• Il cofanetto raccoglie sei volumi, coordinati dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, frutto di altrettante iniziative dedicate, in occasione del sessantesimo della Resistenza e della Liberazione dell'Italia, all'approfondimento del ruolo avuto dai lavoratori in passaggi cruciali degli eventi di quegli anni. -La ricognizione critica effettuata riguarda grandi città, interi territori e settori del mondo del lavoro, articolandosi nei titoli seguenti: -La rinascita del sindacato - Dagli scioperi milanesi del marzo 1943 e 1944, al Patto di Roma e al 1° maggio del 1945 -La stagione del riscatto - Bologna e Napoli dalle lotte contro i nazifascisti alla ripresa produttiva e civile -L'informazione contro il fascismo - Mobilitazione e iniziativa nei grandi quotidiani, al Poligrafico dello Stato e in decine di tipografie d'ogni parte d'Italia -Quadraro: una storia esemplare - Le vite e le lotte dei lavoratori edili di un importante quartiere della periferia romana -Salvare le fabbriche - I lavoratori a difesa dei macchinari e delle grandi infrastrutture dalla furia dei nazisti in fuga -Storie di Resistenza - Il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori del settore finanziario e assicurativo -Viene così in piena luce, commenta Guglielmo Epifani, "una radice morale straordinaria: quella che è poi alla base della coscienza e del ruolo nazionale che il movimento dei lavoratori e la classe operaia italiana hanno saputo determinare per se stessi e per il paese".
  • La Camera del lavoro di Rimini compie il suo primo secolo di vita, un traguardo per niente scontato in questi tempi di grandi trasformazioni: basti pensare alla fine dei grandi partiti di massa, difficilmente prevedibile solo poco tempo fa. E’ la dimostrazione che la sua funzione - economica, politica, sociale - oggi è tutt’altro che esaurita, per quanto, naturalmente, si sia articolata e modificata. -Passati attraverso le enormi difficoltà iniziali, poi l’illegalità e il forzato silenzio del ventennio fascista, la fine dell’unità sindacale e il fallimento dei progetti di radicale rinnovamento dell’Italia del dopoguerra, la discriminazione in fabbrica, le crisi e anche le sconfitte, il sindacato e le Camere del lavoro restano vivi e necessari, oggi più che mai per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. La loro storia è la storia della libera associazione fra le persone che in maniera solidale tutelano un fondamento della vita: il lavoro. -Il centenario offre l’occasione per ricostruire questo percorso, per tentare un resoconto della vita e dell’attività della Camera del lavoro di Rimini dalla fondazione ad oggi. E questa “piccola” storia crediamo non debba assumere un semplice carattere rievocativo, ma debba offrire, in particolare alle giovani generazioni, il significato e lo spessore di una presenza che ha alimentato la crescita della vita democratica nel riminese.
  • La sorte del Trattato di Lisbona, dopo la bocciatura referendaria del 13 giugno 2007, è oggi legata alle iniziative del Consiglio europeo per superare la nuova impasse nel processo di riforma istituzionale dell’Unione, mentre la realtà sociale, economica e tecnologica continua ad alimentare quel processo di unificazione che ha fatto dell’Unione un laboratorio «sovranazionale» di sperimentazione e di confronto istituzionale innovativo ed originale, ben oltre la sfera del mero coordinamento e della mediazione tra gli Stati membri. Il percorso di strutturazione dell’inedito soggetto politico sovranazionale punta ora alla sfida «razionalizzatrice» del nuovo Trattato, mostrando – soprattutto in questo momento di grave crisi economica internazionale – la necessità di ridefinire e aggiornare continuamente lo stesso «progetto europeo». Il libro valuta l’impatto del Trattato di Lisbona sul funzionamento delle istituzioni e sulle condizioni di vita dei cittadini europei, offrendo un’ampia panoramica dei temi e dei problemi che attraversano l’attuale fase di costruzione europea, con l’intento al contempo di rendere omaggio al sessantennale della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Saggi tra gli altri di: Giuliano Amato, Marco Borraccetti, Giuseppe Bronzini, Donata Gottardi, Fausta Guarriello, Elena Paciotti, Silvana Sciarra, Giuseppe Tesauro, Françoise Tulkens.
