• Gli autori prendono spunto dalle modifiche introdotte alla legge 223 del 1991 dal decreto legislativo 8 aprile 2004, n. 110 attuativo della Direttiva 98/59/CE - che ha parzialmente esteso l’applicazione della normativa anche ai soggetti non imprenditori - per compiere un’ampia e aggiornata panoramica sulla materia dei licenziamenti collettivi e della collocazione in mobilità del personale ritenuto in esubero. Nell’opera si dà conto di tutte le posizioni espresse dalla dottrina e delle decisioni assunte dalla magistratura di merito e di legittimità, in quasi tre lustri di applicazione della legge. È significativo che la legge 223 del 1991, contrariamente alla legge sui licenziamenti individuali - e in particolare all’articolo 18 della legge 300/1971 - non sia stata oggetto di attacchi da parte del «partito della flessibilità» nonostante che l’ultimo decennio sia stato caratterizzato da profonde modifiche negli assetti produttivi delle imprese, che hanno comportato ampie ristrutturazioni, trasferimenti di rami d’azienda, delocalizzazioni. La sua tenuta sta evidentemente a dimostrare che le parti sociali la considerano ancora un utile strumento di governo della mobilità: di qui l’importanza, per tutti gli operatori giuridici e sindacali, di una conoscenza approfondita e aggiornata della materia.
  • Economisti, politici, sindacalisti a confronto sui nodi centrali dell’economia qui e ora: bassa crescita, alta inflazione, quale modello di sviluppo, quali i meccanismi e le scelte per l’accumulazione e la redistribuzione delle risorse. La crisi economica ha penalizzato le condizioni materiali delle persone e mortificato gli assetti produttivi: urgono quindi investimenti che immettano ricerca, innovazione, formazione nel sistema e dunque urge una differente politica delle entrate. Un sistema fiscale equo e redistributivo è questo: è il patto tra i cittadini e lo Stato perché le risorse pubbliche ritornino ai contribuenti in termini di sviluppo, crescita, servizi. Senza la coerenza e l’intrinseca solidarietà di quel patto è a rischio un intero sistema di politiche pubbliche necessario per costruire pari opportunità di accesso ed esigibilità dei diritti, superando le disparità che la crisi accentua e rimettendo al centro della riflessione e dell’agire politico la questione dell’uguaglianza. La posta in gioco è molto alta. Ne discutono, tra gli altri, Giuliano Amato, Guglielmo Epifani, Franco Gallo, Gianni Geroldi, Marcello Messori, Laura Pennacchi.
  • La legge quadro sull’handicap (legge 104/1992) contempla una vera e propria rivoluzione copernicana nei diritti dei disabili. Non si muove infatti nella ristretta ottica di promuovere alcuni servizi, ma al contrario pone al centro la persona disabile, la sua famiglia, i suoi bisogni e chiama in causa tutte le istituzioni, pubbliche e private, perché facciano ciascuna la propria parte per garantire alla persona disabile pari opportunità di integrazione e di affermazione di sé. Nel contempo ha posto le basi per ulteriori iniziative legislative sia delle regioni sia del Parlamento. In particolare la passata legislatura ha avuto il merito di imprimere al processo un’accelerazione senza precedenti, dalle leggi 162 e 284 sulla vita indipendente e la disabilità grave, alla legge 17 per l’accesso agli studi universitari, dalla legge 68 per il collocamento mirato al lavoro allo scivolo previdenziale per i disabili gravi, alle agevolazioni per i genitori che lavorano, al - dopo di noi - per chi resta privo del sostegno familiare, alle agevolazioni fiscali per i presìdi riabilitativi e le automobili adattate per la guida e il trasporto dei disabili. Il volume illustra in modo semplice e di facile consultazione i diritti di cittadinanza esistenti nel nostro Paese in favore delle persone disabili, offrendo ad esse e alle loro famiglie, nonché a tutti gli operatori del settore, uno strumento che le aiuti a muoversi nei meandri della burocrazia e nella complessità di norme spesso di non agevole comprensione.
