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Due musicisti, uno spartito
15.00
€
Per circa mezzo secolo i dirigenti e gli iscritti a Cgil e Pci si sono sentiti parte di una storia comune, che muoveva dalla stessa premessa e che tendeva allo stesso fine. Ciononostante, ogni organizzazione ha affrontato la lunga traversata del Novecento con le proprie specificità, declinando con modalità proprie la rappresentanza della classe lavoratrice. Come due musicisti, potremmo dire, che interpretavano diversamente lo stesso spartito. In una fase come quella attuale, in cui viene ampliandosi non solo la distanza tra cittadini e istituzioni, ma anche quella tra i primi e i corpi intermedi, appare indispensabile tornare a ragionare sulle forme in cui si articola la relazione tra rappresentanza politica e rappresentanza sociale. Volendo farlo in prospettiva storica, un punto di vista particolarmente fertile può essere individuato proprio nel rapporto tra il principale sindacato italiano e il più forte partito comunista d’Occidente.
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Il gruppo del mercoledì
15.00
€
Il libro raccoglie i testi del gruppo femminista del mercoledì, presentati in molti incontri in varie città, dal 2008, anno di inizio del percorso, ad oggi. Molti e diversi tra loro sono i temi affrontati. Così li riassume Viola Lo Moro nella postfazione: «dal rapporto con la sinistra e le istituzioni, alle questioni legate alle tecnologie riproduttive, dalla guerra alla cura per riappropriarsi di una responsabilità nei confronti del mondo, dal rapporto tra generazioni di femministe diverse, alle questioni linguistiche portate dalle soggettività trans e non binarie. Dalla globalizzazione al razzismo, dal capitalismo finanziario alla violenza sistemica contro le donne, alla coscienza del limite, all’ecologia». Nell’introduzione Letizia Paolozzi racconta la pratica politica del gruppo che intreccia il piacere delle relazioni alla passione delle idee, i legami e i conflitti che l’attraversano, la fecondità delle differenze tra le donne che ne fanno parte.
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Contro le due destre
15.00
€
Perché Giorgia Meloni vince le elezioni e un italiano su due non vota? Perché dal 1996, secondo Marco Revelli, si confrontano due destre: una destra populista e plebiscitaria, «fascistoide» (l’allora centrodestra di Berlusconi) e una destra tecnocratica ed elitaria, liberale (l’allora Ulivo di Prodi). Le due destre, apparentemente in conflitto tra loro, hanno uguali obiettivi: la svalorizzazione del lavoro, l’autonomia differenziata, la fine dell’intervento statale, il dominio del mercato e la privatizzazione dei servizi pubblici,
in primis
la sanità. Governi la destra populista o la destra liberale, per i non garantiti non cambia nulla e quindi non votano. Dopo il 1989 (fine dell’Urss) e il 1992 (Trattato di Maastricht), lo Stato non redistribuisce più: lo Stato privatizza, precarizza il lavoro e indebolisce i sindacati. La destra liberale guidata da Pds-Ds-Pd promuove misure come il pacchetto Treu e il Jobs Act. E quando la destra populista giunge al governo trova i lavoratori già indeboliti. Il Governo Amato inserisce in Costituzione l’autonomia con la «deforma» del 2001. E oggi Calderoli può aggravare il divario Nord-Sud con l’autonomia differenziata attuando la Costituzione deformata. Chi da sinistra ha criticato la destra liberale e tecnocratica ha alternato deficit cognitivo e primitivismo politico: gli intellettuali organici del socialismo sono scomparsi o sono diventati organici al liberismo. Il libro propone un programma di governo per recuperare il voto degli astenuti e battere le due destre. E chiarisce cosa dovrebbe fare la Sinistra al governo al posto di Monti, Renzi, Draghi, Meloni o Schlein.
