• La guida dell’Inca Cgil vuole essere uno strumento di studio e di consultazione utile ai propri operatori e consulenti legali e medico-legali, ma anche a tutti coloro che si trovano a dover affrontare le problematiche connesse alle patologie e ai danni conseguenti a trasfusioni di sangue, emoderivati, vaccini. Allegato al volume un CD Rom che contiene tutti i riferimenti legislativi e giurisprudenziali relativi all’argomento trattato.
  • La storia della Camera del Lavoro di Taranto, curata con capacità e competenza da Roberto Nistri e Massimo Di Cesare, si colloca in un filone di studi ormai consolidato, avviato negli anni Novanta e giunto a maturazione negli ultimi tempi con un fiorire di saggi di notevole qualità... Se il quadro d’insieme è complesso, le stesse «microstorie», che ci restituiscono l’identità di un territorio, non sono da meno. Da questo punto di vista, la storia del territorio jonico, e in particolare la storia dei cento anni della Camera del Lavoro di Taranto, narrata in questo pregevole volume, ci offre una ricostruzione completa del passato, attraverso l’analisi delle diverse fasi storiche, dall’Ottocento alla crisi dello Stato liberale, dal ventennio della dittatura fascista agli anni della Ricostruzione, dal miracolo al declino economico, non solo di Taranto, ma di un intero paese. E lo fa offrendoci molteplici punti di vista, non limitandosi cioè semplicemente ad una storia politico-istituzionale, ma introducendo anche analisi economiche, sociali, demografiche e culturali... ...una eccezionale galleria fotografica...una straordinaria rassegna di ritratti che solca le pagine del volume, dall’inizio alla fine… riportando alla memoria figure importanti del movimento operaio... dai dirigenti di partito e sindacato ai capilega, fino ai militanti comuni... a ricordarci come la vicenda del lavoro in Italia... sia stata una straordinaria storia collettiva. (Dalla prefazione di Adolfo Pepe)
  • L’economia, le politiche sui redditi e quelle sociali, le trasformazioni del mercato del lavoro e la precarietà diffusa, la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro, il welfare e il diritto alla salute, lo sfruttamento minorile, il lavoro e il sindacato nel mondo, il diritto all’abitazione, le nuove e vecchie povertà, il carcere e la giustizia, il volontariato, il Terzo settore e l’economia solidale, le migrazioni e i rifugiati, i nuovi movimenti e la globalizzazione, le guerre infinite e i terrorismi globali, i diritti umani, la tortura e le discriminazioni nel mondo, l’Europa politica e quella sociale, il diritto alla salute e quello alla cultura e ai saperi, lo stato del pianeta, lo sviluppo e le diseguaglianze, le politiche ambientali nel mondo e in Italia: sono alcuni dei tanti temi trattati nel Rapporto sui diritti globali 2006. In ognuno dei 14 capitoli viene definito il punto della situazione e vengono delineate le prospettive del 2006. L’analisi e la ricerca sono corredate da ampie cronologie dei fatti, da approfondite schede tematiche, dai dati statistici più aggiornati, da un accurato glossario, dai riferimenti bibliografici e web e dall’indice dei nomi citati. È uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media, nella politica, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni. Prefazione di Guglielmo Epifani, introduzione di Sergio Segio, interventi di Paola Agnello Modica, Aldo Amoretti, Stefano Anastasia, Lucio Babolin, Paolo Beni, Franco Chittolina, Roberto Della Seta, Fulvio Fammoni, Patrizio Gonnella, Maurizio Gubbiotti, Mauro Guzzonato, Giulio Marcon, Emilio Molinari, Paolo Nerozzi, Mauro Palma, Achille Passoni, Ciro Pesacane, Antonio Pizzinato, Nicoletta Rocchi, Marino Ruzzenenti.
