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Guida agli archivi audiovisivi in Italia
Duecentoquarantanove archivi audiovisivi censiti, con relativi recapiti e contatti, e con informazioni sul patrimonio, i criteri di catalogazione, le condizioni di accesso, i diritti e gli argomenti principali inerenti al materiale conservato. Una mappa completa dell’intero sistema e delle sue specializzazioni settoriali e tematiche. Completano questo prezioso strumento tre saggi sull’esperienza e le prospettive del sistema degli archivi audiovisivi italiani.
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Elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa
Nel nostro paese è lentamente diminuito il numero delle denunce di malattie professionali e conseguentemente dei riconoscimenti da parte dell’Inail; non è estranea a questo calo la paura di molti lavoratori delle reazioni dei datori di lavoro di fronte alle denunce né il fiscalismo spesso eccessivo dell’Inail. Tanto più utile risulta quindi l’aver predisposto con questo manuale una raccolta ragionata degli elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa per cui vige l’obbligo della segnalazione. Uno strumento prezioso che vuole rendere più facile il compito dei delegati sindacali e degli operatori del patronato, nell’individuazione delle malattie di possibile origine lavorativa che potrebbero essere indennizzate. Gli elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa sono tre: - lista 1 - malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità - lista 2 - malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità - lista 3 - malattie la cui origine lavorativa è possibile. Considerato che le malattie contenute negli elenchi sono centinaia, nel manuale le tre liste, mantenendo sempre la distinzione tra loro attraverso tre diverse colorazioni, sono state però unificate in un’unica lista in cui tutte le malattie sono riportate in ordine alfabetico, segnalando per ognuna gli agenti e il codice identificativo. Ogni malattia può così essere immediatamente identificata e ricondotta alla lista di appartenenza e il manuale, così organizzato, si presenta come strumento di utile e facile consultazione per chiunque anche non esperto della materia. Insieme al manuale un CD-ROM con l’intero testo degli elenchi e la modulistica necessaria ai lavoratori e alle aziende per la denuncia delle malattie all’Inail.
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LAVORO – Il rotocalco della CGIL
Il settimanale «Lavoro» rappresenta un caso editoriale unico e irripetibile della storia sindacale, un rotocalco "popolare" dal taglio moderno ed elegante, perfettamente in grado di competere, per la raffinatezza delle illustrazioni e la qualità della veste grafica, con le riviste di attualità più in voga nell’Italia degli anni cinquanta. Fondato nel 1948, prodotto esemplare della visione "nazionalpopolare" di Giuseppe Di Vittorio, in pochi anni - con l’arrivo alla direzione di Gianni Toti, straordinaria figura di giornalista e poeta, e grazie a una redazione di giovani giornalisti, alcuni dei quali con un grande futuro - «Lavoro» compirà una piccola rivoluzione nella stampa sindacale, segnalandosi per la modernità dell’iconografia e dei linguaggi e per l’ampiezza dei temi affrontati: non solo sindacato ma anche letteratura, cinema, fotografia, tempo libero. In questo volume riproponiamo tre numeri originali di «Lavoro», ristampati in copia anastatica e rappresentativi dell’evoluzione del giornale (1951, 1955 e 1956), accompagnati da alcune singole pagine scelte tra le sue copertine più significative, gli esclusivi fotoreportage, le più brillanti inchieste giornalistiche e le centinaia di immagini che sono ormai parte della storia del movimento sindacale.
