• L’annosa questione dell’evasione fiscale, significativamente definita in prima pagina «maxirapina» dal quotidiano cattolico Avvenire, è stata più volte al centro del dibattito sindacale e dei movimenti di tutela dei cittadini, senza peraltro trovare adeguato riscontro nelle forze politiche. Come è noto, il Parlamento si sta occupando in maniera prevalente di uno degli aspetti della materia, il federalismo fiscale, che, di certo, così come delineato, non inciderà in modo rilevante sulla lotta all’evasione, accentuando invece la sperequazione già esistente tra le diverse aree geografiche. Gli autori affrontano dal punto di vista giuridico e con una visione moderna e globale il problema dell’evasione, che coinvolge anche l’economia sommersa nei suoi complessi e diversi risvolti. Avanzano inoltre proposte concrete per una incisiva lotta contro «lo scandalo dell’evasione fiscale» mediante una più stretta collaborazione tra le autorità tributarie centrali e quelle locali. Il saggio è corredato di una serie di dati forniti dalle principali istituzioni che si occupano di evasione fiscale, così da offrire un quadro completo della gravissima situazione in cui è precipitato il paese.
  • Al Wasit

    40.00 
    Al Wasit è una espressione araba che in italiano è traducibile con l’espressione «La via per». Per quest’opera sta quindi ad indicare uno strumento rivolto in primo luogo agli arabi presenti in Italia, o anche all’estero, che intendono imparare la lingua italiana in modo corretto e compiuto. L’opera si compone di due volumi, di un fascicolo e di un Cd audio-video, tutti raccolti in una apposita custodia. Il primo volume, partendo dall’alfabeto, prende in esame la grammatica italiana e ne illustra le regole che sovrintendono alla costruzione del periodo. Nel secondo volume sono invece contenute: una storia della lingua italiana dalle origini ad oggi; un taccuino storico economico, un taccuino sociale geografico e un taccuino linguistico del nostro paese; l’illustrazione della coniugazione dei verbi regolari e irregolari. Il fascicolo raccoglie in 12 tavole sinottiche i contenuti dell’opera, mentre nel Cd sono contenute le lezioni che accompagnano l’apprendimento della lingua italiana supportate, oltre che dal sonoro, anche da materiale scritto. Al Wasit, per struttura e completezza, rappresenta uno strumento unico e di grande utilità per tutte le persone di lingua araba che desiderano apprendere l’italiano, nonché per gli italiani che vogliono approfondire la conoscenza della lingua araba.
  • Dopo la vittoria del centro destra nel 2008 l’Italia per molto tempo è sembrata attonita, quasi avesse smarrito la capacità di reagire. Recentemente però, con importanti iniziative – quella dei precari, in particolare della scuola; quella del 13 febbraio 2011, organizzata da un comitato di donne con lo slogan «Se non ora quando»; quelle dei metalmeccanici della FIOM e lo sciopero generale della CGIL –, si è fatto avanti un rinnovato protagonismo dell’opinione pubblica dopo quello che è sembrato un lungo letargo. L’esito dei referendum abrogativi sul nucleare, sull’acqua e sul legittimo impedimento ha poi confermato che qualcosa si è mosso nel profondo del paese, che ha ripreso gusto alla partecipazione attiva e ha reso possibile un risultato straordinario, da cui oggi si può ripartire con nuova fiducia ma anche con la consapevolezza che dalla vittoria nei referendum alla costruzione di un’alternativa politica alla destra ce ne corre. Alfiero Grandi sottolinea l’urgenza del cambiamento politico, prima che i guasti crescenti in cui si è fatto precipitare il paese si facciano irreparabili, e manifesta un esplicito atto di fiducia verso il centro sinistra, tutto, che vuole spingere ad avere coraggio ed aiutare a muoversi e a scegliere.