  • Luciano Lama

    20.00 
    Lungo una più che secolare vicenda storica, la Cgil e il sindacato italiano hanno ridefinito la propria identità in relazione tanto ai mutamenti intervenuti nel mondo del lavoro, passando da una società rurale a una società industriale e infine a una società dell’informazione, quanto alle istanze della cittadinanza democratica. Nel pensiero e nell’azione di Luciano Lama (1921-1996) sussiste un fecondo «corto circuito», continuamente riemergente, tra il sindacato, le trasformazioni del lavoro e la «qualità» della democrazia repubblicana. Attraverso la sua vicenda è possibile ricongiungere la storia dell’«Italia del lavoro» alla storia della Repubblica, temi che negli studi risultano ancora troppo spesso separati. Per oltre un quarantennio Lama ha impersonato le sfide del mondo del lavoro nell’Italia del secondo dopoguerra. La storia di Lama è quella di un leader - nella Cgil e nel sindacato italiano - che ci offre l’opportunità di mettere in correlazione l’azione di un’istituzione sociale di massa con i valori fondativi della Repubblica (l’antifascismo e il primato del lavoro) e con le pratiche volte ad elevare i lavoratori a cittadini consapevoli del loro ruolo nella vita democratica.
  • Le pagine di questo libro e del cd rom allegato ripercorrono i capitoli essenziali della storia sociale del vecchio continente. Senza edulcorare la portata inedita delle sfide lanciate oggi al modello sociale europeo. Ma anche senza acritiche concessioni alle facili, quanto imprevidenti e interessate, previsioni sul ‘tramonto’ del welfare state. Il lavoro, i diritti dei lavoratori, i diritti sociali non hanno da parlare solo del loro nobile e glorioso passato. Hanno ancora molto da dire sul presente e sul futuro della società europea. E, in tal modo, anche sul senso e sulla forma che prenderanno nei prossimi decenni i processi di globalizzazione e, nel vecchio continente, il processo di costituzionalizzazione dell’Unione. L’idea del secolo ‘breve’, che tanto successo ha avuto negli anni scorsi, evoca la convinzione di un’epoca del lavoro e della cittadinanza sociale quale fugace ed effimera ‘parentesi’ tra l’eroica fase della prima modernità (borghese e liberale) e l’attuale fase postmoderna (iperindividualistica e iperutilitaristica). Non è così. Il secolo ha avuto inizio ben prima degli anni dieci del Novecento ed è tutt’altro che chiuso.
  • Il 3 novembre 2004 gli americani consegnarono al partito repubblicano una delle maggiori vittorie della sua storia. George W. Bush, che nel dicembre 2000 aveva ottenuto la presidenza grazie ad una sentenza della Corte suprema, la riconfermava con un vantaggio di tre milioni di voti. Oggi questo patrimonio di consensi sembra dilapidato. Un’impressionante sequenza di scandali, di insuccessi e di gaffe ha portato la popolarità del presidente ad uno dei punti più bassi di tutti i tempi. La guerra in Iraq continua ad andare male e il paese è percorso da una spietata guerra civile. In patria la borsa tira, ma il debito pubblico aumenta e sempre più persone sono povere, prive di assistenza sanitaria e di pensione. L’inefficienza e l’insensibilità mostrate dal governo in occasione dell’uragano Katrina hanno scosso l’opinione pubblica quanto gli scandali finanziari e gli episodi di corruzione che hanno investito i principali leader del partito repubblicano. Le menzogne sulle armi di distruzione di massa, le notizie di torture e di carceri segrete americane sparse per il mondo hanno minato la credibilità del presidente davanti al suo elettorato.
  • Negli ultimi anni è avvenuto qualcosa di nuovo nel nostro paese, qualcosa che non era mai successo prima: l’instaurazione di una forma di governo basata sull’appello populistico tramite i media, perpetrato da un’impresa privata in vista del proprio privato interesse, esperimento certamente nuovo sulla scena occidentale e molto più avveduto e tecnologicamente agguerrito dei regimi del Terzo Mondo. Di questo si occupa il libro, che, composto di due parti, prende le mosse da una ricerca in materia di evoluzioni costituzionali nella storia italiana del dopoguerra, per arrivare, nella seconda parte, ad una disanima delle linee e delle prassi che hanno portato alla riforma costituzionale della destra liberista al governo. Si ripercorrono così le origini della nostra storia costituzionale repubblicana per confrontare quel cruciale periodo che va dalla caduta del fascismo alla prima legislatura repubblicana, con le miserie costituzionali del presente. Non una ricostruzione acritica, tantomeno celebrativa, ma un approfondimento della storia che è stata, per il presente che ci assale.
