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Il «secolo breve» dei principali partiti di sinistra e la crisi precoce della democrazia parlamentare in Italia: 1945-1992
Il saggio analizza il sistema politico italiano ponendo al centro della ricostruzione il rapporto tra partiti e democrazia. Attraverso un lungo excursus viene analizzato il lento e difficile processo di formazione dei partiti politici di massa e della loro affermazione a partire dall’unità d’Italia, seguendone alcuni passaggi chiave: la svolta liberale di Giolitti dell’inizio del Novecento e il confronto con l’ineludibile nodo della questione sociale; l’inedito fenomeno della nazionalizzazione coatta delle masse attuata dal partito politico fascista e da Mussolini a partire dagli anni venti; la nascita dei partiti politici di massa in Italia alla fine della seconda guerra mondiale parallelamente alla formazione della Repubblica democratica parlamentare antifascista. L’autore, a partire da un’analisi delle caratteristiche dei diversi modelli partitici, ne ricostruisce il ruolo svolto nelle diverse stagioni della democrazia repubblicana italiana sino a giungere all’oggi, passando attraverso la crisi degli anni settanta e la successiva crisi della rappresentanza politica negli anni novanta del Novecento in cui si è assistito all’implosione del sistema dei partiti di massa.
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CM 2/3-2020
12.00
€
Editoriale
Aldo Tortorella,
Il mestiere del virus e quello degli umani
Osservatorio
Pietro Greco,
Cronaca di una epidemia annunciata
Clara Frontali,
Uomini e virus
Francesco Memo,
Covid-19. È il razzismo che ci ha resi ciechi
Vincenzo Vita,
L’insostenibile leggerezza del capitalismo
Michele Mezza,
Calcolanti e calcolati nel conflitto terapeutico
Alfonso Gianni,
La nuova grande recessione
Emilio Carnevali,
Da Disraeli a Johnson: le origini profonde del consenso conservatore
Immigrazione in prospettiva
Alberto Leiss,
La memoria come pratica di cura e di conflitto
Paola Pierantoni,
Forza e fragilità delle reti: un percorso tra metà anni ottanta e il G8 del 2001
Eleana Marullo,
La dimensione storica dell’immigrazione. Il caso di Genova
Andrea Tomaso Torre,
A trent’anni dalla legge Martelli
Filippo Miraglia,
Un modello da cambiare: oltre l’emergenza più diritti agli stranieri
Laboratorio culturale
Pietro Ingrao, Cesare Luporini,
Due lettere del 1991
Sergio Filippo Magni,
Luporini e Ingrao. Le lettere del disaccordo
Giorgio Mele,
Luporini e la fine del Pci
Giovambattista Vaccaro,
Morale e società in Cesare Luporini
Michele Prospero,
Il diritto e i bisogni
Francesco Garibaldo,
Marx, il capitalismo e i compiti politici del presente
Paolo Desogus,
Critica della cultura e processi materiali
Ripensando il passato
Giuseppe Greco,
Rodari, Gramsci e la lotta per un nuovo senso comune
Gianni Rodari,
L’uomo nella realtà
Schede critiche
Lelio La Porta,
Gramsci e la favol
a
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Le trasformazioni dell’occupazione in Italia: solo una fragile ripresa prima della nuova emergenza
Sebbene le tendenze più recenti evidenzino in Italia il pieno recupero dei livelli occupazionali del 2008, persistenti sono alcuni aspetti di strutturale debolezza della domanda di lavoro, persino rafforzatisi nella ripresa. La capacità di creare occupazione rimane limitata rispetto agli altri paesi europei per la debolezza del comparto dei servizi sociali e la scarsa capacità innovativa del sistema produttivo. A ciò si è aggiunta la riduzione dell’intensità lavorativa che, con l’esplosione del part time involontario, ha ampliato un’area occupazionale fragile dal punto di vista sia della qualificazione sia delle condizioni di lavoro. Inoltre, la recente crescita di occasioni di lavoro qualificato non scalfisce il forte orientamento della domanda di lavoro verso le occupazioni meno qualificate, rafforzando la segmentazione generazionale del mercato del lavoro, in un quadro di accentuazione delle già enormi differenze territoriali. Infine, va considerata l’emergenza Covid-19, che avrà pesanti ripercussioni sulle dinamiche occupazionali.