  • Dalle pagine di questo libro emerge, per merito di autori attenti e sensibili, come la figura di Fausto Vigevani sia strettamente legata alle trasformazioni politiche e sociali del nostro paese, un discorrere di avvenimenti, scelte, scontri politici nei quali il ruolo di Fausto è sempre stato significativo, dalle sue prime esperienze sindacali a Piacenza fino alle più recenti vicende politiche riguardanti la crisi del Psi e la trasformazione della sinistra italiana. Si configura con grande vigore la storia di un protagonista delle politiche sindacali. Tutti i passaggi della sua ricca esistenza sono seguiti con onestà e passione. (dall'introduzione di Guglielmo Epifani)
  • Un racconto sulla vita, la carriera, gli amori e la passione per il gioco del grande regista Vittorio De Sica, vincitore di tre premi Oscar, uno degli autori e attori italiani più conosciuti nel mondo, un uomo versatile, spiritoso, di straordinario carisma e capacità di seduzione. Il libro ricostruisce, con il respiro del romanzo, denso di inediti e di notizie, la storia di De Sica. Ripropone i personaggi interpretati, le numerose e divertenti caratterizzazioni; il periodo dei cosiddetti film dei «telefoni bianchi»; la bella e poetica avventura del «neorealismo» cominciata con «I bambini ci guardano» e proseguita con «Sciuscià», «Ladri di biciclette», «Umberto D.»; le pellicole di successo mondiale come «La ciociara», «Ieri, oggi, domani», «Matrimonio all’italiana». Infine, la vita privata: le due mogli, i tre figli, le strane soluzioni adottate dal regista per non scontentare nessuno in famiglia; e le amanti, nonché la roulette che continuò ad attirarlo al tavolo dell’azzardo anche e soprattutto negli ultimi anni di vita, fino a pochi giorni dalla scomparsa, avvenuta nel novembre 1974. Una festosa biografia e, attraverso essa, un ritratto non convenzionale, anzi originale e pungente, del nostro paese.
  • In Italia esistono quasi 90 mila metri cubi di scorie radioattive che devono essere tenute isolate per circa 200.000 anni da qualsiasi contatto con le acque e con gli esseri viventi. Un adeguato cimitero per questi rifiuti dovrebbe dunque collocarsi in una zona a bassa densità di popolazione, con vie di accesso sicure e protette, immune da movimenti tellurici per migliaia di anni, sicura da infiltrazioni di acqua che potrebbero corrodere i contenitori e disperdere gli elementi radioattivi e tossici. Il deposito deve essere in grado di ventilare all'esterno il calore che si forma continuamente durante il decadimento radioattivo e va sottoposto a un continuo controllo militare, contenendo prodotti «appetibili» per organizzazioni criminali e terroristiche. Il sottosuolo di Scanzano, sulle rive del mar Jonio, in Basilicata, non è tale da garantire queste condizioni. La località inoltre è attraversata da vie di comunicazione così importanti che un incidente al deposito fermerebbe tutta l'Italia meridionale. La proposta di realizzare il deposito nazionale delle scorie radioattive a Scanzano ha dato vita a una crescente protesta che è culminata ai primi di novembre 2003 in una grande marcia popolare, con migliaia di adesioni. La localizzazione era stata decisa per decreto, senza preventiva consultazione della popolazione, ma la fermezza che questa ha dimostrato ha costretto il governo a fare marcia indietro. Il volume è la cronaca di quella battaglia, giorno per giorno, narrata dai protagonisti - cittadini, ambientalisti, sindacalisti, autorità locali - e illustrata da fotografie e documenti significativi.
  • La sempre maggiore diffusione di fondi pensione aziendali o professionali nei paesi dell’Unione Europea pone inevitabili interrogativi sul ruolo della previdenza complementare, che, oltre a costituire una fonte di risorse finanziarie indispensabili nel momento attuale di crisi dei sistemi previdenziali, rappresenta un diverso modello di solidarietà rispetto ai regimi previdenziali obbligatori. In questa prospettiva appare particolarmente utile l’analisi comparata della disciplina della previdenza complementare in alcuni Stati dell’Unione Europea, con l’obiettivo di individuare i tratti comuni e le criticità dei diversi sistemi. In questo volume, attraverso i contributi di esperti nazionali, si descrivono le principali caratteristiche di diversi regimi di previdenza complementare e dei loro rapporti con i regimi obbligatori. Oltre alla prospettiva comparata si è ritenuto indispensabile analizzare la dimensione comunitaria della previdenza complementare, specie in seguito all’emanazione della direttiva relativa alle attività e alla supervisione degli enti pensionistici aziendali o professionali. L’intervento del legislatore comunitario in un’area tradizionalmente riservata alla competenza degli Stati membri è infatti un segnale importante della rilevanza del tema delle pensioni complementari, non solo all’interno dell’agenda sociale ma anche all’interno dell’agenda economica e finanziaria dell’Unione Europea.
