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Eternit
18.00
€
Il graphic novel Eternit – Dissolvenza in bianco vuole raccontare in maniera inedita una storia locale che ha però avuto, per le sue drammatiche conseguenze, un interesse nazionale: quella della fabbrica Eternit a Casale Monferrato, che portò dapprima il benessere e poi la morte agli operai e alle loro famiglie, a causa della polvere d’amianto respirata nell’azienda e in giro per la città. La storia è raccontata attraverso le vicende, pubbliche e private, di più personaggi, anche di altre realtà italiane legate all’Eternit, ispirati a persone reali che hanno avuto un ruolo significativo nella vicenda: per questo ha una ricchezza e un impatto emotivo che scrittori estranei alla realtà casalese non potrebbero esprimere. Viene evidenziata la progressiva presa di coscienza tra i cittadini dei rischi legati all’inquinamento da questo materiale, la necessità della bonifica e della ricerca scientifica, l’esigenza di giustizia che si è manifestata nella costituzione di più di tremila parti civili per il processo ora in atto a Torino contro i dirigenti svizzero-belgi della multinazionale Eternit. Il libro diventa dunque non solo la cronaca di fatti avvenuti nel passato, ma anche un messaggio di consapevolezza e speranza per le nuove generazioni. Il racconto a fumetti è integrato da un’appendice di documenti contenenti una cronologia dei fatti principali della vicenda, dall’origine dell’Eternit all’attuale fase del processo e della bonifica, e alcuni interventi volti a far riflettere su ciò che resta da fare da adesso in avanti.
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Walter Veltroni
14.00
€
Perché un funzionario e dirigente del più grande partito comunista d’Occidente, come Walter Veltroni, dichiara di non essere mai stato comunista e di non credere nei partiti politici? Come mai questo politico riesce a diventare il primo leader del Partito Democratico, acclamato da un plebiscito nelle primarie? Perché, in seguito, è stato così pesantemente sconfitto? Il libro prova a rispondere a questi e altri interrogativi ricostruendo, secondo una prospettiva socio politologica, la biografia di Walter Veltroni, la sua formazione come leader attraverso il rapporto con le Istituzioni, il percorso di carriera, la cultura politica, l’immagine pubblica. Dai tempi della FGCI romana alla direzione de
l’Unità
, passando per il forte legame col gruppo dirigente del PCI di Achille Occhetto, per poi arrivare agli anni dell’Ulivo, della segreteria dei DS, del sindaco della Capitale, fino alle recenti vicende del Partito Democratico. Consacrato come grande leader prima, ritenuto il maggior artefice della sconfitta poi. Cos’ha rappresentato realmente Walter Veltroni nella recente storia della sinistra postcomunista italiana?
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La battaglia del debito pubblico
12.00
€
Da mesi è sulle prime pagine di giornali e telegiornali. Per colpa sua cadono le borse di tutta Europa. Per colpa sua è perfino caduto il governo. Di chi stiamo parlando? No, non dipende da una persona se avremo tasse più alte e pensioni più basse. Ma da un numero, un numero che quest’anno ha superato i 1.900 miliardi di euro… Stiamo parlando del famigerato debito pubblico, il mostro enorme ed invisibile che toglie il sonno alla nostra economia, che viene dal passato ma pesa sul nostro futuro e su quello dei nostri figli. Questo libro, nello spiegare in modo semplice e chiaro che cos’è «questo debito» di cui tutti parlano e come siamo arrivati a questo punto, ci dà un quadro dei rischi che stiamo correndo e delle possibili soluzioni al problema, tra questioni nazionali ed europee, tra eurobond e patrimoniale.
