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La sindacalizzazione del pubblico impiego
30.00
€
Il volume ricostruisce la storia ed il processo di sindacalizzazione che ha coinvolto il settore del pubblico impiego dagli inizi del Novecento ad oggi. Con l’apporto di studiosi appartenenti anche a discipline diverse e con il sistematico utilizzo delle differenti fonti a disposizione, si è giunti a collegare questa storia con le modificazioni che si sono succedute sul piano economico, politico e sociale nell’Italia del ventesimo secolo, ponendo in luce il legame che si è progressivamente costituito fra il comparto dell’impiego pubblico (nelle sue molteplici articolazioni) e la vicenda istituzionale italiana. Elemento centrale dell’impostazione, che rappresenta sotto molti aspetti la conclusione di un lungo percorso, è la cornice sindacale della Funzione pubblica Cgil; cornice non svincolabile - culturalmente e storicamente - dalle origini del processo di formazione delle strutture di rappresentanza sindacale nel pubblico impiego, che affondano le loro radici sia nel periodo repubblicano, sia nei decenni precedenti, arrivando a collegarsi con le differenti vicende dell’Italia di inizio Novecento. In questo senso il volume ha indagato la complessa articolazione e incidenza della storia sindacale del pubblico impiego nella vicenda istituzionale, nonché il Il volume ricostruisce la storia ed il processo di sindacalizzazione che ha coinvolto il settore del pubblico impiego dagli inizi del Novecento ad oggi. Con l’apporto di studiosi appartenenti anche a discipline diverse e con il sistematico utilizzo delle differenti fonti a disposizione, si è giunti a collegare questa storia con le modificazioni che si sono succedute sul piano economico, politico e sociale nell’Italia del ventesimo secolo, ponendo in luce il legame che si è progressivamente costituito fra il comparto dell’impiego pubblico (nelle sue molteplici articolazioni) e la vicenda istituzionale italiana. Elemento centrale dell’impostazione, che rappresenta sotto molti aspetti la conclusione di un lungo percorso, è la cornice sindacale della Funzione pubblica Cgil; cornice non svincolabile - culturalmente e storicamente - dalle origini del processo di formazione delle strutture di rappresentanza sindacale nel pubblico impiego, che affondano le loro radici sia nel periodo repubblicano, sia nei decenni precedenti, arrivando a collegarsi con le differenti vicende dell’Italia di inizio Novecento. In questo senso il volume ha indagato la complessa articolazione e incidenza della storia sindacale del pubblico impiego nella vicenda istituzionale, nonché il ruolo svolto, specie negli ultimi decenni, dalla rappresentanza sindacale nel fungere da stimolo e da soggetto proponente delle riforme nella pubblica amministrazione. Tali elementi permettono di cogliere la particolare e assolutamente unica vicenda sindacale del pubblico impiego, facendo emergere una ricchezza di posizioni, avvenimenti, definizioni, lotte, vittorie e sconfitte che collocano significativamente questa vicenda all’interno del quadro storico dell’Italia del Novecento e della sua storia politica dal secondo dopoguerra in avanti. Saggi di: Adolfo Braga, Mimmo Carrieri, Anna Maria Cicolani, Alessio Gagliardi, Maria Chiara Giorgi, Maria Paola Del Rossi, Fabrizio Loreto, Guido Salvatore Melis, Edmondo Montali.
