• Un dialogo con Carla Lonzi, da donna a donna, attraverso i suoi testi, i suoi manifesti, le sue riflessioni, che parlano la lingua dell’autenticità e sollecitano chi legge a intraprendere la stessa strada, quella di pensare a partire da sé. Con Carla Lonzi l’autrice mantiene differenze consistenti sul piano esistenziale, culturale, politico. Ma ciò che condividono è il femminismo della differenza, quell’autocoscienza che è cosa ben diversa dall’emancipazione. Il pensiero di Lonzi risulta più che mai attuale in un momento come quello attuale in cui emancipazione e libertà soggettiva spesso finiscono per confondersi. Boccia ce ne ripropone una lettura originale con l’intento di parlare alle nuove generazioni alle prese con l’acquisizione di uno spazio di libertà. Sta a ciascuna donna attribuire un significato al “chi” e non al “cosa” dell’esser donna. Carla Lonzi può insegnare a farlo. «Questo non è un libro su Carla Lonzi. È stato pensato e scritto con Carla Lonzi. È sufficiente sfogliare le pagine,scorrerle velocemente con lo sguardo, per accorgersi di quanto siano presenti le sue parole. Ben più che citazioni, sono la tessitura del mio discorso. In un contesto profondamente mutato Carla Lonzi è tornata. Un ritorno che ha il segno di un ricominciamento, volto a trovare nuove vie, nuove soluzioni, nella consapevolezza di muoversi in una realtà radicalmente modificata. Dove si conferma attuale la ricerca di un proprio senso dell’esistenza. È questo spazio di libertà, aperto negli anni Settanta, che non si è richiuso. È uno spazio politico, non privato, né culturale. Vorrei che questo libro fosse un tramite per il riconoscimento tra pratiche di donne differenti. Io almeno l’ho pensato e scritto così, con lo sguardo rivolto a Lonzi e alle donne che nel presente vivono la sua stessa sfida». dall’introduzione
  • L’edilizia costituisce oggi un drammatico problema di sicurezza nelle scuole. Assumerla come priorità, per i passati governi ed in particolare per l’ultimo governo Berlusconi, avrebbe comportato la realizzazione di interventi importanti anche per la crescita del Paese. Oggi, con il governo Renzi, questo tema viene ricollocato al centro dell’iniziativa politica e parlamentare. Il Presidente del Consiglio ha indicato un concreto metodo di lavoro. «Il 2014 – ha affermato – deve segnare l’investimento più significativo mai fatto da un governo centrale sull’edilizia scolastica». La richiesta di scegliere all’interno di ogni Comune «un edificio scolastico e di inviare l’indicazione della scuola, il valore dell’intervento, le modalità del finanziamento previsto e la tempistica di realizzazione» viene così ad aggiungersi al fatto che in realtà il recupero e la cantierizzazione rapida delle risorse e dei progetti già esistenti rappresenti il terreno prioritario di intervento. Alla luce della nuova situazione, il libro documenta e analizza la vicenda dell’edilizia scolastica negli ultimi venti anni servendosi anche del recente importante lavoro di indagine realizzato dalla Camera dei Deputati. Il testo viene completato da un CD-Rom in cui si raccoglie tutta la normativa di legge e regolamentare, nazionale e delle Regioni, insieme ai resoconti delle audizioni parlamentari e ad altro qualificato materiale di documentazione.
  • I settori del commercio e del turismo sono soggetti a continue trasformazioni provocate dai cambiamenti nelle abitudini sociali, dalle innovazioni tecnologiche, dalla competizione intensa tra le aziende. Questi settori sono caratterizzati da una crescente flessibilità che interessa l’intero processo produttivo e che si afferma in maniera paradigmatica rispetto a quanto accade nel mondo del lavoro contemporaneo. La ricerca analizza le condizioni di lavoro nel commercio e nel turismo (alberghi e ristorazione) alla luce delle trasformazioni in atto, per contribuire alla definizione delle strategie sindacali per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Le dinamiche occupazionali, l’organizzazione del lavoro, i fattori di rischio, l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali sono analizzati a livello nazionale ed europeo. Per meglio comprendere le difficoltà presenti nei luoghi di lavoro sono state approfondite le opinioni e le proposte dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. La ricerca mostra che per migliorare le condizioni di salute e sicurezza è necessario intervenire sull’organizzazione complessiva del lavoro, contrastando la sua crescente frammentazione e la riduzione del potere negoziale, valorizzando la partecipazione e la formazione delle rappresentanze sindacali e l’inclusione dei lavoratori nei sistemi di prevenzione.
