria del danno esistenziale. Si approfondisce inoltre la nuova disciplina "sperimentale" del danno biologico in ambito Inail, evidenziandone le insufficienze per una reale tutela del lavoratore. Nella parte conclusiva del testo, in armonia con orientamenti giurisprudenziali e dottrinali del tutto affidabili, viene sostenuta la non imponibilità previdenziale e fiscale delle somme conseguite o disposte giudizialmente per "reale" risarcimento di un danno da mobbing. La parte espositiva è completata da una ricca Appendice di documentazione (ddl presentati sulla disciplina del mobbing, pattuizioni inserite nei ccnl, risoluzioni Ue) oltreché dal testo integrale delle più importanti sentenze della Cassazione e di merito, indispensabili per chi debba affrontare o patrocinare professionalmente casi concreti in ambito giudiziario.
  • Il quarto rapporto prosegue il lavoro di documentazione e di analisi dei processi d’inserimento dei lavoratori immigrati nei mercati del lavoro italiani e delle loro implicazioni sociali e istituzionali. Esso segna la continuità di quella linea interpretativa che legge l’immigrazione come uno degli aspetti importanti delle tendenze, da tempo ormai in atto nelle società dell’Europa comunitaria, di crescente divario tra capacità produttive e capacità di creare occupazione stabile; di crescente eterogeneità delle modalità d’inserimento lavorativo e delle identità professionali; di costante erosione di sistemi di garanzie e di modelli contrattuali sempre meno in grado di ricondurre a logica unitaria la molteplicità di comportamenti, spinte, bisogni, conflitti che maturano e si sprigionano ad ogni livello e in ogni sfera di relazioni. Contemporaneamente il rapporto ripropone un altro aspetto del progetto: la persuasione che una più adeguata conoscenza di quei processi non è questione che riguardi i soli ricercatori; è un elemento essenziale per l’elaborazione, la verifica e la messa a punto di linee, piattaforme contrattuali, modelli organizzativi e forme di lotta del sindacato. Rispetto a questo secondo aspetto il rapporto registra - sulla base dei contenuti emersi nel corso della Conferenza nazionale della CGIL sull’immigrazione e di iniziative che ne sono già scaturite - il delinearsi di una crescente consapevolezza i cui sviluppi si prospettano rilevanti per il futuro dei rapporti sindacali nel quadro europeo.
  • A partire dalle grandi fabbriche di Sesto san Giovanni le lotte operaie per la salute e la sicurezza sul lavoro si sono sviluppate dall'idea di rifiutare la monetizzazione del rischio e della salute. Il volume ripercorre le esperienze della contrattazione per migliorare le condizioni di lavoro e di vita delle donne e degli uomini impegnati nei diversi settori produttivi. Una storia fatta di incidenti e morti (Seveso, Porto Marghera, Ravenna, i tanti cantieri edili), ma anche di nuove conquiste contrattuali e di un grande movimento che ha fatto avvicinare agli operai e agli impiegati tanti medici, avvocati, giuristi, esperti di progettazione meccanica che hanno permesso al sindacato di tutelare meglio le ragioni di chi lavora. Ciò si è reso possibile anche grazie all'opera svolta nei tribunali e in Parlamento, con l'istituzionalizzazione della Medicina del lavoro e con le indagini parlamentari sugli infortuni e sulle "morti bianche", a cui hanno dato un decisivo contributo Luciano Lama, Carlo Smuraglia e Antonio Pizzinato. Dopo 100 anni di storia, si può trarre un primo bilancio e ribadire l'impegno a mantenere alta l'attenzione su questi temi.
  • La Fisac Cgil di Imperia si è posta l'obiettivo, ambizioso per un piccolo comprensorio, di indagare le condizioni di lavoro e gli orientamenti dei lavoratori in relazione ai cambiamenti avvenuti nel settore bancario negli ultimi anni. -Con lo strumento del questionario e le interviste a testimoni privilegiati si è provveduto a monitorare il "vissuto" di uomini e donne impegnati in contesti organizzativi ed economici in forte trasformazione, evidenziando gli elementi di disagio e alienazione, ma anche la loro progettualità, il loro rapporto con il sindacato, la proiezione del loro presente nel futuro, il rapporto tra etica e economia. -Questo lavoro può essere considerato l'avvio di un processo di ricerca finalizzato a fornire utili spunti di riflessione e materiale di discussione per accrescere l'incisività e la rappresentatività del sindacato.