  • Un piccolo libro e uno stimolante Dvd per i nuovi italiani, gli stranieri-immigrati, ed anche per tutti i cittadini (adulti, giovani, adolescenti, anziani) che vogliono imparare o ricordare i passaggi principali della nostra storia unitaria: da soli, nelle scuole, nel sindacato, nelle associazioni, nei partiti, nelle università della terza età, nelle aziende. In particolare libro e Dvd si propongono come piacevole strumento di formazione e informazione di base per i milioni di uomini e donne provenienti da altri paesi che vivono e lavorano e studiano in Italia, che hanno bisogno e piacere di conoscere meglio sia la lingua italiana sia la storia dell’Italia unita. Nei prossimi mesi ed anni in tutta Italia aumenteranno per legge i corsi di italiano abbinati a momenti di informazione civica sulla storia e sulla Costituzione: Cortissima STORIADITALIA sarà un possibile supporto didattico a queste attività. I 10 capitoli illustrati nel libro e raccontati nel Dvd non riguardano solamente la «politica» ma i fatti più importanti e significativi di ordine sociale, culturale, economico, artistico, sportivo. Sono svolti inoltre con un linguaggio misto di parole, immagini, disegni, fotografie, legati da un testo base scritto in un italiano semplice, essenziale, comprensibile dal maggior numero di persone di ogni età e conoscenza minima della lingua. Ai 10 capitoli si aggiunge nel libro un’utile appendice con la riproduzione della Costituzione italiana.
  • Il numero degli Annali propone una riflessione a più voci su un tema che è stato cruciale e continua ad essere drammaticamente attuale nel mondo del lavoro. Come sottolinea Susanna Camusso nella prefazione, donne e uomini si sono misurati di continuo con i problemi di salute e sicurezza. Per lungo tempo essi sono stati ascritti all’arretratezza dell’ambiente di lavoro, avvalorando la convinzione, di stampo evoluzionista, che la modernizzazione dell’organizzazione produttiva potesse, di per sé, risolvere o, per lo meno, contenere morti e malattie, ma non è stato così. L’Annale avvia una riflessione su più piani: nella sezione Tra memoria e quotidianità, attraverso le voci di Carlo Ghezzi e Alessandro Leogrande, vengono narrati momenti ed eventi che hanno acquisito valenza simbolica nella storia del Paese. Nella sezione Lavoro e sicurezza i saggi di studiosi e dirigenti sindacali come Diego Alhaique, Franco Carnevale, Stein Evju, Maria Luisa Righi, Antonella De Marco, Moulay el Akkioui, Paola Agnello Modica permettono una lettura attenta dei diversi aspetti del problema. Nella sezione Fabbrica e territorio si privilegia la disamina di alcuni studi di caso attraverso i contributi di Gloria Chianese, Mauro Bonelli e Bruno Pesce, Ornella Bianchi, Massimo Menegozzo, Giovanni Sannino. Nell’insieme, saggi e testimonianze consentono di avviare un’analisi quantitativa del fenomeno, sollecitano la riflessione sulle diverse culture della salute e favoriscono la ricognizione sul piano giuridico-normativo a livello nazionale ed europeo. I saggi di Antonio Colombi e Pieralberto Bertazzi, Andrea Gianfagna e Gloria Malaspina, Diego Alhaique, nella sezione Luoghi e strumenti della cultura sindacale, focalizzano l’attenzione su alcuni dei principali strumenti (riviste e strutture) di diffusione della cultura sindacale sul tema salute e sicurezza. Infine Maria Paola Del Rossi, nel ricco e approfondito inserto, rivisita l’intera produzione bibliografica che il Centenario della CGIL ha sollecitato nell’articolata rete dell’organizzazione sindacale.
  • La costruzione dell’Europa politica ha scandito l’impegno di Bruno Trentin di fronte alla terza rivoluzione industriale e al panorama internazionale degli anni novanta. Prendendo le mosse dall’elezione al Parlamento europeo nella legislatura 1999-2004, il volume ricostruisce l’attività politica e intellettuale di Trentin nell’ultimo decennio della sua vita. Aperto dalle testimonianze del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di personalità della sinistra politica e sindacale come Martin Schulz, Sergio Cofferati, Guglielmo Epifani e Susanna Camusso, il libro propone una selezione degli interventi di Trentin al Parlamento europeo e un’ampia raccolta dei suoi scritti del decennio (1997-2006). Come attesta l’esperienza del «Gruppo Spinelli» al Parlamento europeo, emerge una forte battaglia per una Europa federale, capace di promuovere un nuovo modello di sviluppo fondato sul lavoro e sulla conoscenza e di esercitare un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. Cogliendo le contraddizioni della sinistra nella storia del processo di integrazione, l’elaborazione intellettuale e politica di Trentin si rivela di grande attualità per le sfide del tempo presente.
