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Ventotto
12.00
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In fondo proponiamo delle storie. Cento storie di fabbriche e di tribunali, di piccoli o grandi soprusi, veri o presunti, inserite nel contesto storico e politico degli anni in cui si sono verificate, raccontate nel loro sorgere e svilupparsi, sino ad un epilogo finale in tempi incredibilmente brevi grazie a quella norma straordinaria che è l'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.
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Verde, bianco e rosso
14.00
€
Il volume è un compendio di tutte le iniziative che la CGIL, insieme alle sue strutture territoriali e di categoria e alle organizzazioni ad essa collegate, ha realizzato nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Susanna Camusso sottolinea nella prefazione l’ampiezza e il livello dell’impegno profuso che, per un intero anno, ha fatto della CGIL uno dei soggetti più attivi dell’intero panorama nazionale, mentre Carlo Ghezzi ne illustra la continuità storica ripercorrendo, con quelle del centocinquantesimo, le iniziative messe in campo nel 1911 e nel 1961 per il cinquantesimo e per il centenario dell’Unità nazionale. Il saggio di Enrico Panini, sulla base di un’attenta analisi del materiale iconografico e fotografico prodotto dalla confederazione, rivela spessore, significato e prospettiva di un legame mantenuto senza salti nel corso dei decenni fra la politica della Confederazione ed i simboli attraverso i quali si manifesta l’identità del nostro paese, in particolare la sua bandiera, ricavando dalla loro permanente attualità una chiara indicazione per il futuro che supera la stessa occasione delle celebrazioni per il centocinquantesimo. Il percorso delle manifestazioni della CGIL delinea un vero e proprio viaggio lungo tutta la penisola tra nodi irrisolti, conquiste di diritti, ferite ancora aperte, partecipazione emotiva e criticità pericolose. Così la CGIL ha deciso di rappresentare le proprie iniziative: come la descrizione del viaggio compiuto da un iscritto immaginario affidata alla penna di Paolo Andruccioli. Il libro contiene inoltre tre relazioni degli storici Stefano Musso, Emilio Gentile e Giuseppe Galasso, a convegni nazionali organizzati dalla CGIL e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio sui temi «Lavoro e democrazia», «Stato e nazione» e «Questione meridionale», che hanno costituito i grandi filoni di approfondimento su cui si è deciso di lavorare. Completano l’opera un’importante appendice fotografica curata da Ilaria Romeo e, a cura di Elisa Castellano, una cronologia delle iniziative realizzate nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
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Verso l’Europa dei diritti
8.00
€
Il volume raccoglie una selezione dei saggi predisposti in occasione di una iniziativa complessa, articolata in più incontri, dal titolo «I diritti sociali nel progetto della Costituzione della futura Europa», che la Fondazione Di Vittorio ha svolto in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, nell’ambito delle azioni di informazione e comunicazione su «L’avvenire dell’Europa», promosse dalla Commissione europea. L’iniziativa, che ha visto protagonisti storici, giuristi ed economisti, si è tenuta in collaborazione con il Centro internazionale studi sociali (CISS), con la Fondazione Friedrich Ebert, con la Fondazione Alternativas e con l’Institute d’histoire sociale. Cuore dell’approfondimento è stato il lungo e accidentato processo di costituzionalizzazione dell’Unione; passaggio significativo nel percorso, non sempre lineare, di costruzione di una sfera pubblica europea incentrata sui principi di nuova cittadinanza, di sussidiarietà nella gerarchia dei poteri, di democrazia comunitaria. Ciò che emerge con chiarezza dai contributi raccolti nel volume è come la trasformazione istituzionale dell’Europa coinvolga diversi segmenti e settori della società in un incisivo cambiamento dando nuovo profilo a quella originale forma politica di democrazia transnazionale che è, appunto, l’Unione Europea, in un interessante intreccio coi problemi e le opportunità legate all’allargamento, compiuto il 1° maggio 2004, dell’Unione a dieci nuovi paesi.
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Verso l’individualizzazione delle politiche di attivazione? Un’introduzione
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Verso la città che cura
Il contributo ragiona sulla dialettica tra istituzioni chiuse e aperte e sulla necessità di abbattere i muri – tra saperi, discipline, poteri, ambiti – per costruire un sistema che vada verso i bisogni e i diritti delle persone, verso una «città che cura», una città capace di trovare risposte ai bisogni individuali, affrontandoli come laboratori di risposte a problemi e a domande collettivi. Si tratta di una prospettiva concreta che potrà arricchirsi nei prossimi anni se i distretti sociali e sanitari sapranno diventare luoghi aperti, istituzioni mobili e flessibili entro cui organizzare risposte intersettoriali ai bisogni di salute.
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Verso la città che cura
Il contributo ragiona sulla dialettica tra istituzioni chiuse e aperte e sulla necessità di abbattere i muri – tra saperi, discipline, poteri, ambiti – per costruire un sistema che vada verso i bisogni e i diritti delle persone, verso una «città che cura», una città capace di trovare risposte ai bisogni individuali, affrontandoli come laboratori di risposte a problemi e a domande collettivi. Si tratta di una prospettiva concreta che potrà arricchirsi nei prossimi anni se i distretti sociali e sanitari sapranno diventare luoghi aperti, istituzioni mobili e flessibili entro cui organizzare risposte intersettoriali ai bisogni di salute.