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Quello che ci ha fatto Mussolini
15.00
€
Una storia vera, come tante che in quegli anni vissero numerose famiglie italiane, raccontata in prima persona con lo stile di un romanzo e capace di coinvolgere e trasmettere emozioni personali e familiari, vissute dall’autore ma che testimoniano le tragiche condizioni di un’epoca nera che ha segnato indelebilmente la storia d’Italia. Scritto durante gli anni di internamento, insieme ad altri italiani, in un campo britannico, il libro fu pubblicato dapprima in lingua inglese, nel 1940, e solo alla fine della guerra nella sua versione originale in italiano. Questo volume ripropone l’edizione del 1996, promossa all’epoca dalla Fondazione di studi storici «Filippo Turati» e pubblicata da Piero Lacaita Editore, e si arricchisce della presentazione del figlio Claudio e di una nuova prefazione di Andrea Ricciardi, oltre a quella di Bruno Trentin che corredava il volume precedente.
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Mafia ed economia
15.00
€
Quanto è presente il fenomeno mafioso in Lombardia? Qual è, più specificamente, il livello di
infiltrazione
della ’ndrangheta nella regione più popolosa, ricca e progredita d’Italia? Quale il suo grado di
insediamento
o – ancor più – di
radicamento
? Le parole non vengono mai a caso. E oggi più che mai dobbiamo usarle con scrupolo scientifico e responsabilità intellettuale, di fronte ai fatti, alle relazioni sociali, alle mentalità pubbliche e private messe a nudo dalla ricerca.
Mafia ed economia. Il rischio criminale in Lombardia
è un libro che non rimuove e non ambisce a stupire. Ma che responsabilmente sistematizza gli scomodi risultati di una recente, ampia ricerca su «Mafia ed economia in Lombardia» svolta dal centro Cross dell’Università degli Studi di Milano in partnership con Cgil Lombardia. Emerge l’ascesa degli interessi e delle logiche di mafia in un’area che un tempo ne era quasi immune. Si delinea la sagoma di un capitalismo pericolosamente ibrido. La cui realizzazione, come spiegano gli autori, va e può essere ancora contrastata.
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CM 1-2/2025
15.00
€
Comunismo e libertà. La lezione di Aldo Tortorella
Idee che restano
a.l.
, «L’esempio di Eva» e il «comunismo di cui non possiamo fare a meno»
Aldo Tortorella
, L’esempio di Eva
Maurizio Landini
, Il crinale odierno tra socialismo e barbarie
Stefano Petrucciani
, Il confronto con Marx
Fabio Vander
, Alla «scuola» di Antonio Banfi
E. Igor Mineo
, La questione dello storicismo
Mattia Gambilonghi
, La ricerca sul nuovo socialismo: tra «terza via» e libertà solidale
La politica come vita
Luciana Castellina
, L’amicizia di una vita tra liti e battaglie comuni
Gianni Fresu
, Con Curiel nella Resistenza
Alexander Höbel
, Tra Longo e Berlinguer
Alberto Leiss
, La svolta che il Pci e «l’Unità» non seppero fare negli anni Settanta
Marco Doria
, Il lungo percorso di un intellettuale militante
Corrado Morgia
, Nel solco del «secondo Berlinguer»
Antonio Di Meo
, L’innovazione nella ricerca: la centralità della scienza
Vincenzo Vita
, Una rivoluzione culturale gentile
Gloria Buffo e Marco Fumagalli
, Una pedagogia pratica per i giovani degli anni Ottanta
Giorgio Mele
, Dalla Bolognina ai comunisti democratici
Antonella Palumbo e Attilio Trezzini
, Il rapporto con l’economia critica
Dopo il Pci
Guido Liguori
, La nuova serie di «Critica Marxista»
Piero Di Siena
, I primi anni di vita dell’Ars e la lotta al neoliberismo
Alfiero Grandi
, L’Ars e la stagione dei referendum
Elvira Di Meo
, L’importanza della passione
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Fausto Vigevani
16.00
€
Dalle pagine di questo libro emerge, per merito di autori attenti e sensibili, come la figura di Fausto Vigevani sia strettamente legata alle trasformazioni politiche e sociali del nostro paese, un discorrere di avvenimenti, scelte, scontri politici nei quali il ruolo di Fausto è sempre stato significativo, dalle sue prime esperienze sindacali a Piacenza fino alle più recenti vicende politiche riguardanti la crisi del Psi e la trasformazione della sinistra italiana. Si configura con grande vigore la storia di un protagonista delle politiche sindacali. Tutti i passaggi della sua ricca esistenza sono seguiti con onestà e passione. (dall'introduzione di Guglielmo Epifani)