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XVI Congresso nazionale. Gli atti
30.00
€
Il volume raccoglie i documenti e il dibattito del XVI Congresso nazionale della CGIL, tenutosi a Rimini dal 5 all’8 maggio 2010: 81 interventi che in quattro giornate di intenso lavoro si sono svolti di fronte ad una platea di 1.041 delegate e delegati e di migliaia di invitati provenienti da tutto il Paese e da centinaia di luoghi di lavoro. Sulla relazione svolta da Guglielmo Epifani, insieme ai delegati al Congresso intervenuti, si sono anche confrontati Luigi Angeletti e Savino Pezzotta, segretari generali di UIL e CISL, Guy Ryder, segretario generale della CSI, John Monks, segretario generale della CES e George Dassis, presidente del Gruppo lavoratori del Comitato economico e sociale dell’UE. Nel volume trovano altresì collocazione gli interventi di ospiti prestigiosi del Congresso, come Oscar Luigi Scalfaro, Don Luigi Ciotti, Moni Ovadia, Armando Cossutta, Luca Palamara, Stefano Rodotà e Umberto Romagnoli. Insieme a questi sono anche riportati gli interventi svolti nell’ambito della Tavola rotonda congressuale «L’analisi di genere della CGIL. Rendicontazione sociale e differenze di genere», a cui hanno partecipato Monica D’Ascenzo, Antonella Picchio, Cristiana Rogate, Mauro Soldini e Serena Sorrentino. L’intervento conclusivo di Guglielmo Epifani completa la discussione nazionale raccolta nel volume che, insieme agli organismi statutari eletti dal Congresso, contiene anche il testo dei documenti che il Congresso ha approvato, e cioè: -
Il Programma fondamentale della CGIL. Il Sindacato dei diritti e della solidarietà
; -
Lo Statuto della CGIL
; -
Il documento politico del XVI Congressso nazionale della CGIL
. Sono altresì riportati nel volume la dichiarazione di voto de «La CGIL che vogliamo» sul documento conclusivo del Congresso; gli ordini del giorno approvati dal Congresso; il Regolamento congressuale.
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Palmiro
10.00
€
Si immagini una cittadina delle Marche nell’immediato dopoguerra, Fermo, e si immagini una locale sezione del Pci, fra manovali e contadini, giocatori di carte, comizianti improvvisati, ritratti di Stalin, di Gramsci e del compagno segretario del Partito, Palmiro Togliatti: si immagini infine, là dentro, un proletario adolescente, bocciato dalla scuola fascista che però si proclama poeta, mezzo bracciante e mezzo muratore, ironico e insolente, una specie di Socrate anarchico, da tutti sfottuto e mal tollerato.
Palmiro
(1986), che torna in libreria dopo decenni di clandestinità, è il romanzo di formazione di uno dei maggiori poeti contemporanei, Luigi Di Ruscio, ed è un libro avvincente, travolgente. Scritto dal basso verso l’alto, guardando alla vita come sopravvivenza, il romanzo ha il ritmo tragicomico di un’epopea picaresca dove il protagonista ne viene combinando di tutti i colori ma rivolge di continuo a se stesso le domande più essenziali: ce la farò a sfangarla e a trovare un lavoro? chi sarà la mia donna? e la rivoluzione, quando scoppia la rivoluzione? Scritto con la felicità inventiva e la cadenza orale che peraltro è tipica della poesia di Di Ruscio, Palmiro ha già avuto lettori d’eccezione come Italo Calvino che ne parla in una lettera come di un fratello del Bardamu di Louis-Ferdinand Céline o del
Buon soldato Sc’vèik
di Hasek. Il piccolo eroe, infatti, gira a vuoto, continua a non avere né un lavoro né una donna e di rivoluzione neanche se ne parla. Decide dunque di emigrare e prende il treno, così finisce a Oslo a fare l’operaio: è lì che incontra la sua musa-moglie e si inoltra, suo malgrado, nel beato paradiso dei socialdemocratici.
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Il corpo e lo spazio della pena
14.00
€
La vertiginosa crescita delle incarcerazioni nell’ultimo ventennio ha fatto esplodere il problema del sovraffollamento penitenziario, e con esso quello della qualità della pena nel rispetto della dignità della persona detenuta. Tra timide riforme e occasionali provvedimenti deflattivi, la costruzione di nuove carceri e la saturazione di quelle esistenti continuano a dominare l’agenda politica. La struttura architettonica, la qualità edilizia e la collocazione urbanistica del penitenziario corrispondono alla sua funzione e al modo di interpretare la pena privativa della libertà. Chi si propone di riformare la pena non può rinunciare, quindi, a ripensare lo spazio penitenziario, almeno fino a quando il carcere resterà dominante nelle nostre culture e nelle nostre pratiche punitive. Testi di
Sebastiano Ardita, Vittorio Borraccetti, Cesare Burdese, Alessandro De Federicis, Patrizio Gonnella, Francesco Maisto, Corrado Marcetti, Alessandro Margara, Mauro Palma, Sonia Paone, Eligio Resta, Leonardo Scarcella, Adriano Sofri, Maria Stagnitta, Grazia Zuffa.
