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Verde, bianco e rosso
14.00
€
Il volume è un compendio di tutte le iniziative che la CGIL, insieme alle sue strutture territoriali e di categoria e alle organizzazioni ad essa collegate, ha realizzato nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Susanna Camusso sottolinea nella prefazione l’ampiezza e il livello dell’impegno profuso che, per un intero anno, ha fatto della CGIL uno dei soggetti più attivi dell’intero panorama nazionale, mentre Carlo Ghezzi ne illustra la continuità storica ripercorrendo, con quelle del centocinquantesimo, le iniziative messe in campo nel 1911 e nel 1961 per il cinquantesimo e per il centenario dell’Unità nazionale. Il saggio di Enrico Panini, sulla base di un’attenta analisi del materiale iconografico e fotografico prodotto dalla confederazione, rivela spessore, significato e prospettiva di un legame mantenuto senza salti nel corso dei decenni fra la politica della Confederazione ed i simboli attraverso i quali si manifesta l’identità del nostro paese, in particolare la sua bandiera, ricavando dalla loro permanente attualità una chiara indicazione per il futuro che supera la stessa occasione delle celebrazioni per il centocinquantesimo. Il percorso delle manifestazioni della CGIL delinea un vero e proprio viaggio lungo tutta la penisola tra nodi irrisolti, conquiste di diritti, ferite ancora aperte, partecipazione emotiva e criticità pericolose. Così la CGIL ha deciso di rappresentare le proprie iniziative: come la descrizione del viaggio compiuto da un iscritto immaginario affidata alla penna di Paolo Andruccioli. Il libro contiene inoltre tre relazioni degli storici Stefano Musso, Emilio Gentile e Giuseppe Galasso, a convegni nazionali organizzati dalla CGIL e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio sui temi «Lavoro e democrazia», «Stato e nazione» e «Questione meridionale», che hanno costituito i grandi filoni di approfondimento su cui si è deciso di lavorare. Completano l’opera un’importante appendice fotografica curata da Ilaria Romeo e, a cura di Elisa Castellano, una cronologia delle iniziative realizzate nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
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Germi di non violenza in acque agitate
14.00
€
Il volume esplora la recente nascita di movimenti nonviolenti in alcune zone di turbolenza politica e sociale. I primi tre lavori riguardano i conflitti in corso tra israeliani e palestinesi. Chiara Pettenella esamina in particolare le divergenti e conflittuali interpretazioni del conflitto a partire al 1948. Roberto Castronovo riferisce la storia di un teatro dei bambini aperto grazie ad Arna Ben Khamis a Jenin dopo la seconda Intifada. Giulia Daniele passa in rassegna le diverse ipotesi sull’assetto futuro dei due rispettivi Stati in caso di fine del conflitto. Il saggio di Nanni Salio informa sulle straordinarie vicende di Bakshar Khan, un leader afghano nonviolento del periodo tra la prima guerra mondiale e il secondo dopoguerra. Simona Capaldi, a seguito di indagini effettuate sul campo, ha elaborato un resoconto della miserabile condizione delle donne in Afghanistan. Antonio Vigilante esplora il complesso rapporto tra religione e politica in Birmania, e in particolare la coraggiosa azione di Aung San Suu Kyi. Martina Pignatti Morano, presidente dell’organizzazione «Un ponte per…» in Iraq, riferisce infine le notizie, ancora poco note, di un nascente movimento nonviolento in Iraq. Da un anno all’altro si può osservare una rapida crescita dei movimenti nonviolenti, che infonde qualche speranza a chi abbia a cuore le sorti delle infelici popolazioni dei territori di cui questo volume tratta.