  • I periodici di informazione politica sono stati utilizzati, nella lunga storia del movimento operaio, non solo a fini di propaganda ma anche come mezzo di aggregazione e di organizzazione. Anche «Mondo Nuovo» nasce con questi obiettivi. Fondato nel 1959 come portavoce della Sinistra socialista, nel gennaio 1964 diventa il giornale del Psiup. Cesserà le pubblicazioni nel 1972, in seguito alla sconfitta elettorale del partito alle elezioni politiche e al suo scioglimento. Il volume, attraverso la lettura degli editoriali politici di «Mondo Nuovo», ripercorre dapprima il dibattito e gli avvenimenti che, con la formazione del governo di centro-sinistra, portarono la sinistra del Psi alla costituzione del Psiup nel gennaio del 1964. Attraverso gli editoriali dal 1964 al 1967 viene poi esaminata la definizione del progetto politico del nuovo partito nel quadro più ampio del deludente esito finale del progetto riformista di programmazione economica, propugnato dal Psi, che si conclude nel luglio del 1967 con l’approvazione del «Piano Pieraccini», esaurendosi del tutto alla vigilia del Sessantotto e con l’avvento di una fase che riscontrerà drammaticamente l’incapacità della coalizione di centro-sinistra di governare i processi di trasformazione della società italiana. Arricchiscono il volume le interviste a Vittorio Foa e a Fausto Bertinotti.
  • Artigiano ebanista, deputato, fondatore e segretario generale della CGdL, Rinaldo Rigola fu un personaggio complesso e controverso che, nonostante la precoce cecità, svolse un ruolo di eccezionale rilievo nell’attività organizzativa e nelle lotte politiche del movimento proletario. Quando, al termine della Grande Guerra e dopo quasi tre lustri al vertice del massimo organo sindacale del paese, lasciò la segreteria al suo più stretto collaboratore, Ludovico D’Aragona, non si ritirò affatto dalla scena: decise anzi di dedicarsi a un’intensa attività divulgativa, della quale le lezioni tenute presso la Scuola di Previdenza e di Legislazione Sociale della Società Umanitaria di Milano nel 1920-21 costituiscono un’importante testimonianza. Il Manualetto di tecnica sindacale, uscito a dispense nel 1922, ne è il compendio e viene qui per la prima volta ripubblicato in volume unitario nella versione originale (nel 1947 ne era uscita una seconda edizione). Destinato a un pubblico vasto, scritto con tono semplice e chiaro, tanto più interessante in quanto difficile da reperire, questo testo offre una sintesi ampia e articolata dell’elaborazione teorica e dell’azione pratica del sindacalismo riformista e, al tempo stesso, ripercorre con vigore polemico le controversie che divisero le principali correnti del movimento operaio dell’epoca. Il volume è a cura di Paolo Mattera.
  • Il manuale esamina i fenomeni del «mobbing» e del «bossing», strategia, quest’ultima, adottata dalle direzioni aziendali per provocare le dimissioni della vittima, stremata dalle mortificazioni. Dopo aver illustrato la normativa vigente a tutela della professionalità, vengono esaminati i diversi possibili comportamenti illegittimi dei responsabili aziendali o degli stessi colleghi di lavoro, e si dà conto del variegato orientamento giurisprudenziale sulla prova, da parte del lavoratore, del danno da mobbing e della professionalità. Sono quindi approfonditi il danno biologico, il danno psichico, il danno morale e la nuova categoria del danno esistenziale. Viene analizzata inoltre la disciplina del danno biologico in sede Inail, evidenziandone le insufficienze per una reale tutela del lavoratore. Si sostiene infine la non imponibilità previdenziale e fiscale delle somme conseguite o disposte giudizialmente per risarcimento del danno da mobbing, biologico, morale, professionale ed esistenziale, in quanto ristoratrici di «danno emergente». La parte espositiva è completata da una ricca Appendice di documentazione (d.d.l. presentati sulla disciplina del mobbing, pattuizioni inserite nei Ccnl, risoluzioni UE) e dalle massime delle più importanti sentenze della Cassazione e di merito - il cui testo integrale è reperibile nel sito Internet dell’autore - indispensabili per chi debba affrontare o patrocinare professionalmente casi concreti in ambito giudiziario.