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Luciano Romagnoli
Luciano Romagnoli, nato nel 1924 ad Argenta, in provincia di Ferrara, appartiene a quella generazione di giovani che iniziò la militanza politica negli anni della seconda guerra mondiale, prima della caduta del fascismo. Aderisce al Partito comunista nel 1942, svolge attività antifascista fra gli studenti universitari e liceali di Bologna. Capo partigiano dopo l’8 settembre del 1943, tra i principali organizzatori della lotta armata e delle lotte sociali nelle campagne del triangolo Bologna-Ferrara-Ravenna, è artefice del grande sciopero generale delle mondine del giugno 1944, che ebbe un peso decisivo per il rafforzamento e l’estensione della Resistenza. Il 26 gennaio 1948, al primo Congresso della Federbraccianti, svoltosi a Ferrara, fu eletto segretario generale del più grande sindacato italiano. Segretario confederale della Cgil nel 1957, deputato del Pci nel 1958 e nel 1963, muore a Roma la mattina del 19 febbraio 1966, a soli 42 anni, vittima di un male incurabile. «... un forte e generoso figlio della vostra terra, un eminente dirigente del movimento operaio e contadino dell’Emilia rossa, dell’Emilia democratica e civile, che è stato una delle figure centrali del movimento operaio e contadino italiano, un costruttore del sindacato unitario e della democrazia italiana... protagonista, con le masse, nella lotta per la costruzione di un nuovo Stato... dirigente comunista e uomo della nuova Italia sorta dalla Resistenza...». (Dalla commemorazione di Emanuele Macaluso ad Argenta, nel decennale della scomparsa di Luciano Romagnoli)
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La Perugina è storia nostra
Tutto nasce dalla convinzione che la storia di una fabbrica la facciano soprattutto i lavoratori. Per questo, nell’anno del centenario della Perugina, azienda che rappresenta un pilastro fondamentale non solo della città di Perugia ma anche dell’esperienza sindacale italiana, si è voluto realizzare questo libro costruendolo attraverso le testimonianze di lavoratori che dal dopoguerra ad oggi hanno appunto dato vita alla storia di questa azienda per tanti aspetti emblematica. Sedici storie di lavoratori impegnati in fabbrica nell’attività produttiva e nell’attività sindacale vengono così a comporre un quadro unitario che abbraccia una vicenda di oltre cinquant’anni. Storie di lotte, di scioperi, di paure, di tensioni, di sconfitte, ma anche di grandi conquiste e importanti risultati che si intrecciano a doppio filo con la vita della città, della regione e delle loro istituzioni, legandosi inestricabilmente al percorso compiuto dal movimento dei lavoratori in Italia nella seconda metà del Novecento. Arricchisce e completa il volume un’ampia selezione di materiale fotografico e archivistico per oltre cento immagini di lavoratori, della fabbrica, di volantini, manifesti e articoli.
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Come cambia il lavoro
L’indagine sul lavoro che cambia promossa nel 2009 dal Partito Democratico, che qui pubblichiamo, contiene una fotografia aggiornata dei problemi e delle domande dei lavoratori italiani, descritti all’interno della più grave crisi economica dal dopoguerra. Sulla scia della ricerca pubblicata nel 2005 vengono confermate le linee di fondo delle trasformazioni indotte nel nostro paese dal postfordismo. Tra esse ricordiamo la persistenza di una significativa questione salariale e il permanere di disagi e limitazioni nell’organizzazione del lavoro, tra i quali si segnala la diffusione dello stress. Nello stesso tempo vengono identificate altre aree problematiche, come il peggioramento della condizione economica delle famiglie a causa della crisi economica e la trasversale e montante percezione di insicurezza sociale. Si sottolinea inoltre che i partiti del centro-sinistra sono sollecitati a rielaborare un’offerta di rappresentanza in sintonia con i cambiamenti sociali in corso se non vogliono perdere il rapporto con segmenti significativi del mondo del lavoro. Il ritratto che viene offerto è realistico e chiaroscurale: aiuta a capire come intorno al lavoro si concentri una parte significativa dei problemi e delle aspettative sociali e come esso resti quindi uno snodo rilevante dei capitalismi contemporanei.
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I “ribelli” della TIMO
Ricostruire l’attività clandestina del gruppo di partigiani operante all’interno della società per azioni TIMO di Parma ha significato indagare quel vasto universo di donne e uomini lavoratori che operarono attivamente contro le forze d’occupazione e il governo fascista repubblicano. La storia che si è voluta raccontare, dunque, non è storia di eroici guerrieri fuori dal tempo e dallo spazio. È storia di giovani uomini che, in una società profondamente colpita dalla guerra totale, nella convivenza quotidiana con una pratica di soprusi e di morte, hanno saputo operare una scelta di campo e agire di conseguenza. Ragazzi che, con il loro bagaglio di esperienza e di errore, hanno accettato di mettersi in gioco, fino, in alcuni casi, al sacrificio della vita.