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La resistibile ascesa del lavoro flessibile
14.00
€
L’autrice approfondisce il nesso tra occupazione, nuove misure di flessibilità, incidenti e caduti sul lavoro. Da almeno trent’anni infatti i più seri studiosi del mercato del lavoro hanno avvertito sulle conseguenze derivanti dalla forte crescita della fascia secondaria del mercato del lavoro (lavoro informale, sommerso, irregolare), di solito definito lavoro nero, nel quale sono occupati in gran parte lavoratori senza diritti, lavoratori immigrati e giovani costretti alla ricerca di una qualsiasi forma di occupazione. L’autrice documenta che, a differenza di quanto spesso ancora si crede, gli incidenti non riguardano solo i settori delle costruzioni, dell’industria e dell’agricoltura, ma di recente si sono diffusi di più nei servizi, caratterizzati da una maggiore flessibilità. Occorre dunque domandarsi se le ormai decennali politiche incentrate sulla valorizzazione della flessibilità e sull’incremento dei lavori atipici non abbiano favorito in modo decisivo la mancanza di sicurezza sul lavoro. Il volume esplora queste problematiche con rigore ma senza tecnicismi. Vengono riportate in sintesi anche le valutazioni emerse da interviste a rappresentanti di reti istituzionali e di organizzazioni sindacali, ad attori locali e ad alcuni infortunati. Per giungere a parlare di «sicurezza» in concreto, infatti, si è ritenuto necessario andare oltre la dimensione numerica, normativa e tecnica, ritenendo che fosse fondamentale raccogliere le «storie» di vittime di incidenti, che spiegano come «si sarebbe potuto evitare…».
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Susanna Camusso
14.00
€
Il 4 novembre 2010 Susanna Camusso viene eletta segretario generale della CGIL: è la prima donna nella storia del sindacato confederale italiano a ricoprire tale incarico. Quali condizioni hanno reso possibile quest’avvenimento? Quali cambiamenti ha portato nell’azione sindacale? Il volume vuole offrire qualche risposta a queste impegnative domande attraverso una serie di interviste a testimoni privilegiati, a partire dalla stessa Camusso e da Guglielmo Epifani e Sergio Cofferati, passando per
opinion leader
come Maria Latella, Paolo Serventi Longhi, Roberto Mania, Enrico Cisnetto. E riporta i risultati di una ricerca sull’analisi del linguaggio di Susanna Camusso: espressioni linguistiche, sfumature di senso, metafore lessicali offrono uno spaccato inedito del modo di porsi di fronte ai problemi del mondo sindacale di un segretario generale che è «anche» donna.
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L’Organizzazione Internazionale del Lavoro e la ricostruzione europea (1931-1957)
14.00
€
Ispirata al duplice obiettivo di favorire l’interdipendenza economica e promuovere la stabilizzazione sociale, negli anni fra le due guerre l’Organizzazione Internazionale del Lavoro elaborò una propria posizione sui problemi della cooperazione economica europea. Una posizione che le esperienze della crisi e della guerra contribuirono poi a definire, e che alla fine del conflitto apparve perfettamente in linea con gli obiettivi d’integrazione del vecchio continente sostenuti dagli Stati Uniti e con i principi di collaborazione di classe a questi regolarmente affiancati. Tale sintonia, assieme alle sue solide competenze sui temi sociali e del lavoro, fu alla base della collaborazione dell’OIL con gli organismi di cooperazione economica creati in Europa Occidentale a partire dal 1948, come l’OECE, la CECA e la CEE, alla cui attività essa diede un prezioso contributo. Un contributo che si sostanziò sia in un’intensa azione di assistenza tecnica, mirata innanzitutto a promuovere la mobilità della manodopera a livello continentale, sia in un vero e proprio sostegno teorico alle concezioni generali che ispirarono i primi passi del processo d’integrazione, i cui tratti generali caratterizzano tutt’oggi l’assetto socio-economico europeo.
