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Il buon lavoro
7.00
€
Nel corso degli ultimi anni, il tema della sicurezza sul lavoro è stato caratterizzato da una pluralità di interventi normativi - derivanti, per lo più, dal recepimento, all’interno del nostro ordinamento, di direttive comunitarie - tra i quali il dlgs n. 626 del 1994 costituisce il caposaldo. Proprio a causa di una legislazione frantumata e non sempre intelligibile, l’analisi giuridica delle problematiche in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro si rivela in tutta la sua complessità, soprattutto per le difficoltà interpretative che la caratterizzano. L’importanza del tema e di una sua attenta considerazione rimane però confermata dalla circostanza che in un sistema economico come quello italiano, dove il peso del sommerso è più rilevante che altrove e dove è tuttora diffuso il costume di perseguire il massimo profitto con i minori costi di sicurezza, una parte consistente degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali è dovuta proprio alla disapplicazione della normativa antinfortunistica. Se in questa materia comunque gli interventi normativi sono numerosi, altrettanto non può dirsi di due temi peculiari, molestie sessuali e mobbing, ai quali è stato perciò dedicato uno spazio autonomo, a chiusura della trattazione.
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Il regime della retribuzione e il tfr
7.00
€
Il volume affronta le più attuali questioni relative al regime giuridico della retribuzione, evidenziando, rispetto ai singoli profili, le soluzioni emerse in sede normativa, giurisprudenziale e sindacale, così da fornire una descrizione critica e nel contempo pratico-casistica dei diversi aspetti problematici sul tappeto. In particolare il saggio si sofferma sul giudizio di adeguatezza e proporzionalità della retribuzione; sul concetto di onerosità e gratuità della prestazione lavorativa; sul principio di parità di trattamento; sul criterio di onnicomprensività della retribuzione; sulle modalità di adempimento dell’obbligazione retributiva; sulle diverse forme di compenso; sulle voci dirette, differite e automatiche di remunerazione; sull’evoluzione storica e sulle prospettive applicative dell’istituto del trattamento di fine rapporto. Le diverse questioni vengono esaminate prevalentemente nella prospettiva del rapporto di lavoro privato, anche se non mancano approfondimenti e rinvii alla realtà normativa e contrattuale del pubblico impiego.
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Società e istituzioni negli anni novanta
9.30
€
Gli anni novanta in Italia costituiscono un periodo di riforme istituzionali, rese necessarie in seguito alla crisi del sistema politico. Tale crisi ha posto in luce tre questioni fondamentali: la necessaria rideterminazione dei rapporti tra rappresentanza e governo; l’esigenza di ridefinire l’assetto istituzionale, al fine di ridurre la ridondanza politico-amministrativa; l’importanza, infine, di ristabilire i rapporti tra dimensione politica e dimensione sociale e in particolare tra sistema politico e sistema sindacale, definendo un’essenziale riforma lavoristica specie nel settore privato. Data la parzialità e la mancata realizzazione di tutte le riforme prefigurate, i nodi da sciogliere rimangono molti. Come si può affrontare la questione della formazione della rappresentanza politica e del governo? Come si può ridurre la ridondanza istituzionale in termini di posti politici che continua a essere inefficiente e costosa e che necessita di una riforma del Parlamento in senso federale? Come si può ridefinire la dimensione sociale del nuovo assetto istituzionale in termini di regolamentazione della rappresentanza sindacale e dei rapporti tra sistema sindacale e sistema politico istituzionale? Come si può affrontare il progetto di riforma costituzionale presentato dal governo di centrodestra? Questi sono i principali temi e i principali interrogativi affrontati e approfonditi nel saggio di Luigi Mariucci e nei contributi presenti nel testo. Contributi di: Ettore Combattente, Michele Gentile, Giampaolo Patta, Bruno Pierozzi.