  • I preziosi dipinti dei fratelli Ducato sono giunti in Confederazione attraverso un percorso non previsto, ma nel contesto di un lavoro che stiamo conducendo per valorizzare la storia del rapporto fra noi e l’arte contemporanea. Avevamo un po’ trascurato questi aspetti, che si intrecciano con l’impegno per l’affermazione dei principi e dei valori del lavoro, ma i centenari delle Camere del Lavoro ci hanno richiamato alla conservazione e alla ricerca. È stato messo in atto un impegno che non ha pari, per estensione, anche se raffrontato a quello compiuto da importanti imprese italiane. Si può certamente dire che è in corso una riscoperta del rapporto intercorso fra il nostro lavoro, le lotte che conduciamo, i valori che ne sottendono la loro tenace perseveranza e, in particolare, lo sviluppo delle condizioni di vita dei lavoratori, con quello degli artisti e degli intellettuali più in generale. Non è quindi casuale che venga compiuto questo sforzo culturale mentre la nostra lotta per l’affermazione dei diritti dei cittadini e dei lavoratori ha raggiunto livelli così alti. ...le nostre lotte per l’emancipazione del lavoro sono state favorite dall’arte, dalla libera espressione creativa degli artisti. Durante questo lungo percorso tante sono state le fasi, ampio è stato il confronto su quale doveva essere il rapporto fra arte e lavoratori, fra artisti e organizzazioni sindacali e politiche, manifestandosi a volte attraverso accesi scontri e confronti… E poi, c’è un altro punto importante che quasi mai viene colto e che testimonia dell’importanza dell’arte. L’opera d’arte, quando è veramente tale, si offre a molte letture, non produce messaggi unidirezionali e perentori; è per sua natura un «principio democratico», dialettico, che accompagna alla riflessione, aiuta a costruire un modo di pensare alieno dalle certezze assolute. - …Anche per queste ragioni è bene avere la consapevolezza della necessità di un serio rapporto con gli artisti e con l’arte, in quanto contribuisce alla nostra crescita culturale, quindi delle donne e degli uomini che fanno la Cgil. Proprio per questo è giusto che la Camera del Lavoro di Palermo abbia nella propria sede le tavole dei Fratelli Ducato… (Dall’introduzione di Guglielmo Epifani)
  • Con la pubblicazione del suo terzo rapporto su immigrazione e sindacato, l’Ires si conferma come un istituto fra i più attenti e qualificati nello studio della presenza straniera nel mercato del lavoro italiano. Animato dall’obiettivo di condurre una ricerca-azione con e per le organizzazioni sindacali, il rapporto contiene una rassegna interdisciplinare di argomenti e contributi che, in questa terza edizione, gravitano intorno al cruciale tema della lotta alle discriminazioni nel mercato e nei luoghi di lavoro. Saggi di carattere giuridico offrono un agile riepilogo della normativa internazionale e interna, rilevando criticità e incongruenze di quest’ultima. Un’ampia ed originale inchiesta, condotta fra lavoratori e delegati stranieri e italiani, rivela attitudini e percezioni inattese nei confronti dei colleghi di nazionalità diversa, dei datori di lavoro, del sindacato. Alle politiche sindacali sono dedicati alcuni interessanti studi condotti a livello territoriale. Di grande interesse, infine, il capitolo che descrive le peculiari condizioni lavorative ed esistenziali in cui si svolge il lavoro domestico e di cura di colf e badanti.