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L’Italia cooperativa
25.00
€
Le imprese cooperative rappresentano oggi circa il 7% del PIL, contano 12 milioni di soci, oltre un milione e centomila occupati, e vantano posizioni di eccellenza in molti settori dell’economia nazionale. F. Fabbri ne ripropone le vicende attraverso i 150 anni della storia d’Italia. Vengono ricostruite le tappe che condussero alla fondazione (1886) della
Federazione delle società cooperative
(poi
Lega
), e quindi al pieno riconoscimento sociale e legislativo durante l’età giolittiana. Nel primo dopoguerra, al momento del massimo sviluppo, la Lega fu attaccata dallo squadrismo fascista e, il 14 novembre 1925, fu sciolta dal prefetto di Milano che avviò l’inarrestabile «fascistizzazione» del movimento. La Lega delle Cooperative fu ricostituita nel 1945. Si affermò allora la
leadership
del Partito Comunista, anche se, fin dal 1962, fu avviato quel lento processo che l’avrebbe trasformata in un organismo autonomo dai partiti. A metà degli anni Settanta, anche al di fuori delle «isole rosse», la «terza via» dell’economia si proponeva già in alternativa a quella privata come a quella pubblica. Dagli anni Ottanta, il «sistema» delle cooperative e dei loro Consorzi, con l’esecuzione di rilevanti opere pubbliche, si affermava ormai nella sfera nazionale ed internazionale. Dopo la crisi dei primi anni Novanta, superato il meccanismo della «cooperazione di partito», fu avviata quella definitiva trasformazione della struttura organizzativa, produttiva e finanziaria che, nell’arco di un ventennio, ha reso
Legacoop
uno dei protagonisti indiscussi nel campo della più avanzata e diffusa imprenditorialità, pur nel rispetto dei principi fondanti della partecipazione economica e del controllo democratico dei soci. Non a caso, nella seconda parte del volume, dedicata alla
Memoria
, l’A. collega idealmente presente e passato attraverso la storia di province e personaggi rappresentativi: N. Baldini, G. Massarenti, C. Prampolini, G. Miglioli, per non parlare delle tante cooperatrici, protagoniste meno note ma altrettanto importanti. Rilevante fu dunque la presenza del movimento cooperativo nel corso di oltre 150 anni, come documenta la specifica e ricca guida bibliografica su
La storiografia
dall’Unità ad oggi, con cui si conclude il volume.
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Cortissima STORIADITALIA 1860-2010
12.00
€
Un piccolo libro e uno stimolante Dvd per i nuovi italiani, gli stranieri-immigrati, ed anche per tutti i cittadini (adulti, giovani, adolescenti, anziani) che vogliono imparare o ricordare i passaggi principali della nostra storia unitaria: da soli, nelle scuole, nel sindacato, nelle associazioni, nei partiti, nelle università della terza età, nelle aziende. In particolare libro e Dvd si propongono come piacevole strumento di formazione e informazione di base per i milioni di uomini e donne provenienti da altri paesi che vivono e lavorano e studiano in Italia, che hanno bisogno e piacere di conoscere meglio sia la lingua italiana sia la storia dell’Italia unita. Nei prossimi mesi ed anni in tutta Italia aumenteranno per legge i corsi di italiano abbinati a momenti di informazione civica sulla storia e sulla Costituzione: Cortissima STORIADITALIA sarà un possibile supporto didattico a queste attività. I 10 capitoli illustrati nel libro e raccontati nel Dvd non riguardano solamente la «politica» ma i fatti più importanti e significativi di ordine sociale, culturale, economico, artistico, sportivo. Sono svolti inoltre con un linguaggio misto di parole, immagini, disegni, fotografie, legati da un testo base scritto in un italiano semplice, essenziale, comprensibile dal maggior numero di persone di ogni età e conoscenza minima della lingua. Ai 10 capitoli si aggiunge nel libro un’utile appendice con la riproduzione della Costituzione italiana.
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Prediche riformiste
15.00
€
Quale significato ha oggi la parola riformismo, dopo che è diventata un cavallo di battaglia della destra in Europa? La domanda chiama in causa le culture politiche della sinistra italiana. Mentre il berlusconismo sta volgendo al tramonto, le forze progressiste non sono ancora riuscite ad elaborare una risposta credibile alla crisi del rapporto tra democrazia e lavoro, accelerata da una globalizzazione senza regole. Se questo è vero, c’è addirittura un contratto sociale da riscrivere, e c’è un’alleanza tra economia di mercato e welfare da ristabilire, che si prendano cura anzitutto dei perdenti nella lotteria della vita. Il dovere del riformismo è quello di progettare e di fare le riforme. Altrimenti, diventa solo un logo che dice da dove si viene, ma non dove si vuole andare. Tra le tante prediche che l’autore rivolge al mondo politico e sindacale italiano, è quella che in fondo le riassume un po’ tutte.
