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Piano sociale di zona
7.00
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In che misura la creazione della zona sociale può agevolare i compiti che la legge di riforma 328/2000 assegna ai Comuni? La legge di riforma individua nella zona un ambito ottimale per mettere insieme operatori, strutture e servizi con cui costruire una rete completa, capace di rispondere a tutte le necessità della popolazione. Il Comune, titolare delle funzioni sociali, agisce come partner di un insieme di Comuni, prima nell’elaborazione del Piano sociale di zona, poi nella gestione e nella valutazione costante dei risultati. Seguendo le indicazioni della riforma, il lettore incontra dapprima chi è soggetto di politiche sociali, poi cosa deve contenere il Piano di zona per rispondere ai bisogni della società contemporanea e infine come reperire le risorse e mettere in atto il circuito virtuoso della partecipazione collettiva. La guida è dedicata agli enti locali e a tutti gli altri protagonisti del territorio: cittadini, lavoratori e sindacati, associazioni di rappresentanza, imprese sociali, Ipab, fondazioni bancarie.
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Piazza Fontana. Ora e sempre in difesa della democrazia
15.00
€
Dopo la strage di Piazza Fontana, in occasione dei funerali delle vittime, CGIL, CISL e UIL di Milano decisero di proclamare lo sciopero generale. Una decisione che incise profondamente su quella giornata, con le forze del lavoro schierate a difesa della democrazia e contro l’eversione. Operai e impiegati si posero infatti alla testa della mobilitazione popolare non solo per testimoniare ai familiari delle vittime il profondo cordoglio di tutta la città, ma per garantire al paese presidio e difesa delle sue istituzioni democratiche, per isolare gli assassini e i loro mandanti. Quella scelta dei sindacati milanesi, di straordinaria lungimiranza, segnò la storia del nostro paese: cominciò da quel giorno la lunga battaglia contro il terrorismo, il nemico più insidioso per le istituzioni repubblicane, una battaglia difficile da gestire ma sempre condotta con una partecipazione democratica e di massa. Insieme alle relazioni e ai contributi del convegno, promosso dalla Fondazione Giuseppe di Vittorio e dalla Camera del Lavoro di Milano, il volume propone testimonianze inedite di Oscar Luigi Scalfaro, Gian Franco Maris, Gerardo D’Ambrosio, Natalia Aspesi, Giorgio Bocca, Gianni Barbacetto, Giovanna Marini, Corrado Stajano, Laura Reggi e di delegati e militanti milanesi. Nel libro è inoltre contenuto il DVD della Tv Days «12/12… la bomba. Dall’autunno caldo a Piazza Fontana», la registrazione dello spettacolo andato in scena al Piccolo Teatro - Teatro Studio di Milano, il 14 dicembre 2009, ideato e curato da Angelo Ferranti e Leonardo Gervasi.
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Piccoli schiavi senza frontiere
15.00
€
Il traffico di esseri umani a scopo di grave sfruttamento sessuale - soprattutto di donne e bambini - ha assunto negli ultimi anni una dimensione considerevole e significativa, sia dal punto di vista quantitativo, sia per le modalità, che configurano spesso una vera e propria riduzione in schiavitù con effetti fisici e psicologici devastanti. Ma mentre sul versante femminile - e in particolare sulle donne adulte - sono state effettuate indagini e studi specifici e attivati servizi sociali a livello territoriale, sulle forme di sfruttamento minorile l’attenzione - in termini di studi e interventi ad hoc - non è ancora all’altezza della drammaticità che caratterizzata l’intero fenomeno. Il volume contribuisce a colmare questa carenza conoscitiva, affrontando a livello teorico ed empirico le configurazioni che assume il fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori e delle minori e delineando, al contempo, gli interventi di tutela sociale attivati da alcune organizzazioni non profit nel settore. L’autore descrive inoltre il quadro normativo entro il quale è possibile l’attivazione di interventi di contrasto verso le bande criminali che gestiscono il corposo giro di affari, nonché le modalità di protezione necessarie in sede giudiziaria in difesa delle piccole vittime del turpe sfruttamento.