  • Il cofanetto raccoglie sei volumi, coordinati dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, frutto di altrettante iniziative dedicate, in occasione del sessantesimo della Resistenza e della Liberazione dell'Italia, all'approfondimento del ruolo avuto dai lavoratori in passaggi cruciali degli eventi di quegli anni. -La ricognizione critica effettuata riguarda grandi città, interi territori e settori del mondo del lavoro, articolandosi nei titoli seguenti: -La rinascita del sindacato - Dagli scioperi milanesi del marzo 1943 e 1944, al Patto di Roma e al 1° maggio del 1945 -La stagione del riscatto - Bologna e Napoli dalle lotte contro i nazifascisti alla ripresa produttiva e civile -L'informazione contro il fascismo - Mobilitazione e iniziativa nei grandi quotidiani, al Poligrafico dello Stato e in decine di tipografie d'ogni parte d'Italia -Quadraro: una storia esemplare - Le vite e le lotte dei lavoratori edili di un importante quartiere della periferia romana -Salvare le fabbriche - I lavoratori a difesa dei macchinari e delle grandi infrastrutture dalla furia dei nazisti in fuga -Storie di Resistenza - Il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori del settore finanziario e assicurativo -Viene così in piena luce, commenta Guglielmo Epifani, "una radice morale straordinaria: quella che è poi alla base della coscienza e del ruolo nazionale che il movimento dei lavoratori e la classe operaia italiana hanno saputo determinare per se stessi e per il paese".
  • La Camera del lavoro di Rimini compie il suo primo secolo di vita, un traguardo per niente scontato in questi tempi di grandi trasformazioni: basti pensare alla fine dei grandi partiti di massa, difficilmente prevedibile solo poco tempo fa. E’ la dimostrazione che la sua funzione - economica, politica, sociale - oggi è tutt’altro che esaurita, per quanto, naturalmente, si sia articolata e modificata. -Passati attraverso le enormi difficoltà iniziali, poi l’illegalità e il forzato silenzio del ventennio fascista, la fine dell’unità sindacale e il fallimento dei progetti di radicale rinnovamento dell’Italia del dopoguerra, la discriminazione in fabbrica, le crisi e anche le sconfitte, il sindacato e le Camere del lavoro restano vivi e necessari, oggi più che mai per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. La loro storia è la storia della libera associazione fra le persone che in maniera solidale tutelano un fondamento della vita: il lavoro. -Il centenario offre l’occasione per ricostruire questo percorso, per tentare un resoconto della vita e dell’attività della Camera del lavoro di Rimini dalla fondazione ad oggi. E questa “piccola” storia crediamo non debba assumere un semplice carattere rievocativo, ma debba offrire, in particolare alle giovani generazioni, il significato e lo spessore di una presenza che ha alimentato la crescita della vita democratica nel riminese.
  • La sorte del Trattato di Lisbona, dopo la bocciatura referendaria del 13 giugno 2007, è oggi legata alle iniziative del Consiglio europeo per superare la nuova impasse nel processo di riforma istituzionale dell’Unione, mentre la realtà sociale, economica e tecnologica continua ad alimentare quel processo di unificazione che ha fatto dell’Unione un laboratorio «sovranazionale» di sperimentazione e di confronto istituzionale innovativo ed originale, ben oltre la sfera del mero coordinamento e della mediazione tra gli Stati membri. Il percorso di strutturazione dell’inedito soggetto politico sovranazionale punta ora alla sfida «razionalizzatrice» del nuovo Trattato, mostrando – soprattutto in questo momento di grave crisi economica internazionale – la necessità di ridefinire e aggiornare continuamente lo stesso «progetto europeo». Il libro valuta l’impatto del Trattato di Lisbona sul funzionamento delle istituzioni e sulle condizioni di vita dei cittadini europei, offrendo un’ampia panoramica dei temi e dei problemi che attraversano l’attuale fase di costruzione europea, con l’intento al contempo di rendere omaggio al sessantennale della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Saggi tra gli altri di: Giuliano Amato, Marco Borraccetti, Giuseppe Bronzini, Donata Gottardi, Fausta Guarriello, Elena Paciotti, Silvana Sciarra, Giuseppe Tesauro, Françoise Tulkens.
  • L’amore e il lavoro, scriveva Freud, sono i due elementi fondamentali per raggiungere un equilibrio personale. Ma nell’attuale società globale, dominata dall’economia, il lavoro contraddittoriamente risponde sempre meno all’esigenza di realizzazione soggettiva e ancora meno a quella dell’inclusione sociale, semplicemente sembra tornato a essere la principale (spesso scarsa) fonte di reddito. Al contempo i processi sociali d’individualizzazione e i sentimenti d’inadeguatezza e di solitudine avanzano. Persino la felicità, che Primo Levi nella Chiave a stella attribuiva al lavoro, nella società «liquida» sembra ormai raggiungibile solo all’interno della sfera del consumo. Stiamo dunque assistendo alla fine del valore sociale del lavoro? L’autore, per dare una risposta a questo interrogativo, ripercorre l’intero tragitto storico che ha condotto alla formazione del concetto stesso di lavoro. Successivamente ipotizza tre possibili linee di sviluppo delle politiche post moderne del lavoro. Ricordando quello che scrisse Gramsci, «prevedere non significa sapere quello che avverrà, ma fare in modo che avvenga, cioè predisporsi a progettare il futuro», Ranieri conclude che senza un caparbio orientamento all’analisi e alla progettazione i lavoratori rischiano di essere indotti ad auto-ingannarsi sulla loro reale condizione, riducendosi disarmati, davanti alla pressione del «capitalismo impaziente», a rispondere, come lo scrivano Bartleby del racconto di Melville: «Preferirei di no».