• Gli storici hanno ricostruito con cura l’espandersi dell’uso non terapeutico degli stupefacenti a partire dall’inizio dell’Ottocento e gli interventi atti al suo controllo ad opera dei makers of history. Ma dove sono i soggetti di questi avvenimenti, i tossicodipendenti e quelli che, in base alle legislazioni restrittive, sono divenuti spacciatori? Che ne è stato di loro? Secondo il filosofo tedesco Hans Magnus Enzensberger, la risposta a questo genere di domande è da cercarsi nella letteratura, che è infatti una forma di storiografia, in quanto fornisce il punto di vista soggettivo da giustapporre all’oggettività degli avvenimenti narrati dagli storici. Questo libro si è posto l’obiettivo di ricostruire una storia soggettiva della tossicodipendenza, a partire dall’esame del la letteratura. Da De Quincey e Gautier, suscitatori di nuove curiosità, a Daudet e Rohmer, difensori di civiltà e imperi contro la minaccia stupefacente, la letteratura è stata puntuale ed efficace nel testimoniarci del mutare dello spirito del tempo. Caduta l’illusione di uno sradicamento definitivo del consumo di stupefacenti, sono stati poi numerosi gli autori che nel progredire del XX secolo hanno raccontato del persistere di tale consumo all’interno di vere e proprie controculture, mentre altri hanno saputo farsi anche anticipatori distopici di nuove possibili droghe, dal davamesk di Witkiewicz al dylar di De Lillo; fino ai testimoni dell’uso degli allucinogeni come strumenti di introspezione alla ricerca dei limiti della conoscenza umana.
  • Gli storici hanno ricostruito con cura l’espandersi dell’uso non terapeutico degli stupefacenti a partire dall’inizio dell’Ottocento e gli interventi atti al suo controllo ad opera dei makers of history. Ma dove sono i soggetti di questi avvenimenti, i tossicodipendenti e quelli che, in base alle legislazioni restrittive, sono divenuti spacciatori? Che ne è stato di loro? Secondo il filosofo tedesco Hans Magnus Enzensberger, la risposta a questo genere di domande è da cercarsi nella letteratura, che è infatti una forma di storiografia, in quanto fornisce il punto di vista soggettivo da giustapporre all’oggettività degli avvenimenti narrati dagli storici. Questo libro si è posto l’obiettivo di ricostruire una storia soggettiva della tossicodipendenza, a partire dall’esame del la letteratura. Da De Quincey e Gautier, suscitatori di nuove curiosità, a Daudet e Rohmer, difensori di civiltà e imperi contro la minaccia stupefacente, la letteratura è stata puntuale ed efficace nel testimoniarci del mutare dello spirito del tempo. Caduta l’illusione di uno sradicamento definitivo del consumo di stupefacenti, sono stati poi numerosi gli autori che nel progredire del XX secolo hanno raccontato del persistere di tale consumo all’interno di vere e proprie controculture, mentre altri hanno saputo farsi anche anticipatori distopici di nuove possibili droghe, dal davamesk di Witkiewicz al dylar di De Lillo; fino ai testimoni dell’uso degli allucinogeni come strumenti di introspezione alla ricerca dei limiti della conoscenza umana.
  • Le vicende del lavoro e del movimento sindacale nella storia d’Italia. Un percorso che attraversa tre secoli, dall’Ottocento al nuovo millennio, dagli esordi dello Stato unitario alla seconda Repubblica, dal lavoro in miniera e in filanda a quello nei call center, dalle prime società di mutuo soccorso alle Rsu. Un processo di emancipazione che vede generazioni di lavoratori liberarsi dalla schiavitù e dall’oppressione, conquistare diritti e dignità, acquisire coscienza di sé e del proprio ruolo nella società, nella politica e nelle istituzioni e contribuire in modo decisivo allo sviluppo del paese e alla crescita della democrazia. Di pari passo evolve l’organizzazione sindacale: le leghe di resistenza alla testa delle lotte bracciantili, le Camere del lavoro e le federazioni d’industria che organizzano i primi grandi scioperi all’inizio del Novecento, la costituzione della Cgdl, dell’Usi e della Cil, i consigli di fabbrica, il corporativismo fascista, la Cgil unitaria, la scissione del 1948 e la nascita di Cisl e Uil. E poi i temi e gli avvenimenti che caratterizzano la storia recente e l’attualità: lo Statuto dei lavoratori e la scala mobile, lo Stato sociale e la concertazione, le forme della rappresentanza e il modello contrattuale, la flessibilità, la precarietà e la sicurezza sul lavoro. Una ricostruzione rigorosa e avvincente dei rivolgimenti politici, economici e sociali che hanno cambiato il volto del nostro paese.