  • L’amore e il lavoro, scriveva Freud, sono i due elementi fondamentali per raggiungere un equilibrio personale. Ma nell’attuale società globale, dominata dall’economia, il lavoro contraddittoriamente risponde sempre meno all’esigenza di realizzazione soggettiva e ancora meno a quella dell’inclusione sociale, semplicemente sembra tornato a essere la principale (spesso scarsa) fonte di reddito. Al contempo i processi sociali d’individualizzazione e i sentimenti d’inadeguatezza e di solitudine avanzano. Persino la felicità, che Primo Levi nella Chiave a stella attribuiva al lavoro, nella società «liquida» sembra ormai raggiungibile solo all’interno della sfera del consumo. Stiamo dunque assistendo alla fine del valore sociale del lavoro? L’autore, per dare una risposta a questo interrogativo, ripercorre l’intero tragitto storico che ha condotto alla formazione del concetto stesso di lavoro. Successivamente ipotizza tre possibili linee di sviluppo delle politiche post moderne del lavoro. Ricordando quello che scrisse Gramsci, «prevedere non significa sapere quello che avverrà, ma fare in modo che avvenga, cioè predisporsi a progettare il futuro», Ranieri conclude che senza un caparbio orientamento all’analisi e alla progettazione i lavoratori rischiano di essere indotti ad auto-ingannarsi sulla loro reale condizione, riducendosi disarmati, davanti alla pressione del «capitalismo impaziente», a rispondere, come lo scrivano Bartleby del racconto di Melville: «Preferirei di no».
  • Questa antologia attinge al ricchissimo patrimonio della poesia italiana degli ultimi cento anni al tempo stesso con grande amore e grande libertà. Poeti «impegnati» e poeti «puri»; giganti solitari e poeti «di scuola»; poeti celebrati e poeti dimenticati; poeti «reazionari» e poeti «rivoluzionari» (ammesso e non concesso che simili definizioni abbiano un senso in ambito artistico): ci sono tutti, a comporre la foto di gruppo di una società letteraria multiforme e vivacissima. Ma la raccolta ha un’ambizione più grande: quella di impiegare la lingua della poesia per parlare della storia italiana del secolo appena trascorso, in modo insolito, spesso inedito, a volte addirittura ironico e divertente. Scorrono nelle pagine, quasi fossero i fotogrammi di un vecchio cinegiornale o di un vecchio film in bianco e nero, luoghi, oggetti, eventi, tic e «caratteri» di quell’avventura complessa, spesso tragica, a volte anche grottesca, che chiamiamo Modernità, Progresso, eccetera. Nel quadro accennato particolare rilievo è stato dato alle vicende del mondo del lavoro: dai primi scioperi alle repressioni padronali e poliziesche, alle grandi conquiste degli anni sessanta e settanta, fino ai giorni d’oggi in cui si presentano nuove sfide: immigrazione, precarietà, marginalizzazione sociale e culturale.
  • L'esperienza della lotta partigiana e delle altre forme di resistenza civile o non armata ha segnato in profondità la provincia di Modena. Si è trattato, infatti, di una guerra di liberazione dall'occupazione tedesca e dalla presenza fascista che ha posto le basi per affermare nuovi diritti di cittadinanza civile e sociale, e che ha saputo coinvolgere e raccogliere il consenso di larga parte della popolazione. -Dal dopoguerra fino ai giorni nostri la memoria della Resistenza non è stata solo paradigma di riconoscimento dell'identità provinciale e regionale; essa è diventata pratica e progetto da spendere nel presente, secondo un percorso mai rettilineo o scontato, rappresentando uno degli elementi di fora della grande trasformazione economica e sociale della realtà locale. -Questo libro vuole offrire un racconto sintetico ma documentato sia sulla storia della Resistenza durante la seconda guerra mondiale, sia sulla costruzione della sua memoria fino alla fine del secolo scorso, cercando così di mettere a disposizione un quadro complessivo e innovativo di questa importante vicenda storica.