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Da sinistra
22.00
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Il libro – frutto di un lavoro di ricerca pluriennale condotto in numerosi archivi, di istituzioni e di privati – ricostruisce uno snodo tanto cruciale quanto sottovalutato dell’evoluzione del profilo culturale della Sinistra italiana tra la crisi del centrismo e l’emergere dei movimenti degli anni Sessanta. Al contrario di quanto sostiene un’assai diffusa opinione storiografica, infatti, negli anni ’50 il Partito socialista costituì il luogo di incontro e confronto di proposte politiche originali ed eterogenee, che il libro sceglie di affrontare seguendo l’itinerario dei gruppi di intellettuali che si raccolsero allora intorno alle iniziative di Raniero Panzieri. Il giovane dirigente socialista, impegnato nel rilancio della politica culturale del Partito nel segno di una «uscita a sinistra» dallo stalinismo, diventò il punto di riferimento di intellettuali quali Gianni Bosio, Giovanni Pirelli, Luciano Della Mea, Franco Fortini e i marxisti critici della rivista «Ragionamenti», tutti accomunati dalla ricerca di un modello di rapporti tra politica e cultura alternativo a quello comunista. L’analisi ravvicinata dei contenuti, delle occasioni e delle sedi dei loro dibattiti, la ricostruzione di fortune e fallimenti delle loro iniziative, la riflessione sulle diverse scelte dinanzi all’evoluzione riformista della politica del PSI consentono di veder emergere – intorno ai temi dell’autonomia del lavoro intellettuale, dei suoi rapporti con le strutture di partito e della sua funzione nel quadro del nascente neocapitalismo italiano – argomenti e metodi che, allora minoritari, sarebbero stati raccolti e rielaborati dalle nuove forme di militanza degli anni ’60.
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Mugello sottosopra
10.00
€
Simona Baldanzi, nata in una famiglia di lavoratori del tessile, scrive un libro che è un percorso di studio e di ricerca che la porterà nel cuore della «condizione operaia» del Mugello, nei cantieri dell’Alta velocità prima, della Variante di valico poi. Sono le grandi opere che si snodano tra la Toscana e l’Emilia Romagna, in un territorio tra i più strategici e critici del Paese, in cui la maggior parte della tratta ferroviaria e autostradale è fatta di gallerie. Passa mesi nei campi base, laddove vivono i trasfertisti, a raccogliere dati, voci, volti, storie, polvere, solitudine; e ascolta i dialetti, soprattutto del Sud, traduce gli sradicamenti, studia il lavoro di questi nuovi minatori moderni, le squadre, la struttura dei campi base, il tempo libero. «Mentre prendevo coscienza che il mio territorio era danneggiato irrimediabilmente, decisi che la tesi l’avrei fatta sui lavoratori. Nelle gallerie rimanevano invisibili proprio come le falde e, forse, proprio perché nessuno li prendeva in considerazione, erano a rischio anche loro», racconterà in un passo. Oggi quella ricerca è questo libro esemplare, che ha il pregio di raccontarci un mondo sommerso di grande forza espressiva, riconnettendosi idealmente con due antenati scrittori, Luciano Bianciardi e Carlo Cassola, autori di un classico,
I minatori della Maremma
, fatto anche quello di città sotterranee, infortuni e morti, come una maledizione che si ripete. Perché, come scrisse George Orwell, «più di ogni altro, forse, il minatore può rappresentare il prototipo del lavoratore manuale (…) perché è così virtualmente necessario e insieme così lontano dalla nostra esperienza, così invisibile, per modo di dire, che siamo capaci di dimenticarlo come dimentichiamo il sangue che ci scorre nelle vene».
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Fuori da un secolare servaggio
14.00
€
Il libro ricostruisce la vita di Argentina Altobelli, nata ad Imola nel 1866 e morta a Roma nel 1942, fondatrice nel 1901 della Federazione nazionale dei lavoratori della terra. Dopo aver delineato la realtà politica e sociale dell’area romagnola e bolognese nella fase di costruzione dell’Unità italiana, viene tracciato il percorso che porta l’Altobelli ad avvicinarsi al movimento socialista e ai problemi del mondo agricolo e se ne esamina l’impegno nel corso dei primi decenni dell’Italia unita, quelli cioè della costituzione dei partiti politici e delle organizzazioni sindacali. Pur con alcuni riferimenti alla sua vita familiare, viene seguito lo svolgersi delle sue molteplici attività, quale segretaria nazionale della Federterra e membro della direzione del PSI, nonché protagonista delle battaglie per il diritto di voto alle donne e per la parità salariale, in un intreccio continuo con la storia delle lotte contadine negli anni del Novecento, fino all’avvento del fascismo. Le vittorie e le sconfitte di questo impegno per il riscatto dei lavoratori della terra e per l’emancipazione femminile sono inquadrate nel contesto politico e sindacale e nelle travagliate vicende del partito socialista e dei suoi protagonisti di quegli anni.
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