• Quanto è estesa l’occupazione dei minori nei paesi industrializzati e in particolare nell’Unione Europea? Quanta di questa occupazione è illegale? Che tipi di lavoro svolgono i minori? Quali fattori li spingono a entrare nel mercato del lavoro? Molte risposte potrebbero sorprenderci. Il lavoro minorile presente oggi in Occidente emerge infatti come fenomeno della «modernità», manifestandosi in forme vecchie e nuove. Da un lato, la necessità di integrare il reddito familiare a causa di una iniqua distribuzione della ricchezza ci porta a scoprire all’interno del mondo industrializzato bisogni che ritenevamo ormai confinati nel terzo mondo. Dall’altro, i modelli di consumo proposti nelle società occidentali, il disconoscimento del ruolo dell’istruzione, il valore positivo assoluto che viene conferito alla capacità di produrre reddito diventano i parametri di riferimento che alimentano l’ingresso precoce nel mondo del lavoro. L’autore pone la questione dell’infanzia e dell’adolescenza come tema centrale, attorno al quale sviluppare le politiche sociali della nuova Unione Europea.
  • Il rapporto tra guerra e mass media è divenuto negli ultimi anni un tema centrale di dibattito: politico, culturale e scientifico. I grandi mezzi di comunicazione di massa, e in particolare la televisione, hanno sempre giocato un ruolo di primo piano, non solo nell’accordare maggiore, minore o nessuna attenzione ai vari conflitti (ed è già tanto), ma anche nel costruirne il senso, nel rappresentare gli argomenti che puntellano agli occhi della pubblica opinione la posizione morale e politica di chi deliberatamente sceglie la follia della guerra. A questi temi è dedicato Schermi di guerra, il 6° degli Annali dell'Aamod, che mette a fuoco e approfondisce le esperienze più interessanti e originali, dove si sono praticati, ad esempio, il reportage, l’inchiesta audiovisiva, format e modelli linguistici non di routine. Il volume ospita saggi a carattere generale, di respiro analitico e storico-teorico; contributi relativi a esperienze di strutture audiovisive (grandi network, Tv indipendenti, strutture di produzione) che hanno prodotto, raccolto o diffuso informazioni, reportage e inchieste sui temi della pace e della guerra; testimonianze di autori che su questi stessi temi hanno realizzato o stanno realizzando film documentari o di finzione. Analisi: Andrew Calabrese, Orsola Casagrande, Giovanni Cesareo, Ivano Cipriani, Donatella Della Ratta, Ansano Giannarelli, Daoud Kuttab, Antonio Nizzoli, Andrej Pinter, Andrej Skerlep. Esperienze di strutture: Franco Berardi, Alberto Bougleux, Luciana Castellina, Enrico Mentana, Roberto Morrione, Fausto Pellegrini, Paolo Pietrangeli, Paola Scarnati. Testimonianze: Giovanna Botteri, Roberto Giannarelli, Nihad Kreselijakovic, Mai Masri, Gabriele Muzio, Giuseppe Petitto, Luca Rosini. In appendice: Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico. Presentazione, Attività, Cronache del 2003. Fotografie di Giuliana Sgrena.
  • Il traffico di esseri umani a scopo di grave sfruttamento sessuale - soprattutto di donne e bambini - ha assunto negli ultimi anni una dimensione considerevole e significativa, sia dal punto di vista quantitativo, sia per le modalità, che configurano spesso una vera e propria riduzione in schiavitù con effetti fisici e psicologici devastanti. Ma mentre sul versante femminile - e in particolare sulle donne adulte - sono state effettuate indagini e studi specifici e attivati servizi sociali a livello territoriale, sulle forme di sfruttamento minorile l’attenzione - in termini di studi e interventi ad hoc - non è ancora all’altezza della drammaticità che caratterizzata l’intero fenomeno. Il volume contribuisce a colmare questa carenza conoscitiva, affrontando a livello teorico ed empirico le configurazioni che assume il fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori e delle minori e delineando, al contempo, gli interventi di tutela sociale attivati da alcune organizzazioni non profit nel settore. L’autore descrive inoltre il quadro normativo entro il quale è possibile l’attivazione di interventi di contrasto verso le bande criminali che gestiscono il corposo giro di affari, nonché le modalità di protezione necessarie in sede giudiziaria in difesa delle piccole vittime del turpe sfruttamento.