  • L'ingresso di dieci nuovi Stati nell'Unione europea e la prossima adesione di altri paesi dell'Europa centro - orientale sollecitano riflessioni sulla "tenuta" del modello sociale europeo. A tal fine sono utili analisi e comparazioni degli ordinamenti giuslavoristici e dei sistemi di relazioni industriali sia dei paesi di più antica tradizione comunitaria che di quelli di più recente e di prossima adesione all'UE. -Nel volume vengono analizzati e tra loro comparati gli aspetti più importanti dei sistemi di relazioni industriali dei quindici Stati già membri dell'Unione Europea e dei dieci che da poco vi hanno fatto il loro ingresso. -Nella prima parte si approfondiscono in particolare le differenti modalità di organizzazione delle parti sociali, la contrattazione collettiva e le forme di partecipazione dei lavoratori. Nella seconda parte vengono esaminati i cambiamenti intervenuti negli ordinamenti nazionali del lavoro nei diversi paesi, con particolare attenzione ai profili collettivi del rapporto di lavoro e alla disciplina del mercato del lavoro. -Insieme a quella che si manifesta tra i quindici Stati precedenti e i dieci recenti membri dell'Unione Europea, un'ulteriore distinzione appare in questo secondo gruppo fra i paesi dell'Europa centrale già a governo comunista e la diversa situazione di Cipro, Malta e Turchia, della quale ultima anche vengono esaminate le normative insieme a quelle degli altri paesi di prossima adesione.
  • Un'istituzione che raccolga e conservi documenti multimediali relativi al lavoro umano; che utilizzi le moderne tecnologie digitali e la rete telematica come strumenti centrali della sua attività; che renda viva e presente la memoria del lavoro attraverso iniziative permanenti, il riuso dei materiali, nuove documentazioni: questo, in sintesi, il progetto di un MUSEO MULTIMEDIALE DEL LAVORO messo a punto dalla Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, che renderebbe disponibile per la costituzione della nuova struttura il proprio ricchissimo patrimonio di documentazione audiovisiva, fotografica, di ricerca scientifica e culturale sul mondo del lavoro. -Il progetto è stato presentato e discusso a Roma il 5 febbraio 2004 presso il Cnel, in un Forum a cui hanno partecipato esponenti delle istituzioni, del mondo sindacale e politico, delle fondazioni e degli istituti culturali interessati al tema del lavoro e dell'industria, docenti universitari, studiosi, filmmaker, giornalisti e i cui atti sono raccolti in questo volume.
  • Agli inizi degli anni ottanta si sono sviluppati per iniziativa delle organizzazioni sindacali, ma anche delle associazioni di volontariato e degli enti di formazione, i Centri di informazione e di orientamento al lavoro, che, in collaborazione con gli Informagiovani (centri promossi dagli Enti locali, soprattutto nel Centro Nord), forniscono informazioni ai giovani in cerca di lavoro. I Centri hanno avuto una larghissima diffusione perché offrono servizi, come l’orientamento, che l’Ufficio di collocamento non era in grado di fornire. Grazie al corso per orientatori organizzato nell’ambito del progetto Spes Nova è stato possibile riportare a modello l’esperienza in materia realizzata dalla Cgil. -Il volume si rivolge in primo luogo a coloro che, all’interno della Cgil, si occupano di politiche attive del lavoro e devono rendere operativi i deliberati della Conferenza di Fiuggi sui servizi per il lavoro. Ma anche per tutte le persone che all’interno dei servizi per l’impiego o nelle strutture si occupano di orientamento i materiali prodotti nel volume possono costituire un contributo per l’integrazione tra il momento puramente informativo e quello più significativamente orientativo.