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Uomini che pagano le donne
14.00
€
Perché gli uomini pagano per il sesso? Il mercato del sesso del nuovo millennio rivela l’esistenza di una domanda crescente, formata da numeri impressionanti di uomini in tutti i paesi occidentali. Colpire questa domanda per contrastare la proliferazione dei mercati sessuali è oggi, dopo secoli di silenzio e di rimozione della responsabilità dei clienti, l’idea guida dell’intervento pubblico anti-prostituzione. Ma gli scandali sessuali che hanno riguardato uomini di potere, come Silvio Berlusconi e Dominique Strauss-Kahn, mostrano che le pratiche maschili di scambio sesso-denaro arrivano a insinuarsi anche nelle stanze della politica. Questo libro è un percorso di esplorazione nel territorio pieno di ombre e di silenzi degli uomini che pagano le donne, fino ad oggi in Italia poco studiati e meno ancora compresi. Analizzando e criticando gli approcci che fanno del sesso a pagamento una patologia di pochi, offre invece uno sguardo ampio sulla cultura contemporanea, che, in ambiti sempre più estesi del vivere, produce la commercializzazione della vita intima e della sessualità. E in questa cultura il libro cerca le radici di potere e impotenza maschile, desiderio e repulsione verso la prostituzione, apertura di spazi virtuali e vessazione delle sex worker migranti. Il cliente emerge così come la figura maschile che interpreta nei suoi esiti più radicali e contraddittori l’ingiunzione contemporanea al consumo sessuale.
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Per una nuova cultura politica
14.00
€
Il «ponte» è quella struttura architettonica che collega due sponde opposte, pressoché parallele, destinate a non incontrarsi mai. Ebbene, la politica somiglia ad un ponte, che mette in relazione le persone, chi governa e i cittadini, il potere e i popoli; e i ponti vanno salvaguardati, per evitarne il crollo, perché, una volta distrutti, tutto diventa molto più difficile. Questo libro nasce come tentativo di salvaguardare dei ponti e costruirne, se possibile, di nuovi.
La «cultura politica», componente non particolarmente ampia ma di straordinario significato della Cultura Generale, è da tempo irrimediabilmente defunta. La cultura, per poter estendere i propri benèfici effetti, abbisogna di diverse virtù – tra le quali memorie, sedimenti, riflessioni. Virtù non coltivate da tempo, ed anzi da tempo osteggiate e negate. Ma se la cultura politica si è fatalmente liquefatta e quella generale è in gravi condizioni, da dove ha origine la malattia, la metastasi? Si ritorna così al problema della cultura politica e della sua rifondazione. In piccolo – molto in piccolo, ma con onestà di intenti – abbiamo cercato qualche inizio di riflessione e qualche tentativo di risposta. Lo abbiamo fatto immaginando il territorio – questo luogo dove le persone coabitano, intersecano le proprie vite, esprimono sentimenti, speranze e illusioni – come il luogo di partenza di una possibile nuova cultura politica. Con l’idea che per questo si debba ripartire dal basso, dal verificabile e dal controllabile, assegnando un ruolo centrale al «fare» delle istituzioni e dei governi locali. Un’ipotesi sulla quale abbiamo chiamato a discutere testimoni degli ambiti più direttamente coinvolti in questo processo, e più interessati a un rilancio dei contenuti etici della politica: quelli del lavoro, delle istituzioni locali e dell’università. Il nostro auspicio – ma giudicherà il lettore – è che questi materiali, così eterogenei ma così liberi, e pur partendo dal piccolo e dal basso, possano dare qualche slancio creativo a questo urgente processo di rinnovamento della cultura politica.
Gigi Falossi
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Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia
14.00
€
Se non ci fossero state le donne, in questa nostra Repubblica, se non ci fossero state le loro tenaci battaglie di emancipazione e liberazione – condotte attraverso un intreccio fecondo di iniziative delle associazioni, dei movimenti, dei partiti, delle istituzioni –, l’Italia sarebbe oggi un Paese molto più arretrato e molti articoli della Costituzione non sarebbero stati applicati. Questo debito che l’Italia ha nei confronti delle donne lo racconta in modo inedito questo libro scritto e curato dalle volontarie della Fondazione Nilde Iotti. Lo fa illustrando in modo rigoroso e semplice le tappe ed i contenuti delle conquiste legislative dall’inizio della Repubblica alla conclusione dell’ultima legislatura, che hanno cambiato la vita delle donne e l’assetto economico, sociale e culturale del nostro Paese. Il libro rammenta la battaglia per il diritto di voto e le «madri della nostra Repubblica», le donne elette nell’Assemblea Costituente, che diedero un contributo rilevante alla stesura della Costituzione. Sono citati gli articoli che più hanno favorito il cambiamento nella vita delle donne. Segue poi il racconto delle leggi con uno schema che ne indica la scansione in ordine cronologico dal 1950 al 2012, a cui si connettono le schede che ne illustrano i contenuti. Lo sguardo della battaglia delle donne è oggi e sempre più sarà quello europeo. Per questo il libro si conclude con una rassegna delle tappe e dei provvedimenti più significativi adottati dall’Unione Europea.