  • I preziosi dipinti dei fratelli Ducato sono giunti in Confederazione attraverso un percorso non previsto, ma nel contesto di un lavoro che stiamo conducendo per valorizzare la storia del rapporto fra noi e l’arte contemporanea. Avevamo un po’ trascurato questi aspetti, che si intrecciano con l’impegno per l’affermazione dei principi e dei valori del lavoro, ma i centenari delle Camere del Lavoro ci hanno richiamato alla conservazione e alla ricerca. È stato messo in atto un impegno che non ha pari, per estensione, anche se raffrontato a quello compiuto da importanti imprese italiane. Si può certamente dire che è in corso una riscoperta del rapporto intercorso fra il nostro lavoro, le lotte che conduciamo, i valori che ne sottendono la loro tenace perseveranza e, in particolare, lo sviluppo delle condizioni di vita dei lavoratori, con quello degli artisti e degli intellettuali più in generale. Non è quindi casuale che venga compiuto questo sforzo culturale mentre la nostra lotta per l’affermazione dei diritti dei cittadini e dei lavoratori ha raggiunto livelli così alti. ...le nostre lotte per l’emancipazione del lavoro sono state favorite dall’arte, dalla libera espressione creativa degli artisti. Durante questo lungo percorso tante sono state le fasi, ampio è stato il confronto su quale doveva essere il rapporto fra arte e lavoratori, fra artisti e organizzazioni sindacali e politiche, manifestandosi a volte attraverso accesi scontri e confronti… E poi, c’è un altro punto importante che quasi mai viene colto e che testimonia dell’importanza dell’arte. L’opera d’arte, quando è veramente tale, si offre a molte letture, non produce messaggi unidirezionali e perentori; è per sua natura un «principio democratico», dialettico, che accompagna alla riflessione, aiuta a costruire un modo di pensare alieno dalle certezze assolute. - …Anche per queste ragioni è bene avere la consapevolezza della necessità di un serio rapporto con gli artisti e con l’arte, in quanto contribuisce alla nostra crescita culturale, quindi delle donne e degli uomini che fanno la Cgil. Proprio per questo è giusto che la Camera del Lavoro di Palermo abbia nella propria sede le tavole dei Fratelli Ducato… (Dall’introduzione di Guglielmo Epifani)
  • Che cos’è il «Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa?» Come cambierà l’Unione dopo la sua approvazione? L’Europa diventerà un soggetto politico a tutto tondo, capace di far sentire il suo peso nel nuovo ordine mondiale, oppure tornerà ad essere solo un grande mercato economico? Resterà unita oppure procederà a più velocità? A questi interrogativi vuole rispondere il volume affrontando i temi cruciali dell’Europa di oggi e di domani: il modello sociale e i diritti del lavoro, l’architettura istituzionale, il governo dell’economia, la politica estera, lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, le cooperazioni rafforzate, il ruolo degli enti territoriali. L’intento è di fondere il rigore scientifico con un atteggiamento divulgativo, nell’ottica di un «europeismo critico» che cerca di cogliere le grandi potenzialità della prospettiva europea, senza nascondere le difficoltà e i limiti. Con saggi di Umberto Allegretti, Giuseppe Allegri, Giuseppe Bronzini, Domenico Gallo, Marcello Degni, Elena Paciotti, Ignazio Juan Patrone, Federico Petrangeli, Mario Tronti. In appendice il testo integrale del nuovo Trattato costituzionale.
  • La Campania, come le altre regioni italiane - e in particolare quelle del sud -, ha conosciuto due grandi esperienze migratorie verso l’estero, la cosiddetta «grande emigrazione», a cavallo tra la fine del XIX secolo e il primo ventennio del XX, con una battuta d’arresto nel ritmo di deflusso migratorio con lo scoppio della prima guerra mondiale, e l’emigrazione del secondo dopoguerra, stimolata, soprattutto, dalla domanda di manodopera proveniente dai paesi latinoamericani (Argentina, Brasile, Uruguay e Venezuela, in particolare) e dai paesi del Nord-Europa. L’emigrazione campana nel corso degli anni cinquanta cambia sostanzialmente la sua direzionalità, in quanto, da una parte, si affievoliscono progressivamente i flussi verso l’America meridionale e, dall’altra, crescono di molto quelli diretti verso l’Europa settentrionale. La ricerca affronta queste problematiche ricostruendo il quadro conoscitivo di sfondo entro il quale si sono sviluppate le migrazioni in generale, e quelle campane in particolare, e come queste si sono insediate nei rispettivi paesi di emigrazione. L’attenzione si focalizza altresì sulle associazioni e sulle modalità che ne caratterizzano la gestione politico-culturale, offrendo dati e informazioni inedite.
