• Voci dal conflitto. Voci di ebrei israeliani, di palestinesi cittadini di Israele, di palestinesi dei territori occupati: docenti universitari, scienziati, esponenti dei movimenti per la risoluzione del conflitto, i quali, da punti di vista differenti, denunciano l'ingiustizia dell'occupazione, la militarizzazione della società israeliana, la sottrazione di risorse vitali, come l'acqua, la strategia del displacement come forma di apartheid, di cui i governi israeliani sono responsabili. Dal volume emerge con chiarezza che non si tratta di un conflitto di religione, né di un conflitto etnico. Si tratta di una guerra fra chi, per mandato divino e per antiche e recenti persecuzioni e genocidi, ritiene di avere diritto di vivere sulla "terra promessa", e chi storicamente, da sempre, vive su quella terra. Il punto di vista degli autori dei saggi è che esiste, per entrambi i popoli, la possibilità di vivere in pace sullo stesso territorio, secondo la formula "due popoli due Stati". Questo i palestinesi lo hanno accettato, ma non i governi israeliani che mirano alla Grande Israele. Si pone quindi con forza, oggi più che mai, la necessità della mediazione internazionale. L'Unione europea , per i suoi princìpi, le sue leggi, può essere il soggetto super partes, al quale gli autori del volume, ebrei israeliani e palestinesi, si appellano a gran voce. La storia del conflitto Palestina-Israele, anche in questa ultima e più drammatica fase, ha reso palese l’inadeguatezza di qualunque strategia di pace che poggi su una riduzione arbitraria della sua complessità. Per questo gli autori del libro – ebrei israeliani, palestinesi cittadini di Israele, palestinesi dei Territori Occupati, docenti universitari, scienziate e scienziati, esponenti dei movimenti per la risoluzione non violenta del conflitto – ne offrono una rappresentazione non appiattita sugli schemi della belligeranza, recuperando la molteplicità delle tensioni che si sono venute creando tra le due parti, non solo sul piano degli interessi politici ed economici, ma anche su quello delle fratture sociali e culturali. Essi denunciano, da punti di vista differenti, l’ingiustizia dell’occupazione, la militarizzazione della società israeliana, la sottrazione di risorse vitali come l’acqua, la strategia di apartheid di cui i governi israeliani sono responsabili, l’insostenibilità degli interventi (e dei non interventi) del mondo occidentale. La convinzione degli autori dei saggi è che esiste, per entrambi i popoli, la possibilità di vivere in pace sullo stesso territorio, secondo la formula "due popoli, due stati". Si pone quindi con forza, oggi più che mai, la necessità della mediazione internazionale in cui l’Unione Europea, per i suoi princìpi e per le sue leggi, superando l’impotenza attuale, può essere il soggetto super partes, al quale pure guardano le autrici e gli autori del volume. Contributi di: Abu-Dayyed Shamas, Amit, Delle Donne, Donini, El Sarraj, Ghanayem, Gigli, Halper, Hiller, Isaac, Macchi, Picchio, Rossetti, Tarozzi, Tricarico, Trottier.
  • Per la prima volta oltre quattrocento documenti della Cgdl clandestina vengono offerti, attraverso schede riassuntive, agli studiosi e agli appassionati di storia del sindacato e d’Italia. In gran parte sconosciuti fino ad oggi, ci consegnano un quadro estremamente ricco, persino sorprendente, dell’attività della Cgdl e della lotta condotta negli anni 1927-1943 per le libertà sindacali. Si tratta di giornali, opuscoli, tessere, volantini prodotti dalle due diverse Confederazioni generali del lavoro, quella diretta da Bruno Buozzi, operante prevalentemente in Francia fra gli emigranti e i fuoriusciti italiani, e l’altra, diretta da Paolo Ravazzoli prima, da Giuseppe Di Vittorio poi, che agiva in clandestinità soprattutto in Italia. Il testo è il risultato di ricerche compiute nelle carte che la polizia sequestrò agli antifascisti durante il ventennio, e ora conservata nell’Archivio centrale dello Stato.
