-
La Resistenza ai tempi del Coronavirus Non sarà un 25 aprile come gli altri, questo del 2020. Il 75° anniversario della Liberazione non vedrà le piazze piene di partigiani vecchi e nuovi che danno corpo ai valori dell’antifascismo, base della nostra Repubblica. La pandemia in corso impedisce manifestazioni, cortei e discorsi. Perlomeno quelli dal vivo. Molto si farà on line o ciascuno dalla propria finestra di casa. Anche la casa editrice della Cgil, Edisse, vuole contribuire a ricordare questo 25 Aprile mettendo a disposizione due Ebook: "Il Comandante Bulow” e "Salvare le Fabbriche". Sarà il nostro modo di celebrare due rinascite, due autentiche liberazioni, di segno e di portata assai diversa fra loro che hanno segnato e segnano la storia del nostro Paese. Buona lettura e buona Liberazione a tutte e tutti.
-
Nel contesto italiano del lavoro di riproduzione, quali sono state le definizioni e le rappresentazioni del lavoro e delle lavoratrici domestiche dal secondo dopoguerra a oggi? Ma soprattutto, quali sono state le cause o le contingenze delle mancate o solo potenziali alleanze tra organizzazioni delle lavoratrici domestiche e movimenti femministi? Il volume approfondisce questi interrogativi attraverso un focus sugli anni Sessanta e Settanta: la stagione che in Italia ha rappresentato sia l’apice del percorso di riconoscimento del lavoro domestico e di cura come “vero” lavoro, rimasto tuttora incompleto, sia un laboratorio particolarmente vivace per le analisi femministe sull'occultamento della centralità della riproduzione nell'economia capitalistica. Si tratta quindi di un volume sul lavoro domestico e di cura, ma anche sulle prospettive del movimento femminista italiano generalmente trascurate nella storiografia (come il femminismo sindacale, la campagna internazionale per il salario contro il lavoro domestico o il ruolo delle donne nelle associazioni cattoliche) e sui fenomeni sociali trascurati dallo stesso movimento femminista italiano (come la femminilizzazione delle migrazioni internazionali). Ragionare sulle mancate alleanze del passato, le criticità e i punti di forza sia delle forme di organizzazione delle lavoratrici domestiche salariate sia dei discorsi e delle pratiche femministe sul rapporto tra produzione e riproduzione, può aiutarci a comprendere come riconnettere nel presente la questione politica del lavoro domestico
-
Il volume ricostruisce la storia dei principali momenti di crisi che hanno percorso l’Italia meridionale lungo tutto l’Ottocento, il secolo degli Stati-nazione. Procedendo dall'analisi dello spazio politico tra élites e gruppi sociali subalterni, l’obiettivo è di inserirsi in nuovi sentieri di ricerca riguardanti le idee politiche e i sistemi di potere nel sud d’Italia, prima e dopo l’Unità. Le vicende della formazione dello Stato unitario si intrecciano con una rilettura dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci, messa in tensione con le ridefinizioni dei concetti di nazione e identità elaborate dagli studi postcoloniali. Con questi strumenti di indagine è possibile rintracciare il ruolo chiave assunto da quei soggetti troppo spesso rimasti ai margini di letture storiche parziali e incentrate sull'egemonia dei gruppi dominanti. A emergere nelle vicende del Mezzogiorno sono allora le tracce della storia degli esclusi dalle grandi narrazioni, nelle quali si ritrovano gli echi non più sopiti di una nuova coscienza politica.