  • La scossa

    9.00 
    Di fronte al rischio di declino economico del paese e al progressivo aggravamento della crisi, che la Cgil ha denunciato fin dal 1999 rivendicando il riposizionamento del nostro modello di specializzazione produttiva, il governo Berlusconi continua a restare inerte e ripropone, a fini elettorali, la logora ricetta del taglio delle imposte da finanziare con la riduzione del perimetro dell’intervento pubblico. Welfare e politiche pubbliche vanno invece rafforzate per rendere socialmente sostenibile la transizione verso la società dei servizi senza che ciò dia luogo, come purtroppo sta già accadendo, a pericolosi processi di deindustrializzazione. Pur tenendo conto della situazione di difficoltà in cui versa gran parte del nostro apparato produttivo, il reddito disponibile dei lavoratori deve crescere di più. Ciò, secondo Beniamino Lapadula, è necessario non solo per motivi di equità sociale, ma anche per far crescere la domanda aggregata depressa da un export che ha il fiato corto e dall’assenza di investimenti, bloccati dalla crisi di sfiducia che attanaglia il paese. Pensare però che questo obiettivo possa essere conseguito con una forte spinta salariale basata sui rapporti di forza è illusorio e sbagliato. Non c’è alternativa credibile ad una nuova politica dei redditi da rilanciare con un patto tra produttori capace di dare «una scossa» per rimettere in moto l’economia del paese.
  • L’economia industriale bergamasca affonda le radici del suo successo in un tessuto sociale e culturale che gli autori racchiudono nel termine sintetico «bergamaschità». Uno stile di vita e un modo di essere che ha espresso un’etica del lavoro, un’aspirazione al mettersi in proprio decisive, in passato, per il decollo e lo sviluppo del localismo industriale bergamasco. Bergamaschità che oggi, secondo gli autori, appare frenata da trappole consumiste e sembra evaporare per la mancanza di idee innovative e di sviluppo, spaesata nella nuova ambientazione competitiva globale. La stagnazione dell’economia bergamasca ci rivela i limiti di una comunità ricca (ma fino a che punto?), anziana e poco scolarizzata, in cui, al di là del «potere dei soldi», si impone la necessità di un «nuovo» municipio che governi il cambiamento di una realtà un po’ inceppata. L’analisi puntuale delle cifre e delle tabelle, che inquadrano la bergamasca nella realtà lombarda e nazionale, fa da sfondo oggettivo alle storie degli operai, delle tessitrici, dei nonni emigranti, degli extracomunitari, dei giovani, di questa opulenta città mitteleuropea che racchiude una storia di fatica, di dolore, di pudore, di solidità.
  • L’emergenza sociale è chiara: la situazione economica del nostro paese si è aggravata, gli italiani sono sempre più poveri e privi di tutele. Il welfare deve dunque tornare ad essere una priorità e la salute un diritto esigibile. Oltre 100 personalità del mondo della cultura, della politica, degli enti locali, dell’associazionismo e del sindacato, per iniziativa della Cgil, si sono interrogate su come affrontare un tema così rilevante, dando risposte e indicazioni che vengono raccolte nei cinque volumi del cofanetto. Non si tratta soltanto dell’opposizione all’attacco sistematico portato al sistema di protezioni sociali del nostro paese. In queste pagine vengono infatti illustrate proposte e strategie che indicano con chiarezza le direzioni di marcia dell’impegno riformatore. Due ne sono i temi centrali: la quantità di risorse necessarie e la qualità dell’intervento pubblico. Con alcune priorità ineludibili: l’aumento degli investimenti per il sistema sanitario, l’estensione e l’ampliamento delle protezioni, una maggiore qualità delle prestazioni, più equità. Occorre poi far crescere cultura e politiche della prevenzione strettamente connesse con la qualità dello sviluppo, la sicurezza nei luoghi di lavoro e la qualità della vita. Nello specifico delle politiche socio-sanitarie, la priorità indicata riguarda l’esigibilità del diritto ai livelli essenziali di assistenza sanitaria e la definizione di quelli relativi alle prestazioni sociali, la costituzione di un fondo nazionale per la non autosufficienza, la definizione di uno strumento non assistenziale di lotta alla povertà e all’esclusione, una politica di sostegno alla famiglia basata su una efficace e appropriata rete di servizi.