  • I certificati sono da sempre l’emblema di una "burocrazia vessatoria" nei confronti del cittadino considerato un suddito e costretto a fare il fattorino tra un'amministrazione e l’altra per dimostrare di essere nato, residente e persino di essere in vita. Nel 1997 è iniziato il cammino verso l’eliminazione della richiesta di certificati, e l’autocertificazione è divenuta un simbolo della rivoluzione profonda nel rapporto tra amministrazione e cittadino avviata con le leggi Bassanini. Numerosi interventi normativi e, da ultimo, il testo unico sulla documentazione amministrativa, hanno via via introdotto nuove semplificazioni, destinate a rendere più semplici tutte le pratiche della vita quotidiana e a eliminare i certificati ("decertificazionne") attraverso lo scambio dei dati tra le amministrazioni per via telematica. Il volume illustra nel dettaglio i princìpi innovativi, gli strumenti e i risultati delle nuove norme, guardando ai nuovi traguardi informatici e telematici del presente e del futuro come la carta d’identità elettronica e la firma digitale. Utile, quindi, per tutti coloro, addetti ai lavori o semplici cittadini, che vogliono conoscere i nuovi diritti e le opportunità che le semplificazioni hanno introdotto.
  • "Giovanna", diretto nel 1955 da Gillo Pontecorvo e sceneggiato da uno dei più importanti sceneggiatori italiani, Franco Solinas, racconta la lotta determinata e coraggiosa di un gruppo di operaie tessili contro la decisione dell’azienda di licenziare alcune di loro: esse occupano la fabbrica, iniziando un’esperienza nuova in cui il conflitto con il proprietario si mescola con i problemi che nascono con le loro famiglie e i loro figli; infatti accanto alla solidarietà della città emergono anche insofferenze patriarcali e maschiliste per questa inedita iniziativa di donne. Il mediometraggio fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1956, dove questa prima esperienza narrativa di film a soggetto del giovane regista fu molto apprezzata dalla critica, che parlò di "purissimo film neorealista". Nel volume, curato da Antonio Medici, il film è analizzato da un saggio introduttivo di Lietta Tornabuoni; ne viene pubblicata la sceneggiatura desunta, con un corredo fotografico; sono presentati documenti come il visto di censura e la descrizione del brano che fu censurato. Il racconto della sua storia produttiva è affidato alle testimonianze del regista, Gillo Pontecorvo, di due dei suoi principali collaboratori, Giuliano Montaldo e Franco Giraldi, del direttore della fotografia, Enrico Menczer, della protagonista, Armida Gianazzi, e a una documentazione relativa al film internazionale collettivo sulle donne La Rosa dei Venti, di cui Giovanna era l’episodio italiano. Paola Scarnati e Mario Musumeci raccontano la storia del restauro del film, salvato e conservato dall’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico.
  • Oggi ai portatori di handicap, invalidità, malattie rare sono riconosciuti diritti, agevolazioni, provvidenze. Non è facile però per il cittadino interessato averne un quadro organico, data la molteplicità di norme che li regolano. Per rispondere a questa esigenza di chiarezza gli autori hanno costruito una guida ragionata, divisa in capitoli tematici. Il manuale offre un panorama completo e aggiornato di tutta la normativa in merito, dalle prestazioni previdenziali alla gestione dell’assistenza sanitaria, dall’integrazione nella scuola all’inserimento nel mondo del lavoro, dalla possibilità di spostarsi all’interno dei centri urbani e di viaggiare, all’esercizio dei diritti civili, precisando, per ogni argomento esaminato, le facilitazioni economiche previste. Premessa di tali provvedimenti sono i princìpi generali sanciti dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, volti a stabilire la dignità e l’autonomia dei soggetti svantaggiati, mentre a garanzia della loro attuazione si pongono istituzioni e associazioni a cui il cittadino si può rivolgere per essere tutelato. Completa il volume un’appendice operativa contenente il facsimile dei moduli da utilizzare in tutte le situazioni prospettate dalla guida, in modo da rendere facilmente esigibili i propri diritti.
  • La Serbia e soprattutto Belgrado dopo un anno dalla caduta di Milosevic, attraverso frammenti di vita di un anziano insegnante di origine russa e brevi ritratti individuali di otto amici e amiche con storie e caratteri molto diversi. Con il protagonista e i suoi conoscenti il libro tocca temi e caratteristiche della storia, della cultura, della società belgradese in un momento storico confuso e delicato quanto importante anche per noi italiani: la politica, l’amore, il lavoro, la fede, la povertà, l’arte, l’amicizia. Un libro composto da quattro tracce narrative che si intrecciano: il racconto, le cronache in corsivo, i versi, le fotografie, in una sequenza ritmica che alterna ricordi, visioni, metafore, immagini poetiche.