  • Gli autori prendono spunto dalle modifiche introdotte alla legge 223 del 1991 dal decreto legislativo 8 aprile 2004, n. 110 attuativo della Direttiva 98/59/CE - che ha parzialmente esteso l’applicazione della normativa anche ai soggetti non imprenditori - per compiere un’ampia e aggiornata panoramica sulla materia dei licenziamenti collettivi e della collocazione in mobilità del personale ritenuto in esubero. Nell’opera si dà conto di tutte le posizioni espresse dalla dottrina e delle decisioni assunte dalla magistratura di merito e di legittimità, in quasi tre lustri di applicazione della legge. È significativo che la legge 223 del 1991, contrariamente alla legge sui licenziamenti individuali - e in particolare all’articolo 18 della legge 300/1971 - non sia stata oggetto di attacchi da parte del «partito della flessibilità» nonostante che l’ultimo decennio sia stato caratterizzato da profonde modifiche negli assetti produttivi delle imprese, che hanno comportato ampie ristrutturazioni, trasferimenti di rami d’azienda, delocalizzazioni. La sua tenuta sta evidentemente a dimostrare che le parti sociali la considerano ancora un utile strumento di governo della mobilità: di qui l’importanza, per tutti gli operatori giuridici e sindacali, di una conoscenza approfondita e aggiornata della materia.
  • Oggi i giovani di origine italiana in Svizzera vengono considerati largamente inseriti professionalmente e socialmente. Questo è il primo risultato dell'indagine raccolta nel volume che smentisce la tesi secondo la quale la transizione al lavoro dei figli degli emigrati italiani è contraddistinta da difficoltà generalizzate. L'indagine coglie inoltre i primi segni di un nuovo movimento immigratorio dall'Italia: si tratta di persone con un bagaglio formativo superiore rispetto all'immigrazione degli anni sessanta, i cui livelli di inserimento professionale sono però spesso contraddistinti dalla precarietà, a conferma delle difficoltà si trasferimento delle competenze da un paese all'altro. I giovani oggetto dell'analisi non vengono poi considerati nella dimensione della «seconda generazione» dell'immigrazione, bensì in quella di giovani di ascendenza italiana di cui si esplorano le reti sociali, l'universo valoriale, il rapporto con la realtà sociale e politica del paese di residenza nonché con quella del paese di «origine». Il quadro che emerge dallo studio ha tratti ben decisi e per alcuni aspetti «preoccupanti»: si va infatti dal forte ancoraggio alle reti familiari ad una socialità che resta iscritta prevalentemente nella comunità italiana, dallo sviluppo di orientamenti materialistici ad un ostentato disinteresse e rifiuto per l'impegno politico e sociale.
  • Il fine ultimo della decisione di bilancio, in una società complessa, è quello di comporre interessi diversi e fisiologicamente confliggenti. Un processo quindi eminentemente politico, in cui azioni redistributive e scelte allocative trovano un punto di equilibrio e di sintesi. È evidente, a questo fine, il ruolo cruciale e ineliminabile delle Assemblee rappresentative, come sanciscono tutte le Costituzioni democratiche. Il sistema maggioritario, la riforma del titolo V della Costituzione e l’adesione al Patto di Stabilità e crescita nel corso degli anni novanta hanno inciso profondamente sul processo decisionale di bilancio, modificando ruolo e peso di Governo e Parlamento e favorendo l’emersione di nuovi soggetti, in particolare le Regioni. Queste modificazioni, di carattere costituzionale, sono messe a fuoco nella prima parte del volume al fine di riscoprire pienamente il bilancio come «luogo» irriducibile della democrazia rappresentativa. Nella seconda parte è effettuata la ricognizione degli strumenti della decisione di bilancio, di cui si analizza evoluzione storica, struttura normativa e contributo al risanamento della finanza pubblica negli anni novanta. Infine, la terza parte del volume è dedicata all’analisi delle manovre di bilancio sviluppate nella XIV legislatura, prima esperienza compiuta di un sistema maggioritario.