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Piero Boni
9.00
€
Piero Boni (1920-2009) è stato un protagonista della storia dell’Italia repubblicana. Socialista riformista, ha dedicato l’intera sua vita all’emancipazione dei lavoratori e, in particolare, a realizzare i due obiettivi per cui aveva lottato fin da giovane: gli ideali antifascisti della Resistenza e la costruzione dell’unità sindacale, a partire dalla CGIL. Il saggio di Marco Minardi affronta, con dovizia di documentazione, la vita partigiana di Piero: prima a Roma, in stretto contatto con la leadership socialista, poi, paracadutato nell’appennino parmense, come capo missione della famosa chain Goff delle OSS statunitensi con il nome di «agente Coletti». La partecipazione alla Resistenza gli valse la medaglia d’argento al valor militare. Andrea Ricciardi ripercorre, in modo puntuale e accurato, i lunghi anni trascorsi nella CGIL, in cui Boni ha ricoperto incarichi di grande responsabilità, sia a livello di categoria, nei chimici e nei metalmeccanici, con Luciano Lama e con Bruno Trentin, sia a livello confederale come segretario generale aggiunto, avendo costantemente di mira il rafforzamento e il rinnovamento dell’unità sindacale più larga possibile. Riflettendo sulla sua generazione Piero Boni ha detto: «Nessuno di noi è nato partigiano o sindacalista, ma ci anima la stessa passione e lo stesso impegno. L’aver fatto la Resistenza segna la differenza…».
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Piero Fassino
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Pierre Bourdieu
14.00
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A quindici anni dalla sua scomparsa, l’interesse per l’opera di Bourdieu è così vivo da far sì che lo studioso francese sia oggi annoverato tra i classici della sociologia contemporanea. Il volume esplora, ripercorrendone la genesi e lo sviluppo, le categorie analitiche e i concetti di uno dei più controversi intellettuali del nostro tempo. Per rendere appieno la complessità della figura intellettuale di Bourdieu, analizza i rapporti tra teoria, concettualizzazione e ricerca empirica nell’opera del sociologo francese, individuando fecondità e limiti, luci e ombre, felicità e criticità relativamente al rapporto tra teoria e ricerca e tra concetti e loro traduzione operativa. Molteplici sono i riferimenti agli autori e alle principali scuole di pensiero che hanno esercitato un’in fluenza fondamentale su Bourdieu.
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Pio La Torre e la CGIL
13.00
€
Esiste una vasta letteratura sulla vita e sull’attività politica di Pio La Torre, a cominciare dal suo Comunisti e movimento contadino in Sicilia. Fondamentalmente, però, è tutta incentrata sul La Torre politico, che ha profondamente innovato la legislazione antimafia e si è battuto per la pace e contro la base missilistica di Comiso. Su La Torre sindacalista, dirigente della più grande organizzazione sindacale d’Italia, la CGIL, solo pochi e fugaci accenni. Eppure senza la sua lunga esperienza sindacale (1947-1962) Pio La Torre non sarebbe stato l’efficace legislatore antimafia che conosciamo e nemmeno quel costruttore di pace che seppe tessere il filo di vaste alleanze ed entusiasmare migliaia di giovani. Questo libro, voluto fortemente dalla Camera del lavoro di Palermo, vuole essere un contributo per conoscere meglio gli anni della formazione di Pio La Torre, i suoi primi incontri con i braccianti e i contadini poveri delle borgate palermitane e dei comuni della provincia. Ma, negli anni in cui guidò la Camera del lavoro di Palermo, Pio La Torre imparò a conoscere anche gli operai della città, in particolare la classe operaia per antonomasia, quella dei Cantieri navali. E teorizzò e praticò l’unità tra gli operai della città e i contadini delle campagne da contrapporre all’unità tra gli agrari meridionali e la borghesia industriale del nord. Il libro si ferma alla fine degli anni Cinquanta. Su Pio La Torre segretario regionale della CGIL viene scritto un breve epilogo, lasciando aperte le porte per successive e più approfondite ricerche.