Le autrici
Daniela Carlà, Tiziana Casareggio, Eleonora Cicconi, Marina Costa, Silvia Costa, Paola Gaiotti De Biase, Vanda Giuliano, Donata Gottardi, Rosa Jervolino Russo, Grazia Labate, Marisa Malagoli Togliatti, Claudia Mancina, Francesca Marinaro, Elena Marinucci, Vaifra Palanca, Rita Palanza, Daniela Piccione, Francesca Russo, Alessandra Tazza, Livia Turco.
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La prigione degli stranieri
14.00
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Il libro è risultato tra i finalisti del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014
Il libro affronta un aspetto poco indagato del fenomeno migratorio: la gestione e il funzionamento, in Italia e in Europa, dei Centri di detenzione amministrativa per migranti irregolari in attesa di espulsione. Vengono presentate le motivazioni originarie dell’istituzione dei Centri di trattenimento per stranieri come strumento di contrasto all’immigrazione irregolare, facendo riferimento alle politiche migratorie europee, nonché al dibattito creatosi intorno agli accordi di Schengen e al rapporto tra libertà e sicurezza nella costruzione dell’Unione Europea. Le ragioni della creazione dei Centri e il loro scopo sono sostanzialmente comuni ai diversi Stati europei, ma le modalità di realizzazione e di organizzazione sono specifiche di ogni contesto nazionale. L’analisi si concentra poi sul caso italiano per cogliere le caratteristiche strutturali del complesso dei CIE, soffermandosi sulle modalità del loro funzionamento, sulle condizioni di vivibilità interne, sulle principali criticità del fenomeno e sull’efficacia dello strumento di detenzione amministrativa a fini espulsivi. Su questi aspetti si procede ad una comparazione con alcuni paesi europei, in particolare la Francia e la Gran Bretagna. Il libro si chiude affrontando la questione dell’utilità dei Centri nel rendere effettiva la politica che ha portato alla loro istituzione. Ci si chiede cioè se servano davvero a disincentivare gli stranieri irregolari dal permanere sul territorio nazionale, se, in termini di costi economici e umani, convengano allo Stato e se esistano alternative al loro utilizzo.
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La Tipo e la notte
14.00
€
Entrare in quel gran cantiere mai chiuso che è la vita di Pietro Ingrao è atto temerario, ma pure necessario, se si vuol cogliere il senso di molte cose italiane. Ricorro alla parola «vita», e non «scritti» o «opera», perché davvero vi è un tutt’uno di azione politica e di riflessione teorica, di curiosità intellettuale e di introspezione poetica. Per esperienza diretta, posso aggiungere che proprio questo sfaccettarsi, questo arricchire ininterrottamente esperienza e presenza pubblica, ha indotto più d’uno, nelle occasioni più diverse, a costruirsi un «suo» Ingrao. Cosa che, per un verso, può divenire o apparire come una incapacità di fare i conti con una figura complessa; ma, al tempo stesso, esprime pure un bisogno di identificazione, al di là di quelli che possono essere dissensi o distanze. Questo libro propone un Ingrao che non s’interroga soltanto sul lavoro, ma da qui parte per riconoscere e ricostruire un insieme di nessi che, indicati appunto dalla dimensione del lavoro, impongono poi di guardare alla collocazione sociale della persona, e alla sua stessa vita. Il lessico è rivelatore, non abituale negli anni in cui questi scritti comparvero: basta l’insistito riferirsi alla dignità.