  • Le vicende del lavoro e del movimento sindacale nella storia d’Italia. Un percorso che attraversa tre secoli, dall’Ottocento al nuovo millennio, dagli esordi dello Stato unitario alla seconda Repubblica, dal lavoro in miniera e in filanda a quello nei call center, dalle prime società di mutuo soccorso alle Rsu. Un processo di emancipazione che vede generazioni di lavoratori liberarsi dalla schiavitù e dall’oppressione, conquistare diritti e dignità, acquisire coscienza di sé e del proprio ruolo nella società, nella politica e nelle istituzioni e contribuire in modo decisivo allo sviluppo del paese e alla crescita della democrazia. Di pari passo evolve l’organizzazione sindacale: le leghe di resistenza alla testa delle lotte bracciantili, le Camere del lavoro e le federazioni d’industria che organizzano i primi grandi scioperi all’inizio del Novecento, la costituzione della Cgdl, dell’Usi e della Cil, i consigli di fabbrica, il corporativismo fascista, la Cgil unitaria, la scissione del 1948 e la nascita di Cisl e Uil. E poi i temi e gli avvenimenti che caratterizzano la storia recente e l’attualità: lo Statuto dei lavoratori e la scala mobile, lo Stato sociale e la concertazione, le forme della rappresentanza e il modello contrattuale, la flessibilità, la precarietà e la sicurezza sul lavoro. Una ricostruzione rigorosa e avvincente dei rivolgimenti politici, economici e sociali che hanno cambiato il volto del nostro paese.
  • Alla storia politica di Prato tra anni Dieci e anni Quaranta si sommano altre storie ugualmente significative, a partire dalle vicende sindacali del territorio. Il libro, infatti, ricostruisce in modo puntuale il delicato ruolo di rappresentanza e di tutela del mondo del lavoro esercitato dalle Leghe di resistenza e dalla Camera del Lavoro attraverso lo sviluppo della contrattazione collettiva e di una rete di servizi organizzata... Dalle proteste contro la guerra di Libia alla conquista delle otto ore nel dopoguerra, dallo sviluppo delle prime leghe «bianche» all’affermazione del sindacalismo fascista, Di Sabato ripercorre eventi complessi, ricostruisce i momenti salienti di confronto e di conflitto non solo tra avversari, ma anche all’interno degli stessi raggruppamenti, contribuendo in modo rilevante ad arricchire la conoscenza della dimensione locale e sociale sia del regime fascista che dell’universo antifascista. Accanto alla storia del movimento operaio e sindacale, molto interessante è anche la storia economica del territorio e in particolare la sua vicenda industriale, che fece di Prato una delle «capitali» italiane dell’industria tessile già dall’Ottocento e che, proprio a partire dalla Grande guerra (dalla necessità, cioè, di produrre tessuti e vestiario nelle fabbriche «ausiliarie» dell’esercito all’interno del meccanismo della Mobilitazione Industriale), ricevette nuova linfa per un’ulteriore crescita e per un effettivo consolidamento… La guerra, e in particolare quella guerra così drammatica, che fece milioni e milioni di morti, feriti, mutilati e invalidi, che raggiunse tutte le case e toccò tutte le famiglie, che mostrò dunque un volto «totale»… introdusse una dose massiccia di violenza, che penetrò a tal punto nella società da arroventare in modo irreparabile la contesa politica del dopoguerra. Di tale avvitamento letale, il fascismo rappresentò certamente l’esempio più disumano… Dalla prefazione di Susanna Camusso guarda l'intervista all'autore http://www.youtube.com/watch?v=3ea4QnNq0do&feature=youtu.be