  • In uno scenario diffusamente segnato da un arretramento concomitante dei sistemi di welfare e delle relazioni industriali, la costituzione di enti e fondi bilaterali ha rappresentato uno dei tratti più ricorrenti e originali con cui il sindacato italiano ha utilizzato in questi anni le leve dell’autonomia collettiva per ampliare il suo ruolo nel campo della contrattazione e, al contempo, rimediare alle tante falle del welfare pubblico. Nata per ovviare alle difficoltà di organizzare rappresentanza e tutele in ambiti connotati dalla discontinuità dell’impiego e dalla frammentazione produttiva, la bilateralità è divenuta col tempo uno dei maggiori snodi attraverso i quali le parti sociali concorrono alla gestione di un welfare contrattuale e integrativo nel campo della previdenza, dell’assistenza sanitaria, della formazione, del sostegno al reddito. Ciò ha assunto un’estensione particolarmente vasta e articolata nella galassia del terziario, con un patrimonio di esperienze e professionalità che va sì valorizzato ma anche razionalizzato rispetto a quegli elementi di frammentazione che oggi lo caratterizzano. Numero degli enti, governance, costi contrattuali rappresentano gli ambiti su cui più criticamente occorre esercitarsi alla ricerca di assetti che, qui come altrove, sappiano salvaguardare i tratti più genuinamente integrativi di un’azione sindacale che nell’universalismo della contrattazione nazionale e del welfare pubblico pone i pilastri della sua azione rivendicativa. La riforma degli ammortizzatori sociali, alla luce del controverso ruolo che ai fondi di solidarietà conferisce la legge Fornero, occupa uno spazio centrale in questa riflessione. Sulla base di un’ampia disamina teorica ed empirica, questo libro ambisce ad offrire una mappatura di tutte le sfaccettature problematiche di un’esperienza perennemente in bilico fra la meritoria funzione di tappare le falle di un sistema di welfare iniquo e disomogeneo e il rischio di suggellarne definitivamente vecchie tare e nuove derive.
  • La ricerca promossa dalla FILCAMS nazionale e condotta dall’Associazione Bruno Trentin - ISF - IRES nasce dall’esigenza di offrire un contributo alla riflessione sulla situazione attuale e sulle prospettive di sviluppo dell’azione di rappresentanza della categoria. A tal fine l’indagine si è posta una serie di obiettivi: descrivere i dati del tesseramento; raccontare il vissuto dei delegati e delle problematiche legate alla loro azione sindacale; ricostruire il contesto delle relazioni sindacali in cui inserire le specifiche problematiche di questo ambito lavorativo. L’analisi congiunta dei risultati delle singole sezioni dell’indagine permette di offrire una fotografia, o meglio un identikit, della realtà di un settore molto composito e soprattutto in continua evoluzione, costruita attraverso le informazioni forniteci da una serie di fonti: i dati statistici sulla struttura del comparto, i dati del tesseramento, le problematiche organizzative e occupazionali e la loro ricaduta sulla quotidianità dell’azione sindacale, le logiche e le pratiche della rappresentanza. L’insieme di queste informazioni ci permette di proporre alla riflessione dei sindacalisti una descrizione delle dinamiche e delle problematiche del tesseramento di una categoria tanto vitale quanto complessa come la FILCAMS.