  • L’ECAP in Svizzera: 30 anni di impegno per la formazione e l’integrazione delle persone. Una presenza importante che è stata adeguatamente celebrata con una festa a Zurigo, con incontri nelle varie sedi e un convegno a Basilea. Tante le partecipazioni autorevoli e tantis-simi i messaggi di saluto ricevuti, a conferma del prestigio della Fondazione. -Il Convegno che aveva come tema «Mediazione culturale e processi di integrazione» è stato introdotto da Ilario Rossi, antropologo, Losanna; Carlos Giménez, antropologo, Madrid; Rebekka Ehret, etnologa, Basilea. Sono seguiti gruppi di lavoro sui temi: «Mediazio-ne/integrazione e pari opportunità», «Mediazione della scuola», «La mediazione nell’accesso al lavoro», «Integrazione e paesi d’origine». Ha concluso una Tavola rotonda con Rosemarie Simmen, allora presidente della CFS, Berna; Ettore Gelpi, pedagogista, Parigi; Sandro Cattacin, direttore del FSM, Neuchâtel. -Il libro documenta tutto questo. Uno strumento per riflettere e per fare. Un contributo al dibattito sulla «Mediazione culturale» affinchè divenga pratica e conoscenza diffusa.
  • Il libro si propone di presentare l’esperienza formativa della Fillea Cgil, con particolare riferimento al Master - un corso lungo e articolato per giovani quadri sindacali - che costituisce un interessante esempio di apprendimento organizzativo. Esso è stato infatti caratterizzato non dall’accumularsi di nozioni o informazioni individuali, che pure sono state trasmesse, ma come un insieme di pratiche di studio, approfondimento, esame di situazioni e problematiche concrete. Da ciò, un processo attraverso il quale i partecipanti sono stati invitati, tra l’altro, a discutere, con vari dirigenti dell’organizzazione, dei modi consolidati di fare, vedere le cose e sentire nella categoria. -Il testo anticipa, in parte, i risultati di una riflessione più ampia, in corso nell’ambito dell’Istituto Superiore per la Formazione, a partire da tutte le esperienze, realizzate, d’intesa con la Cgil nazionale, con il progetto complessivo denominato Master (i percorsi connessi sono stati attuati, in ordine temporale, con la Cgil Veneto, il Slc, la Cgil Emilia Romagna, la Fillea, la Cgil Campania e NIdiL). Riprende concretamente alcune delle elaborazioni svolte dall’équipe - composta da A. Braga, M. Cevoli, S. Meghnagi (direttore del progetto Master) - che ha guidato le varie azioni e ha cercato di verificare sul campo sia la validità teorica sia l’efficacia concreta di un approccio utile ai fini della crescita culturale di coloro che operano nelle associazioni di rappresentanza.
  • Lo sblocco del Tfr verso la previdenza integrativa comporterà un flusso potenzialmente enorme di denaro verso i mercati con conseguenze sia per lavoratori e pensionati sia per la già pericolosa deriva finanziaria dell’economia italiana. L’intento del legislatore è quello di aumentare sostanzialmente le potenzialità di un mercato borsistico ad oggi decisamente sottodimensionato rispetto a quelli limitrofi. -Sullo scenario di un sistema previdenziale pubblico già ampiamente modificato dalle due precedenti riforme, si affacciano quindi le istanze solidali di un pensiero economico alternativo non più relegabile alla nicchia del non profit. Quali rischi corrono le lavoratrici e i lavoratori che affidano i propri soldi alle borse? È davvero inevitabile una previdenza affidata principalmente a un complesso sistema di risparmio finanziario individuale? Esiste la reale possibilità di contaminare con esigenze solidaristiche l’operato dei gestori dei fondi previdenziali? Nel mondo delle imprese bancarie i fondi pensione sono storicamente consolidati e davvero complementari. -Partendo dall’esperienza di una diffusa presenza di rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori come amministratori dei fondi, questo volume offre un’analisi critica dell’ideologia che sta alla base della «privatizzazione» delle pensioni, un panorama delle differenti visioni di welfare che assicurino a tutti uguali possibilità di partenza e uguali limiti, le chiavi di lettura per una possibile etica solidale di investimenti da parte dei fondi pensione non alternativa alla necessaria remunerazione nel lungo o medio/lungo periodo.