  • «"Spezza il tuo bisogno e la tua paura di essere schiavo, il pane è libertà, la libertà è pane". Già Luciano Lama indicava nei versi di Albert R. Parsons, dirigente di primo piano del sindacalismo statunitense, "la definizione più pura e più universale del significato del Primo Maggio". In effetti, le parole proclamate da uno dei "martiri di Chicago", di fronte ad un tribunale che lo condannava all’impiccagione per essere stato a capo del movimento per le otto ore, racchiudono il senso che ancora oggi, a centoventitré anni di distanza da quel drammatico 1° maggio 1886, comunemente attribuiamo alla Festa internazionale del lavoro: una celebrazione che per oltre un secolo, da quando venne istituita nel 1889, ha ribadito i valori della pace, della fratellanza e della solidarietà internazionale, del progresso sociale ed economico, della lotta per l’emancipazione e contro lo sfruttamento dei lavoratori, che rappresentano il patrimonio culturale e civile del movimento operaio… «Dobbiamo ancora una volta essere grati a Francesco Renda per avere messo a disposizione di tutti noi la sua competenza scientifica e la sua sensibilità umana, con l’obiettivo di ricostruire in modo rigoroso e puntuale le vicende storiche sviluppatesi intorno alla Festa del lavoro, dalle origini ad oggi... il cammino è stato, è e sarà tortuoso, difficile, irto di ostacoli; le conquiste, una volta ottenute, vanno difese con la forza, con la lotta, con il diritto… «...occorre agire in modo ancora più deciso che in passato per rilanciare il 1° maggio quale simbolo del valore sociale del lavoro, di quel lavoro che oltre sessant’anni fa i costituenti vollero mettere a fondamento della Repubblica democratica"». (Dalla prefazione di Guglielmo Epifani)
  • La storia della Camera del lavoro di Modena segue e segna, nel corso del Novecento, le complesse trasformazioni che, dall’iniziale caratterizzazione rurale, portano il territorio provinciale a divenire una dinamica realtà di sviluppo industriale e del terziario avanzato. Questo libro inaugura la collana "Storia e storie" dell’Istituto storico di Modena, e intende offrire a un vasto pubblico una sintesi efficace delle vicende che, dalle prime organizzazioni sindacali di fine Ottocento, portano alle lotte operaie che caratterizzano l’intero arco del XX secolo, fino alle soglie degli anni ottanta. Il saggio di Osti Guerrazzi e Silingardi si svolge intrecciando il testo con una ricca trama documentaria, fotografica e iconografica, temporalmente corrispondente, proveniente principalmente dall’archivio della Cgil di Modena e dal fondo Franco Beghelli, depositati entrambi presso l’Istituto storico di Modena.
  • Tempi duri per l’urbanistica. Quelli più recenti sono stati anni di disinteresse e, peggio, di diffidenza per la disciplina che dovrebbe disegnare e governare correttamente la città e il territorio abitato. E non a caso, negli stessi anni, si osserva una crescente inesorabile squalificazione del paesaggio e una sempre maggiore difficoltà a garantire la necessaria efficienza delle strutture insediative. Per tentare di superare questa gravissima situazione non c’è che sostenere le ragioni dell’urbanistica, tanto più in quelle sedi (in special modo quelle politiche) dove meno se ne parla. Questo è il proposito (forse non poco ambizioso) di questo libro, nel quale sono delineate le vicende dell’Istituto nazionale di urbanistica (INU), dalla nascita alla fine del secolo da poco terminato. Su di esse, proprio oggi, sembra necessario tornare per comprendere a fondo la «crisi» della disciplina e per confermarne le ragioni. Alle quali, a giudizio dell’autore, sarà anche opportuno (e forse necessario) riconoscere una fondamentale dimensione estetica, non revocabile in dubbio se si vuole avere un ambiente insediativo fatto ad arte, ben ordinato, funzionale e quindi, in definitiva, vivibile e bello.