  • Il quarto numero degli Annali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del grande dirigente sindacale, propone una nuova linea di studi e di interpretazioni della figura e dell’opera di Giuseppe Di Vittorio lungo tutto la sua attività. Aperto da una prefazione di Guglielmo Epifani, il volume raccoglie il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e i contributi del Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro e dell’allora Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti, rilasciati in occasione dell’apertura delle celebrazioni del 50° della morte di Di Vittorio. Il volume si articola poi in due sezioni. La prima, dedicata agli anni che precedono la Liberazione dell’Italia, contiene due saggi di Maurizio Antonioli e di Piero Di Girolamo che indagano la fase dell’adesione al sindacalismo rivoluzionario, mentre Gloria Chianese analizza la partecipazione di Giuseppe Di Vittorio alla guerra civile spagnola e Carlo Ghezzi esamina l’evoluzione della sua concezione del sindacato che concorrerà in maniera determinante, con il Patto di Roma del 1944, alla rinascita del sindacato unitario nell’Italia liberata. La seconda sezione è dedicata agli anni dell’impegno di Di Vittorio nell’Italia repubblicana. I saggi di Fabrizio Loreto e di Pino Ferraris esaminano rispettivamente la sua concezione delle Camere del lavoro e la loro prospettiva rispetto ai cambiamenti del presente, mentre Pietro Merli-Brandini propone una lettura del pensiero di Di Vittorio nella fase che precede il miracolo economico italiano. Giuseppe Giarrizzo ed Emanuele Macaluso ripercorronom genesi e significato della proposta del Piano del lavoro; Carlo Smuraglia e ancora Emanuele Macaluso affrontano il tema del contributo dato da Di Vittorio per la definizione legislativa di uno Statuto dei lavoratori, grande intuizione che poi avrà compimento solo nel 1970; del rapporto di Di Vittorio con la cultura tratta un saggio di Dario Missaglia, mentre alla vicenda della Fiat del 1955 e alla famosa autocritica di Di Vittorio per la sconfitta subita dalla Cgil nelle elezioni per la Commissione interna sono dedicati i saggi di Stefano Musso e di Gianni Rinaldini. Chiudono la seconda sezione del volume i saggi di Adriano Guerra e di Bruno Trentin che ripercorrono ragioni, passaggi e contenuti della condanna espressa da Giuseppe Di Vittorio nei confronti dell’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956. Gli Annali si chiudono infine con un saggio di Adolfo Pepe sul contributo dato da Giuseppe Di Vittorio alla costruzione della democrazia nel nostro paese. Gli Annali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio si propongono come strumento per l’analisi di questioni e temi centrali nel dibattito politico e sindacale in una prospettiva europea e comparata, e sempre intrecciando l’analisi scientifica alla progettualità politica. Gli Annali hanno una struttura monografica flessibile che si articola in diverse sezioni.
  • Spagna 1936

    15.00 
    In occasione del 50° anniversario della scomparsa di Giuseppe Di Vittorio, la Fondazione Di Vittorio, le Comisiones Obreras della Catalogna e la CGIL della Campania hanno avviato una ricerca storica sull’attività svolta da Di Vittorio nel corso della sua partecipazione alla Guerra Civile spagnola, ove era accorso, esule antifascista in Francia, in difesa della Repubblica contro i golpisti di destra insorti sotto la guida del generale Francisco Franco, e dove militò nelle Brigate Internazionali assumendo ruoli di direzione rilevanti. La ricerca, condotta da studiosi italiani e spagnoli su fonti in gran parte inedite, e discussa in tre convegni tenutisi a Barcellona, a Napoli e a Parigi, viene ora pubblicata nelle versioni italiana e spagnola, arricchita da una documentazione iconografica tratta da fonti giornalistiche e archivistiche dell’epoca. L’itinerario proposto nel volume permette di confrontare molti tra i principi di fondo che hanno ispirato l’azione di Di Vittorio per oltre mezzo secolo - dalla sua giovanile militanza nella lega dei braccianti di Cerignola fino ai massimi livelli del sindacalismo mondiale - con la ricchezza dell’esperienza sindacale che si è sviluppata nel corso dei decenni in Italia e in Spagna e che ha fortemente contribuito a far uscire i due paesi dalla dittatura.
  • Tre Camere del lavoro della Cgil (Ferrara, Mantova e Verona), sostenute dai rispettivi segretari organizzativi regionali e accompagnate operativamente da Ires Veneto, hanno avviato nel 2007 un’ampia ricerca sui propri funzionari, tesa a indagare le caratteristiche socio-anagrafiche, l’articolazione delle attività e i conseguenti livelli di soddisfazione/insoddisfazione lavorativa, le competenze e l’evoluzione professionale dei sindacalisti. Sono stati raccolti 303 questionari (90 per cento del totale distribuito) e si sono svolte 36 interviste semi-strutturate al personale politico...