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Noi e la CGIL
Da qualche anno lo SPI CGIL attraverso il Progetto Memoria ha avviato, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Pisa, un percorso di riflessione, studi e pratiche conoscitive sul tema della
memoria
. Si tratta di un tema che può costituire un punto di forza per lo sviluppo delle risorse strategiche di un’organizzazione sindacale tesa a tutelare i diritti dei cittadini anziani e valorizzarne il protagonismo sul piano sociale.
Noi e la CGIL
rappresenta una tappa di questo percorso. Con esso si è cer cato di leggere lo sviluppo del movimento sindacale attraverso le
narrazioni
di alcuni suoi protagonisti. Nei due volumi e nei Dvd delle rispettive registrazioni Piero Boni, Vittorio Foa, Arvedo Forni, Aldo Giunti, Nella Marcellino, Antonio Pizzinato, Gianfranco Rastrelli e Bruno Trentin attraverso il loro racconto contribuiscono a una riflessione critica che ha l’obiettivo di coniugare ricostruzione conoscitiva e riflessione organizzativa e di rendere possibile attraverso il contributo di anzia ni esemplari un protagonismo forte per tutti gli anziani.
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L’Europa al bivio
Un profondo malessere assedia oggi l’Unione Europea. In questi anni i suoi assetti interni sono stati posti a dura prova dall’incalzante crisi economica «globale». E sotto la spinta delle rivolte del Maghreb anche lo spazio di Schengen ha iniziato a scricchiolare. La libera circolazione delle persone e la moneta, le due più ambite conquiste dell’Unione, sono oggi entrambe in pericolo. Per la prima volta dalla sua fondazione il fallimento dell’Unione Europea non è più soltanto un’ipotesi immaginaria. Nell’arco di poco tempo, tutte le ambiguità e tutte le contraddizioni che avevano, in passato, plasmato il processo di integrazione sono venute improvvisamente allo scoperto: un’unione politica senza politica, una moneta senza Stato, una forma di governo senza governo, una democrazia senza demos, un patto di stabilità che non garantisce stabilità. L’Europa è oggi di fronte a un bivio: continuare a essere un opaco luogo di intese tecnico-normative (fra élites, giudici, poteri economici,
lobbies
finanziarie, governi) oppure voltare finalmente pagina, provando a rilanciare su basi democratiche il processo di integrazione.
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Il lato oscuro degli uomini
Violenza contro le donne: cosa si sta facendo in Italia? Inasprire le norme repressive e isolare i comportamenti violenti maschili – che sono ormai arrivati ad un femminicidio ogni due giorni – facendone casi eccezionali, patologici, lascia inalterati i modelli culturali fondati su quegli equilibri patriarcali di potere contro i quali hanno lavorato fin dagli anni Ottanta i Centri antiviolenza e le Case per donne maltrattate, frutto delle lotte femminili e femministe. Comprendere invece che la violenza sulle donne è prima di tutto un problema degli uomini significa spostare l’attenzione dalle vittime agli autori, a quella «questione maschile» che tutta la violenza di genere sottende. Il volume coglie, nella parte iniziale, questo cambiamento di ottica attraverso una ricerca – la prima in Italia – che censisce le esperienze d’avanguardia rivolte agli uomini violenti nel nostro paese, nelle carceri e nei centri, in ambito privato e pubblico, e offre un quadro di programmi sviluppatisi a livello internazionale, cui le esperienze italiane fanno riferimento. Nella seconda parte sono presentate le riflessioni e le proposte di studiosi e studiose afferenti a molteplici discipline, e le esperienze di operatrici e operatori con ruoli professionali diversi. In appendice, un’analisi critica del recente decreto legge n. 93/2013 convertito nella legge del 15 ottobre 2013 n. 119. Le autrici e gli autori:
Anna Costanza Baldry, Michela Bonora, Mar co Deriu, Monica Dotti, Fran cesca Garbarino, Paolo Giulini, Bruno Guazzaloca, Monica Mancini, Barbara Mapelli, Massimo Mery, Cristina Oddone, Alessandra Pauncz, Giorgio Penuti, Chantal Podio, Roberto Poggi, Michele Poli, Amalia Rodontini, Mario Sgambato, Claudio Vedovati, Maria (Milli) Virgilio.