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Giuseppe Garibaldi
10.00
€
La figura di Giuseppe Garibaldi riveste un ruolo particolare nella storia d’Italia. Nel libro si sottolienea la correlazione tra il mito dell’Eroe dei due Mondi e le forme di impegno sociale e politico da esso scaturite, nell’utilizzo che ne fecero i protagonisti del mondo del lavoro, nel campo associativo e rivendicativo così come sul terreno più direttamente politico e partitico. Si risale alle origini del mito popolare di Garibaldi, quando esso alimentò i caratteri del primo radicalismo italiano sul piano sociale e politico, nel paese e nell’emigrazione. Fu all’indomani dell’unificazione nazionale che le eredità di Garibaldi e le memorie dei suoi volontari influenzarono la contaminazione delle culture politiche laiche e democratiche (repubblicana in primo luogo, ma anche federalistica, massonica, socialista). Furono diverse le generazioni di volontari e quindi di «militanti» garibaldini, dal Risorgimento alla Resistenza e fino alle lotte elettorali dei primi anni della Repubblica. Volontariato e identità generazionale (tanti giovani nel nome del mito di Garibaldi) connotarono sempre le diverse ondate di garibaldini che animarono la storia italiana, facendone comunità ben riconoscibili, dotate di memorie e simboli identitari. Garibaldi non appariva solo il condottiero del Risorgimento ma il possibile simbolo di una sinistra plurale (di volta in volta democratico-repubblicana e libertaria, socialista e comunista) che intendeva accomunare la saldezza dei principi morali e umanitari alla concretezza dell’azione sociale e politica. Saggi di: Eva Cecchinato, Fulvio Conti, Marco Fincardi, Emilio Franzina, Annita Garibaldi Jallet, Mario Isnenghi, Lucy Riall, Maurizio Ridolfi, Luigi Tomassini.
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Roma in piazza
8.00
€
«Lavoratori, oggi in questa piazza, circondati dalle baionette del dispotismo, ci siamo riuniti per proclamare insieme ai nostri fratelli del mondo intero la rivendicazione dei nostri diritti, l’emancipazione del lavoro». Le parole di Amilcare Cipriani al comizio del 1° Maggio 1891 in piazza Santa Croce in Gerusalemme precedono i sanguinosi disordini che pongono fine alla fase spontaneista del movimento operaio romano. Con più consapevolezza e organizzazione i lavoratori e i cittadini della capitale continueranno a «scendere in piazza» per la libertà, i diritti, la democrazia e la pace. La piazza come luogo fisico, ma soprattutto come espressione figurata della partecipazione civile, delle lotte sociali e politiche, è al centro di questo libro che ricostruisce alcuni dei momenti più significativi della Roma del lavoro: dall’insediamento dei ministeri alle prime associazioni operaie, dalla nascita della Camera del lavoro all’occupazione delle fabbriche, dalla lotta antifascista alla ripresa della libera attività sindacale. Una ricostruzione vivace e rigorosa per riflettere sul passato e sul senso profondo di un’identità collettiva.
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LAVORO – Il rotocalco della CGIL
Il settimanale «Lavoro» rappresenta un caso editoriale unico e irripetibile della storia sindacale, un rotocalco "popolare" dal taglio moderno ed elegante, perfettamente in grado di competere, per la raffinatezza delle illustrazioni e la qualità della veste grafica, con le riviste di attualità più in voga nell’Italia degli anni cinquanta. Fondato nel 1948, prodotto esemplare della visione "nazionalpopolare" di Giuseppe Di Vittorio, in pochi anni - con l’arrivo alla direzione di Gianni Toti, straordinaria figura di giornalista e poeta, e grazie a una redazione di giovani giornalisti, alcuni dei quali con un grande futuro - «Lavoro» compirà una piccola rivoluzione nella stampa sindacale, segnalandosi per la modernità dell’iconografia e dei linguaggi e per l’ampiezza dei temi affrontati: non solo sindacato ma anche letteratura, cinema, fotografia, tempo libero. In questo volume riproponiamo tre numeri originali di «Lavoro», ristampati in copia anastatica e rappresentativi dell’evoluzione del giornale (1951, 1955 e 1956), accompagnati da alcune singole pagine scelte tra le sue copertine più significative, gli esclusivi fotoreportage, le più brillanti inchieste giornalistiche e le centinaia di immagini che sono ormai parte della storia del movimento sindacale.