-
-
Il libro prende spunto da un progetto di ricerca azione (Women in Transition - WIT) nelle sezioni femminili di due carceri della Toscana. Si è scelto di dare voce alle donne detenute, lavorando sui vissuti sì da ricostruire il filo dell’identità dentro/fuori del carcere. Sono stati individuati i meccanismi di inutile «sofferenza aggiuntiva» della quotidianità del carcere che più colpiscono le donne, oltre il dettato istituzionale della pena come sola privazione della libertà: cercando di scoprire le strategie per contrastarli, attraverso un confronto che ha coinvolto anche le operatrici e gli operatori. Da questa esplorazione della soggettività femminile hanno preso avvio i «laboratori» di self empowerment, mirati a valorizzare gli elementi di «forza» che le donne possono trovare in sé per fronteggiare lo scacco della detenzione; e chiamando il contesto sociale a «fare la sua parte» e mettere in campo risorse per poter guardare oltre il carcere. Il progetto WIT ha suggerito piste di approfondimento che il libro raccoglie: la questione della sessualità e dell’affettività dentro le mura, dall'ottica della differenza femminile; la riformabilità o meno del carcere, vista dal «paradosso» delle pratiche di empowerment in una istituzione totale. Per arrivare al quesito ultimo:quale carcere e quale pena per le donne?
-
- Il requisito ultraquinquennale di lavoro nel territorio o di residenza non è più indispensabile per accedere ai servizi abitativi pubblici
- Le caratteristiche del risarcimento da mobbing orizzontale
- La conversione del rapporto prima e dopo il Jobs Act
- La Corte di Appello di Catanzaro e la prova per presunzioni di licenziamento disciplinare ritorsivo
- Il Tribunale di Firenze emette un decreto cautelare senza contraddittorio per la consegna al rider di materiali anticontagio da Covid-19
- La Corte di giustizia esamina un caso di trasferimento d’impresa a più cessionari
- I limiti al diritto di sciopero nella pandemia
- Le novità legislative nell’emergenza epidemiologica
-
-
-
-
Amos Riani, cinquantenne ex terrorista, credeva di aver chiuso con il proprio passato. Fino a quando un giovane e ostinato magistrato lo coinvolge in un'indagine parallela sul rapimento che alla fine degli anni settanta ha lacerato e deviato la storia d'Italia. Individuata una nuova chiave interpretativa, i mille particolari rimasti insolutio nelle versioni ufficiali - la Renault Rossa, le borse mancanti, le divise dei sequestratori, il rullino scomparso - trovano il loro posto in un quadro insospettato e inquietante. La logica, l'esperienza, la passione conducono il protagonista, pagina dopo pagina, verso l'orrore di una verità inesorabile. A differenza dei normali "gialli", la conclusione della vicenda non ha un effetto liberatorio: l'ombra dei colpevoli e l'intreccio delle relazioni pericolose, appena mascherati dalla finzione letteraria, ci restituiscono l'angoscia di quei giorni e la dura consapevolezza della Ragion di Stato.
-
La popolazione italiana ha strutture e comportamenti demografici che richiedono rapidi e consistenti riequilibri: può un’immigrazione controllata contribuire a risolverli, oppure può bastare una sensibile ripresa della fecondità delle donne italiane? Attraverso esercizi di simulazione, estesi da qui a 50 anni, si sono cercate le combinazioni più efficaci tra flussi annui d’immigrazione straniera e livelli di fecondità delle italiane per mantenere il più possibile stabili nel tempo alcuni aggregati demografici significativi o la struttura della popolazione. I risultati mostrano come sia necessario utilizzare la doppia leva della ripresa della fecondità e della gestione di un’immigrazione annua numericamente significativa. Nel paragrafo conclusivo si sottolinea come ciò non sia affatto semplice, richiedendo l’adozione di una molteplicità di regole, dispositivi e azioni complesse, che è però necessario mettere in campo se si vuole garantire un futuro alle nuove generazioni e alla società italiana.
-
Per gli immigrati la formazione di una famiglia rappresenta l’avvio di un nuovo corso dei processi di integrazione in cui accanto all’immigrato essa emerge come un nuovo soggetto di cui bisogna considerare il ciclo di vita come autonomo e distinto rispetto a quello individuale dei suoi componenti. Le famiglie di origine immigrata durante la loro evoluzione vanno incontro a eventi che originano distinte condizioni di vita e bisogni sociali specifici rispetto alle famiglie native. Questo articolo propone un’analisi sociologica delle condizioni che favoriscono la nascita e il consolidamento di bisogni sociali propri delle famiglie di origine immigrata e dell’identificazione di questi bisogni.