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La svolta americana
16.00
€
La guerra irachena e quella afgana, la lotta al terrorismo, gli scandali che hanno funestato l’amministrazione, la politica estera sempre più inconcludente, l’economia verso il tracollo: in questo volume, che fa seguito al precedente Ascesa e caduta del bushismo, Stefano Rizzo, consigliere parlamentare e docente di relazioni internazionali, racconta con piglio giornalistico e da profondo conoscitore di cose americane gli ultimi anni della presidenza di George W. Bush, dalla sconfitta parlamentare del 2006 fino al crollo definitivo e irreversibile del progetto politico, sostenuto da neoconservatori, fondamentalisti cristiani e lobbisti, che lo aveva portato alla Casa bianca nel gennaio del 2001. L’ultima parte del volume è dedicata alla lunghissima campagna elettorale, dapprima con le primarie, soprattutto per scegliere tra Hillary Clinton e Barack Obama il candidato democratico, poi con lo scontro per la presidenza tra Obama e John McCain, fino al voto del 4 novembre che ha portato all’elezione, per la prima volta nella storia, di un afroamericano a presidente degli Stati Uniti. L’Appendice del volume cerca di fare comprendere al lettore italiano alcune stranezze del sistema elettorale e istituzionale della «più antica democrazia del mondo», in particolare del suo modello presidenziale che - contrariamente a quanto si ritiene di solito - non assicura affatto stabilità ed efficienza di governo.
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Flexicurity e tutele
16.00
€
Il dibattito politico e giuridico sull’Europa sociale ha conosciuto dal 2005 una pesante battuta d’arresto dovuta all’Europe’s mid-life crisis successiva alla bocciatura del Trattato per la Costituzione. Esso è stato però rilanciato con forza dalla comunicazione della Commissione europea del novembre 2006 su «Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo», meglio conosciuta come Libro Verde sulla flexicurity. Ne è seguita un’ampia discussione pubblica, testimoniata da una ricca documentazione prodotta dalle istituzioni dell’Unione, dai governi nazionali, dalle parti sociali, da molti centri di ricerca, da singoli studiosi. In questo volume - che prende spunto da un confronto italo-tedesco svoltosi a Berlino nel settembre 2007 - si analizza il rapporto fra flexicurity e tutele del lavoro tipico ed atipico, considerando come punto di osservazione privilegiato quattro aree tematiche: i licenziamenti, il lavoro temporaneo, il part time e i contratti formativi. L’analisi mette in luce il nesso tra la recente evoluzione delle discipline nazionali e le politiche europee dell’ultimo periodo. Ne viene fuori un quadro sintetico ma completo della normativa italiana e tedesca degli istituti menzionati, utile soprattutto per cominciare a riempire di contenuti più precisi quel complesso fenomeno di neo-regolazione sovranazionale e multilivello al quale si allude con l’espressione flexicurity.
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Lavoro subordinato non standard
16.00
€
Fin dalla metà degli anni Ottanta si osserva in molti paesi europei un significativo aumento di forme di lavoro temporanee e atipiche. Diversi dati empirici indicano come i lavoratori atipici siano solitamente pagati meno e molto più esposti ai rischi di perdita del lavoro, variabilità salariale, periodi di disoccupazione. I sistemi di welfare europei mostrano molte difficoltà a proteggere queste tipologie di lavoratori che, di conseguenza, sono più vulnerabili e si trovano spesso in condizioni di precarietà e povertà. Il volume descrive l’impatto in Italia di queste problematiche da un punto di vista giuridico, sottolineando la stretta connessione che sussiste tra la regolazione giuridica nazionale del lavoro e il sistema di welfare esistente. Vengono prese in considerazione le forme più utilizzate di lavoro atipico subordinato: contratti di lavoro a tempo determinato, contratti di lavoro part time e contratti di lavoro somministrato. Si esamina il sistema di protezione sociale, evidenziando le diverse e molteplici debolezze del welfare italiano per queste forme di lavoro e analizzando alcune proposte per una loro più effettiva tutela.