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Elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa
Nel nostro paese è lentamente diminuito il numero delle denunce di malattie professionali e conseguentemente dei riconoscimenti da parte dell’Inail; non è estranea a questo calo la paura di molti lavoratori delle reazioni dei datori di lavoro di fronte alle denunce né il fiscalismo spesso eccessivo dell’Inail. Tanto più utile risulta quindi l’aver predisposto con questo manuale una raccolta ragionata degli elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa per cui vige l’obbligo della segnalazione. Uno strumento prezioso che vuole rendere più facile il compito dei delegati sindacali e degli operatori del patronato, nell’individuazione delle malattie di possibile origine lavorativa che potrebbero essere indennizzate. Gli elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa sono tre: - lista 1 - malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità - lista 2 - malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità - lista 3 - malattie la cui origine lavorativa è possibile. Considerato che le malattie contenute negli elenchi sono centinaia, nel manuale le tre liste, mantenendo sempre la distinzione tra loro attraverso tre diverse colorazioni, sono state però unificate in un’unica lista in cui tutte le malattie sono riportate in ordine alfabetico, segnalando per ognuna gli agenti e il codice identificativo. Ogni malattia può così essere immediatamente identificata e ricondotta alla lista di appartenenza e il manuale, così organizzato, si presenta come strumento di utile e facile consultazione per chiunque anche non esperto della materia. Insieme al manuale un CD-ROM con l’intero testo degli elenchi e la modulistica necessaria ai lavoratori e alle aziende per la denuncia delle malattie all’Inail.
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Planetario
15.00
€
Televisione e consumi di massa, bomba atomica, cinema, comunismi e capitalismi, contestazione e pacifismi, erotismo e merce, fascismo europeo, imperialismo americano, lotta sindacale, mafia, viaggi spaziali, Vietnam: di questo e altro si parla in questa antologia che raccoglie, tra i tanti articoli scritti da Gianni Toti, quelli più significativi e esemplari usciti tra gli anni cinquanta e sessanta su «Lavoro», rotocalco settimanale della Cgil, e su «Vie Nuove», a cui in quel tempo collaborava anche Pasolini. Toti è stato un protagonista della letteratura e dell’arte del secondo Novecento, attivo su più fronti: scrittore di poesia e prosa di fondamentale importanza, tra i primi autori di videopoesia e videoarte, attivo collaboratore di giornali e riviste. In questo libro viene documentata proprio la sua attività giornalistica, che si trovava fino ad oggi dispersa in varie testate. La raccolta è considerevole, non solo perché fa conoscere meglio questo autore ingiustamente trascurato dalla critica, ma anche perché offre un esempio singolare di scrittura giornalistica, priva dell’aria svagata e un po’ schizzinosa tipica dello scrittore prestato alla stampa. Toti è giornalista a pieno titolo, puntiglioso raccoglitore di indizi e solerte intervistatore, e però nello stesso tempo è un autore d’avanguardia, un acrobata del linguaggio dedito a continue invenzioni di stile e di terminologia. Il libro mostra uno spaccato storico degli anni della guerra fredda pieno di spunti polemici e acute analisi, in cui è dato scorgere peraltro non pochi elementi ancora di attualità; è inoltre un viaggio suggestivo per le vie di un mondo già in scala «globale» (tanto che il titolo di una sua rubrica è, appunto, Planetario), dove Toti dimostra tutta la sua versatilità e la sua fame di conoscenza e di parole.
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Assenze dal lavoro per motivi di salute
25.00
€
Il volume "Assenze dal lavoro per motivi di salute - Guida ai diritti dei lavoratori" illustra in modo semplice e di facile consultazione i diritti spettanti ai lavoratori nel nostro paese in caso di assenza dal lavoro per motivi di salute, approfondendo le diverse tipologie, i singoli aspetti e le situazioni specifiche, e offrendo ai lavoratori stessi, nonché a tutti gli operatori del Patronato, uno strumento importante per muoversi nella complessità di norme spesso di non agevole comprensione. Allegato al volume, un CD-ROM che contiene il testo della Guida con i riferimenti legislativi e normativi relativi all’argomento trattato.
