• L’articolo illustra i principali cambiamenti, avvenuti nel corso degli ultimi venti anni, nella condizione degli anziani in Italia. Le dimensioni interessate sono sia di tipo quantitativo sia di carattere qualitativo, includendo i vari ambiti della vita quotidiana. Tassi di natalità costantemente bassi e l’aumento della speranza di vita hanno modificato progressivamente la piramide delle età della popolazione del nostro Paese. Questo processo si accompagna a cambiamenti strutturali importanti che tendono a spostare in avanti la fase a cui si abbina un aumento dei rischi di salute e, più in generale, di fragilità sociale. Ripercorrere la modulazione tra le diverse fasi del ciclo di vita con l’individuazione dei momenti di transizione e dei bisogni ad esso associati è importante per ridefinire obiettivi e riformare le politiche di assistenza. L’analisi qui presentata focalizza su alcune delle variabili che guidano questo percorso: il livello di istruzione – dal quale dipendono stili di vita, salute, rischi di esclusione – e le caratteristiche del modello di welfare e di relazioni sociali che si riflettono in modo diretto sul benessere economico e psico-fisico degli individui e su aspetti ad esso correlati come il livello di autosufficienza e la solitudine.
  • In fondo proponiamo delle storie. Storie di fabbriche e di tribunali, di piccoli o grandi soprusi, inserite nel contesto storico e politico degli anni in cui si sono verificate, raccontate nel loro sorgere e svilupparsi, sino a un epilogo finale in tempi incredibilmente brevi, grazie a quella norma straordinaria che è l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.
  • Dalla fine degli anni Novanta, i progetti di riforma delle pensioni e delle leggi sul lavoro hanno provocato diversi movimenti sociali con la mobilitazione dei lavoratori sotto forma di manifestazioni, occasionalmente accompagnate da scioperi mirati. Gli scioperi erano concentrati nei settori della pubblica amministrazione e dei trasporti pubblici, ma non si estendevano a tutte le aziende del settore privato. I movimenti hanno talvolta assunto proporzioni considerevoli, ma raramente sono riusciti a fermare i piani dei governi. Possono, tuttavia, avere un impatto politico a lungo termine, segnando un cambiamento nel rapporto di forze.
  • I movimenti collettivi del XXI secolo – come 15M-Indignados, Occupy Wall Street e Gezi Park – denunciano il potere delle forze sistemiche che – come la finanza globale – controllano gli orientamenti dello sviluppo e condizionano l’evoluzione dell’esistenza di singoli e gruppi. Essi non sono attori di un conflitto sociale centrale, come il conflitto strutturato tra movimento dei lavoratori e imprenditori nella società industriale. Essi consistono in azioni svolte in comune da singoli soggetti per asserire la propria dignità e il diritto di essere umani di divenire esclusivi controllori del loro vissuto economico, sociale, culturale e politico. I movimenti collettivi tentano così di costruire conflitti con le forze sistemiche e sperimentare nuove forme di democrazia.
