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Il volume ricostruisce le vicende dell’esercito italiano all’estero durante gli anni del secondo conflitto mondiale, prendendo in considerazione alcuni teatri bellici che ne hanno visto protagonisti i militari dal momento dell’invasione fino al periodo immediatamente successivo al crollo determinato dall’armistizio dell’8 settembre 1943. L’autore, utilizzando la documentazione originale e una vasta bibliografia, analizza in particolare il modificarsi del rapporto con la nazione e la guerra da parte dei soldati inviati a conquistare, occupare e resistere nei territori della penisola balcanica, in quelli dell’Egeo, in Turchia e nei campi alleati del Medio Oriente e dell’Egitto. Attraverso categorie interpretative ed elementi di differenziazione che pongono al centro l’importanza delle diverse esperienze di guerra compiute dai militari italiani si compone un quadro molto diversificato delle vicende (dalla violenza dell’occupazione all’incontro con le popolazioni e i «nuovi alleati» dopo l’armistizio, alla resistenza armata) e dell’evoluzione psicologica dei soldati, stante l’appartenenza a un esercito prima invasore e poi abbandonato, costretto alla resa e alla sconfitta, ma anche obbligato a scegliere se resistere, fuggire o arrendersi. La scelta di prendere in considerazione l’intero arco del conflitto, anziché il periodo delle guerre fasciste o la successiva fase del 1943-1945, ha consentito di leggere queste trasformazioni lungo l’intera guerra italiana, ponendo così in evidenza come siano esistiti fili di continuità e rotture direttamente collegate alla tipologia di guerra e al contesto geografico-militare nel quale il singolo e il reparto si sono trovati ad agire. Specificità e differenze che - a loro volta - si intrecciano con le politiche del regime, con le occupazioni e le violenze dell’esercito occupante, con la crisi dell’estate del 1943 e con la successiva evoluzione della partecipazione italiana alla guerra.
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Semplice, chiaro, efficace. Hessel e Jacquard rendono attuale un tema che pare scomparso addirittura dall’immaginario pacifista e lo coniugano con l’attuale necessità di parlare ai giovani di cosa occorra cambiare perché il nostro pianeta possa vivere e sopravvivere. Hessel ci insegna a ripartire dalle nostre esperienze, dal cercare e praticare la democrazia e la pace, assicurando vita e futuro alle nuove generazioni e difendendo spazi che l’umanità ha l’obbligo di conservare anziché distruggere. Nato a Berlino nel 1917 da una famiglia ebraica, protagonista della Resistenza francese e uno dei principali redattori della Dichiarazione universale dei diritti umani, dopo aver pubblicato il pamphlet Indignatevi! si è rivolto soprattutto ai giovani invitandoli ad esigere l’abbandono del nucleare. Tra i temi trattati nel volume, l’uso e i costi delle armi nucleari, il Trattato di non-proliferazione, il ruolo politico delle armi nucleari, il nucleare civile, le strategie per il futuro. I curatori del libro aggiornano il pamphlet di Hessel e Jacquard alla situazione attuale, con un focus particolare sul contesto italiano. L’opposizione popolare e il referendum nel nostro paese hanno tagliato le gambe agli impianti “civili”, che avrebbero prodotto e accumulato quantità di uranio arricchito e plutonio sufficiente alla realizzazione di diverse bombe. Ma il nucleare militare riprende drammatica attualità attraverso l’aggiornamento delle bombe nucleari Usa nelle basi di Ghedi e Aviano. Sono le nuove B61 che verranno rese trasportabili entro il 2020 sui cacciabombardieri F35.
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L’articolo argomenta la necessità di una politica industriale in Europa a partire da un’analisi della competitività e delle dinamiche occupazionali nei diversi paesi membri dell’Unione. La prima parte è dedicata agli effetti della crisi sulla struttura occupazionale. Il processo di polarizzazione in corso tra le diverse categorie professionali viene descritto in modo dettagliato, evidenziando l’accelerazione subita dal medesimo processo a seguito della recessione. Nella seconda parte l’attenzione è posta sulla capacità competitiva delle industrie europee. Qui viene messa in luce la discrasia tra le evidenze empiriche raccolte e le proposte di politica economica della Commissione europea in materia di competitività. Quest’ultima si è concentrata prevalentemente sugli stimoli alla «competitività di prezzo», allo scopo di favorire le esportazioni sui mercati esteri. Tale impostazione, tuttavia, risulta essere poco convincente. La letteratura e i dati empirici presentati sembrano altresì suggerire la necessità di un sostegno alla «competitività tecnologica», intesa come qualità e livello tecnologico dei prodotti. In ultimo, si conclude presentando una proposta di politica industriale europea capace di favorire il cambiamento strutturale verso attività legate alla sostenibilità ambientale, alle applicazioni delle Ict e ai sistemi sanitari e di welfare.