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Verso la città che cura
Il contributo ragiona sulla dialettica tra istituzioni chiuse e aperte e sulla necessità di abbattere i muri – tra saperi, discipline, poteri, ambiti – per costruire un sistema che vada verso i bisogni e i diritti delle persone, verso una «città che cura», una città capace di trovare risposte ai bisogni individuali, affrontandoli come laboratori di risposte a problemi e a domande collettivi. Si tratta di una prospettiva concreta che potrà arricchirsi nei prossimi anni se i distretti sociali e sanitari sapranno diventare luoghi aperti, istituzioni mobili e flessibili entro cui organizzare risposte intersettoriali ai bisogni di salute.
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Verso quale welfare? Il welfare locale tra nuovi bisogni sociali e risorse scarse
A fronte della crescente complessità di bisogni e rischi sociali e della contrazione delle risorse disponibili, gli enti locali, sebbene con profonde differenze, hanno intrapreso interessanti percorsi di innovazione sociale che stanno ridisegnando le strutture del welfare locale e il concetto stesso di «politica pubblica». In queste sperimentazioni, ricomprese nello schema del secondo welfare, gli enti locali diventano promotori di reti e attivatori delle risorse presenti sui territori, mantenendo il ruolo di garanti dei diritti sociali in ultima istanza. Il modello che ne deriva non è però immune a rischi, a cominciare da un’accentuazione delle disparità territoriali, e richiede adeguati investimenti e politiche di supporto.
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Verso un modello sociale europeo. Presupposti, difficoltà e prospettive di una politica sociale europea
L’integrazione europea ha cominciato a svilupparsi dalla fondazione della Comunità europea per il carbone e l’acciaio e il Trattato di Roma degli inizi e della metà degli anni cinquanta, ed è sostanzialmente e principalmente di natura economica. Le quattro note libertà che il processo di integrazione intende promuovere riguardano fattori economici – beni, manodopera, servizi, capitali – grazie ai quali si crea un mercato comune. Nel corso della storia la creazione di mercati liberi ha sempre provocato – da parte dei protagonisti politici a livello nazionale – reazioni volte a limitare...
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Verso un modello tirolese di relazioni industriali partecipative?
L’elaborato analizza la storia e il ruolo svolto dall’Istituto di promozione dei lavoratori della Provincia autonoma di Bolzano. Ci si sofferma, in particolare, sul legame tra l’Istituto altoatesino e le Arbeiterkammer austriache, dalle quali l’Istituto trae ispirazione. Viene analizzata la struttura dell’Istituto a partire dalla legge istitutiva e dallo Statuto che ne disciplina gli organi e il funzionamento. Vengono quindi illustrate le materie di cui si occupa l’Istituto e le attività svolte, che sono principalmente la formazione, la ricerca e la consulenza. L’analisi della realtà dell’Istituto di promozione dei lavoratori conduce a un ragionamento più generale sull’importanza di un buon sistema di relazioni industriali, basato sulla partecipazione, per poter coniugare le esigenze delle imprese che chiedono maggiore produttività e innovazione e le esigenze dei lavoratori che, attraverso la contrattazione decentrata, possono ottenere benefit economici legati all’andamento della produzione. Si analizzano, infine, punti di forza e di debolezza dell’Istituto per rendere l’Alto Adige un nuovo modello di relazioni industriali partecipative.
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Verso un nuovo modello italiano di povertà?
Più 142%: è stato questo l’incremento degli individui in povertà assoluta nel nostro paese tra il 2005 e il 2015, saliti dal 3,3% (1,9 milioni) sino al 7,6% del totale (4,6 milioni), con un parallelo aumento dei nuclei familiari coinvolti dal 3,6% (820 mila) al 6,1% (1,58 milioni). L’ampiezza della crescita quantitativa della povertà, però, rischia di distogliere l’attenzione dall’elemento di maggiore novità dell’ultimo decennio, cioè i cambiamenti distributivi che si sono accompagnati alla salita del tasso complessivo. In una prospettiva di medio-lungo periodo, infatti, emerge una profonda modificazione non solo nell’incidenza della povertà assoluta, ma anche nella sua distribuzione tra i diversi gruppi sociali interessati e, di conseguenza, nella composizione complessiva della popolazione colpita. Tuttavia, non sono stati ancora pubblicati – a conoscenza di chi scrive – lavori scientifici dedicati all’analisi delle trasformazioni menzionate. L’articolo intende contribuire a colmare questa lacuna.
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Verso un quadro giuridico per gli Accordi transnazionali d’impresa. Rapporto alla Confederazione europea dei sindacati
Questo Rapporto si occupa principalmente del diritto dell’Unione Europea, cercando di offrire prospettive giuridiche alla questione controversa degli accordi transnazionali d’impresa (Tca, Transnational company agreements), così da suggerire un quadro giuridico opzionale entro cui collocare gli accordi applicabili all’interno dei confini dell’Unione. Al fine di ampliare l’orizzonte del nostro lavoro, e con esso le possibili scelte legislative da operare, saranno proposti alcuni riferimenti anche a fonti di diritto internazionale. Il metodo suggerito è collegato al fatto che i Tca sono firmati da imprese transnazionali, e che queste operano sia nell’Unione sia al di fuori di essa.
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