  • Sono le 8 e 10 del mattino dell'8 agosto del 1956 quando, nel profondo pozzo nero di Le Bois du Cazier, in Belgio, a Marcinelle, comincia la tragedia che porterà alla morte per asfissia di 262 minatori bloccati in profondità. Li ucciderà il gas, il grisou, provocato dai fumi dell'incendio aspirati dal circuito di aerazione e diffusi nelle gallerie della miniera. 136 sono italiani. A 50 anni da quella terribile vicenda, il libro, voluto dall'Inca Cgil, ne ripercorre lo svolgimento, ricostruisce i passaggi del processo e le conclusioni della Commissione d'inchiesta promossa dai ministeri del lavoro e degli affari economici, che accerteranno le cause tecniche del disastro ma taceranno sulle responsabilità. Per l'Inca poi, si trattò di una grande prova. "Con un eccezionale slancio di professionalità e di generosità - scrive Epifani - gli operatori del Patronato della Cgil, costituito in Belgio da appena due anni, portarono i primi soccorsi, sostennero i familiari delle vittime, promossero l'azione giudiziaria per accertare le responsabilità penali del disastro, fornirono un contributo importantissimo al riconoscimento in Belgio della silicosi come malattia professionale, battaglia che prima ancora era stata svolta con successo dal Patronato anche in Italia". Insieme alla storia, il libro evoca problemi di grande attualità: dal ruolo insostituibile del sindacato e del patronato, al bisogno di difendere giorno per giorno le conquiste realizzate; dal diritto ad un lavoro dignitoso e sicuro, allo spazio fondamentale che deve essere assicurato alla prevenzione; dai nuovi compiti imposti dai processi migratori di oggi, alla necessità di affrontarli sulla base dei principi e dei valori che ispirano la storia centenaria del sindacato confederale nel nostro paese. Il libro è arricchito da un inserto di sedici pagine dedicate all'opera "où la lampe passe, le mineur doit passer" una scultura in bronzo patinato realizzata dal maestro Antonio Nocera, su richiesta dell'Inca Cgil, per il museo Le Bois du Cazier, in occasione del 50° anniversario della tragedia di Marcinelle. Contributi di: Fammoni, Franzina, Moins, Nocera, Novelli, Puppo, Saccone, Tricoli, Van Cauwenberghe.
  • Il dizionario si articola in 220 schede biografiche di sindacalisti attivi nelle Marche dal 1900 al 1970, ovvero nel periodo compreso fra la nascita della prima Camera del lavoro nella regione - quella di Ancona - e la conclusione delle lotte dell’Autunno caldo. Il volume racconta la storia non soltanto dei relativi biografati, ma in certa misura anche dell’intero movimento operaio e contadino marchigiano nelle diverse componenti (socialista, anarchica, repubblicana, cattolica, comunista ecc.) in cui esso venne declinandosi nei primi settant’anni del secolo scorso. A questo risultato si è giunti grazie a un paziente lavoro di équipe al quale hanno contribuito oltre cinquanta studiosi. Un lavoro che ha permesso di ricostruire i percorsi di vita dei maggiori dirigenti, nonché di tracciare un prezioso spaccato dei propagandisti sindacali operanti nelle Marche del Novecento. Emergono così nuovi spunti di riflessione e, insieme, si fa il punto su un tema comunque meritevole di ulteriori approfondimenti in sede storiografica.