  • Le politiche del lavoro sono diventate il banco di prova più difficile per i welfare europei. In Italia lo strumento prioritario per limitare i fenomeni di mismatch tra domanda e offerta è stato individuato nei servizi per l’impiego che, con la riforma degli anni novanta, hanno sostituito il vecchio sistema del collocamento. Tuttavia, il processo di trasformazione presenta forti differenziazioni territoriali. Le regioni meridionali, più bisognose di politiche attive del lavoro, presentano i deficit maggiori. In Sicilia, poi, in ragione dell’autonomia statutaria, le nuove norme sono state recepite con molto ritardo e l’elefantiasi di una macchina organizzativa cresciuta nelle pieghe delle politiche assistenziali ha reso lungo e faticoso il processo di attuazione. Al deficit normativo si sono cumulate carenze tecnologiche e infrastrutturali, resistenze culturali e organizzative. Il volume presenta i risultati di una ricerca-intervento condotta presso i Centri per l’impiego del Calatino Sud-Simeto, in cui è stato realizzato un interessante esperimento di inserimento delle politiche del lavoro e della riforma all’interno di un percorso di politiche di sviluppo locale avviato ormai da un quindicennio. La rilevanza dei risultati dell’analisi condotta travalica la dimensione locale e fa emergere il complesso intreccio tra problemi di governance e dimensioni organizzative e culturali che condizionano l’attuazione delle politiche del lavoro, indicando possibili linee di intervento per opporsi alle resistenze al cambiamento.
  • Simona Baldanzi, nata in una famiglia di lavoratori del tessile, scrive un libro che è un percorso di studio e di ricerca che la porterà nel cuore della «condizione operaia» del Mugello, nei cantieri dell’Alta velocità prima, della Variante di valico poi. Sono le grandi opere che si snodano tra la Toscana e l’Emilia Romagna, in un territorio tra i più strategici e critici del Paese, in cui la maggior parte della tratta ferroviaria e autostradale è fatta di gallerie. Passa mesi nei campi base, laddove vivono i trasfertisti, a raccogliere dati, voci, volti, storie, polvere, solitudine; e ascolta i dialetti, soprattutto del Sud, traduce gli sradicamenti, studia il lavoro di questi nuovi minatori moderni, le squadre, la struttura dei campi base, il tempo libero. «Mentre prendevo coscienza che il mio territorio era danneggiato irrimediabilmente, decisi che la tesi l’avrei fatta sui lavoratori. Nelle gallerie rimanevano invisibili proprio come le falde e, forse, proprio perché nessuno li prendeva in considerazione, erano a rischio anche loro», racconterà in un passo. Oggi quella ricerca è questo libro esemplare, che ha il pregio di raccontarci un mondo sommerso di grande forza espressiva, riconnettendosi idealmente con due antenati scrittori, Luciano Bianciardi e Carlo Cassola, autori di un classico, I minatori della Maremma, fatto anche quello di città sotterranee, infortuni e morti, come una maledizione che si ripete. Perché, come scrisse George Orwell, «più di ogni altro, forse, il minatore può rappresentare il prototipo del lavoratore manuale (…) perché è così virtualmente necessario e insieme così lontano dalla nostra esperienza, così invisibile, per modo di dire, che siamo capaci di dimenticarlo come dimentichiamo il sangue che ci scorre nelle vene».
  • Il volume interroga il tema della rappresentanza sindacale a partire dalle condizioni di lavoro delle nuove generazioni. Il testo nasce a seguito di una ricerca empirica qualitativa condotta dall’IRES regionale in Emilia-Romagna con i giovani sindacalisti della CGIL. In occasione dell’indagine sono stati così coinvolti più di cento delegati, in tutti i settori produttivi e le province del territorio regionale. Nel testo emergono, quindi, non solo le gravi problematiche del lavoro che cambia, della rappresentanza in contesti di lavoro sempre più frammentati, ma anche e soprattutto riflessioni ed elementi di discussione utili ad immaginare strategie di innovazione per il sindacato nel suo complesso. A fronte di uno scenario nel quale la divisione, l’isolamento e l’incomprensione tra le differenti esperienze produttive vanno intensificandosi, nel volume vengono prese in considerazione alcune ipotesi di riorganizzazione della rappresentanza al fine di suggerire nuove ragioni di alleanza e coalizione del lavoro. Ragioni tese ad alimentare un’azione sindacale capace di non rinunciare alla promozione delle emergenti istanze di soggettività dei giovani lavoratori ma neanche ad un’idea di rappresentanza collettiva del lavoro.
