• La legge delega n. 421/1993 sulla "contrattualizzazione del lavoro pubblico": un bilancio vent'anni dopo. Un excursus fra gli antefatti, il progetto, l'applicazione, gli ostacoli, l'attualità. "La sensazione oggi - scrive l'A. - è che ci troviamo di fronte a un passaggio assai difficile, tra l'eredità che quelle scelte e quelle vicende ci hanno consegnato e la necessità di individuare strade e soluzioni nuove, e che cominciare a riflettere, sia pure brevemente, sul tracciato percorso, possa aiutare a dipanare l'intricata matassa che abbiamo davanti".
  • La pandemia nel sistema penitenziario è stata solo in parte (e forse in minima parte) una questione di salute. Nel discorso pubblico e negli «atti» del decisore politico essa è stata trattata anche e soprattutto come una questione di sicurezza e ordine pubblico, ribadendo, di fatto, la subalternità del diritto alla salute rispetto alle istanze securitarie. La pandemia non ha prodotto nessun cambio di paradigma, ma significativi cambiamenti sul piano micro che possono durare anche nel lungo periodo.
  • Il volume raccoglie gli articoli scritti, nel corso degli ultimi decenni, dal premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi (per lo più per il manifesto). Dal nucleare all’Aids, dall’affidabilità dell’omeopatia alla morte di Nicola Cabibbo, passando per i deficit della politica italiana in materia di ricerca e i tagli della Gelmini. Con un tratto comune: la scienza e la ricerca non sono mai neutrali, ma, poiché svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la crescita civile di una società, implicano sempre un discorso politico. Lo studioso che emerge da queste pagine, dunque, non è mai super partes e per questo è chiamato a esprimersi e a rendere pubblica la propria opinione sui temi che di volta in volta risultano vitali per quella collettività di cui lui stesso fa parte.
  • Il volume raccoglie gli articoli scritti, nel corso degli ultimi decenni, dal premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi (per lo più per il manifesto). Dal nucleare all’Aids, dall’affidabilità dell’omeopatia alla morte di Nicola Cabibbo, passando per i deficit della politica italiana in materia di ricerca e i tagli della Gelmini. Con un tratto comune: la scienza e la ricerca non sono mai neutrali, ma, poiché svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la crescita civile di una società, implicano sempre un discorso politico. Lo studioso che emerge da queste pagine, dunque, non è mai super partes e per questo è chiamato a esprimersi e a rendere pubblica la propria opinione sui temi che di volta in volta risultano vitali per quella collettività di cui lui stesso fa parte.
  • Attraverso un ampio lavoro di ricognizione e mappatura delle realtà associative di stampo mutualistico operanti in Sicilia tra l’Unità e i primi del Novecento, il volume offre una panoramica sulla natura, l’attività e il ruolo esercitati da questi sodalizi nel contesto isolano. Nonostante un generale ritardo nella diffusione delle Società di Mutuo Soccorso rispetto ad altre regioni del Nord e del Centro del Paese, la crescita di questa forma di associazionismo popolare in Sicilia fu costante nel corso degli ultimi decenni dell’Ottocento, fondandosi su una tradizione risorgimentale sempre viva, nelle versioni sia democratica che liberale, su cui si andarono ad innestare successivamente la componente socialista e quella cattolica. Partendo dal quadro di riferimento nazionale, l’indagine si è focalizzata sul caso regionale secondo un’articolazione per provincia o incentrata su quelle realtà territoriali specificamente connotate nell’area siciliana. Dalle forme di assistenza erogata alle pratiche e rituali socializzanti (feste, banchetti, uso di simboli e bandiere) agli aspetti organizzativi, normativi e finanziari, l’esame del fenomeno mutualistico si rivela un’utile chiave di lettura per valutare dinamiche politiche e socio-economiche più complessive legate allo sviluppo del movimento dei lavoratori in Sicilia in età liberale.
  • La rivista propone un contributo che garantisca un'analisi il più possibile rigorosa dell'accordo per consentire di inquadrare i suoi diversi risvolti applicativi. Una pluralità di letture, introdotte e riassunte in questo contributo curato dai coordinatori del numero.
  • L’articolo mira ad analizzare le traiettorie lavorative dei soggetti vulnerabili che hanno beneficiato o meno di politiche sociali come il Reddito di inclusione e quello di cittadinanza. Utilizzando sinergicamente metodi quantitativi e qualitativi, si integrano le analisi statisti-che descrittive di un campione rappresentativo della popolazione di beneficiari del Reddito di inclusione nel 2018 – di cui la maggior parte sono diventati beneficiari del Reddito di cittadinanza – e quelle di un campione di controllo con le evidenze di uno studio etnografico realizzato in un’area marginale del Mezzogiorno d’Italia a partire da un gruppo di indagine composto da diversi percettori del Reddito di cittadinanza, anch’essi già beneficiari del Red-dito di inclusione in molti casi. Le analisi evidenziano la frammentarietà del lavoro, data da pessime condizioni contrattuali e scarsa quantità di «giornate lavorate» che il mercato del lavoro italiano riserva alla categoria di lavoratori più vulnerabili, e restituiscono l’im-magine di lavoratori poveri, intrappolati in traiettorie lavorative discontinue se non interrotte e mai più riprese. Si sottolinea, dunque, la necessità di intervenire a livello sistemico nel mercato del lavoro, superando l’errata aspettativa che le sole politiche attive del lavoro pos-sano permettere la fuoriuscita da una condizione di vulnerabilità.
  • Il confronto con il tema della trascendenza costituisce un passaggio centrale della riflessione di Pasquale Serra, ed è esattamente tale confronto che colloca questo libro nello stesso contesto da cui sono emerse, negli ultimi anni, le novità più significative del dibattito contemporaneo intorno ai rapporti tra la politica e le inquietudini del mondo contemporaneo. Muovendosi all’incrocio tra diverse discipline, e a ridosso della tragedia storica contemporanea, l’analisi di Serra esplora i caratteri della odierna crisi della democrazia e individua nel concetto di trascendenza (in una nuova relazione tra trascendenza, politica e democrazia) non solo il concetto più adeguato all’attuale situazione storica, ma anche quello più produttivo per costruire una risposta non regressiva a tale crisi.