• Al fine di aumentare la competitivitĂ  diversi paesi hanno recentemente rafforzato la contrattazione decentrata, legando l’andamento dei salari con quello della produttivitĂ : in Francia, si è aumentata la possibilitĂ  per le imprese di discostarsi dalla stringente contrattazione centralizzata, in Portogallo, Grecia e Spagna, quello aziendale è ora il livello privilegiato per la contrattazione. In Italia, nelle ultime due Leggi di stabilitĂ  (per il 2016 e per il 2017), sono stati inseriti importanti interventi in materia di detassazione di premi di produttivitĂ  e welfare aziendale. L’obiettivo primario di questa norma è quello di favorire la contrattazione decentrata, costruendo le condizioni fiscali favorevoli affinchĂ© aziende e lavoratori negozino salari integrativi; il risultato è stato anche quello di aumentare i salari netti di un gran numero di lavoratori. In secondo luogo si è permesso ai singoli lavoratori di scegliere liberamente se fruire di premi in denaro o in welfare benefits (condizionatamente alla presenza di un piano di welfare contrattato nell’accordo sindacale). In questo modo si è creato un incentivo ulteriore a negoziare in azienda. Ma si è anche sollevato un problema di potenziale sostituibilitĂ  del welfare nazionale con quello aziendale.
  • Con le novitĂ  introdotte dalle Leggi di stabilitĂ  2016 e 2017 i lavoratori hanno la possibilitĂ  di convertire l’importo del premio di risultato in beni e servizi di welfare. La conversione è favorita da agevolazioni fiscali e contributive, vantaggiose sia per i dipendenti sia per le aziende. In particolare, alle somme convertite in welfare non si applica l’obbligo di versamento dei contributi previdenziali. L’articolo si pone come obiettivo l’analisi di vantaggi e svantaggi, per dipendenti e datori di lavoro, di tale provvedimento attraverso l’elaborazione di un calcolo della «perdita previdenziale» che il lavoratore subirĂ , una volta pensionato, a seguito della conversione annuale di tutto o parte del premio in welfare.