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Eduardo De Filippo
Dopo Gomorra, Scampia, ’a monnezza, la terra dei fuochi. Trent’anni fa moriva Eduardo De Filippo, il grande attore, regista, scrittore. Tre decenni in cui non si è spento, e anzi aumenta, il desiderio che Napoli, i dintorni, il Paese, possano vivere giorni diversi. Questo libro ha due obiettivi: presentare nuovi racconti – poco celebrativi, inquieti, provocatori – di persone che lo hanno conosciuto e a partire da essi comporre un ritratto delle trasformazioni che Eduardo aveva intuito e proposto nei suoi lavori, fra teatro, cinema e televisione. «Scavalcamontagne», ovvero artista che rivela di essersi misurato fin da giovanissimo con il pubblico nelle zone lontane. «Cattivo», nel senso di esigente, un forte carattere nei rapporti sulle scene e nella vita. «Genio consapevole», per la sicurezza e misura con cui scriveva e rappresentava le sue idee. Eduardo è stato una sorta di moderno «viaggiatore», originale e spregiudicato, nell’Italia del Novecento, un paese che conosceva spostamenti di milioni di persone dal Sud al Nord e viceversa, incontri e scontri di linguaggi e di convinzioni. Ma anche «sperimentatore» curioso, sensibile ricercatore di nuove competenze tra le arti e la comunicazione, sempre pronto a trasferire nei drammi, commedie, film, pensieri e sentimenti capaci di parlare agli spettatori, nel segno di un’umanissima lezione.
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Il lato oscuro degli uomini. II ed. aggiornata
Violenza contro le donne: cosa si sta facendo in Italia? Inasprire le norme repressive e isolare i comportamenti violenti maschili – che sono ormai arrivati ad un femminicidio ogni due giorni – facendone casi eccezionali, patologici, lascia inalterati i modelli culturali fondati su quegli equilibri patriarcali di potere contro i quali hanno lavorato fin dagli anni Ottanta i Centri antiviolenza e le Case per donne maltrattate, frutto delle lotte femminili e femministe. Comprendere invece che la violenza sulle donne è prima di tutto un problema degli uomini significa spostare l’attenzione dalle vittime agli autori, a quella «questione maschile» che tutta la violenza di genere sottende. Il volume coglie, nella parte iniziale, questo cambiamento di ottica attraverso una ricerca – la prima in Italia – che censisce le esperienze d’avanguardia rivolte agli uomini violenti nel nostro paese, nelle carceri e nei centri, in ambito privato e pubblico, e offre un quadro di programmi sviluppatisi a livello internazionale, cui le esperienze italiane fanno riferimento. Nella seconda parte sono presentate le riflessioni e le proposte di studiosi e studiose afferenti a molteplici discipline, e le esperienze di operatrici e operatori con ruoli professionali diversi. In appendice, un’analisi critica del recente decreto legge n. 93/2013 convertito nella legge del 15 ottobre 2013 n. 119. Le autrici e gli autori:
Anna Costanza Baldry, Michela Bonora, Marco Deriu, Monica Dotti, Francesca Garbarino, Paolo Giulini, Bruno Guazzaloca, Monica Mancini, Barbara Mapelli, Massimo Mery, Cristina Oddone, Alessandra Pauncz, Giorgio Penuti, Chantal Podio, Roberto Poggi, Michele Poli, Amalia Rodontini, Mario Sgambato, Claudio Vedovati, Maria (Milli) Virgilio.
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