  • Il volume, unendo al rigore dell’indagine storica l’agilità dell’esposizione e la vivacità offerta dal copioso materiale documentario e iconografico, racconta in modo sintetico e divulgativo la storia centenaria della Confederazione generale italiana del lavoro, collocandola all’interno della più generale vicenda italiana, fatta di avvenimenti politici, trasformazioni economiche, mutamenti sociali e culturali. Seguendo il filo conduttore della storia della CGIL il volume esamina così il ruolo delle classi dirigenti politiche ed economiche, la natura delle istituzioni, l’evoluzione del sistema produttivo, la dialettica tra le classi sociali, le culture popolari, le identità territoriali e professionali. Al centro dell’affresco storico fornito dal volume si collocano i due concetti costitutivi della CGIL: il valore sociale del lavoro, cioè la sua capacità di agire in modo organizzato e collettivo per ridurre le disuguaglianze e per promuovere le libertà; e il valore della confederalità, attraverso il quale il sindacato riesce pienamente a rappresentare e tutelare l’interesse generale delle classi lavoratrici. Il testo si compone di quattro parti: La CGdL e l’età liberale, dall’Ottocento alla crisi dello Stato liberale nel primo dopoguerra; La CGdL e il fascismo, che esamina il ventennio della dittatura; La CGIL e la costruzione della democrazia, che ripercorre il secondo dopoguerra, fino agli anni Sessanta; La CGIL nella crisi italiana e globale, che analizza le vicende che a partire dalla crisi degli anni Settanta del Novecento arrivano ai primi anni del nuovo millennio. Completano il volume le conclusioni, La CGIL del tempo presente, che rivisitano le cronache degli ultimi dieci anni. La narrazione viene inoltre arricchita con la riproduzione di interessanti documenti storici, nonché di brani di dirigenti o personaggi pubblici che espongono idee fondamentali del sindacalismo; il testo è impreziosito con foto, quadri, citazioni e schede di approfondimento; infine, al termine di ciascun capitolo, sono inserite pagine di storiografia e brevi bibliografie di orientamento, nelle quali sono indicati sia i «classici», sia gli studi più recenti di storia del movimento sindacale
  • Il volume, unendo al rigore dell’indagine storica l’agilità dell’esposizione e la vivacità offerta dal copioso materiale documentario e iconografico, racconta in modo sintetico e divulgativo la storia centenaria della Confederazione generale italiana del lavoro, collocandola all’interno della più generale vicenda italiana, fatta di avvenimenti politici, trasformazioni economiche, mutamenti sociali e culturali. Seguendo il filo conduttore della storia della CGIL il volume esamina così il ruolo delle classi dirigenti politiche ed economiche, la natura delle istituzioni, l’evoluzione del sistema produttivo, la dialettica tra le classi sociali, le culture popolari, le identità territoriali e professionali. Al centro dell’affresco storico fornito dal volume si collocano i due concetti costitutivi della CGIL: il valore sociale del lavoro, cioè la sua capacità di agire in modo organizzato e collettivo per ridurre le disuguaglianze e per promuovere le libertà; e il valore della confederalità, attraverso il quale il sindacato riesce a rappresentare e tutelare l’interesse generale delle classi lavoratrici. Il testo si compone di quattro parti: La CGdL e l’età liberale, dall’Ottocento alla crisi dello Stato liberale nel primo dopoguerra; La CGdL e il fascismo, che esamina il ventennio della dittatura; La CGIL e la costruzione della democrazia, che ripercorre il secondo dopoguerra, fino agli anni sessanta; La CGIL nella crisi italiana e globale, che analizza le vicende che a partire dalla crisi degli anni settanta del Novecento arrivano ai primi anni del nuovo millennio. Completano il volume le conclusioni, La CGIL del tempo presente, che rivisitano le cronache degli ultimi venti anni. La narrazione viene arricchita con la riproduzione di interessanti documenti storici, nonché di brani di dirigenti o personaggi pubblici idee fondamentali del sindacalismo; il testo è inoltre impreziosito da foto, quadri, citazioni e schede che espongono di approfondimento. Al termine di ciascun capitolo, sono inserite pagine di storiografia e brevi bibliografie di orientamento, nelle quali sono indicati sia i «classici», sia gli studi più recenti di storia del movimento sindacale.