  • L’avanzamento della ricerca biomedica di questi decenni ha messo a disposizione una serie di nuovi strumenti e pratiche che riguardano la nascita, la morte, la cura degli esseri umani e i rapporti con le altre specie viventi. Lo sviluppo scientifico e tecnologico ha altresì aperto una serie di nuovi problemi relativi al vivente in generale, sia per quanto riguarda i rapporti intraspecifici sia per quanto riguarda il rapporto uomo natura. Su tutti questi problemi si è andato sviluppando un ampio confronto tra diverse concezioni culturali che non si è svolto solamente nella discussione pubblica comune, ma ha coinvolto svariati settori disciplinari spingendoli a una rivisitazione critica delle teorie etiche del passato. I saggi contenuti in questo volume rielaborano alcune delle lezioni tenute al corso di perfezionamento in Bioetica dell’Università di Roma "La Sapienza". Un'esperienza questa dell’ateneo romano che si è progressivamente arricchita di esperienze e iniziative pur mantenendo come riferimento basilare l’idea di una Bioetica interdisciplinare e multiculturale, contraria a ricondurre il ragionamento su temi così delicati tanto a facili banalizzazioni, che a pericolosi dogmatismi. Il libro riflette queste caratteristiche di fondo, spaziando dai temi riguardanti i settori più avanzati della ricerca scientifica a quelli più quotidiani con i quali ci confrontiamo sempre più frequentemente.
  • Il cofanetto raccoglie i sette volumi prodotti nell’ambito del progetto di formazione e ricerca su "La dimensione sociale della contrattazione", promosso dalla Cgil (Confederazione generale italiana del lavoro) e dallo Spi (Sindacato pensionati italiani), diretto dall’Isf (Istituto superiore per la formazione). Il progetto si è proposto prioritariamente di analizzare le caratteristiche della contrattazione in relazione sia con la cittadinanza attiva, sia con il rinnovamento dello Stato sociale. I testi prodotti sono i seguenti: *Mimmo Carrieri: "Agire per accordi. La concertazione nazionale e locale" *Giancarlo Corò: "Processi produttivi, Stato sociale, modello di sviluppo" *Luigi Mariucci: "Società e istituzioni negli anni novanta" *Saul Meghnagi: "Una negoziazione complessa. Attori, metodi, conoscenze" *Alessandro Montebugnoli: "Riproduzione sociale e azione sindacale" Joerg Rappl: La mediazione civica. Un'ipotesi interpretativa dell'azione sociale" *Emilio Reyneri: "Economia, occupazione, welfare locali".
  • Il volume raccoglie i documenti e il dibattito del XIV Congresso nazionale della Cgil, tenutosi a Rimini dal 6 al 9 febbraio 2002: ottanta interventi che in quattro giornate di intenso lavoro si sono svolti di fronte a una platea di 1.173 delegate e delegati e di migliaia di invitati provenienti da tutto il paese e da centinaia di luoghi di lavoro. Sulla relazione svolta da Sergio Cofferati, insieme ai delegati al Congresso intervenuti, si sono anche confrontati Luigi Angeletti e Savino Pezzotta, segretari generali di Uil e Cisl, Guy Ryder, segretario generale della Cisl Internazionale, ed Emilio Gabaglio, segretario generale della Ces. Nel volume trovano altresì collocazione gli interventi che ospiti prestigiosi del Congresso hanno svolto nell’ambito delle tre iniziative congressuali dedicate, la prima, introdotta da Guglielmo Epifani, ai temi della libertà, le altre ai temi della pace in Palestina e della grave crisi dell’Argentina. La manifestazione pubblica svoltasi al termine del Congresso, con l’intervento conclusivo di Sergio Cofferati, completa la discussione nazionale raccolta nel volume, che è terminato con la pubblicazione dei documenti preparatori che il Comitato direttivo confederale aveva proposto al dibattito congressuale - articolatosi poi in 52.126 assemblee congressuali a cui hanno partecipato 1.332.715 iscritte e iscritti alla Cgil - degli ordini del giorno e del documento conclusivo approvati, dello Statuto della Cgil e degli organismi eletti dal XIV Congresso.