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Mondi femminili in cento anni di sindacato
40.00
€
Il mondo delle donne attraversa e s’incrocia con la realtà del sindacato, ma si tratta di una presenza per molti aspetti sommersa, sia sul piano dell’identità collettiva che nel fitto intreccio dei percorsi individuali. Le donne hanno contribuito in maniera forte, anche se non sempre visibile, a sancire diritti e cittadinanza per tutti i lavoratori, uomini e donne. C’è poi una tradizione di lotte che rimanda alla specifica condizione femminile sul lavoro e allo sviluppo del welfare state. Ma, soprattutto, emerge il nodo problematico dell’autonomia del mondo femminile nel sindacato, che ha, tradizionalmente una configurazione fortemente maschile. Indagare tale aspetto vuol dire analizzare se e come la cultura delle donne sia riuscita a ridisegnare strategie, obiettivi e pratiche politiche del sindacato. Ed infine si indaga sul confronto, in differenti stagioni storiche, con i movimenti delle donne e con le culture sottese: l’emancipazionismo e, in tempi assai più recenti, la cultura della differenza.
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Compagni così…
12.00
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Nel proporci i suoi sessant’anni di impegno politico e sindacale Roscani vuole evitare l’ennesima «storia dei gruppi dirigenti» comunisti o socialisti. Preferisce partire dai suoi «lampi di memoria», dalla sezione «storica» del Pci di Ponte Milvio, quella di Enrico Berlinguer, dalla moglie staffetta partigiana, dai mastri edili, dai metalmeccanici «di precisione», dai tranvieri. Da lì si avvia la militanza nel Pci insieme a Valentino Gerratana, a Maurizio e Giuliano Ferrara, a Giuseppe Loy, a Luciana Castellina, a Enrico Berlinguer, a Fausto Bertinotti, a tanti altri. Quindi il salto in Cgil, dove incontra, con Tonino Tatò, Giuseppe Di Vittorio, Franco Rodano, Claudio Napoleoni e dove inizia un percorso impegnativo, con tante e diverse responsabilità. Come scrive Andrea Ranieri: «Nel suo racconto i grandi avvenimenti di cui fu testimone sono parentesi della storia che lui sente più vera, quella del suo quartiere e della sua sezione, a cui resta fedele e partecipe, anche nei momenti più alti del suo impegno nazionale. È lì che ogni volta ritorna, ed è lì che ogni volta verifica, nei rapporti coi compagni ‘di base’, coi suoi fratelli, con gli amici, la verità di quello che nel mondo ha imparato. È lì che rimette coi piedi per terra le ‘verità’ della grande politica, che impara - è anche oggi la sua dote fondamentale - a vedere ogni volta le facce, le storie, che dietro i concetti del parlare politico spesso si nascondono e si perdono».
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Portella della Ginestra e la guerra fredda
12.00
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Francesco Renda, che avrebbe dovuto tenere il comizio a Portella quel 1° Maggio del ’47, racconta, da testimone e da protagonista, la vicenda drammatica della strage di Portella della Ginestra per opera della banda di Salvatore Giuliano. Nella forma piana e avvincente della conversazione, a cui è sotteso tutto il rigore del grande studioso, egli sviluppa una chiave di lettura della strage che la colloca nella dimensione internazionale della «guerra fredda», mettendo in luce come, nell’intreccio perverso tra politica, mafia e banditismo, impegnati nella difesa degli interessi economici e politici degli agrari, all’indomani della grande avanzata del Blocco del Popolo nelle elezioni siciliane del 20 aprile 1947, al fondo della strage si inserisca l’esigenza imprescindibile degli Stati Uniti di esautorare le sinistre dai governi nazionali e regionali delle aree strategicamente rilevanti. Da Portella il racconto passa ai cento anni di storia della Cgil siciliana, che affonda le sue radici nel movimento dei Fasci dei lavoratori e che da lì è venuta poi tessendo per tutto un secolo una trama di lotte e di conquiste che hanno collocato la Sicilia e il popolo siciliano, come dice Renda, «sul davanti della storia nazionale e internazionale». Scenario questo che si è reso possibile anche perché quelle lotte sono state illuminate da grandi utopie che, pur non realizzandosi pienamente, hanno permesso di raggiungere risultati importanti. Terzo e conclusivo momento è quello dedicato all’Autonomia della Sicilia e al suo Statuto. A sessant’anni di distanza, conclude Renda, è innegabile che l’Autonomia abbia dato alla Sicilia un’identità che prima non aveva; è pure vero il fatto che alcune sue caratteristiche, come l’esclusività legislativa, sono all’origine di una pregiudizievole condizione di separatezza della vita dell’isola dal resto del paese.