  • Il manuale, unendo al rigore dell’indagine storica l’agilità dell’esposizione e la vivacità offerta dal copioso materiale documentario e iconografico, racconta in modo sintetico e divulgativo la storia centenaria della Confederazione generale italiana del lavoro, collocandola all’interno della più generale vicenda italiana, fatta di avvenimenti politici, trasformazioni economiche, mutamenti sociali e culturali. Seguendo il filo conduttore della storia della CGIL il manuale esamina così il ruolo delle classi dirigenti politiche ed economiche, la natura delle istituzioni, l’evoluzione del sistema produttivo, la dialettica tra le classi sociali, le culture popolari, le identità territoriali e professionali. Al centro dell’affresco storico fornito dal volume, si pongono i due concetti costitutivi della CGIL: il valore sociale del lavoro, cioè la sua capacità di agire in modo organizzato e collettivo per ridurre le disuguaglianze e per promuovere le libertà; e il valore della confederalità, attraverso il quale il sindacato riesce pienamente a rappresentare e tutelare l’interesse generale delle classi lavoratrici. Il manuale si compone di quattro parti: La CGdL e l’età liberale, dall’Ottocento alla crisi dello Stato liberale nel primo dopoguerra; La CGdL e il fascismo, che esamina il ventennio della dittatura; La CGIL e la costruzione della democrazia, che ripercorre il secondo dopoguerra, fino agli anni sessanta; La CGIL nella crisi italiana e globale, che analizza le vicende di fine secolo, a partire dalla crisi degli anni settanta. Ogni parte si articola in tre capitoli, per un totale di dodici, ai quali si aggiungono le conclusioni, La CGIL del tempo presente, che rivisitano le cronache degli ultimi dieci anni. La narrazione viene inoltre arricchita con la riproduzione di interessanti documenti storici, nonché di brani di dirigenti o personaggi pubblici che espongono idee fondamentali del sindacalismo; il testo è impreziosito con foto, quadri, citazioni e schede di approfondimento; infine, al termine di ciascun capitolo, sono inserite pagine di storiografia e brevi bibliografie di orientamento, nelle quali sono indicati sia i “classici”, sia gli studi più recenti di storia del movimento sindacale. In totale il volume, interamente a colori, presenta 12 riproduzioni di quadri; 40 fotografie; 38 box con stralci di documenti; 24 schede relative a parole-chiave e ad approfondimenti specifici.
  • L'esperienza della lotta partigiana e delle altre forme di resistenza civile o non armata ha segnato in profondità la provincia di Modena. Si è trattato, infatti, di una guerra di liberazione dall'occupazione tedesca e dalla presenza fascista che ha posto le basi per affermare nuovi diritti di cittadinanza civile e sociale, e che ha saputo coinvolgere e raccogliere il consenso di larga parte della popolazione. -Dal dopoguerra fino ai giorni nostri la memoria della Resistenza non è stata solo paradigma di riconoscimento dell'identità provinciale e regionale; essa è diventata pratica e progetto da spendere nel presente, secondo un percorso mai rettilineo o scontato, rappresentando uno degli elementi di fora della grande trasformazione economica e sociale della realtà locale. -Questo libro vuole offrire un racconto sintetico ma documentato sia sulla storia della Resistenza durante la seconda guerra mondiale, sia sulla costruzione della sua memoria fino alla fine del secolo scorso, cercando così di mettere a disposizione un quadro complessivo e innovativo di questa importante vicenda storica.