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Emergenza sanitaria e lavoro povero nel terziario, nel turismo e nei servizi. Una prima riflessione
Il contributo riflette sul rapporto tra emergenza sanitaria legata al diffondersi del Covid-19 e lavoro povero nei settori del turismo e dei servizi, dove a marcare la maggiore fragilità dei lavoratori nel mercato del lavoro concorre anche un sistema di ammortizzatori sociali disuguale, che non protegge allo stesso modo in caso di crisi, trasformazione, riorganizzazione delle imprese, interruzione del rapporto di lavoro. In un contesto già segnato da crescita economica debole, crescita della povertà relativa e assoluta, disuguaglianze nella distribuzione delle ricchezze, evasione, forme di illegalità diffusa, il precipitare nell’emergenza sanitaria ha messo a nudo le difficoltà del sistema e riconsegnato un indice di priorità per il modello sociale del nostro paese. Ora si tratta di comprendere se ci si muoverà con coerenza per ridisegnare una prospettiva diversa o ci sarà una pericolosa operazione di rimozione.
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Tra crescita e disuguaglianza. Milano (h)a due velocità
Le mappe della disuguaglianza (Lelo e al., 2019) offre un notevole contributo al dibattito che si è sviluppato negli ultimi anni sulle città e le disuguaglianze che le attraversano. Obiettivo dell’articolo è, in primo luogo, analizzare le caratteristiche che questa assume nel territorio milanese. In particolare, dopo aver offerto una panoramica generale sulla «Milano che corre a due velocità», si prenderanno in considerazione alcuni temi chiave per la lettura della disuguaglianza: la scuola, il lavoro, la casa. Verrà inoltre dedicato uno spazio alla polarizzazione territoriale del voto dei milanesi nelle ultime elezioni. Non ci si potrà sottrarre dall’affrontare questi temi anche alla luce della drammatica crisi sanitaria che stiamo attraversando e delle profonde conseguenze che questa determinerà dal punto di vista economico e sociale. In secondo luogo, si parlerà di sindacato, mettendo in evidenza alcune iniziative che questo ha assunto nella città per agire a favore dei soggetti più vulnerabili. Da ultimo, si faranno alcune considerazioni finali, sottolineando l’importanza di un agire che investa sulle infrastrutture sociali, ridia centralità alla politica, favorisca la partecipazione e diffonda «un’ideologia della solidarietà».
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Disuguaglianze e potere a Roma
Le mappe della disuguaglianza. Una geografia sociale metropolitana di K. Lelo, S. Monni e F. Tomassi (2019) fornisce un’istantanea di rara efficacia che permette di rappresentare l’attuale situazione sociale ed economica di Roma. Il testo rappresenta un’ottima occasione per riflettere sul tema delle disuguaglianze in ambito urbano. In questo articolo – muovendo dall’analisi di alcuni dei dati presentati nel libro – si offre una chiave di lettura delle disuguaglianze e un’interpretazione delle stesse basata sull’analisi della strategia di accumulazione che si è sviluppata storicamente a Roma.
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Le tecnologie emergenti a servizio dei diritti fondamentali dell’uomo
L’era delle tecnologie emergenti sta comportando un costante cambio di paradigma nelle relazioni sociali e pone sfide senza precedenti. Tali tecnologie rappresentano però uno strumento a disposizione della lotta alle disuguaglianze e all’affermazione dei diritti fondamentali. La strategia europea in materia di dati consentirà all’Unione di sfruttare l’enorme valore dei dati non personali come risorse in continua espansione e riutilizzabili nell’economia digitale, ma anche utili a sostenere un rapporto sempre più trasparente tra cittadini e pubbliche amministrazioni. Anche le Nazioni unite hanno evidenziato come la tecnologia, grazie ai dati, sia strumento utilizzato dagli Stati per automatizzare, prevedere, identificare, sorvegliare, colpire e punire, ma sottolineano come si debba invece usarli prioritariamente per sostenere sistemi di protezione e assistenza sociale e assicurare benessere. L’articolo intende fornire una prospettiva su come le grandi organizzazioni intergovernative, in particolare l’Unione europea, possano accelerare un processo di coscientizzazione verso l’uso delle tecnologie emergenti e dei dati a favore dell’affermazione dei diritti fondamentali dell’uomo.
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Covid-19, scuola a distanza e disuguaglianze
Dopo circa due mesi di chiusura delle scuole italiane a causa della pandemia Covid-19, si sta aprendo nel paese una discussione sulle conseguenze di questa situazione. Tra le altre cose, ci si chiede se la remotizzazione della scuola possa avere effetti differenziati a seconda delle famiglie di origine di bambini e ragazzi, in questo modo accrescendo le disuguaglianze scolastiche. L’articolo contribuisce alla discussione mostrando con i dati Pisa 2018 che in Italia 1) esiste un’associazione positiva tra status dei genitori e disponibilità di strumenti digitali da una parte e disponibilità ad attivarsi per aiutare i figli nelle attività scolastiche dall’altra; 2) questa associazione è più forte quando i figli sono più piccoli; 3) la relazione tra disponibilità di risorse digitali, aiuto genitoriale e risultati scolastici è più forte tra le famiglie di status più elevato. Si discutono quindi le possibili implicazioni di questa situazione per le politiche scolastiche durante la pandemia.