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Processi produttivi, Stato sociale, modelli di sviluppo
9.30
€
È noto come il tessuto produttivo italiano sia caratterizzato, rispetto alle altre economie industriali moderne, dalla presenza di piccole e medie imprese operanti in settori tradizionali. Questo tratto peculiare dell’economia italiana è stato a lungo ritenuto un fattore di debolezza dello sviluppo. In realtà i sistemi locali di piccole imprese hanno mostrato una notevole capacità di adattamento incrementale ai mutamenti della domanda, aiutati in questo anche dalle politiche di svalutazione che hanno consentito di accrescere la profittabilità dell’export. Tuttavia, la base della crescita viene oggi decisamente spostata sulle dinamiche della produttività, perciò sull’innovazione, sulle possibilità di integrazione tecnologica, sulle capacità di creare e scambiare conoscenze astratte. Ma come possono le piccole e medie imprese italiane contribuire ad accrescere le dotazioni collettive di capitale umano e riuscire a incorporare nei prodotti e nei processi produttivi nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche? In quale misura esiste uno spazio reale di innovazione nei settori tradizionali del made in Italy e in che modo favorire la sua esplorazione valorizzando la varietà territoriale e l’apertura internazionale dei sistemi produttivi locali? Quali sono, in definitiva, le linee di una possibile politica industriale italiana all’interno del processo di integrazione europea e di crescita della concorrenza mondiale? Questi sono i principali interrogativi affrontati e discussi nel saggio di Giancarlo Corò e nei contributi offerti nel testo. Contributi di: Carla Cantone, Marigia Maulucci.
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Agire per accordi
9.30
€
Le trasformazioni che hanno segnato la politica e l’economia non solo italiana ma europea, negli anni ottanta e novanta, hanno portato all’affermazione di forme diverse di contrattazione e concertazione. Tra gli aspetti che rendono la concertazione stessa, seppur con dei limiti, uno strumento innovativo, è possibile indicare l’affiancamento tra parti sociali e istituzioni pubbliche nel decidere di politiche e beni pubblici, il processo di decentramento, lo sviluppo locale, il "capitale sociale" quale precondizione dello sviluppo. Non mancano aspetti critici che riguardano soprattutto la concertazione di seconda generazione, in presenza di una disoccupazione crescente e delle difficoltà da parte dei sindacati di rappresentare la molteplicità degli interessi, all’interno degli accordi concertativi. Quali azioni il sindacato deve mettere in atto per salvaguardare forme diverse di concertazione? Come evitare il rischio che interventi concertativi si risolvano in semplici forme di compromesso, dettate principalmente dal coinvolgimento di molti soggetti partecipanti e firmatari? Queste sono alcune tematiche e alcuni quesiti affrontati nel saggio di Carrieri e nei contributi presenti nel testo. Contributi di: Guglielmo Epifani, Alberto Malavolti, Raffaele Minelli.
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Lavorare nei call centres
8.00
€
Il volume racconta il lavoro nei
call centres
in una prospettiva comparativa europea. Il quadro che emerge è certo più complesso di quello presentato dalle cronache dei giornali. Sono presenti infatti in questo segmento di mercato del lavoro un’ampia varietà di
skills
, forme organizzative, pratiche di lavoro, forme contrattuali. Anche i diversi profili professionali mutano in relazione alle attività svolte nel
call centre:
"numeroverdisti", intervistatori telefonici, televenditori, addetti all’assistenza clienti, addetti al recupero crediti, consulenti finanziari e, in prospettiva, sempre più
web call centres operators
. Sebbene i numerosi
call centres
diffusi nei diversi paesi europei presentino un alto tasso di diversificazione, alcune problematiche e aspetti critici mostrano una non casuale ricorrenza. Dall’alto indice di presenza femminile che rischia di configurare una nuova forma di segregazione femminile, all’uso di una flessibilità sfrenata, a un elevato
turn over
. La serialità del lavoro, lo stress e l’assenza di prospettive di carriera sono i motivi che, più frequentemente, spingono i lavoratori ad andarsene, rendendo ancora più difficile la presenza e l’esercizio di azioni di tutela da parte del sindacato. La complessità di tale contesto di riferimento offre l’occasione per proporre delle linee guida che orientino l’azione del sindacato all’interno di questi ambienti di lavoro. Se ne deduce così che il sindacato dovrebbe adottare strategie innovative che, combinando le tecniche tradizionali con i moderni strumenti di marketing, possano rispondere alle esigenze dei lavoratori delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
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“L’Italia ripudia la guerra”?