  • Il Rapporto sui diritti globali, che da 12 anni propone analisi e documentazione sulla globalizzazione in una chiave di lettura dell’interdipendenza dei diritti, è un volume unico a livello internazionale per ampiezza dei contenuti e dei temi trattati. La struttura del Rapporto è articolata in macro-capitoli tematici in cui viene documentata la situazione relativamente all’anno in corso e vengono delineate le prospettive. L’analisi e la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, da schede tematiche, da quadri statistici, da un glossario, da una bibliografia e sitografia, dalle sintesi dei capitoli e dall’indice dei nomi e delle organizzazioni citate. È uno strumento fondamentale d’informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni. Ideato e realizzato dall’Associazione Società INformazione ONLUS, è promosso dalla CGIL nazionale, con la partecipazione di ActionAid, Antigone, ARCI, Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Forum Ambientalista, Gruppo Abele, Legambiente. Il libro con la sintesi dei capitoli e le introduzioni è accompagnato da un CD contenente l’intero Rapporto composto da 1096 pagine. Prefazioni di Susanna CAMUSSO e Luigi CIOTTI, introduzione di Sergio SEGIO, interventi di Andrea BARANES, Danilo BARBI, Marco BERSANI, Aldo BONOMI, Paolo CAGNA NINCHI, Andrea CAMMELLI, Stefano CECCONI, Letizia CESARINI SFORZA, Maxime COMBES, Sergio D’ELIA, Alessandro DAL LAGO, Marcello DE CECCO, Marco DE PONTE, Sergio FINARDI, Lyda Fernanda FORERO, Luciano GALLINO, Leopoldo GROSSO, Maurizio GUBBIOTTI, Luke HARDING, Paolo IAGULLI, Maurizio LEONELLI, Paolo MADDALENA, Marco MASCIA, Mariagrazia MIDULLA, Nicola NICOLOSI, Vicent PARTAL, Dijana PAVLOVIC, Simone PIERANNI, Chiara SARACENO, Leopoldo TARTAGLIA, Danilo ZOLO.
  • Giunto alla sua settima edizione, il rapporto Ires-Cgil analizza il fenomeno immigrazione attraverso tre concetti chiave: il lavoro, la cittadinanza e la rappresentanza. L’immigrazione non può essere considerata un evento casuale da gestire in modo «emergenziale» ma va interpretata e affrontata come un fenomeno strutturale complesso, tanto sul piano nazionale che su quello europeo. Tra gli argomenti trattati: il mercato del lavoro immigrato negli anni della crisi, le condizioni di lavoro degli stranieri, la presenza degli immigrati nella Cgil, le azioni a tutela dei lavoratori immigrati, la partecipazione politica degli immigrati e il ruolo delle seconde generazioni e, infine, le politiche per l’immigrazione e la cittadinanza, in Italia e in Europa.
  • Ora il racconto giusto c’è. Quello che manca è un paese capace di leggerlo, una politica in grado di tradurlo in soluzioni concrete, raccogliere la sfida di questi operai senza più classe e senza partito brutalizzati da un capitalismo selvaggio. Nicola, Michele, Giovanni, Nicolangelo, Antonio e Carlo. Sono gli operai dell’Isochimica di Avellino a cui Anselmo Botte dà voce in questo libro. Con loro ripercorriamo la storia dell’azienda di Elio Graziano che negli anni ottanta, in una terra da poco terremotata e con molti disoccupati, l’Irpinia, scoibentò circa tremila carrozze per conto delle Ferrovie dello Stato e realizzò la più grande bonifica da amianto in Europa. Come? Con una «stecca» per grattare e dell’acido per rimuovere il catrame, niente di più. Nessuna protezione, nessuna tutela. L’azienda colpevole, lo Stato silente. Oggi, a trent’anni di distanza, dopo aver lavorato soltanto con un fazzoletto sul naso «come i banditi del farwest», gli operai dell’Isochimica raccontano il proprio dramma. «Elio Graziano, condannato per l’affaire delle “lenzuola d’oro”, era solito dire agli operai che faceva male più la coca cola che l’amianto. L’imprenditore trattava direttamente con le maestranze, senza il sindacato, per imporre di più e meglio le sue regole, per aumentare i profitti senza preoccuparsi delle vite umane. Gli operai l’amianto lo toccavano e lo inalavano, finiva nei panini che mangiavano, tornava nelle loro case nelle polveri finite nelle tute, segnando per sempre il loro destino. Per quell’incuria, la colpevole e criminale negligenza, alcuni di loro sono già morti, altri si sono ammalati, altri