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Imprenditori immigrati e attivismo sociale a Napoli
Attraverso metodologie di ricerca empirica qualitativa, l’articolo descrive una parte della realtà imprenditoriale a trazione migrante nella città di Napoli, riportando il caso di due imprese di origine africana che nascono da una precedente esperienza di impegno sociale dei loro imprenditori. Lo studio intende evidenziare il passaggio dall’attivismo sociale a forme di imprenditoria immigrata giudicate significative per l’impatto che esse generano nelle comunità immigrate e nella società napoletana. I risultati suggeriscono l’esistenza di dinamiche trasformative nel tessuto imprenditoriale straniero a Napoli. Man mano che il processo di integrazione si compie e diviene più profondo, al crescere del capitale sociale che i migranti africani costruiscono a Napoli, essi sembrano affrancarsi da un mercato del lavoro che richiede prevalentemente manodopera a basso costo, spesso sommerso nell’economia informale, per divenire imprenditori di se stessi, attori di sviluppo, protagonisti di una trasformazione personale e sociale al tempo stesso, dimostrando la propria agency e chiedendone il riconoscimento da parte della società e delle istituzioni cittadine.
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Archivio dei bambini perduti: genealogia, migrazione e servizi per la tutela del minore
L’analisi dei legami familiari nella migrazione rivela che cosa stia diventando oggi la genitorialità in Europa. L’intrusione dello sguardo burocratico e assistenziale in questi legami familiari mostra la sua magia socio-politica (l’espressione è di Abdelmalek Sayad): una magia mediata il più delle volte dall’uso di un lessico medicalizzante e patologizzante, attraverso cui si «disfano» dei rapporti per «farne» altri inediti. L’adozione è per i bambini figli di immigrati uno strumento giuridico di rapido accesso alla cittadinanza italiana e rischia di diventare (o di essere già) un inquietante dispositivo di rimozione sociale rispetto alle genealogie della genitorialità immigrata, in una perturbante continuità con quanto già accaduto nelle colonie e, ancor prima, durante la nascita stessa degli Stati moderni e nel corso del loro consolidamento. A partire da queste premesse, il lavoro diventa anche un’opportunità per tornare a riflettere sulle politiche dell’infanzia e su come la «questione culturale» venga oggi posta in quei servizi sociosanitari preposti alla tutela e al sostegno di nuclei familiari immigrati in difficoltà.
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Famiglie migranti e servizi: rappresentazioni e pratiche
Attraverso le prospettive dell’investimento sociale e delle culture sulla «buona» genitorialità l’articolo esplora barriere e sfide professionali del rapporto tra genitori migranti e operatrici di nidi d’infanzia e Centri famiglie. Attingendo a questionari somministrati ai Centri famiglie del Piemonte, a interviste a testimoni qualificati e a padri e madri da Marocco, Tunisia, Perù e Romania, l’articolo analizza in particolare quali siano le rappresentazioni e le pratiche di conciliazione di famiglie migranti con figli in età prescolare. In un contesto di carenza di investimenti sociali, i genitori migranti incontrano numerosi ostacoli nell’usufruire dei servizi considerati, perché con posizioni e condizioni nel mercato del lavoro difficili e perché a confronto con rappresentazioni di (non) adeguatezza genitoriale da parte dei servizi. Le operatrici evidenziano altresì diverse aree di criticità legate alla complessità dei bisogni di queste famiglie, al lavoro di rete con altri enti pubblici o privati, e alle esigenze formative.
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Diversità famigliari e diritti dei bambini. Famiglie omogenitoriali e migranti nei nidi d’infanzia e nella scuola
L’articolo si concentra sulle disuguaglianze che in Italia incontrano le famiglie omogenitoriali e migranti nell’accesso e nel coinvolgimento nei nidi e nelle scuole per l’infanzia e primarie, dando voce a bambini e adulti. I risultati mostrano, da un lato, come modelli normativi di famiglia, genitorialità e infanzia prevalenti nelle istituzioni educative influenzino la relazione tra famiglie e servizi e l’inclusione dei bambini e, dall’altro, quali condizioni istituzionali favoriscano cambiamenti volti al riconoscimento delle diversità famigliari. L’approccio centrato sui bambini invita a focalizzare l’attenzione sulla qualità dei servizi e non solo su copertura e diffusione dei medesimi.
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