  • Il manifesto è un’opera estremamente delicata, di difficile conservazione, a causa delle dimensioni e per il semplice fatto che viene esposto. Nel corso degli anni molti manifesti sono andati perduti e altri, anche se hanno pochi decenni alle spalle, sono diventati una rarità. Negli archivi storici delle Camere del lavoro dell’Emilia-Romagn da qualche anno si è iniziato a recuperare, restaurare, catalogare e conservare i manifesti prodotti dal sindacato. Fra questi anche quelli dedicati alla festa del 1° maggio, festa dei lavoratori, festa coniugata all’iniziativa sindacale e vissuta nei territori in modi molto diversificati a seconda delle regioni, delle province, dei comuni, delle piccole frazioni. Dopo un lungo lavoro, conservati negli archivi storici delle Camere del lavoro emiliane e romagnole, ci sono oggi oltre 300 manifesti dedicati al 1° maggio, quelli nazionali e quelli prodotti dal sindacato nella regione, tutti visionabili nel sito www.centenari.it. Questa raccolta ne riporta, in formato di cartolina, una selezione di cinquantaquattro esemplari scelti fra quelli più interessanti e significativi.
  • Le foto oggi disponibili del lavoro e dei suoi mutamenti sono largamente insufficienti a documentare le radicali trasformazioni che, negli ultimi due decenni, hanno mutato il volto di territori interi e determinato nuove articolazioni sociali. Si rischia così che non rimanga traccia di quello che è stato un cambiamento epocale e che si perda la memoria del lavoro che fu. Eppure, là dove il cinema è riuscito a intervenire, ha dimostrato la straordinaria capacità delle immagini in movimento di testimoniare il mutamento del paesaggio umano e sociale. Nasce da qui l’idea di realizzare un catalogo dedicato al rapporto tra cinema e lavoro, esaminando opere che raccontano il lavoro e i lavoratori, del presente e del passato. La prima parte del volume raccoglie le testimonianze di protagonisti del movimento operaio italiano, i ricordi degli intellettuali, brevi saggi di studiosi che propongono percorsi tematici legati al racconto e alla rappresentazione audiovisiva di alcuni luoghi del lavoro fortemente significativi: la fabbrica, la terra, il mare, la città, il treno, gli immigrati, la miniera. Per ciascun tema viene avanzata la proposta ragionata di una rassegna cinematografica che attinge ai titoli più significativi del cinema italiano (fiction e no) dal dopoguerra ad oggi. La seconda parte contiene le schede - con cast tecnico e artistico, sinossi e reperibilità presso cineteche e mediateche italiane - di 10-15 film per ogni percorso tematico affrontato. Ai film più significativi sono dedicate schede più approfondite, con recensioni tratte da quotidiani, riviste d’epoca o recenti, saggi e monografie. Il volume è stato realizzato dall'Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico e da Arci-Ucca, in collaborazione con la Cgil e con il sostegno del ministero per i Beni culturali.
  • Quale filosofia ispira la delega fiscale di Tremonti? Come si distribuiranno le riduzioni di imposte tra le diverse categorie di contribuenti? Quali spese saranno sacrificate per permettere questi sgravi? Che tipo di società ha in mente, insomma, il super ministro dell’Economia? Ecco le domande a cui risponde il volume. Tremonti si rifà a un liberismo deteriore che concepisce la libertà solo "in negativo", esaltando un individualismo esasperato e uno Stato minimo. Il suo progetto ricalca l’operato di Bush negli Stati Uniti: meno tasse per i più ricchi e meno risorse per welfare e intervento pubblico. La nuova Irpef a due aliquote assegnerà alla fetta più ricca dei contribuenti, appena un decimo della popolazione, tra il 56 e l’85 per cento dei benefici, mentre i contribuenti medi, collocati tra i 10.000 e i 30.000 euro di reddito, prenderanno poco o nulla, o finiranno addirittura col rimetterci. Ma non basta: il governo vuole abolire l’Irap senza dire come si finanzierà il Servizio sanitario nazionale, e cancellare la Dual Income Tax, la riforma introdotta dal centrosinistra per incentivare la modernizzazione delle imprese italiane. Dopo aver ricostruito l’esperienza statunitense e illustrato l’eredità lasciata dal centrosinistra in materia fiscale, Beniamino Lapadula, coordinatore del dipartimento Politiche sociali e Welfare della Cgil nazionale, si sofferma sui provvedimenti dei primi cento giorni del governo Berlusconi e sui princìpi della delega fiscale, e conclude con l’invito al sindacato e alla sinistra a opporsi con fermezza a questo progetto reazionario.