ancora stanno incubando quella terribile malattia che si chiama mesotelioma, vivono quotidianamente nel terrore, insieme alla rabbia di essere stati ingannati allora e di non riuscire a trovare giustizia oggi» (dalla prefazione di Angelo Ferracuti) «Ti dico che quella polvere prendeva il volo. Hai presente la lanugine primaverile dei pioppi? Ecco, era così, poteva fare chilometri. Noi lo chiamavamo amianto blu. Ma l’abbiamo scoperto molto dopo. Quando è iniziata la bonifica, le carrozze erano alla stazione di Avellino, su due binari morti e venivano demolite a cielo aperto - in mezzo al popoloso Rione Ferrovia - con la fiamma ossidrica, tagliate a pezzi, e i pezzi erano pieni di amianto». (Antonio)
  • Il volume, promosso dalla Fondazione Argentina Bonetti Altobelli, propone un contributo storico al dibattito politico e sindacale sulla riforma del sistema italiano di welfare. I saggi contenuti all’interno tracciano, con precisione storica e linguaggio accessibile, la nascita e lo sviluppo del welfare state collocandoli nel contesto europeo. Partendo dalla stagione post-risorgimentale, durante la quale nacquero le prime società di mutuo soccorso come forme di autodifesa contro i rischi del mondo del lavoro, e attraversando il periodo tra le due grandi guerre, si giunge a descrivere l’origine del sistema di welfare universalistico volto a garantire a tutti i cittadini l’esercizio dei diritti universali. Lungo questo percorso, nel quale si svilupparono, in Europa, esempi diversi di protezione sociale, in Italia prese forma, non senza contraddizioni, un sistema non riconducibile ad altri modelli europei quali quello scandinavo, tedesco o anglosassone. Accanto a questo excursus storico vengono approfonditi temi specifici come igiene, sanità e diritto dell’abitare, istruzione ed educazione, il sorgere della cooperazione e del welfare locale, l’esperienza delle colonie fasciste, la tutela della salute nei luoghi di lavoro e la nascita delle prime «politiche di genere», declinandoli nella particolare realtà emiliano-romagnola.
  • Bruno Buozzi

    20.00 
    Vincitore del Premio Fiuggi Storia 2014, sezione Biografie 4 giugno 1944. E’ il giorno della Liberazione di Roma ma anche dell’eccidio de La Storta. Ora un libro ricostruisce la vicenda e fa luce sui colpevoli. Un inedito e sorprendente pezzo di storia d’Italia. A settant’anni dalla morte, Mammarella ricostruisce la vicenda politica di una delle più importanti figure della storia italiana del Novecento. Ma non si tratta di una semplice biografia perché nel volume compaiono documenti fino a oggi sconosciuti e rivelatori di una storia ignota, ricchissima di sorprese e di rivelazioni. Il volume ci restituisce ricostruzioni inedite di molti avvenimenti cruciali. Tra quelle più interessanti, la complessa vicenda dell’eccidio de La Storta del 4 giugno 1944. L’autore formula nuovi elementi di sospetto sulla strage, evidenziando un dato finora passato inosservato: la presenza quanto mai sospetta di Kappler e Priebke nella stessa area della strage. Dal libro emerge chiaramente che fu proprio Priebke a orchestrare la cattura di Buozzi, poi giustiziato senza apparente motivo. E ancora, un Mussolini inedito che, timoroso dell'occupazione delle fabbriche ordinata da Buozzi, si reca dal capo sindacale prostrandosi nel tentativo di non essere spazzato via dalla scena politica. Una storia sindacale e politica, dunque, che è anche e soprattutto una storia dell’Italia del Novecento. Al nome di Bruno Buozzi (1881-1944) sono legati eventi unici e irripetibili. Operaio autodidatta riesce in breve ad affermarsi come leader sindacale diventando l’artefice di lotte operaie plateali e dirompenti come l’occupazione delle fabbriche. Convinto socialista, respinge la violenza come mezzo di lotta e abbraccia l’idea riformista della gradualità delle conquiste sociali. Tra i suoi primati si contano numerose conquiste sindacali, prima fra tutte la giornata lavorativa di 8 ore. Antifascista e avversario di ogni estremismo politico, socialdemocratico convinto che la democrazia debba essere in primo luogo nelle fabbriche. Buozzi muore nel giugno del 1944 per mano dei nazifascisti.