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Piolin imbavagliato
13.00
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Lo scorso autunno provavo a spiegare alle amiche e ami ci italiani cosa stesse succedendo in Catalogna dicendo: “Questa è una storia che finisce male, ma è una storia vera”. Effettivamente “la rivoluzione del sorriso” s’infrange sulle violenze della polizia spagnola il 1° ottobre, sulla proclamazione unilaterale di una Repubblica durata poche ore e la repressione dello Stato. Ma che la storia non si fosse conclusa allora lo dimostra il risultato delle elezioni del 21 dicembre, in cui il blocco di forze repubblicane riesce a confermare la maggioranza assoluta di seggi parlamentari. E oggi, con la Generalitat sotto il giogo dell’articolo 155 della Costituzione, i prigionieri politici e quelli in esilio accusati di reati che non hanno commesso, la questione catalana si ripropone nella sua interezza e il movimento non rifluisce. Perché sono oltre due milioni a volere una relazione diversa della Catalogna con il resto della Spagna. E questa è la storia vera». Così l’autrice introduce la narrazione dell’autunno catalano: eventi che mozzano il fiato per velocità e spessore ed uno sguardo sulla percezione soggettiva dei protagonisti di un movimento popolare, pacifico e di massa che afferma la sua sovranità nella celebrazione di un referendum. Ma il libro, nato per raccontare «la rivoluzione del sorriso», finisce col diventare anche altro, perché in Spagna succedono cose che suscitano allarme. Non è solo la maxi-causa contro l’indipendentismo con l’imputazione di reati per una violenza che non c’è mai stata, sono la restrizione della libertà d’espressione e l’uso abusivo della legislazione antiterrorista che rendono la Spagna distante dagli standard democratici europei del XXI secolo. Perché la democrazia è quanto oggi è in gioco nella vicenda catalana ed è perciò qualcosa che riguarda l’Europa.
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Piovono pietre. Gli effetti delle politiche macroeconomiche sulla distribuzione del reddito, prima e dopo il Covid
Gli ultimi dieci anni hanno riportato a galla una verità troppo a lungo dimenticata dall’analisi macroeconomica: gli sviluppi macroeconomici e le scelte dei policy makers sono raramente neutrali dal punto di vista distributivo. Negli scorsi anni, la tendenza secolare all’aumento della disuguaglianza è stata esacerbata dalle (pur sacrosante) politiche monetarie a contrasto della stagnazione secolare e, più recentemente, dalla fiammata in-flazionistica causata dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina. Dopo aver ripercorso gli sviluppi macroeconomici degli ultimi due lustri, l’articolo si conclude auspicando che politiche macroeconomiche e politiche strutturali (in particolare di politica fiscale e redistri-butiva) siano in futuro meglio coordinate per garantire la sostenibilità sociale delle nostre economie a fronte delle sfide dei prossimi decenni.
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Più piazze meno cemento
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Viviamo in un’epoca in cui la progressiva e drammatica scomparsa della «città» va di pari passo con il sorgere di un aggregato urbano in continua e inarrestabile espansione. Un «mostro» che divora il territorio, i suoi paesaggi e la sua storia. Restituire la città alla società, ridurre l’edificazione allo stretto indispensabile per allargare lo spazio alla fruizione di tutti i cittadini: ecco l’obiettivo della CGIL vicentina. Comune agli autori di questo libro - e in particolare agli urbanisti Edoardo Salzano, Anna Marson, Marco Guerzoni e Giampaolo Bassetti - è la critica argomentata dello sprawl, ovvero di un modello insediativo disperso che non solo aggredisce la bellezza del paesaggio, ma produce anche uno sviluppo insostenibile, esasperando i fenomeni di separazione sociale e indebolendo il senso di appartenenza a una comunità civile. Di sicuro non sono solo «urbanistiche» - come ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi - le ragioni per cui è profondamente sbagliato ospitare in Italia altre basi USA. Ma le analisi contenute in questo libro sulla vicenda «No Dal Molin» dimostrano che la militarizzazione del territorio porta al suo grave e forse «incurabile» decadimento ambientale. Ecco perché la protesta è divampata così forte a Vicenza e nel Veneto. Qui se ne dà conto anche attraverso le testimonianze di autori come Mario Rigoni Stern, Noam Chomsky, Dario Fo, Moni Ovadia.
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Più politica, più cultura, più fatti. Conversazione con Rita Borsellino
L'impegno politico e civile della parlamentare europea siciliana nel campo della legalità, della giustizia, della lotta alle mafie. L'importanza dell'educazione, e quella dei giovani in particolare, per un cambio di civiltà, una metamorfosi in grado di favorire un nuovo rinascimento nelle terre più martoriate dal fenomeno mafioso.
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