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Il governo Monti, il sessantunesimo governo della Repubblica Italiana, difficilmente verrà dimenticato da migliaia di famiglie che hanno visto svanire i sacrifici di una vita. Il decreto «Salva Italia» doveva servire a far ripartire il paese, a fornire la benzina necessaria per riaccendere i motori. In realtà ha fatto precipitare la situazione economica di moltissime persone. Con la riforma delle pensioni nasce una nuova figura: l’esodato. Lavoratori lasciati nel limbo del senza stipendio/senza pensione, a causa di un «errore di valutazione» del governo. Nonostante siano trascorsi ben due anni dalla riforma, non si è ancora posto concretamente rimedio al problema degli esodati. Sin dai primi mesi successivi alla riforma Monti-Fornero la CGIL di Monza e Brianza ha messo in campo diverse iniziative di carattere politico-tecnico e strumenti di supporto psicologico agli esodati che vivono una situazione di profonda incertezza e disorientamento, un abbassamento dell’autostima, un diffuso senso di sfiducia verso gli artefici di un cambiamento considerato iniquo e, soprattutto, vicende personali spesso drammatiche. Questo il frutto avvelenato di una norma di salvaguardia pensata dal legislatore per escludere e non per includere coloro che avevano perso un lavoro, un ginepraio di decreti ricco di cavilli e paradossi che hanno portato il Patronato INCA CGIL di Monza a patrocinare i primi ricorsi dinanzi al TAR. Tante le persone che hanno condiviso il loro disagio nei gruppi di mutuo aiuto creati presso la CGIL di Monza. Diverse le storie che hanno raccontato agli psicologi che si sono trovati a dover gestire un nuovo fenomeno sociale.
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Gli immigrati, spesso confusi con i richiedenti asilo sbarcati sulle coste italiane, sono esposti a rappresentazioni stereotipate: come predatori delle risorse nazionali, oppure come poveri da assistere. Il nesso tra immigrazione e volontariato è declinato come un insieme di attività svolte da organizzazioni e cittadini italiani a favore degli immigrati. Questo articolo presenta invece i risultati di una ricerca che ha indagato il versante opposto: la partecipazione ad attività di volontariato da parte di persone di origine immigrata: sono stati raccolti 658 questionari e 89 interviste in profondità, a livello nazionale. Il fenomeno è interpretato alla luce della letteratura sulle esperienze di cittadinanza dal basso. Mediante il volontariato, i protagonisti rivendicano piena appartenenza e volontà d’integrazione nella società italiana. Lo fanno a volte esibendo consapevolmente simboli identitari, come il velo islamico. Oppure dando un significato micro-politico alle attività svolte, per esempio aiutando i nuovi arrivati a navigare nei meandri della burocrazia dell’accoglienza. Altre volte ancora, più esplicitamente, collegando le attività solidaristiche con la militanza associativa e l’attivismo politico.
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Lo studio si sofferma sul modello cohousing e tenta di tematizzare l’idea che caratterizza l’abitare sociale e le pratiche a esso connesse. Propone poi l’analisi di alcune esperienze di cohousing multigenerazionale in Germania e in Italia, al fine di identificare alcune azioni specifiche realizzate nelle diverse aree con finalità rivolte all’integrazione sociale degli individui coinvolti e all’integrazione territoriale delle funzioni e dei servizi previsti. Dallo studio emergono aspetti interessanti relativi alle azioni integrate che il modello propone, valide per affrontare alcune urgenti sfide che la contemporaneità pone. Le riflessioni conclusive riguardano il contributo che i progetti di cohousing possono fornire alle attuali e future sfide urbane.
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Il mio contributo parte dall’esperienza che la Camera del lavoro metropolitana di Bologna ha messo in campo ormai da più di dieci anni, nata, in particolare, da una richiesta proveniente dai pensionati e dai lavoratori del pubblico impiego alla confederazione, affinché quest’ultima attivasse un confronto, una contrattazione con i Comuni, dal momento che in molti casi la possibilità di migliorare le condizioni di vita dei pensionati, ma anche di lavoro dei dipendenti, dipendeva proprio dal processo di formazione dei bilanci. ...
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Oggi i concetti di giusta causa, giustificato motivo, licenziamento illegittimo, reintegrazione nel posto di lavoro sono frequentemente richiamati nei discorsi dei commentatori e degli uomini politici, ma non sempre con una conoscenza piena del loro significato. Il volume si propone di far acquisire, a chi voglia approfondire tali argomenti, una competenza su tutte le tematiche collegate al problema dell’estinzione del rapporto di lavoro - alla luce della più recente normativa e delle ultime interpretazioni da parte della giurisprudenza - comprese le deroghe all’articolo 18 previste dalla legge delega e dal Patto per l’Italia del 5 luglio 2002. Pur essendo rivolto, in particolare, a funzionari e delegati sindacali (nonché agli operatori giuridici e ai funzionari delle direzioni provinciali del lavoro), esso può quindi essere consultato anche dai semplici lavoratori, i quali - grazie a un linguaggio che si è voluto rendere il meno tecnico possibile - potranno ricavare dal testo le nozioni fondamentali in materia, eventualmente tralasciando le quasi cinquecento note dedicate invece a quanti vorranno verificare, confrontare e citare le fonti, nell’esercizio della propria specifica attività.