8.00
€
La Costituzione italiana ripudia la guerra. Eppure nell’ultimo decennio i conflitti bellici, ai quali l’Italia ha preso parte, sono aumentati con ritmo crescente. Fino alla recente missione militare in Afghanistan. Quali sono le ragioni dell’eclissi del dettato costituzionale? Come vengono prese le decisioni che hanno consentito in questi anni la partecipazione italiana alle nuove guerre? I bombardamenti americani possono essere considerati un’azione di legittima difesa? Quale sarà la sorte dei diritti costituzionali, oggi messi duramente alla prova dalle politiche di emergenza adottate in molti paesi occidentali? Che cosa è avvenuto a Guantanamo? Perché l’Onu è in crisi? Riproponendo i principali percorsi di riflessione del pensiero giuridico, il libro ricostruisce i vincoli posti dal diritto costituzionale interno e internazionale all’uso della forza, per poi affrontare alcuni nodi di carattere teorico indispensabili per comprendere la controversa natura delle nuove guerre: il richiamo alla guerra giusta, il rapporto tra guerra e diritti, il concetto di impero, il confronto tra la civitas maxima di Kelsen e il mondo pluriverso di Schmitt.
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I Kurdi e il Kurdistan
12.00
€
Attraverso la tecnica degli interrogativi e delle risposte, il libro fornisce una informazione compiuta della"questione kurda", rintracciandone le radici storiche, politiche, culturali, e correggendo le molte distorsioni che anche il difficile reperimento di fonti affidabili è venuto via via producendo. La ricostruzione della storia politica del Kurdistan - assieme alla disamina della sua geografia, della sua economia, dell’origine del popolo kurdo, della sua lingua e della sua cultura - conduce così al bivio oggi più che mai aperto per la questione kurda: la realizzazione dell’indipendenza nazionale o, in alternativa, la continuazione del dominio turco, persiano e arabo su quel popolo e sul suo territorio diviso. Eppure dalla soluzione della questione kurda passa anche la realizzazione di molte delle condizioni necessarie per restituire stabilità e pace all’intero Medio Oriente, e per dare risposta a grandi problemi concreti dell’intera regione, come quelli relativi al crescente contrasto sulle fonti idriche rispetto al quale il Kurdistan, da dove scaturiscono i principali corsi d’acqua, ha un’importanza strategica. Questa esigenza appare oggi più avvertita in primo luogo fra le forze politiche dell’Europa, e molti sono anche i fattori nuovi, interni alla regione kurda e internazionali, che premono - com’è negli auspici dell’autore - per il rispetto dell’identità nazionale del popolo kurdo e del suo diritto all’autodeterminazione, per la realizzazione di un sistema politico democratico e pluralista di base e garanzia alla costituzione di uno Stato kurdo sovrano e indipendente.
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Annuario genetico
8.00
€
Poche discipline hanno avuto uno sviluppo rapido come quello della biologia contemporanea. La conseguenza è che si è compresa in pochi anni la natura del materiale genetico che determina l’essenza di tutti gli organismi viventi: il Dna. Ne conosciamo, quasi all’improvviso, la struttura, l’organizzazione, i meccanismi di autoriproduzione. Ne abbiamo compresa la qualità essenziale: quella di essere allo stesso tempo materia chimica inerte e materia vivente (il Dna si riproduce, si accresce, muore). La rapidità di queste scoperte ci ha impedito di acquisire fino in fondo consapevolezza che la natura degli organismi (e quella dell’organismo che ci interessa di più, l’
Homo sapiens
) è natura autocodificata, autogenita, autoreplicante. La lezione di libertà esistenziale che ne deriva, lungi dall’essere diventata patrimonio della cultura comune, non è ancora filtrata attraverso le coscienze. Entrambi i fatti (la autocodificazione e la mancanza di coscienza di questa autocodificazione) meritano una riflessione. Merita anche attenzione il fatto che, una volta decifrato il codice e capito come questo codice è fisicamente organizzato, l’
Homo sapiens
ha immediatamente iniziato a manipolarlo. Guardandoli con un minimo di prospettiva, suggerisce il libro, i dubbi, le moratorie, le proibizioni sembrano destinati a durare poco.