  • La legge n. 53/2000 rappresenta in Italia un elemento di discontinuità nel discorso istituzionale sulla genitorialità perché è il primo provvedimento che chiama in causa i padri nella cura dei figli. Tuttavia questa legge si configura come un'occasione mancata. Da una parte c'è un contesto europeo che ha avuto un ruolo centrale nella promozione dell'introduzione dei congedi parentali, ma che promuove politiche sociali basate sul social investment finalizzate alla piena occupazione e a liberare gli individui dalla cura. Dall'altra c'è un contesto italiano che recepisce le direttive europee adattandole alla tipica impostazione familistica mother-centered del welfare italiano. Partendo dalla legge n. 53/2000 e arrivando alla Legge di stabilità per il 2018 gli uomini sono chiamati in causa nella cura solo in modo marginale. Mentre alcuni provvedimenti sono formulati in modo gender neutral o sono esplicitamente sbilanciati verso le madri, altri riconoscono agli uomini diritti autonomi, come nel caso del congedo di paternità obbligatorio, ma ritagliando loro un ruolo secondario. Tutti questi provvedimenti, dunque, sembrano andare nella direzione di un rafforzamento dell'ordine di genere
  • Gli scritti di Pietro Ingrao parlano una lingua viva, in grado di evocare, in modo diretto – e perfino sorprendente dopo venticinque anni – quei nessi con il presente che, su piani e in direzioni diverse, a seconda degli interessi e delle curiosità del lettore attento, fanno la trama dell’attuale e dell’inattuale. Diversi per genere, forma e destinazione, la maggior parte degli scritti raccolti in questo volume affronta i temi e le vicende che si svilupparono a partire dalla «svolta dell’Ottantanove», come venne allora chiamata, e che aprì ad anni densi di avvenimenti: dall’implosione dell’URSS alla guerra del Golfo, all’unificazione tedesca, sul piano internazionale; dalla fine del PCI alle inchieste giudiziarie sulla corruzione politica e agli effetti che esse ebbero nella scomposizione e ricomposizione dei partiti e del sistema politico italiano, all’affermazione del neoliberismo in ambito economico-sociale. Gli argomenti del libro – e specialmente le valutazioni sulla fine del Partito comunista italiano – sollevano questioni tuttora controverse sia in ambito di giudizio politico, sia riguardo a una valutazione di ordine storico e culturale.
  • Questa Guida Inca tratta la frammentata e contraddittoria materia dell’invalidità civile per offrire uno strumento di facile consultazione non solo agli operatori del settore ma a tutti coloro che vogliono saperne di più sia sulle prestazioni economiche sia sugli altri diritti esigibili da parte dei cittadini italiani e stranieri. Con particolare attenzione si individuano i soggetti aventi diritto alle prestazioni e si esaminano le varie fasi dell’iter amministrativo e il contenzioso giurisprudenziale. L’importante richiamo al processo di decentramento amministrativo di compiti e funzioni dallo Stato alle Regioni rende la guida uno strumento di grande attualità. Allegato al volume un CD rom che contiene un’ampia appendice legislativa.
  • Conservatorio

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    Parte da lontano questo libro diviso in tre tempi, quando la scuola di musica era un luogo altro, come quello evocato da Romano Bilenchi nel suo Conservatorio di Santa Teresa, quello dell’educazione e dell’iniziazione alla vita. E attraverso racconti esemplari di più periodi, riconnette e aggrega i resoconti degli storici, la vita dei «figlioli» di Napoli, quella dei Maestri o, ancora, dei costruttori di strumenti musicali, cioè il mondo antico di ieri. Con l’arrivo perturbante e innovativo del jazz siamo quasi nell’oggi, che è la parte centrale, dove l’autore narra di progetti e contraddizioni, di querelle burocratiche che segnano il nostro tempo di crisi, di artisti lavorativamente sospesi tra canto barocco ed esibizioni da pianisti sull’oceano. Il libro si chiude con sei racconti che gettano uno sguardo su un altro conservatorio ancora, quello di domani, abitato dalle cantanti liriche coreane Jee e Hee, dalle contaminazioni di jazz, popular music, elettronica; dalle storie struggenti di un percussionista che muore in tenera età e di un suo amico di studi che ne tramanda, suonando, la memoria, e quella di Giordano, sedicenne autistico studente di pianoforte, che chiude il libro e il cerchio. Tarcisio Tarquini, giornalista di formazione letteraria e presidente di un importante conservatorio italiano, quello di Frosinone, racconta dal di dentro, con cognizione di causa e una scrittura che si muove tra oggettività e pathos, le tante e ricche esperienze, le persone, i progetti e i sogni di innovazione di queste istituzioni miracolosamente in equilibrio tra antico e futuro; e, guardando attraverso il microcosmo del suo istituto, che qui diventa un prototipo, ci offre con questo lavoro a tutto campo una visione partecipe e appassionata della grande vitalità del mondo musicale italiano. Il libro si chiude con un reportage fotografico di Mario Ritarossi, Il santuario più degno, sulla biblioteca del Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, dove si trova custodita la partitura autografa di Mozart (un minuetto composto a Salisburgo nel 1773) ritratta nella copertina del volume.