(dal saggio di Stefano Rodotà)
C’era un tempo nel quale a sinistra il lavoro veniva sempre prima di tutto senza che ciò suscitasse clamore o divisione. Anzi, il lavoro è sempre stato un valore specifico e unitario di tutta la sinistra, una sua ragion d’essere. In Italia, a partire dal dopoguerra, il lavoro e i lavoratori hanno visto crescere il loro peso grazie all’aumento dei salari, dei diritti, del welfare, della democrazia sostanziale. Con l’affermarsi del neoliberismo, però, dalla fine degli anni Settanta, il lavoro, con tutte le sue implicazioni, viene pesantemente sconfitto. Questo volume raccoglie le riflessioni di Pietro Ingrao sul tema del lavoro proprio in quest’epoca. A partire dal famoso discorso pronunciato da Presidente della Camera alle Acciaierie di Terni, per i trent’anni della Costituzione, fino alle trasformazioni che hanno caratterizzato il lavoro a fine secolo, passando per lo sciopero della FIAT nel 1980 e gli anni del riflusso, l’insieme di scritti e discorsi di Pietro Ingrao qui presentati, a distanza di anni, mostra ancora tutta la sua valenza analitica e anche profetica.
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Il bilancio sociale delle imprese
14.00
€
Il bilancio sociale è lo strumento attraverso il quale le imprese danno conto agli
stakeholder
del livello della loro responsabilità sociale. Per molti è un documento che risponde a una necessità di comunicazione e punta a costruire una buona immagine dell’azienda, per altri serve a migliorare la gestione interna rendendola più consapevole e trasparente intorno alle finalità da raggiungere, per altri ancora è un modo per misurare la coerenza del proprio operato rispetto alla
mission
che ci si è data. Il sindacato,
stakeholder
che rappresenta alcuni tra i destinatari principali della rendicontazione sociale (i dipendenti dell’impresa ma anche la comunità più in generale), dopo una fase di iniziale cautela sull’argomento, ha scoperto tutte le potenzialità del bilancio sociale e moltiplicato le occasioni di studio e discussione. Il testo – più volte citato nella letteratura delle discipline economico-aziendali italiane ed utilizzato in diverse università e corsi formativi – illustra i concetti fondamentali della responsabilità sociale e dell’accountability, approfondisce la teoria degli
stakeholder
, ricapitola i passaggi essenziali della storia del bilancio sociale, in particolare in Italia dove nell’ultimo decennio ha conosciuto un positivo e forse inatteso sviluppo. E suggerisce come il sindacato possa farne un uso corretto, sia per arricchire i contenuti della propria contrattazione sia per rendicontare ai propri
stakeholder
(gli iscritti e tutti i lavoratori) la propria missione, gli obiettivi assegnati, l’attività realizzata, i risultati raggiunti.
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Ricordi di vita sindacale e politica
14.00
€
Arvedo Forni, nato nel 1919 a San Giovanni in Persiceto, è stato per cinquanta anni militante e dirigente della CGIL; segretario della Federterra e poi della Camera del lavoro di Bologna, segretario della FILLEA-CGIL, membro della segreteria confederale, vicepresidente dell’INPS e infine segretario generale dello SPI. Nel raccontare la propria storia, Forni ha scelto deliberatamente di soffermarsi su alcune vicende esemplari compiendo una selezione severa degli avvenimenti vissuti da protagonista. Lo ha fatto ad oltre novanta anni lasciando emergere la sua caratteristica più peculiare: quella di uomo completamente immerso nel lavoro sindacale e politico. Accanto alla storia del militante vi sono solo i ricordi delle origini contadine e della fatica dei primi lavori, degli anni del fascismo e della guerra. L’esperienza nella CGIL e nel PCI iniziata all’indomani della Liberazione – e proseguita nel sindacato lungo tutta la storia dell’Italia repubblicana sino agli anni novanta – viene raccontata pensando esclusivamente alla storia collettiva e ai grandi problemi nazionali senza tralasciare i riferimenti alle singole personalità che hanno segnato la sua formazione: da Arturo Colombi ad Agostino Novella, da Giuseppe Dozza a Giuseppe Di Vittorio.
Con la collaborazione di Giaime Moser
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