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Il Po: una risorsa per lo sviluppo sostenibile
11.00
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Da anni il bacino del fiume Po è scenario di fenomeni che causano rilevantissimi danni, economici, sociali, sanitari e ambientali: l’alluvione dell’ottobre 2000, quando in Valle d’Aosta e in Piemonte la pioggia intensa ha determinato un’onda di piena superiore a quella del ’94, che a sua volta era stata superiore a quella del ’93 e a quella del ’51 che aveva causato il disastro del Polesine; la siccità dell’estate del 2003, che ha messo in evidenza il contrasto di interessi sull’utilizzo dell’acqua disponibile; la persistenza sul bacino di una sorte di nube rossa prodotta dalle varie forme di inquinamento atmosferico. Rispetto a questi fenomeni la Cgil ritiene prioritaria un’attività di prevenzione che, con l’opportuna gradualità, regoli l’insieme delle attività umane, produttive, di relazione e di uso del territorio dell’intero bacino in una prospettiva di sostenibilità. Un’attività che, in una realtà così vasta e complessa, può essere realizzata solo indirizzando l’azione di tutti i responsabili istituzionali all’obiettivo prioritario di indurre a comportamenti virtuosi i soggetti economici e sociali che in modo diretto e indiretto influenzano l’equilibrio del sistema. Il volume, curato da Claudio Falasca, coordinatore del Dipartimento Ambiente e Territorio, Salute e Sicurezza della Cgil Nazionale, vuole essere un contributo alla costruzione di un progetto sostenibile su una realtà strategica per il futuro del paese. Contributi di: Agnello Modica, Albonetti, Bardi, Battaglia, Bruschini, Camocardi, Caravella, Carnicella, Comella, Cremonini, Della Quercia, Claudio Falasca, Francesco Garufi, Indovina, Luccarini, Marinari, Nicolosi, Peroni, Rambelli, Ricciarelli, Saccardin, Scudiere, Serafini, Sommariva, Stolfi, Tampieri, Telesca, Trefiletti, Valdameri, Venturini.
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La memoria della lotta
12.00
€
Con questo volume, attraverso la sistemazione, la raccolta e l'utilizzo delle differenti fonti a disposizione, ci si è proposti di ricostruire e documentare la storia delle leghe contadine dei Castelli Romani e la memoria di chi le diresse, evidenziandone il ruolo svolto nelle lotte per la terra all’indomani del secondo conflitto mondiale e fino alla conclusione degli anni cinquanta. Il libro connette la ricostruzione e l’analisi locale con i tratti propri della contestuale vicenda nazionale sia sul piano politico e sindacale, sia rispetto grande alla trasformazione del mondo contadino e bracciantile che sotto la spinta di un radicale processo di modernizzazione industriale i Castelli Romani, il Lazio, Roma e l'Italia tutta si stavano avviando a conoscere. Trasformazione che in quegli anni vede il ribaltamento definitivo dell’asse rappresentato dal mondo dell’agricoltura e dei contadini a favore del comparto industriale e che conseguentemente, nello stesso settore agricolo, influenza una inevitabile progressiva trasformazione delle lotte, dei loro metodi e dei loro contenuti. La conclusione del grande ciclo delle battaglie per la terra e delle occupazioni avviene infatti con l’apertura di nuovi scenari e l’ingresso di nuovi protagonisti: l’avvio delle lotte volte alla conquista dei diritti sociali e di un quadro contrattuale stabile e definito, il protagonismo delle donne nel lungo percorso verso la parità salariale, la centralità dell’azione sindacale e politica messa in campo dai piccoli contadini produttori figli della legislazione di riforma varata a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta.
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