  • Poveri salari

    14.00 
    Il salario è certo uno strumento di riconoscimento del lavoro, ma ha anche un valore equitativo e redistributivo, per cui una di seguale distribuzione dei redditi e della ricchezza costituisce, oltre che una inaccettabile ingiustizia, anche un freno per lo sviluppo. Per questi motivi nel libro si analizza, a partire dai primi anni duemila fino ad oggi, la dinamica delle retribuzioni lorde e nette in rapporto all’inflazione, alla produttività e più in generale ai principali aggregati economici che caratterizzano il sistema economico-produttivo italiano. Tale arco temporale evidenzia le debolezze strutturali del sistema Italia, a causa delle quali la crisi globale ha esercitato effetti pesantemente negativi sulla crescita, l’occupazione, la produttività, i salari e l’avanzo primario accumulati negli anni precedenti. Le radici della crisi globale affondano infatti nelle scelte compiute negli anni passati dai paesi più industrializzati e nell’impostazione teorica alla base di quelle scelte. È da lì dunque che occorre ripartire per riequilibrare e riformare il modello di sviluppo. Ma benché le cause siano chiare, le contromisure strutturali volte a regolare la finanza, sanare gli squilibri globali e favorire l’uguaglianza attraverso il salario per rilanciare una solida ripresa e un nuovo sviluppo non sono ancora state intraprese. In Italia come nel resto dei paesi europei il ritorno alla crescita, allo sviluppo responsabile, ad una più forte democrazia, per una società più equa, può venire solo dal lavoro a partire dalle giovani generazioni.
  • Il governo conservatore di Orbán, al potere dal 2010, rappresenta una preoccupazione per le istituzioni europee. Il primo gennaio del 2012 sono entrate in vigore una nuova Costituzione di stampo nazionalista, conservatore e autoritario e una legge sulla stampa che ha portato all’istituzione di un organo preposto alla gestione e al controllo dell’informazione e che prevede regole molto severe che vengono fatte rispettare con la minaccia di multe pesanti e chiusura di testate. A marzo sono stati approvati diversi emendamenti alla Costituzione che hanno sollevato le critiche delle istituzioni europee le quali temono per il rispetto dei diritti fondamentali in Ungheria. Molto critici, su questi aspetti, i rapporti di Human Rights Watch e della Commissione di Venezia. Il Codice del Lavoro è stato modificato in senso favorevole ai datori di lavoro e sfavorevole ai lavoratori dipendenti e il malcontento nel Paese è palpabile anche se Orbán è riuscito a presentarsi come difensore degli interessi nazionali e continua ad avere in patria numerosi sostenitori. Secondo molti esperti l’atteggiamento del primo ministro magiaro ha contribuito in modo significativo al risultato di una recente inchiesta che mette in luce un aumento dell’ostilità o dello scetticismo degli ungheresi nei confronti della UE. È vero che questo fenomeno e il problema dei rigurgiti nazionalisti non riguardano solo l’Ungheria, ma è anche vero che Orbán sembra voler guidare «la lotta per la libertà» di quanti, ungheresi e no, ritengono la UE una minaccia per la sovranità nazionale degli Stati.