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Bruno Trentin. Lavoro e libertà
16.00
€
Gli scritti qui raccolti di Bruno Trentin si cimentano con la grande questione dei diritti e della rappresentanza del lavoro, che si ripropone oggi imperiosa. Per un cinquantennio l’autore ne è stato un protagonista in Italia e in Europa, come leader sindacale e come studioso autorevole. Da questa antologia - curata da Michele Magno - emerge l’attualità del suo pensiero, in un passaggio di secolo che ha decretato la cesura tra il capitalismo novecentesco e le nuove forme della produzione e dell’organizzazione sociale. Il lettore non farà fatica a rintracciarne il filo rosso nell’idea che - nel sistema dei valori sommi della sinistra - la libertà viene prima dell’eguaglianza, per parafrasare il titolo del suo ultimo libro. All’osservazione di Norberto Bobbio, secondo cui bisogna sempre precisare cosa si intende per libertà, Trentin risponde che essa non può che essere la libertà della persona nel rapporto di lavoro. Perché è la libertà rimasta «minore» nelle democrazie postbelliche e nelle stesse culture storiche del movimento operaio. Una posizione critica che motiva la sua ricerca appassionata di un «socialismo possibile», fondato sulla vitalissima tensione dei salariati ad ampliare gli spazi di autonomia e di creatività nel lavoro. La straordinaria biografia politica e intellettuale di Trentin, come mostra anche il suo dialogo inedito con Vittorio Foa e Andrea Ranieri, è tutta dentro questa prospettiva progettuale. Una prospettiva in cui dare corpo alle istanze e all’iniziativa delle classi subalterne, per realizzare anzitutto il loro diritto alla conoscenza e al sapere, che per Trentin costituiscono la vera ricchezza delle nazioni nel mondo globalizzato.
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Spine rosse
16.00
€
Il primo congresso nazionale della Cgil con due documenti contrapposti - uno della maggioranza e uno di minoranza - è stato quello del 1991. Nel corso degli anni novanta la scena si è ripetuta più volte, fino al congresso del 2002 partito con due documenti e chiuso con documento unitario. Con il XV Congresso del 2006 maggioranza e minoranza hanno stabilito un nuovo patto, ma nella Cgil le tensioni politiche tra l’area maggioritaria e le aree di minoranza sono ancora forti. Come si può definire oggi una minoranza di sinistra in un sindacato come la Cgil? Quali sono state le battaglie di opposizione nel più grande sindacato confederale italiano da parte della minoranza «programmatica» che ha preso il posto della Terza componente? E quali sono le regole valide (e praticate) della democrazia interna? Questo libro vuole essere un tentativo di fornire alcune risposte a questi interrogativi, attraverso la ricostruzione dell’esperienza della minoranza di «Democrazia consiliare» (oggi «Lavoro società - Cambiare rotta») e delle sue alleanze tattiche con altre sinistre interne, come quella che fu guidata da Fausto Bertinotti. Il racconto di quasi trent’anni di storia della minoranza della Cgil attraverso le testimonianze dei protagonisti, i documenti e le ricostruzioni giornalistiche: dalla «svolta» dell’Eur del 1978, passando per la crisi dei partiti storici della sinistra, la sconfitta alla Fiat, la fine delle componenti, il crollo del Muro di Berlino, la morte di Berlinguer, la «scesa in campo» di Berlusconi, la scomposizione del mondo del lavoro e infine i governi del centrosinistra.
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