  • L’Autore indaga con rigore scientifico e passione civile sul ruolo dei media nella costruzione della figura, generalmente negativa, dell’immigrato, sempre e solo chiamato clandestino, secondo una vulgata giornalistica, che non riconosce loro altro status: migrante, immigrato, irregolare, richiedente asilo, profugo politico, rifugiato. Ben diversa è l’immagine che risulta negli ambienti scientifici, dalla ricerca sul campo, dai rapporti diretti con comunità di stranieri in Italia. Ma la realtà conta poco quando la posta in gioco non è la credibilità scientifica ma la preziosa merce del consenso. Gran parte della stampa italiana ha acquisito un ruolo centrale nella definizione del clima di sospetto verso i nuovi arrivati, quando non addirittura di aperta xenofobia. Qualcosa che i meridionali migrati a Torino o Milano negli anni Sessanta ben ricordano, quando erano sbattuti in prima pagina dai quotidiani come «calabresi», «pugliesi» o «siciliani». Come ieri per tanti di noi, i luoghi comuni e la ricerca di capri espiatori si presentano con nuove vesti ed oggi anche l’immigrato perde identità, diventando semplicemente un «extracomunitario». Di Luzio si lancia in un coraggioso lavoro di ripristino della verità storica e di informazione, riportando alla memoria recenti avvenimenti di cronaca, che hanno rappresentato pagine poco dignitose per l’informazione del nostro Paese. Nel libro è presente un'intervista a Laura Boldrini.
  • Da sinistra

    22.00 
    Il libro – frutto di un lavoro di ricerca pluriennale condotto in numerosi archivi, di istituzioni e di privati – ricostruisce uno snodo tanto cruciale quanto sottovalutato dell’evoluzione del profilo culturale della Sinistra italiana tra la crisi del centrismo e l’emergere dei movimenti degli anni Sessanta. Al contrario di quanto sostiene un’assai diffusa opinione storiografica, infatti, negli anni ’50 il Partito socialista costituì il luogo di incontro e confronto di proposte politiche originali ed eterogenee, che il libro sceglie di affrontare seguendo l’itinerario dei gruppi di intellettuali che si raccolsero allora intorno alle iniziative di Raniero Panzieri. Il giovane dirigente socialista, impegnato nel rilancio della politica culturale del Partito nel segno di una «uscita a sinistra» dallo stalinismo, diventò il punto di riferimento di intellettuali quali Gianni Bosio, Giovanni Pirelli, Luciano Della Mea, Franco Fortini e i marxisti critici della rivista «Ragionamenti», tutti accomunati dalla ricerca di un modello di rapporti tra politica e cultura alternativo a quello comunista. L’analisi ravvicinata dei contenuti, delle occasioni e delle sedi dei loro dibattiti, la ricostruzione di fortune e fallimenti delle loro iniziative, la riflessione sulle diverse scelte dinanzi all’evoluzione riformista della politica del PSI consentono di veder emergere – intorno ai temi dell’autonomia del lavoro intellettuale, dei suoi rapporti con le strutture di partito e della sua funzione nel quadro del nascente neocapitalismo italiano – argomenti e metodi che, allora minoritari, sarebbero stati raccolti e rielaborati dalle nuove forme di militanza degli anni ’60.
  • Dopo i tanti insuccessi registrati a partire dal 1990, nell’agenda politica di Roma è di nuovo presente una questione di scala: la possibile attuazione di una riforma del sistema di governo. Anche stavolta però il cambiamento è difficile per diversi motivi, politici e no, approfonditi nel volume. Cosa ne pensano, in particolare, gli attori sociali e istituzionali di Roma e provincia? Muovendo dai risultati di una ricerca sulle mobilitazioni della società civile nell’area metropolitana, il volume discute – collocandosi nel dibattito internazionale in corso su questi temi nelle scienze politiche e sociali – le trasformazioni di scala del potere politico locale. A Roma per diverse ragioni questi problemi rientrano con modalità contraddittorie nell’orizzonte strategico tanto della società civile che lotta per difendere i beni comuni, quanto dei governi di prossimità. Mentre la prima appare sostanzialmente indifferente, i municipi romani auspicano il cambiamento e i Comuni «minori» lo temono. Il Comune e la Provincia di Roma hanno idee fra loro diverse. Tali atteggiamenti, sommandosi alle esistenti asimmetrie di potere, rendono la riconfigurazione della scala una posta in gioco di prevalente interesse delle élite politiche ed economiche metropolitane. Queste infatti riescono meglio a strutturare le loro logiche di azione in una dimensione trans-scalare, in cui sono compresenti orizzonti locali nazionali e globali.