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Il rapporto sul Mezzogiorno
10.00
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Con il II Rapporto, l’Ires conferma l’impegno di procedere al costante monitoraggio sugli scenari e le dinamiche del lavoro e dell’impresa nel Mezzogiorno. Quest’area, pur sperimentando nel corso della seconda metà degli anni novanta una spinta propulsiva in grado di innescare una favorevole dinamica del Pil, non è riuscita a eliminare i fattori di debolezza strutturale che la caratterizzano (gravi carenze infrastrutturali, un insufficiente assetto produttivo, un minor grado di apertura al commercio internazionale e interno, una significativa presenza della criminalità organizzata e così via). La ripresa risulta oggi frenata sia da una congiuntura economica sfavorevole, sia dall’incapacità da parte dell’attuale governo di attuare una strategia in grado di produrre una svolta di qualità nel governo dell’economia. Nel realizzare il presente Rapporto l’autore si è posto due differenti obiettivi: da un lato, fornire un quadro sintetico delle principali tendenze economiche che hanno interessato il Mezzogiorno nel corso degli ultimi anni; dall’altro, fotografare - con l’ausilio dei principali dati statistici disponibili - l’assetto economico-produttivo attraverso il quale il Sud si dispone ad affrontare la sfida dell’ampliamento dell’Unione europea.
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Metalmeccanici fiorentini del dopoguerra
20.00
€
Nei metalmeccanici fiorentini, lungo i decenni del dopoguerra e attraverso le diverse modalità produttive del territorio, si sono intrecciati in vario modo mito e realtà della categoria, mestiere e sindacato, identità professionale, cittadina e territoriale, politica e culturale. Il convegno promosso a Firenze dalla Fiom Cgil e dall’Associazione Biondi Bartolini, l’8 ottobre 2001, sul tema "Metalmeccanici fiorentini del dopoguerra" ricostruisce un complesso tessuto di relazioni industriali in aziende grandi, piccole e medie, e illustra un’ampia articolazione generazionale, sindacale e politica della figura operaia e tecnica, ripercorrendo la memoria storica sia con un approccio classico sia attraverso testimonianze altamente significative di quadri e di protagonisti delle diverse stagioni contrattuali. L’esame dell’attività della Fiom (ma anche della Fim e della Uilm) e delle sue radici storiche, ideali e d’identità, che si incentra sui casi della Galileo e della Pignone, particolarmente collegati alla storia fiorentina e alla vicenda nazionale, si estende al tessuto metropolitano rivelandone la vitalità storica. L’equilibrio tra coscienza operaia, identità sindacale e militanza politica, animato da una grande dialettica tra le varie componenti politiche e ideologiche - aree "di sinistra", partiti tradizionali, sindacato "di classe", Acli, altri sindacalismi cattolici e laici - ruota soprattutto intorno a un asse, il principio dell’autonomia sindacale in un possibile contesto unitario.
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Que trata de Espana
20.00
€
La più ampia e rappresentativa raccolta d’arte spagnola degli anni sessanta presente in Italia si trova nella collezione d’arte della Cgil. All’inizio degli anni sessanta, infatti, il movimento sindacale italiano rilancia con grande forza la propria azione di solidarietà con le lotte dei lavoratori spagnoli contro il franchismo e per la democrazia nel loro paese. Ed è in quel clima, fervido di impegni e di iniziative, che insieme a Rafael Alberti, Pablo Picasso e Josè Ortega, Cgil Cisl e Uil organizzano a Milano e Bologna una grande mostra d’arte di solidarietà,
Amnistìa - Que trata de Espana
, realizzata con le opere donate dai maggiori artisti spagnoli. In occasione di quell’iniziativa si crea anche la raccolta d’arte spagnola della Cgil e delle Camere del lavoro di Milano e Bologna, presentata ora nella mostra
Que trata de Espana
, promossa dalla Cgil e dall’Ambasciata spagnola, presso l’Accademia di Spagna in Roma. Il catalogo della mostra riproduce in quarantotto pagine a colori tutte le opere della collezione Cgil, fra cui quelle di Juan Genovès, Equipo Crònica, Eduardo Urculo, Pablo Serrano, Vaquero Turcios, Amalia Avia, Carlos Mensa e Luis Gordillo. Presentato da Josè de Carvajal, ambasciatore di Spagna, da Sergio Cofferati, segretario generale della Cgil, e da Felipe V. Garìn Llombart, direttore dell'Accademia di Spagna in Roma, è arricchito da un testo critico di Felipe Garin e Facundo Tomàs. Completano l'opera la ricostruzione, curata da Luigi Martini, della formazione della raccolta d'arte spagnola della Cgil e le schede dei quarantotto artisti presenti in mostra.
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